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Autore: Cornelia84    10/09/2006    7 recensioni
Non è sensata come cosa né tantomeno razionale ma infondo l’amore non lo è. fiction scritta molto tempo prima dell'uscita del principe mezzo-sangue
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ho appena buttato giù il quinto Whisky incendiario e non ho nessun’intenzione di fermarmi.

 Sono uscita da casa come una furia, dopo l’ennesima litigata con la mia famiglia, in particolar modo con quel imbecille di mio fratello Ron, solo il suo pensiero mi fa montare ancora di più i nervi.

Non devono essere passate ancora due ore da quando sono qui a giudicare dallo stato dei miei vestiti. Quando sono entrata qui dentro c’era il diluvio in corso ed ho ancora i vestiti umidi.

Faccio cenno al cameriere di portarmene un altro: la prima volta è disgustoso ma poi ti abitui al sapore e ti accorgi che il tepore che ti lascia dentro non è poi così male.

Mentre sto per buttarlo giù sento vibrare il mio telefonino babbano: è di nuovo mio fratello. Sicuramente vorrà che torni a casa; beh, scordatelo bello mio! Hai finito di decidere della mia vita. Come hai osato rifiutare la mia grande occasione! Sapevi perfettamente che il mio più grande desiderio era diventare guaritore, e tu hai osato rifiutare quella lettera d’assunzione che mi era costata anni di studio e di turni massacranti. Il mio caro fratellone che si preoccupa talmente tanto che la sua sorellina possa capitar di far tardi la sera da gettare al vento l’occasione di una vita. Quello che mi fa ancora più rabbia è che tutti quelli che mi conoscono, dai miei genitori, ai miei fratelli, alle loro mogli, ai miei migliori amici sono d’accordo con quell’idiota. Ma adesso basta, la mia vita sta per cambiare, domani andrò a cercarmi un appartamento e mi costruirò una vita da sola. Ma guarda quello, dove crede di essere, a Miami? Siamo in pieno novembre e quello se ne va in giro in camicia Hawaiana! Che stile! E quello lì dietro: ma guarda che Figo! Ha proprio un aspetto strano. Ho come la sensazione di averlo già visto, ma non ricordo dove. E pure un tipo con dei capelli biondo platino dovrei ricordarmelo, non sembrano tinti e poi degli occhi così particolari, non sono di un colore comune, sono grigi, di un grigio intenso, metallico, il colore del mare prima della tempesta. Si è alzato in piedi e si sta avvicinando al bancone. Ha un didietro favoloso e una camminata sicura, elegante; non insipida come quella di Harry, il mio ex grande amore, ma lasciamo stare. Devo dire che anche per il resto sta messo bene. Devo essere sbronza, ho una gran voglia di alzarmi e di baciarlo, solo per sapere se le sue labbra sono morbide come sembrano o per scoprire cosa ha bevuto. Ma sì mi alzo, un’occasione del genere non ritornerà mai più nella vita e, mal che vada, avrò qualcosa da raccontare alle mie amiche ad ottant’anni al the delle cinque! Mi alzo e, con il bicchiere in mano mi avvicino al biondino.

Quando passo vedo che tutti gli uomini del locale mi fissano come depravati e fanno apprezzamenti poco carini. Passo davanti ad una vetrata e scopro il perché: la camicia bianca che ho addosso è tutta zuppa e lascia ben poco all’immaginazione per quello che riguarda il mio reggiseno nero, come se non bastasse, a causa della sbronza ho slacciato i bottoni tranne due sul seno per non parlare della mia minigonna nera che mi si è appiccicata addosso come una seconda pelle, così sembro pronta per una serata in maschera del tipo “collegiale sexy”! Ma anche di questo me ne frego poco e punto sul biondino che nel frattempo si è girato e, dopo avermi visto fa un ghigno e mi si avvicina. Con quell’espressione sulla faccia sembra ancora più sexy, ho come la sensazione che abbia il mondo in pugno e qualunque cosa faccia, anche solo respirare, fosse l’unico in grado di farlo. Questa è un’altra cosa che in situazioni normali avrei odiato a morte. Non ho il tempo di pensarci oltre perché mi si avvicina e dice: << Lo sai che sei un bel tipo? >>. Io, senza pensarci un secondo gli sorrido e gli rispondo: << Anche tu non sei male! >>, e così iniziamo a parlare di tutto e di niente ad un tavolo.

