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Autore: MaTiSsE    02/02/2012    6 recensioni
Blue è la storia di un ragazzino taciturno, disilluso e troppo solo. E del suo amore instabile.
E' la storia di una giovane apparentemente ribelle. In realtà, solo enormemente spaventata dal mondo di fuori.
E' la storia, ancora, di due fratelli troppo orgogliosi per ammettere quanto gli manchi la propria famiglia.
Blue è la storia, infine, di Valentino, Marzio ed Angelica. Tre giovani con una passione immensa da condividere: quella per la musica.
DAL CAPITOLO 2:
"Non voglio mai più vedere quel tipo in tutta la mia vita" aveva commentato Angelica con convinzione.
Certo.
Peccato avesse fatto i conti soltanto con la propria volontà tralasciando il destino.
Poiché quel tipo, viceversa, lo incontrò di nuovo appena il lunedì successivo.
E fu proprio in quel giorno che scoprì il suo nome aggraziato, un nome che tanto si scontrava con il carattere ribelle e burrascoso di lui, giacché il ragazzino in questione si chiamava Valentino.
Valentino Ferreri.
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Genere: Generale, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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valentino 2
BLUE




 By Agnes Dayle Efp









"Ce l'hai una matita?"
"Eh? Qui in macchina?"
"Una matita, una fottuta penna, quello che vuoi tu Luca!"


Il ragazzo guardò Angelica con sguardo tristemente rassegnato.


"Mi spieghi perché sei sempre così ..."
"Così come?" - Domandò con un'occhiata gelida.
"Lascia perdere..." - Commentò infine l'interessato con un sospiro, porgendole una biro - "Tieni. Che devi farci con questa?"
"Riavvolgerla!" - Rispose la ragazza mostrando, con fierezza, la musicassetta di Nevermind: dal suo bordo penzolava, disordinatamente, il relativo nastro magnetico. La inforcò con la penna dedicandosi al proprio lavoro di riavvolgimento con pazienza certosina.


"Quando smetterai di portartela ovunque? Vedi che poi la rovini!"
"Mai. Kurt vive in me." - Commentò lapidaria, un certo grado di convinzione sul volto. La serietà con cui ne parlava appariva vagamente comica, a dirla tutta - "...E' un piacere ed un obbligo avere sempre qualcosa di lui quando esco di casa e poter sentire la sua voce ovunque." - Concluse, infine, indicando l'apposito walkman che faceva bella mostra di sé dalla sua borsa sdrucita, quella che sempre Angelica soleva portarsi dietro quando era in giro, per intenderci. Non la cambiava dalla prima superiore.


Luca diede in un'alzata di spalle, divertito.


"Tu sei pazza."
"Sono innamorata, è diverso."
"Di Kurt?"
"Ovvio."
"E' morto. Due anni fa."
"E quindi? L'amore supera certi confini."
"Anche se fosse vivo non ti starebbe cagando di striscio. Questo lo sai, sì?"
"Poi sarei io quella volgare, eh?"
"Colpa tua...mi hai contagiato!"
"Che stronzo!" - Sbraitò, agitando le mani. In realtà le veniva da ridere.


"Allora? Chi stiamo andando a vederci?" - Domandò Luca più rilassato, tenendo le mani ben salde sul volante e lo sguardo fisso davanti a sè. Angelica lo guardò qualche istante di più prima di tirare fuori dalla tasca il medesimo volantino stropicciato che l'aveva investita in pieno viso appena qualche giorno prima.


"Un gruppo...si chiamano...Delay." - Rispose titubante.


Luca lanciò un'occhiata distratta al foglietto, continuando a guidare.

"La cosa migliore è quel punk messo tra parentesi quadre. Ma perché?" - Ridacchiò.
"Perché fanno punk...Almeno questo è quel che dicono!"
"Non ci credi?"
"No. Vado apposta per vedere se hanno detto una cavolata!"
"Mi sembri agguerrita."
"Ovvio! Chi cacchio sono adesso questi qui? Chi li conosce? L'unico gruppo in giro che faccia musica punk sono..."
"...Le Scarlett Guns. Lo sappiamo. Non per niente è il tuo gruppo. Dio, volgare e saccente! Che grande accoppiata."


Angelica tirò un pugno sulla spalla del suo amico che incassò il colpo ridendo.


