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Autore: emychan    31/01/2012    4 recensioni
Terzo posto al contest 'All you need is love' indetto da superkiki92 su Efp.
Ambientata dopo la terza stagione, ignora la quarta!:D
Attenzione:un sacco di UST e Merthur(ovviamente:P)
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Pochi mesi dopo la battaglia con Morgana, Arthur continua a cercare la sorellastra per riportarla a Camelot. Le sue motivazioni, però, non sono né la vendetta, né il perdono. Il suo unico pensiero è infatti Merlin, il servitore che sembra aver smarrito una parte di se stesso dalla fuga della strega. Arthur è convinto che soffra per amore, ma è davvero così?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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Eccolo qui! Con questo si conclude anche questa storia!^^

Chiedo di nuovo scusa a tutti per il ritardo, dal lato positivo c'è che oggi ho dato il mio ultimo esame!!! Finalmente!!!^^

Come sempre ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato, aggiunto tra i preferiti e tra le ricordate!^^

Un grazie a SilviAngel, elfin emrys e chibisaru81 per aver commentato lo scorso capitolo!!!^^

Spero vi piaccia!!! Buona lettura! E alla prossima storia!!!

Epilogo

Furono la voce confusa di Merlin, e i suoi gomiti ossuti conficcati tra le costole, a risvegliarlo.

Arthur non era certo un tipo mattiniero, ma quello era decisamente il peggior modo di svegliarsi.

“Vuoi stare fermo?” sibilò sentendo il suo servo agitarsi tra le coperte, afferrandogli le braccia nel vano tentativo di difendersi, le bloccò

contro il proprio petto.

Tutto senza nemmeno aprire gli occhi.

Oh” sussurrò la voce di Merlin al suo orecchio, Arthur quasi sperò che riconoscendolo, sarebbe tornato a dormire fino ad un’ora 

decente, ma ovviamente non fu così. D’altronde Merlin non faceva mai come gli veniva richiesto.

Nemmeno il tempo di addormentarsi nuovamente, che l’altro prese di nuovo ad agitarsi “Cosa succede? Perché sono nel vostro…” 

probabilmente concluse con letto, ma il suo borbottio era così veloce e privo di senso che il principe non lo capì.

Quasi poteva immaginare i suoi occhi spalancati e le guance paonazze.

Gli avrebbe addirittura fatto pena, se la notte prima non lo avesse lasciato da solo sul più bello.

“Torna a dormire, Merlin” gli ordinò voltandosi su un fianco e dandogli la schiena.

Poteva affrontare quel dramma più tardi, a sole alto e, possibilmente, a stomaco pieno.

“Non siete stupito di trovarmi qui?” gli chiese stupidamente l’altro.

Arthur sospirò mentalmente “No, Merlin. Non lo sono perché ti ci ho messo io”.

Il gemito strangolato del suo servo, quasi valse il sonno perduto.

Avendone finalmente pietà, Arthur aprì un occhio e si voltò a guardarlo.

Decisamente paonazzo. Anche boccheggiante adesso, notò con una certa soddisfazione.

“Ti sei dichiarato Merlin, non ricordi?” continuò con tono indignato, solo per vederlo sprofondare ancora di più nella vergogna, 

sentendosi sempre più soddisfatto.

Era crudele lasciarsi andare così al suo lato peggiore, ma stavolta Merlin lo meritava davvero, si giustificò con una nota di stizza.

Lasciargli credere che il suo bacio non gli era piaciuto, che l’aveva spaventato. Idiota.

“Io… cosa?” gracchiò con voce stridula l’altro tornando a dimenarsi furiosamente tra le coperte. Arthur non lo fermò e, con 

tutti i suoi sforzi, Merlin riuscì a rotolare sul pavimento con un tonfo.


Stavolta il principe scoppiò a ridere “Ci avrei scommesso che eri un ladro di coperte a letto”.

Cosa?” gracchiò di nuovo Merlin, rimettendosi seduto, finalmente libero dalla sua gabbia di stoffa. Con un gemito si portò una mano 

al capo e strinse gli occhi, i postumi della sua gita alla taverna sembravano farsi sentire.