Non so neanche il suo nome e pure sto tirando fuori con lui vent’anni e più di rabbia e frustrazione e lo stesso vale per lui. Due ore dopo paghiamo il conto e usciamo fuori, per le strade della Londra Magica. L’acquazzone è finito ed il cielo è terso. Fa freddo e quindi ci rifuggiamo in un alberghetto su Diagon Alley. Entriamo nella Hall e ci sediamo vicini su un divano vuoto. Senza preavviso il mio accompagnatore mi guarda negli occhi e mi dice: << È tutta la sera che muoio dalla voglia di baciarti >>. Io mi sento lusingata e, dopo averlo guardato diritto negli occhi gli sussurro a fior di labbra: << Fallo! >>. Non se lo fa ripetere due volte e cattura le mie labbra con passione, quasi con violenza. Non posso e non voglio interrompere il contatto. Mi sento come se sentissi un fuoco dentro ed ogni sua carezza, che si fa sempre più audace, non fa altro che gettare benzina su quel fuoco. Voglio fare l’amore con lui e, senza neanche accorgercene ci siamo alzati e ci siamo fatti dare una camera. Sia in ascensore sia per il corridoio non facciamo che baciarci ed io ho già aperto la sua camicia di seta e sto accarezzando la pelle del suo petto che in quanto a morbidezza, alla camicia, non ha niente da invidiare. Lui intanto ha una mano persa nei miei capelli e con l’altra cerca di togliermi la camicia mentre un suo bacio sul collo mi fa mancare il respiro. Ci buttiamo sul letto e, come se fossero travolti da un turbine, i nostri vestiti volano in tutte le direzioni. Non ricordo se ci siamo detti qualcosa, ricordo solo il cuore pompare a mille quando ha iniziato a baciare ogni centimetro delle mia pelle, come se fosse una dolce tortura e io non voglio che finisca. E poi il respiro mancare quando è entrato in me; il cercare le sue labbra come se fossero ossigeno; abbracciarmi alle sue spalle forti per rendere più profonda e duratura la nostra unione.

Uno strano trillo mi sveglia, non può essere la mia sveglia, la mia suona in modo diverso, questo sembra di più il trillo di un telefono. Mi rigiro nelle coperte per seguire la fonte del rumore e vado ad urtare contro qualcosa di incredibilmente solido. Metto meglio a fuoco e quasi mi viene un infarto: che ci fa Draco Malfoy nel mio letto! Mi sollevo per prenderlo a schiaffi e il mio sguardo cade ai piedi del letto, che finalmente realizzo non essere il mio, un paio di quelle che sembrano inequivocabilmente mutandine che hanno un’aria familiare, forse troppo! Ho un atroce sospetto e, preso il coraggio a quattro mani alzo le coperte ed i miei sospetti più atroci si rivelano fondati: io, Ginevra Weasley, sono andata a letto con Draco Malfoy! Il telefono continua a suonare ed io oramai sono sul punto di perdere le staffe. Lui comincia a mugugnare qualcosa ma non si è ancora svegliato. Il telefono suona di nuovo e, al limite della sopportazione salto il corpo di Malfoy, agguanto il ricevitore e in modo alquanto scorbutico rispondo al telefono: << Pronto! >>. << Buon giorno signora Malfoy, come d’accordo la colazione vi sarà servita entro venti minuti. >>. A me è venuto un colpo, non ho ben afferrato cosa debba succedere da qui a venti minuti, so solo che