"...Dimenticavo: violenta!"
"E basta!" - Strepitò, pronta a sostenere nuovamente la sua personale lotta fisica contro il nemico provocatore.
Ma fu in quell'istante esatto che Luca la bloccò in maniera più o meno convincente:


"Basta te lo dico io...ma soltanto perché siamo arrivati!"



L'auto frenò infatti dolcemente, accostandosi al marciapiede, ed allora Angelica si voltò di scatto.
Appena più distante si potevano chiaramente scorgere le luci forti di un locale; la sua insegna luminosa - Dirty Road, in rosso e blu - capeggiava fastidiosa all'angolo della strada.


"Che posto di merda. Mi sembra di essere in un film americano di terz'ordine."
"Niente lamentele signorina, mi ci hai portato tu qui. Quindi muovi il sedere e scendi da questa macchina: abbiamo un concerto cui assistere!" - Rispose l'amico prendendola in giro.




Angelica accolse la battuta con un sospiro.



"Ma sì..." - Considerò infine tra sè e sè - "Mal che vada, se mi annoio, ce ne andiamo..."









*






Si ritrovarono in una specie di pub di dimensioni enormi e, per un istante, Angelica finì col disorientarsi chiedendosi se realmente fosse quello il posto dove si teneva il fantomatico "concerto", data l'esigua presenza di avventori.

"Questi Delay spaccano proprio, eh..." - Ironizzò Luca infilando le mani in tasca con un sorrisetto. Ma ad Angelica non venne poi tanto da ridere: sapeva fin troppo bene quanto potesse essere mortificante suonare davanti ad un pubblico scarno. Anche le Scarlett Guns avevano avuto le loro serate no, quelle dove si presentavano al massimo gli amici più intimi ed il gestore del locale, alla fine, non pagava neppure la quota pattuita. Se ne usciva con un panino gratis per le musiciste e chi s'è visto s'è visto.

Di conseguenza, evitò battutine divertenti e, piuttosto, prese subito a cercare l'esatto luogo dell'esibizione.

Lo scoprì in un angolo del locale - il più buio e malconcio, a dirla tutta.
Proprio lì dove se ne stavano tre ragazzetti non più grandi di lei intenti a suonare.
Con la stessa convinzione di qualcuno che si esibisse davanti ad un pubblico folto e coinvolto, per giunta. In realtà gli spettatori erano al massimo una decina, compreso un uomo di mezza età che Angelica ipotizzò potesse avere una qualche parentela con i componenti della band in questione, altrimenti non ne avrebbe mai saputo spiegare né il motivo della sua presenza in quel postaccio né dell'interesse che mostrava verso la musica.

La ragazza prese quindi a studiare i tre componenti del gruppo con estrema attenzione: le sembravano tutti molto presi dalla situazione, in particolar modo il cantante.
Si trattava di un ragazzo decisamente smilzo, così tanto che sembrava le sue ossa fossero in procinto di spezzarsi da un momento all'altro. Portava i capelli un po' lunghi e questi si stemperavano, di tanto in tanto, in morbidi boccoletti sul finale: alcuni di questi boccoli ricadevano sul suo volto nascondendone in parte le fattezze. Cantava ad occhi chiusi e per ogni accordo che prendeva sulla chitarra sembrava gli fosse inflitta una punizione dolorosissima tanto la sua espressione si faceva sofferta e sentita.

Angelica l'osservò interessata qualche istante di più prima di sentire l'irritazione crescere e fremere dentro di lei.


"Ma questo non è punk!" - Sbottò d'un tratto, infastidita.


Luca, al suo fianco, portava il tempo battendo una mano sulla gamba.


"Direi più grunge, in effetti..."
"Tentato grunge...gli riesce a malapena."
"Non essere così cattiva, su..." - Commentò bonariamente - "Guarda che se la cavano discretamente: il batterista picchia di brutto. E la voce del cantante ha una bella tonalità."


Angelica sbuffò.


"Okay. Ma non è punk."
"Pignola. Ecco: l'ennesima voce da aggiungere alla lista dei tuoi difetti!" - Scherzò ancora l'amico.
"Non è finita qui: mettici pure attaccabrighe. Sentirai appena finiscono di suonare: vado a dirgliene quattro!"




Luca le rivolse un'occhiata divertita: sapeva che Angelica non stava scherzando.
Quando si metteva in testa qualcosa raramente lasciava perdere. Inoltre, sulla musica, era estremamente esigente.
Anche rompiscatole, a dirla tutta.

