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Autore: ottantanove    31/01/2012    0 recensioni
Chissà. Io non so più che questo. Questa è una storia. Un po' romanzata e un po' no.
Chi vuol capire capisca. Chi può capire, per favore, che lo voglia anche.
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli esseri umani commettono errori, di tanto in tanto, d'altronde errare è qualcosa di tipicamente umano.
Anche quando si è fermamente convinti di qualcosa, anche quando una gabbia senbra fatta di oro massiccio, a un certo conto ci si rende conto che una gabbia è pur sempre una gabbia.
Essendo una gabbia, vi si è perennemente vincolati.
Si vorrebbe uscire.
Per Ragazza è stato così.
Le sembrava una gabbia meravigliosa, piena di ninnoli e divertimenti ma quando se ne é accorta, era passato molto tempo da quando vi era entrata e quando finalmente si era accorta che una gabbia era per sempre una gabbia, aveva fatto di tutto per uscire.
Aveva lasciato Tipo e ne era uscita fuori davvero, lì per lì non le era sembrato possibile.
Cosa avrebbe fatto da quel momento in poi?
Restando in quella gabbia per così tanto tempo, il mondo al di fuori si era dileguato, sembrava quasi che non ci fosse.
Da dentro a Gabbia aveva tenuto pochi contatti, alcuni assidui, alcuni sporadici ma erano o molto lontani da Lei o, ora, troppo presi dalle loro vite e dalle loro gabbie... e non sapeva quanto predisposti a riaccoglierla. Il suo tesoro di due estati prima si era sparpagliato, diviso, era andato perduto.
Quando se ne rese conto si accontentò di quello che le rimaneva.
I suoi pochissimi e fidati amici lontani, i contatti sporadici di persona che amava, le rare volte in cui poteva uscire con loro le vedeva come attimi di gioia pura.
Ragazza sa che probabilmente uno di loro sta leggendo questo pezzo e forse se ne sta dispiacendo;
Non deve farlo. Ragazza in realtà era felice di quello che aveva, come è felice di quello che ha ora.
Rimise insieme un tesoro di pochi elementi, tutti davvero preziosi, non volendo più fare errori come quelli della gabbia.
Quattro erano i suoi preferiti: Un pettirosso intagliato nel legno d'ebano, intarsiato con marmo e salsedine, un'opera d'arte post moderna raffigurante una zampa di lupo color verde acido, un fiocco di platino, opulento e fuoriluogo in ogni occasione, ed infine una piccola stampa a tematica omoerotica in stile liberty.
Le piacevano moltissimo e li amava per il tempo che le dedicavano.
Anche altri, in realtà, avevano rifatto capolino.
Come un tacquino fitto di scritte che inneggiavano all'essere sovversivi, scritte con un inchiostro rosso e viola; una penna stilografica argento e un cellulare rosa confetto.
Ce n'é per tutti i gusti!
In ogni caso, si ritrovò a pensare a che fare.
Visse un po' così come veniva, così come le suggeriva l'attimo.
Tipo ora le provocava senso di malessere.
Come aveva potuto lasciarsi incastrare in una gabbia, e prima di lui, come aveva potuto lasciarsi rinchiudere in una gabbia qualunque per così tanto tempo?
La sua gabbia non esisteva, non era ancora nata una gabbia degna della sua onnipresenza.
Si guardò attorno.
La piccola stampa liberty aveva un profumo meraviglioso e le piaceva proprio tanto.
Fu qualcosa di passeggero.
Ora chi è che c'era? Le stava sfuggendo qualcuno, tra i suoi tesori.
Oh, sì. L'aveva omesso per una questione di tempistica. Era così poco che l'aveva trovato che quando ci pensava non capiva se fosse un tesoro vero o una semplice figura nata per dissolversi e andarsene da lì a poco.
Era un caleidoscopio, pieno zeppo di pietre coloratissime. Alcune finte e altre vere, alcune belle altre brutte.
Ultimamente lo vedeva spesso, quel tipo di tesoro, forse complice del fatto di non avere nessuna delle due, dei gabbi o dei limiti.
Ragazza era abbastanza felice di quello che ora aveva.
Però iniziava a tentennare.
...e se facessi altri errori? E se questi tesori fossero solo paccottiglia? Chi me lo dice che, per esempio, il telefono rosa non è che un gadget di Hello Kitty? Sarebbe tragico!
Errori, errori... nella mente della ragazza stavano frullando questi pensieri. Cosa voleva dire sbagliare? Soprattutto:
Cosa avrebbe significato illudersi di nuovo?
Ragazza è ufficialmente in fase di stallo.
Sa che non vuole gabbie ma solo tesori.
Sa che la protezione e l'agonia che una gabbia ti può dare sono entrambe immense.
Sa che non vuole comunque gabbie e che dovrà trovarsi un nuovo designer per dare un nuovo nome e un nuovo volto alle gabbie.
Cosa avrebbe fatto da quel momento in poi?
Una voce le diceva di vivere alla giornata.
Ma se chiudeva gli occhi era come se qualcosa la incalzasse a scegliere una strada o un sentiero.
E in mezzo a tutta quella moltitudine di viottoli che davanti a lei si snodavano riusciva a vederne uno in particolare.
Sapeva di buono, aveva ai lati boccioli di rosa ancora da schiudere e tanto orchidee bianche.
Era particolarmente tentata da quella strada perchè amava quei fiori.
E se l'avesse scelta?
Nulla è per sempre. Poteva sempre tornare indietro, se solo avesse voluto.
Restare in stallo? E chi ne aveva voglia?
  
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