quello lì sotto si è riferito a me chiamandomi “ Signora Malfoy”. Ma sono tutti pazzi! In quel momento il mio compagno di letto si alza, mi afferra i fianchi e, ad occhi chiusi, mi da un morso dietro la schiena: << Hai! Ma ti sei bevuto il cervello! >> in quel momento Malfoy, come se fosse stato colpito da una scarica elettrica apre gli occhi e mi guarda. La sua faccia in pochi secondi passa dal rilassato, allo stupito e al disgustato e, saltando in piedi mi urla in faccia: << Che storia è questa! >> io in uno scatto ho girato la testa dall’altra parte e lui, notata la situazione, afferra al volo i suoi boxer e si riveste. Anche io, approfittando della sua distrazione esco dal letto e mi vesto velocemente ma prima che io possa uscire dalla stanza lui mi afferra per i polsi e mi blocca sul pavimento e mi sillaba nell’orecchio: << E no bellezza! Dove credi di andare così di fretta Weasley! Che ci facevamo io e te nello stesso letto? >> << Tiri ad indovinare o devo farti dei disegni Malfoy! >> dico io a denti stretti mentre cerco di divincolarmi dalla sua stretta. << Razza di … >> ma viene interrotto da un sonoro scampanellio dall’esterno che annuncia: << Signori Malfoy, servizio in camera, potreste aprire >> a Malfoy quasi viene un colpo, diventa così pallido che per un attimo temo che possa rimanere lì come uno stoccafisso. Poi, di punto in bianco si alza dalla mia schiena e, dopo avermi tirata su di mala grazia mi trascina verso la porta e, una volta aperta chiede, con una forte nota di rabbia al cameriere: << Chi è stato? >> . Il cameriere biascica qualcosa ma una seconda occhiataccia di Malfoy lo convince a parlare e timidamente dice: << Nicolas Rose… >> << E quando tornerà quel maledetto? >> chiede di nuovo Malfoy << Domani in mattinata, signore. >> risponde il cameriere. << Fantastico! >> disse Malfoy con una forte vena sarcastica nella voce e fa cenno al cameriere di entrare e di lasciare il carrello in un angolo e questi, eseguito l’ordine corre via il più velocemente è possibile. A quel punto Malfoy mi lascia andare violentemente e mi fa cadere a terra. Poi in uno scatto d’ira sbatte violentemente la porta e si accomoda sul divano che c’è nella stanza. << Si può sapere che sta succedendo e chi cavolo è questo Rose? >> Chiedo io spazientita e lui, dopo aver accennato ad un sorriso di scherno mi guarda e dice: << Succede, bellezza, che fino a domani noi non ci muoviamo da qui dentro, almeno finche non becchiamo il caro Nicky, perché io e tè per ora siamo “ uniti finche morte non vi separi” >> << Che diavolo vai blaterando Malfoy? >> urlo io oramai quasi al limite di una crisi di nervi. Non riesco a spiegarmi perché ha usato quella formula, non ha senso, almeno ché... Lui mi guarda e sogghigna, come se riuscisse a leggermi nel pensiero e mi dice: << Bingo! >> a me quasi viene un colpo. C’è solo una cosa al mondo che possa aver giustificato quella formula… << Non possono avermi sottoposto ad un incantesimo d’unione! >> balbetto io con una voce acuta che a stento riconosco. << Spiacente di deluderti Weasley ma è così e tu sarai per le prossime ventiquattro ore la signora Malfoy, contenta! >>.