“Non stupirti di avere mal di testa” lo canzonò il principe “Dopo tutto quello che hai bevuto ieri notte è un miracolo che tu sia ancora 

vivo”.

“Non ricordo niente” si lamentò il servo.

“Nemmeno i nostri baci appassionati?” Arthur mise su il broncio e Merlin sgranò gli occhi arrossendo di nuovo. Inconsciamente si 

toccò le labbra con le dita e il principe seguì il movimento con interesse.

Merlin, sto scherzando” lo rassicurò con un sorriso.

Non che fosse vero, i baci appassionati c’erano stati eccome, ma forse era meglio tenersi la storia per dopo. Per quando Merlin

sarebbe tornato a letto, possibilmente.

“Davvero divertente” brontolò l’altro rimettendosi in piedi e cercando i suoi stivali sul pavimento.

“Non era proprio una vera dichiarazione” continuò fingendo di non sentirlo Arthur “Eri troppo ubriaco per un discorso assennato, hai 

detto… com’era?” con un sorriso, notò come Merlin si fosse  fermato, uno stivale indosso e uno ancora in mano. La sua espressione 

inorridita rivelò al principe come iniziasse a ricordare qualcosa dell’accaduto “Ah sì” si lasciò cadere al centro del letto, le braccia 

spalancate.

Arthur” sibilò Merlin, rosso in volto, ma il principe lo ignorò.

“A quanto pare sono bello e caldo… e non dimentichiamo il mio buon odore”.

Merlin inciampò e quasi cadde a terra, il principe lo osservò divertito “Dimmi, Merlin…” trascinò il nome tra i denti. Il servo sobbalzò 

e si voltò lentamente a guardarlo col viso paonazzo “Mi annusi spesso?”

Fingere di essere ancora serio, fu davvero difficile di fronte all'espressione inorridita dell’altro.

“Io non… ero ubriaco!” sbottò infine sventolando lo stivale, che ancora teneva in mano, per aria.

“Quindi non vuoi che ti baci ancora?” gli chiese il principe fissandolo dritto negli occhi.

Merlin annuì per poi scuotere in fretta il capo.

Guardò da Arthur alla porta e viceversa, ma il princiope lo fermò subito “Non pensare di scappare” gli ordinò “O ti rincorrerò per il 

corridoio e ti trascinerò indietro".

“Tu hai detto di non parlarne” gli disse infine in tono supplicante, guardandolo con gli occhi sgranati “Di dimenticarlo”.

Arthur quasi imprecò, erano ancora a quel punto, allora? Dovevano ripetere l’intera discussione da capo? 

“Non pensavo che mi avresti ricambiato, Merlin! Non con la storia di Morgana e il modo in cui era finita” si difese il principe 

sentendosi esasperato, non era così che aveva sperato di passare la mattina.

Merlin lo fissò ovviamente confuso “Morgana?” chiese incerto “Cosa c’entra Morgana con tutto questo?” fece un cenno ad indicare 

loro due e il letto, Arthur quasi rise di nuovo. Sarebbe mai riuscito a dirlo a voce alta?

“So che stavate insieme, non sono idiota. I fiori, i misteri, era tutto un po’ troppo ovvio, non credi?”

Il servo lo osservò a lungo in silenzio. Troppo a lungo.

Un enorme sorriso canzonante gli dipinse le labbra, il principe sentì il bisogno di tirargli contro qualcosa. Qualsiasi cosa.

“Credevate che amassi Morgana?” chiese incredulo Merlin “Morgana?” ripeté come se il solo pensiero lo inorridisse e divertisse allo 

stesso tempo.

Il principe iniziò a pensare di aver interpretato male la situazione. O Merlin era diventato un attore formidabile.

“Siete più idiota di quanto credessi, allora” disse il ragazzo in tono meravigliato “Inizio davvero a preoccuparmi per il regno”.

