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Autore: _loveHoran97_    31/01/2012    7 recensioni
La bambina era in lacrime, in quella grande piazza circondata da persone che giravano per i banchi del mercato rionale, l'odore di pesce fresco e il profumo di zucchero filato nell'aria. Già, c'era molta gente e questo la impauriva ancora di più. Gli occhi rossi, le guance rigate dalle lacrime che non smettevano di scendere.
"Ho paura" pensava "dove sei?".
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spazio dell'autrice (?)
Questo è il quinto capitolo, in cui le cose vengono piano piano a galla, anche se in modo complicato.
Vedo che la leggete e qualcuno mi dice che piace.
Io però vorrei qualche recensione in più, non credo di chiedere tanto.
L'uscita del sesto capitolo dipende da voi, e da quante recensioni lasciate, perchè leggere i vostri commenti mi fa molto piacere e mi incentiva a continuare a scrivere :3.
Buona lettura,
_loveHoran97_ xx
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"Chi era al telefono Elisabeth?" chiese Louis, confuso e preoccupato.
Niente, non smetteva di piangere e non rispondeva. Stava ancora tenendo Margareth stretta a sè, e i ragazzi non comprendevano la sua angoscia.
"Elisabeth sei più pallida della luna! Cosa succede?" chiese un'altra volta Louis. La ragazza alzò la testa verso il ragazzo, farfugliò qualcora di incomprensibile e svenne.
Si risvegliò su un grande letto. La testa le girava ancora, ma nonostante questo si sollevò per cercare di capire dove era in quel momento. Subito una mano le si appoggiò sulla spalla e la fece sdraiare. "Sei ancora debole, non ti affaticare". Girò lo sguardo e vide che era Niall. Subito mise a fuoco vista e mente e si agitò.
"Dov'è Margareth? Niall, Maggie dov'è?". "Tranquilla è giù con gli altri. Elisabeth, chi era al telefono? Che cosa è successo? La settimana scorsa hai fatto degli esami clinici, giusto? Ti prego dimmi che non c'entrano niente, dimmi che non era dall'ospedale che ti hanno chiamata!" disse Niall, ancora preoccupato.
E' vero, la settimana prima aveva fatto degli esami di controllo. Ne aveva parlato ai ragazzi quello stesso pomeriggio, tra una chiacchera e l'altra.
Elisabeth non lo stava ascoltando. Voleva solo la sua bambina li con lei, nient'altro che questo. "Niall, portami la bambina, ora voglio stare sola con lei". "Ok, ora te la porto. Sappi però che se ne vorrai parlare, noi per te ci siamo. Non devi farti problemi". La ragazza annuì e Niall uscì dalla stanza.
Scese nel soggiorno e appena i ragazzi lo videro subito si alzarono da dove erano seduti. "Come sta?" era Liam.
"Si è svegliata, ma non vuole parlare per adesso, ma sono molto preoccupato per la sua salute. Vuole solo Maggie." disse Niall.
La piccola corse per le scale e andò dalla madre.
"Mamma come stai? Ho avuto tanta paura!" disse la piccola entrando nella stanza. "Ti amo Maggie. Qualunque cosa succeda, ricordalo sempre..." la strinse forte a sè e di nuovo lacrime bollenti ricoprirono il suo viso, ancora pallido.
La bambina cominciò a piangere, la ragazza sciolse leggermente l'abbraccio e la guardò negli occhi. "Non piangere amore" pensava "non posso vederti così".
In quel momento capì che doveva tenerla serena, finchè poteva. Non osava immaginare cosa potesse succedere dopo. Non ne avrebbe parlato con nessuno: non poteva permettere che la piccola venisse a sapere qualcosa, almeno fino all'arrivo di quel terribile giorno.
"Basta piangere Maggie" disse poi asciugando le lacrime alla piccola. "Andiamo dagli altri, ok?" la piccola annuì e salì in braccio alla ragazza.
Entrò nell'immenso soggiorno e si andò a sedere, con gli altri. "Ti preparo un the zuccherato, sei ancora un pò pallida." disse Zayn, andando in cucina. Poi tornò con un bicchiere di the fumante.
E' vero, faceva molto caldo ma ne aveva proprio bisogno.
"Te la senti di dirci qualcosa?" chiese Liam.
Ecco, e adesso? No, non poteva dire la verità: avrebbe fatto troppo male, a tutti. Così annuì leggermente e dopo aver finito di bere cominciò a raccontare:
"Beh, era l'ospedale... L'unica persona che mi era rimasta, zia Christine è... passata a miglior vita. Abitava in Italia, il mio paese d'origine. Dopo le morte dei miei genitori, solo lei sapeva come comportarsi con me e come farmi sentire meglio. La consideravo come una seconda madre. Scusate se vi ho fatto preoccupare, non era nelle mie intenzioni." le faceva male mentire, si. Ma che altro poteva fare?.
"Mi dispiace, Elisabeth. Se hai bisogno, sai che siamo qui." disse Harry, lei annuì di nuovo.
Elisabeth salì nella stanza con Maggie, si rivestirono e presero le loro cose.
"Grazie per la stupenda giornata. Ci sentiamo domani, ciao ragazzi.". Si abbraciarono e uscirono di casa.


"Povera Elisabeth... Prima i genitori, poi la zia... Avete visto come ha reagito? deve essere stata davvero importante..." disse Liam, rivolgendosi agli altri.
"Già... in questo momento dobbiamo starle vicino" affermò Zayn.
Louis ascoltava la conversazione degli amici... "Mmmh, la zia che è morta? Perchè non ne sono convinto fino in fondo?".
"Lou, tu che ne pensi?" chiese Harry all'amico. "Penso che le serva solo tempo... Domani voglio andare a parlarle..."


Stavano attraversando la strada e Elisabeth ripensò a ciò che aveva raccontato agli amici "Devo ricordarmi il nome 'Christine' della mia presunta zia... Altrimenti mi potrei tradire...".
"Mamma ho sonno!" si lamentò la piccola, non appena entrata in casa.
"Adesso ci laviamo e poi andiamo a dormire, ok?". Si lavarono e Eli le mise il pigiama. La prese in braccio, la bambina poggiò la testa sulla spalla della ragazza e chiuse gli occhi.
Elisabeth cominciò a canticchiare per fare addormentare Margareth, la canzone che anche sua madre le cantava quando lei era piccola:
"Vorrei essere il raggio di sole che ogni giorno ti viene a svegliare per, farti respirare e farti vivere di me. Vorrei essere la prima stella che ogni sera vedi brillare perchè, così i tuoi occhi sanno che ti guardo, e che sono sempre con te. Vorrei essere lo specchio che ti parla e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella.." [Favola-Modà].
La posò nel lettone dove la ragazza dormiva e si stese vicino a lei.
Cominciò ad accarezzarle i capelli e a piangere silenziosamente, vegliandola per tutta la notte.
Voleva vivere ogni attimo con lei, finchè avrebbe potuto. Ripensò alla telefonata: "...le rimane poco tempo..." ancora lacrime.
Come poteva essere possibile? Perchè la vita era così crudele con lei? "...non si illuda, ci sono poche speranze che tutto possa finire per il meglio..." cominciò a singhiozzare più rumorosamente.
Quelle parole le rimbombavano in testa, le parole di una delle telefonate più dolorose mai ricevute.

  
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