Sono molto tentata di prenderlo a schiaffi o lanciargli qualche maledizione senza perdono ma mi trattengo perché so che sarebbe tutto inutile, l’incantesimo Coniungo può essere solo annullato da chi lo ha eseguito e, da quanto ho capito il soggetto in questione non tornerà prima di domani. Inspiro profondamente e, con un tono il più calmo è possibile gli chiedo: << Tu nell’attesa cosa hai intenzione di fare? Io avrei bisogno di vestiti puliti e avrei delle commissioni da sbrigare! >> e senza attendere una risposta mi volto, agguanto la mia borsa e afferro la maniglia della porta. In quel momento un insopportabile bruciore al polso mi costringe a fermarmi e la voce strascicata di Malfoy mi ricorda che…<< L’incantesimo ci tiene uniti, ricordi Weasley? Oggi dovrebbe essere il nostro primo giorno di luna di miele ed è normale per due sposini restare il più vicini possibile il primo giorno! Quindi spiacente ma per oggi non ci muoviamo di qui. >> << Eh no! Io devo assolutamente andare al San Mungo… >> << Non temere, non hai bisogno che te lo confermi un Medimago, sei più stupida di quanto tu creda! >> << Molto divertente Malfoy, davvero…>> ma non finisco la frase perché vengo interrotta dal suono del cellulare. Guardo il display e con orrore vedo lampeggiare il numero di Ron. << Ci mancava solo quell’idiota di Ron! >> Esasperata rispondo al telefono << Pronto! >> << Ginny dove diavolo sei?>> vengo investita dalle urla di Ron << È tutta la notte che ti sto cercando! Giuro che se ti trovo tu non metti più il naso fuori dalla porta! >> << Ma come osi decidere della mia vita! >> gli rispondo per le rime << Io esco quando mi pare e faccio quello che voglio è chiaro e vedi di mettertelo in testa razza di stupido! >> << Io lo ripeto da anni che è uno stupido! >> bofonchia Malfoy ascoltando la telefonata << Tu vedi di chiudere il becco >> gli urlo contro nella foga << Ginny ma chi c’è lì con tè? >> << Un vecchio “amico” ma… >> <<Hey là lenticchia come te la passi! >> urla sarcasticamente lui per farsi sentire da mio fratello << E come stanno la zannuta e lo sfregiato! >> << Vedi di chiudere quella boccaccia! >> Attraverso il telefono non sento quasi più nulla. Per un attimo ho il sospetto che Ron sia svenuto, poi sento un rantolo un po’ troppo acuto e a stento riconosco mio fratello che balbetta: << Sei…uscita…con…Malfoy…SEI USCITA CON DRACO MALFOY! Come ti è saltato in mente di fare una cosa così stupida! Aspetta che… >> Ma io ho smesso di starlo a sentire e, dopo aver gettato il telefonino sul letto, mi rivolgo al mio accompagnatore e, sorridendo gli dico: << Malfoy, mi daresti una mano a dare una lezione a quest’idiota di mio fratello? >> Lui mi guarda perplesso, soppesano la mia offerta per poi dire: << Prendere in giro i magnifici tre come ai vecchi tempi? Perché no, infondo per oggi non ho niente di meglio da fare. E poi con tè la cosa potrebbe rivelarsi più divertente del solito. >> e, agguantata la sua giacca con un sorriso a trentadue denti mi dice: << Hai detto che ti servono dei vesti, andiamo in quella stalla che tu chiami casa o preferisci andare da Madama McClan? >>  << Malfoy, per quanto lo detesti, ti porterei a casa mia solo per avere il piacere di vedere il mio “caro fratellone” che ti tira il collo! >> sibilo io a denti stretti e, presa la borsa apro la porta e aspetto che il mio “maritino” faccia strada.