“Merlin, sei a un passo dal finire alla gogna”.

Il servo sorrise e scosse il capo “Sire, non ho mai amato, né amerò mai Morgana in quel modo. Era un’amica e come tale provavo 

affetto per lei, ma non… amore” gli spiegò in tono tanto serio e deciso, con sguardo tanto limpido, che il principe non poté fare a meno

di credergli.


Fu come se un enorme pesogli fosse stato tolto dalle spalle e Arthur si sentì libero, finalmente.

“Oh” mormorò ancora incredulo “Va bene, allora” gli disse stupidamente.

Rimasero in silenzio a lungo, entrambi incapaci di fare la domanda o dire le parole che avrebbero potuto legarli o separarli per sempre.

“Volete che vi porti la colazione?” chiese infine Merlin fissando gli occhi sul pavimento.

“Prima non vuoi sentire la risposta?” chiese Arthur senza muoversi di un millimetro e senza incrociare i suoi occhi.

“Risposta?”

“Alla tua impertinente dichiarazione di ieri notte” disse in tono arrogante.

Merlin avvampò di nuovo “Io non credo di…” cercò di evitare il discorso, ma il principe lo fermò.

“C’è una persona per cui provo qualcosa da moltissimo tempo. È un sentimento assoluto che ho nascosto e combattuto per anni, 

convinto di non avere speranze, che il suo cuore appartenesse già ad un’altra persona. Adesso però, credo che potrebbe ricambiarmi e 

questa speranza mi rende incapace di pensare a chiunque altro. Voglio solo quella persona al mio fianco. E non penso di poterla 

lasciare andare, anche se me lo chiedesse”.

Nel silenzio che seguì a quelle parole, Merlin si morse il labbro con aria afflitta e occhi lucidi “Io non…” balbettò a vuoto e, nel sentire 

il suo tono disperato, Arthur si voltò a guardarlo incredulo. Non era certo così che credeva di veder accolta la propria dichiarazione, 

non dopo averci pensato per anni. Non dopo la notte appena trascorsa.

Aveva sperato troppo in fretta? Lo aveva spaventato in qualche modo?

“Mi dispiace di avervi messo in imbarazzo” gli disse il servo con voce tremante “Non accadrà più”.

Fece per andarsene, ma il principe si inginocchiò sul letto e lo afferrò dal braccio prima che potesse allontanarsi “Merlin, hai capito 

cosa ti ho appena detto?”

“Sì, che volete sposare Gwen, lo sapevo già. Sono stato stupido a credere che-" si fermò abbassando lo sguardo colmo di lacrime "Ma 

vi giuro che non ho mai pensato a voi in quel modo. Non fino ad ora almeno”.

Gwen? Io parlavo di te, Merlin” disse esasperato il principe.

Me?” lo guardò incredulo il servo.

Esasperato e stufo di doversi spiegare, Arthur lo tirò contro di sé, facendolo cadere sul letto e baciandolo a lungo nel tentativo di fargli 

capire quanto fosse serio.

“Oh” mormorò l’altro riprendendo fiato “Allora va bene” mormorò come intontito.

Il principe sorrise contro le sue labbra “Grazie della tua approvazione, Merlin. Non so come sopravviverei senza”.

“Tecnicamente…” gli rispose Merlin, mentre il principe cercava di sfilargli la tunica “Senza non potreste fare… questo”.

Arthur lo guardò incredulo “Merlin” sibilò irritato slacciandogli i pantaloni “Che ne dici di usare le tue energie per qualcos’altro, oltre 

parlare a vuoto?”

Merlin finse di pensarci a fondo “Credo di poterlo fare, sire” rispose infine in tono serio.

“Grazie al cielo” mormorò Arthur tornando a baciarlo.

Merlin non ebbe altro di cui lamentarsi per molto tempo.

Avrebbero dovuto parlare ancora, di molte cose.

Di Morgana, di Gwen, di destini e segreti, ma per il momento, tutto il resto poteva aspettare.

Tutto tranne il loro nuovo legame.

end


   
 
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