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Autore: DreamerCris    31/01/2012    2 recensioni
Linor Isgrò è una ragazza italo-americana di tredici anni che vive nella periferia di Los Angeles. La sua famiglia ha da sempre problemi economici ed i suoi, approfittando della sua bravura a scuola, la propongono per una borsa di studio.
La ragazza non vuole vincere questo premio per andare a studiare nella scuola più importante di L.A, perchè non sopporta l'idea di dover lasciare i suoi migliori amici Katrin e Rev, ed il ragazzo che le piace Niall, che non la considera proprio.
Scoprirà che la scuola non è poi così male e che le persone che ne fanno parte non sono tutte snob e con la puzza sotto il naso come pensava, bensì saranno in grado di farle quasi dimenticare i vecchi compagni... ma, ci sarà qualcuno che riuscirà a farle scordare di Niall, il suo primo "amore" ?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The beginning.

 
Uscii di casa sbattendo la porta così forte che i deboli infissi in legno della finestra furono scossi da un improvviso tremore.
Corsi a perdifiato e quando fui certa di trovarmi lontana da casa, mi sedetti a terra e cominciai a piangere.
Ero stata ammessa alla “Beverly Hills Accademy”, la scuola più importante di Los Angeles, avevo ottenuto la borsa di studio. I miei genitori avevano vinto.
Mi sarei dovuta trasferire all’accademia tra due giorni.
Non avrei più rivisto la mia migliore amica Katrin, il mio amico d’infanzia Rev e soprattutto il ragazzo che mi piace, Niall.
Di lì a due giorni sarei stata circondata da ricconi con la puzza sotto il naso, pronti a squadrarmi da capo a piedi e a giudicare di quali marche avevo i vestiti.
Avrei condiviso la stanza con qualche ricca baby-ereditiera fissata con la moda e con i chihuaua che avrebbe continuato a snobbarmi per la mancanza di abiti “chic” nel mio guardaroba.
Mi appoggiai con la schiena a un albero, sollevai la testa e guardai il cielo.
Era così limpido e stellato in quella calda sera d'autunno.
Le mie lacrime sgorgavano ormai libere e scivolavano calde sulle mie guancie seguendone il profilo.
Non volevo andare in quella stupida scuola, non era quello il mio posto.
I miei genitori avevano sempre avuto difficoltà a pagare la retta scolastica della scuola pubblica, così sapendo che ero una delle alunne migliori, mi avevano proposto per la borsa di studio.
Avrei potuto finire i miei studi nella scuola privata più “in” della città.
Frequentata da soli VIP o da figli di persone importanti.
Ai miei tutto questo lusso piaceva, ma io stavo benissimo così, con i miei amici normali, senza distinzioni di reddito.
Mi strinsi le ginocchia al petto abbracciandole con le mani, vi appoggiai la faccia e piansi ancora. Guardai l’orologio, segnava le 9.15 pm, i miei di sicuro staranno guardando le repliche dei Talk Show in televisione, pensai.
Ancora scossa da singhiozzi e tremiti, mi sdraiai per terra.
Mi convinsi a fare dei respiri profondi e cominciai a cercare dei lati positivi nella faccenda che mi aveva fatto piangere fino ad ora.
“Potrei conoscere le figlie del Presidente” pensai, ma scartai subito la cosa poiché loro abitavano circa sulla costa opposta alla mia. “Magari troverò dei ragazzi più carini di Niall” mi convinsi a pensare, ma subito il volto allegro del ragazzo apparve nella mia testa.
- Cazzo … - bisbigliai.
Chiusi gli occhi, mi concentrai sul mio respiro e quando mi sentii pronta mi alzai e presi la strada di casa.
Una volta arrivata slittai in camera, afferrai in telefono e composi il numero di Katrin.
- Si? – rispose lei con voce soave.
- Ehi, sono io … - dissi in tono triste, cercando a stento di trattenere le lacrime.
- Che hai? Mi pari moscia! Ti devo raccontare cos’è successo tra me e Rev! Forse ci siamo!!! – disse lei euforica, ancora ignara di quello che stavo per dirle.
- Mi hanno dato la borsa di studio, parto dopodomani per la “Beverly Hills Accademy”… - pronunciai queste parole tutte d’un fiato prima di cominciare a singhiozzare.
- Che cosa? Ma è a un’ora da qui! Non avevi detto che non l’avresti ottenuta? E come faremo a vederci? – piangeva anche lei, lo sentivo.
- Lo so … abbiamo solo domani. A quanto pare sono riuscita a vincere lo stesso. – dissi tirando su col naso.
- Ora devo andare – dichiarai mentre mia madre mi urlava dal piano di sotto, con molta finezza, di andare a letto e terminare la telefonata. – Ti voglio bene, amica mia! –
- Anch'io te ne voglio, un mondo – disse in lacrime e poi riattaccò.
M'infilai il pigiama e andai a letto, piansi fino a quando non mi addormentai, pensando a cos’avrei detto a Rev, ma soprattutto, se avrei avuto il coraggio di dichiarar
mi a Niall.

  
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