Ci inoltriamo per Diagon Alley e, giunti al negozio, entriamo seguiti da un fiume interminabile di chiacchiere, dovute al fatto che non abbiamo smesso un secondo di discutere! Insomma non sembriamo esattamente una coppia di novelli sposi! Una volta dentro, una giovane commessa mi accompagna ad un camerino mentre Draco sparisce infondo ad un corridoio. Dopo circa mezz’ora mi ritrovo davanti alla cassa pronta per pagare il semplice ma elegante abito da strega bordeaux che ho preso quando mi si avvicina Draco, con un elegante abito da Mago con tanto di mantello verde intenso. Sono colpita dalla sua bellezza. È incredibile come quell’abito fasci il suo corpo snello e muscoloso e come il verde faccia risaltare il suo viso. << Weasley, mi rendo conto che il convento ti passa quello che ti passa ma potresti evitare di sbavare? >> << Non sto sbavando! >> rispondo indignata << Però ammetti che Potter è quello che è! >> << Ti dispiace evitare di nominarlo. >> dico io mentre ormai stiamo già passeggiando per le strade della Londra magica << Perché? Ero rimasto alla fine del settimo anno con San Potter che ti strisciava dietro! >> << Allora hai bisogno di un aggiornamento sulla telenovela: siamo stati insieme due anni e poi lo ho scaricato, certo lui ha avuto prima il tempo di farsi circa la metà delle mie compagne di corso! >> << Incredibile! Cos’è, San Potter aveva deciso di recuperare gli anni di arretrati! E perché lo hai mollato proprio dopo due anni? >> << Non voglio parlarne. >> << Oh, ma io insisto, voglio sapere tutto! >> << Non c’è molto da dire infondo. Il massimo del romanticismo: il mio ragazzo e la mia migliore amica nel mio letto. E detto questo il discorso è chiuso! Tu piuttosto, ma non dovevi sposare Pansy – Carlino – Parkinson? >> << Anche tu hai bisogno di un aggiornamento: dopo la fine della scuola ha avuto un colpo di fulmine per Tiger! >> << Cosa?! >> << Adesso vivono nei pressi di Bath! >> . Continuiamo a ridere e scherzare fin quando il mio peggior incubo e contemporaneamente il mio grande sogno si realizza: Harry Potter che passeggia mano nella mano con una biondona. Vedo nitidamente il suo sguardo passare dall’imbarazzo nel vedermi allo stupore che rasenta l’incredulità quando mette a fuoco la situazione. Decido di prendermi una piccola vendetta e, faccio cenno a Malfoy che, come se mi avesse letto nel pensiero, passa il suo braccio intorno alla mia vita e, alitandomi sul collo, mi sussurra all’orecchio: << Sorridi! >> Io senza farmelo ripetere due volte obbedisco e vedo chiaramente gli occhi di Harry dardeggiare di rabbia e, sempre trascinando la sua accompagnatrice ci si para davanti. << Ciao Ginny. >> Mi saluta lui mal celando una nota di fastidio nella voce. << Oh, Harry, ciao, come stai! Non ti avevo visto! >> lo saluto io e, con un movimento veloce tolgo il mio braccio sinistro dalla vita di Malfoy (ma quando cavolo ci è andato a finire?) e la porto in avanti. In quel momento assisto ad una reazione che non so spiegarmi: vedo Harry impallidire visibilmente, la ragazza al suo fianco fare un sorriso smagliante e sento la pressione sul mio fianco aumentare. Istintivamente alzo lo sguardo verso Draco e, dopo aver incrociato il suo sguardo irato, mi volto verso la mia mano e vedo quella che sembra inequivocabilmente una fede. Ok, sono nei guai. In grossi guai. Dopo essersi ripreso un po’ Harry mi guarda negli occhi e con un tono gelido mi chiede: << Che significa. >> << Oh, Harry è… come dire… una situazione un po’…>> biascico io << Un po’ cosa? >> urla lui prendendomi i polsi con violenza << Andavi già con lui mentre stavi con me, vero! Aspettavi solo che ti dessi una buona scusa vero!>> << Tu, razza d’idiota! >> urlo io a mia volta che ormai sono sul l’orlo delle lacrime << Come osi dare a me la colpa! Io ho sempre creduto in noi! Sei tu quello che ha mandato tutto all’aria! E adesso non venire a prendertela con me! Non sono stata certo io a…>> << Ginevra smettila! >> Mi blocca Draco e, dopo aver spintonato Harry lontano da me dice guardandolo in tralice : << Non azzardarti a toccarla e stai lontano da lei. >> << Perché Malfoy hai paura che ti rovini il giocattolino! Sappi che la tua dolce mogliettina era mia e tu non sei altro che una ruota di scorta e me la riprendo quando voglio. >> << Devi prima passare sul mio cadavere! >> ringhio io << non tornerò mai più da te Potter, fosse l’ultima cosa che faccio >> e, detto questo scappo in avanti perché non riesco più a trattenere le lacrime e non voglio che mi vedano. Sento dei passi dietro di me ma non mi fermo a vedere chi è fin quando non mi sento afferrare per un braccio e voltare. Mi ritrovo Malfoy preoccupato e, alzandomi il viso mi dice: << Hey Gin, tutto bene? Vuoi…>> ma non finisce la frase perché io mi getto tra le sue braccia e inizio a piangere come non ho mai fatto prima. Qui mi sento bene, mi sento al sicuro e quasi non faccio caso al rumore dei passi di qualcuno né alla voce che dopo un po’ impreca e se ne va. Probabilmente era Harry; probabilmente ci ha visti; probabilmente sarà corso a dire tutto a Ron ma non mi interessa ora sto bene, e questo mi basta. << Scusami. Deve essere stata una scena pietosa non è vero? >> dico io asciugandomi le lacrime dopo essermi staccata da Draco (qui le cose stanno precipitando) << Devi avere qualche potere di preveggenza tu, per anni non hai fatto altro che ripetere quanto fossi stupida. Beh, adesso sarai soddisfatto hai avuto la tua conferma. Che aspetti a deridermi! >> dico quest’ultima frase con rabbia e non mi sto rivolgendo al mio interlocutore ma a me stessa. << Non ho intenzione di deriderti. >> dice lui con tono dolce << Ma ho intenzione di farla pagare a Potter. >> << Perché? Tu non c’entri niente in questa storia! >> dico asciugandomi le ultima lacrime ma non mi risponde e si limita a girare sui tacchi e a fare qualche passo poi, vedendo che io non mi sono ancora mossa si gira e con il suo solito ghigno mi guarda e dice: << Allora, hai intenzione di fare notte! Guarda che il san Mungo non è sempre a tua disposizione! >> .

Passiamo il resto del tempo a camminare, non rivolgendoci la parola se non qualche monosillabo. Arrivati al san Mungo mi rivolgo all’addetta alla reception e chiedo : << Mi scusi, sto cercando il signor Arnstine, l’addetto al personale. >> << L’ufficio del signor Arnstine è al terzo piano, signora, porta numero 37. >> << Grazie >> e, detto questo mi dirigo verso il corridoio di destra dove si trovano gli ascensori. Arrivati alla porta chiedo il permesso di entrare e dall’interno sento una voce che riconosco immediatamente. Una volta dentro mi ritrovo di fronte il volto sorridente di Tom Arnstine. Ricordo ancora quando lo ho conosciuto: era il mio secondo anno e lui era compagno di classe dei gemelli, solo di Tassorosso, con i suoi capelli e occhi scuri e la pelle ambrata, fu la mia seconda cotta, dopo quella per Harry che avevo a dieci anni. Entrati nell’ufficio mi viene incontro e mi saluta abbracciandomi calorosamente e ci fa accomodare nel suo ufficio. << Ciao Ginny! Come stai, e come stanno quei due pazzi di Fred e George? >> << Loro stanno benissimo! Hanno aperto un negozio di scherzi qui a Diagon Alley. E io, come vedi sono venuta qui per parlarti di quella lettera. >> << Sono contento che tu sia venuta qui. Volevo giusto chiamarti per chiedere il motivo del tuo rifiuto. >> << In effetti il problema è questo: non ho rifiutato io la lettera. È stato mio fratello Ron, senza consultarmi. >> . Continuiamo a discutere della situazione fin quando non arriviamo ad un compromesso. Io sono contenta della seconda opportunità che mi è stata data e sto per salutare Tom quando lui mi guarda e, con un sorriso sornione, mi dice: - Sai Ginny, credo che dovremmo continuare la nostra chiacchierata. Che ne dici di venire a pranzo con me? – Prima che io possa rispondere avverto un nuovo bruciore al polso sinistro, ma questo è diverso da quello di questa mattina, è come se avessi un brutto presentimento. Mi volto per guardare Draco e noto che sta rigirando qualcosa tra le dita e ha lo sguardo chiaramente irato, come se stesse cercando disperatamente di calmarsi, come se fosse, non so…geloso… Draco Malfoy è geloso di me?! Cerco di riprendermi abbastanza da dare una risposta sensata ma Draco mi precede e, dopo aver finto di vedere l’ora si volge verso di me e con tono quasi svenevole dice: << Tesoro, credo che dovremmo andare, i bambini ci aspettano. >> << bambini… >> risponde Tom un po’ perplesso << Tom, non ti ho ancora presentato mio marito Draco >> dico io a denti stretti guardandolo negli occhi e dal ghigno che mi rivolge sono convinta che abbia colto in pieno il mio desiderio di ucciderlo. << Piacere, Malfoy >> dice Draco col suo solito ghigno stringendo la mano che Tom, ormai di pietra gli porge. Tom si ricompone immediatamente e sorridendo in modo professionale, ben diverso dal sorriso sornione di prima mi porge la mano e dice: << Allora ci vediamo la prossima settimana, Ginevra >> ( deve proprio essere orribile quello che fa Draco Malfoy a chi non gli sta a genio se ha anche abbandonato il mio nomignolo. Tra un po’ inizierà a chiamarmi signora e darmi del lei). Non apro bocca per tutto il corridoio ma una volta nell’ascensore guardo Draco in tralice e a denti stretti sibilo: << Come ti è saltato in mente di dire una cosa del genere Malfoy? >> << Perché, che ho detto? >> dice lui con falsa innocenza. << Come sarebbe a dire “CHE HO DETTO?”! Ti rendi conto di cosa hai combinato! Già mi vedo la scena, il caro Tom che incontra i gemelli dopo anni e gli chiede: “…come stanno Ginny e i bambini!” davvero uno spasso. Credo che quello sarebbe il giorno della nostra fine! >> << Non credo che dovremmo aspettare tanto. >> fa lui asciutto. << Perché? >> chiedo io e in quel momento vedo Harry e Ron alla reception che chiedono informazioni e vedo l’addetta che si gira verso di noi e ci indica. Senza pensarci su due volte corro verso Ron e, prima che possa dire qualcosa, gli tappo la bocca con una mano e con l’altra li spintono tutti e due verso l’uscita sibilando: << Per favore, non qui. Fuori! >> . Riesco a trascinarli all’esterno ma, appena mollo un po’ la presa, il mio “caro amico” Harry mi blocca i polsi mentre mio fratello si scaglia contro Draco e senza preavviso gli molla un gancio sinistro. Vedo del sangue scendere copioso dal naso di Draco. Cerco di divincolarmi dalla stretta di Harry ma è troppo forte per me quando vedo Draco andare di nuovo giù colpito da mio fratello. Ho paura che voglia ucciderlo così mi rivolgo verso gli uscieri del san Mungo e, con quanto fiato ho in corpo urlo: << Aiutateci! Sono Mangiamorte! >> sento la mano di Harry stringere ancora più forte e lo sento borbottare: << Ti controlla vero! >> ma non può finire di parlare perché viene bloccato alle spalle come Ron mentre io, approfittando del trambusto mi avvicino a Draco e insieme ci dirigiamo verso il nostro albergo.

Una volta in camera lo faccio stendere sul divano e, mentre mi prendo cura di lui, cerco in tutti i modi di scusarmi: << Mi dispiace. Non credevo che sarebbe potuto arrivare a tanto. Io…>> << Sta calma! Tu non centri. >> << Ma se sei stato pestato per colpa mia! >> << Si, lo so, e mi dispiace per i miei connotati, ma vuoi mettere! San Potter e Lenticchia arrestati per rissa con l’accusa di essere Mangiamorte! >> dice lui con tono sardonico. << Già >> continuo io con tono piatto << E ad accusarli è niente popò di meno che Ginevra Weasley, ossia la sorella di Lenticchia e l’eterna innamorata di San Potter. >> << Quanto pagherei per vedere la faccia di Severus Piton quando verrà a saperlo! >> dice lui ridendo ormai senza ritegno. Io non posso fare a meno di dargli una sberla sulla spalla ma anche io non trattengo un sorriso. Credo che tra noi si sia formato un rapporto strano, non so neanche se posso chiamarlo “amicizia”. Ho parlato con lui più nelle ultime ventiquattrore che in sei anni che siamo stati insieme ad Hogwarts. Lì io ero solo la stupida Grifondoro che ronzava dietro al magico trio e lui era solo lo sporco Serpeverde con la puzza sotto il naso. << Ordino qualcosa da mangiare, vuoi qualcosa? >> ordiniamo il pranzo in camera e mentre aspettiamo il cameriere ci troviamo a parlare del più e del meno sul divano: << Cosa fai?>> << In che senso scusa?>> << Che lavoro fai? Non credo che tu abbia seguito le orme paterne. >> << Cosa te lo fa pensare?>> << Beh, solo alcune costatazioni: prima di tutto il fatto che sono ancora viva. Se tu fossi un Mangiamorte mi avresti già fatto fuori da un pezzo e poi, a giudicare dalla quantità di roba tua che c’è in questa stanza sembra che tu qui ci viva, senza contare che prima di riattaccare ho sentito il cameriere che urlava al cuoco “ il solito per Malfoy”. >> << A quanto pare mi hai scoperto! >> << Allora, si può sapere cosa fai?>> << Niente. >> << Come sarebbe a dire “niente”! Per vivere qui avrai pure un lavoro! >> << Lo so che per te è difficile da capire piccola Weasley ma non ho alcun bisogno di lavorare, ho abbastanza soldi da vivere di rendita>> << Fai un’altra battuta sulla mia famiglia, Malfoy e farò in modo che tu non possa più vivere di remdita! Chiaro il concetto >> dico io a denti stretti << Comunque i conti non tornano. Non dovresti vivere nel grande, immenso…>> << Noioso maniero di famiglia? >> << Cosa?! Malfoy, ti senti bene? Stai dando i numeri? >> << Mai stato meglio. Vivo qui perché alla fine del settimo anno non sono tornato a casa mia. Ai miei sarà venuto un colpo quando non mi hanno visto scendere da quella carrozza. Insomma, non hanno potuto festeggiare i miei MAGO e la mia iniziazione. Mancava l’ospite d’onore >> dice lui ora con tono serio << Ma forse è meglio così. Specialmente per te piccola Weasley, non trovi?>> << Si, trovo che sia stato… meglio…io… >> non so cosa dire. Il suo atteggiamento è freddo e distaccato come al solito ma i suoi occhi sono velati da un’ombra di malinconia. L’ho trascinato di forza nelle mie beghe familiari senza minimamente curarmi dei suoi sentimenti. << La mia famiglia è sempre stata molto chiassosa e invadente >> dico all’improvviso << ma nessuno di noi, neanche messi insieme, ha mai dovuto sopportare quello che tu hai sopportato da solo. >> << Cosa ne sai di quello che ho sopportato io! >> dice lui con tono molto infastidito, quasi irato. << Niente. Ma ho conosciuto Sirius Black, ho vissuto a casa sua, ho assistito alla sua morte, ho pianto per lui, conosco la sua storia. Insomma, so tutto di lui e nel tuo sguardo, nei tuoi occhi, nei tuoi atteggiamenti vedo la stessa tristezza che aveva lui. Avete trovato nelle vostre famiglie la cosa peggiore che secondo me una persona può dare ad un’altra: l’indifferenza. >> << Hai conosciuto Black! >> dice lui con la chiara intenzione di cambiare discorso << Si… >> e così passiamo tutto il pranzo a parlare del nostro passato. Ci raccontiamo aneddoti e ridiamo delle nostre disavventure. Anche nel nostro “scontro” nell’ufficio della Umbridge o di quando Moody lo trasformò in un furetto. Non so bene come ma senza capire perché ci ritroviamo a guardarci negli occhi e la distanza che separa le nostre labbra è davvero esigua, ma io non mi sento affatto imbarazzata o a disagio. Mi sento come catturata da quegli occhi e, per quanto il mio cervello continui a dire che è assurdo, per me non c’è cosa più naturale al mondo che baciare Draco Malfoy. Le nostre labbra si incontrano e si fondono come se fossero una cosa sola. Mai, in nessuna occasione quando ho baciato uno dei miei ragazzi, neanche quando ho baciato Harry mi sono mai sentita così. È come se le mia labbra fossero state create per baciare Draco Malfoy. Mentre il nostro bacio si fa sempre più profondo e sensuale, mi chiedo come ho fatto a vivere fino a questo momento, senza baciare prima queste labbra. Lui è sceso a baciarmi il collo ed io ho affondato le mie mani nei suoi capelli, nei capelli di Draco Malfoy. Non mi ero mai resa conto di quanto potesse essere bello questo nome. Quando ero a scuola mi è sempre sembrato un nome ostico, fastidioso, odioso quasi impronunciabile. Ma ora vorrei urlare con tutto il fiato che ho in corpo che io amo Draco Malfoy! Si, lo amo. Non è sensata come cosa né tantomeno razionale ma infondo l’amore non lo è. E se devo essere sincera non voglio pensare a tutto quello che succederà tra un’ora o tra un giorno. Preferisco essere qui, ora, su questo divano a fare l’amore con Draco Malfoy che in qualsiasi altro posto della terra.

<< Hey, sei sveglia. >> << Si… >> abbiamo passato l’intero pomeriggio a letto e adesso stimo qui abbracciati senza la minima voglia di alzarci. Il mio cellulare ha suonato a lungo altre quattro volte prima che Ron o chi per lui si arrendesse. << Ci stai prendendo gusto a svegliarti nel mio letto Signora Malfoy >> mi schernisce ma sul volto ha un’espressione dolce. << Signor Malfoy che ne direbbe se ordinassimo qualcosa da mangiare? >> chiedo io con un tono malizioso << Che ne dici se invece uscissimo da qui dentro? Conosco un ristorante davvero magnifico qui vicino e abbiamo da festeggiare! >> << Cosa? >> << Beh, vediamo: il tuo lavoro, l’arresto di lenticchia e Potter, il nostro matrimonio…>> << Senti, a proposito di questo, tu cosa ne pensi? >> chiedo quasi tutto di un fiato, come se così fosse più facile. << Non lo so. >> mi dice lui semplicemente << Se dovessi dar retta solo a quello che provo adesso, credo che non ti lascerei uscire da quella porta, ma… >> << Se dovessi dar retta a quello che provo adesso, non credo che mi avvicinerei a quella porta, ma non possiamo dar retta solo a quello che noi proviamo in questo momento, vero. >> << Ginevra, se Nicolas Rose fosse qui, adesso, io cosa dovrei fare? >> Già, cosa fare? Mi sto ponendo la stessa domanda quando per la quinta volta suona il mio cellulare: è Harry. Il mio passato. Ripenso agli anni ad Hogwarts, ripenso al tempo perso a cercare di farmi notare dal bambino sopravvissuto, tutte le volte che in camera da sola fingevo di parlare con lui, tutte le volte che incontrando i suoi occhi balbettavo e diventavo rossa, tutte le volte rinchiusa in bagno rimpiangendo le occasioni perdute. Non voglio, non voglio rimpiangere questa occasione. Butto all’aria il cellulare e guardando negli occhi mio marito gli sorrido e gli dico: << Allora, tesoro, non hai detto che dobbiamo festeggiare >> << A si, e cosa? >> << Noi… >> e mi allungo per baciarlo.

Fine

   
 
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