Cosicché, appena le ultime note di quel concertino senza pretese sfumarono nella sala di un locale troppo grande e troppo vuoto, la ragazza non attese neppure che i pochi avventori terminassero il loro applauso svogliato al gruppo. Applauso che il giovane cantante accolse con un ancor più annoiato "grazie".
Piuttosto, si precipitò  verso di lui, mentre questi sistemava chitarra ed amplificatore, e lo chiamò tirandolo per la manica del suo maglione a righe scure. Un maglione terribilmente largo e sdrucito, ad essere onesti.
Terribilmente grunge, per essere precisi.




"Senti..."
"Uh?"

Il ragazzo, che se ne stava chino sul proprio armamentario, si alzò di scatto, voltandosi a guardarla.

I suoi occhi - di un verde così scuro Angelica non li aveva mai visti in giro - la trafissero impercettibilmente.
Con un solo sguardo le aveva comunicato una sensazione di rabbia e devastazione così grande da farla rabbrividire. Cosicché c'impiegò qualche minuto prima di riuscire ad esprimere il suo pensiero.

Il suo pensiero di guerra.


"Sei tu il cantante, giusto?"
"A quanto pare..." - Mormorò lui scocciato.
"Bene, allora lo dico a te. Che cazzo scrivete a fare punk sul volantino del concerto se non siete punk?!"


Stava sbraitando. Lo sapeva.


Il ragazzo la squadrò da capo a piedi quattro volte prima di risponderle.


"Perché, tu invece te ne intendi di punk, bionda?".

"Bionda" costituiva un chiaro ed ironico riferimento alle sue mèches color giallo canarino, piuttosto grossolane e rovinate dall'evidente ricrescita scura.
Angelica fremette di rabbia.

"Si da il caso che io sia la chitarrista delle Scarlett Guns! Non ti dice niente questo nome, idiota!?"

Il ragazzo ci pensò su per qualche istante.

"No. Non mi dice niente." - Rispose infine tornando ad occuparsi della sua chitarra.
"Sei soltanto un deficiente!" - Sbottò infastidita da quell'atteggiamento di superiorità. - "E se lo vuoi sapere non valete una cippa a suonare!"


Ovviamente aveva detto una grossa bugia: forse il genere proposto era un tantino falsato rispetto al punk ma davvero quei ragazzi non se la cavavano per niente male con i loro strumenti. Specialmente il suo interlocutore ed il ragazzetto più piccolo che stava dietro la batteria.
Tuttavia, quello sfacciatissimo ragazzino l'aveva volutamente offesa e lei si sentiva quasi in dovere di ferirlo a sua volta.


"Senti...Mi stai annoiando. Se non ti sta bene quello che facciamo cacchio sei venuta a fare? Tornatene a casa! Fossi in te, piuttosto, penserei a ritingermi a dovere i capelli."





Di nuovo?!




Angelica no.
Angelica non esplodere.

Conta fino a...
...tre
...due
...uno.




"E tu pensa ad andartene a fanculo, coglione!" - Gridò infine prima di andarsene in tutta fretta, trascinandosi dietro un Luca sbigottito, tirandolo per un braccio.

Il ragazzo, di tutta risposta, alzò il dito medio e dopo tornò ad occuparsi serenamente della sua chitarra.







"Ehi! Ma siete adorabili...Guarda quanto già vi volete bene dopo neanche cinque minuti di conoscenza!" - Commentò Luca quando erano già in strada. Non accennava a smettere di ridere ed Angelica era sul punto di esplodere di nuovo.

"Finiscila subito! E metti in moto questa fottuta macchina, Lù!"
"Su, non fare così...semplici scaramucce da musicisti! Magari, se non fossi stata così sgarbata tu per prima, avrebbe potuto anche risultarti simpatico!"
"Simpatico? Chi, quello? Con quella faccia? Ma per favore!"
"Ange..."
"Angelica un corno! Metti in moto ed andiamocene di qui il prima possibile! Non voglio mai più vedere quel tipo in tutta la mia vita!"

Luca sospirò, ma ancora non riusciva a togliersi quell'espressione divertita dalla faccia.
In realtà avrebbe fatto bene a tornare serissimo prima che l'amica decidesse di menare anche lui.


"D'accordo. Come vuoi. Ce ne andiamo." - Fu tutto ciò che le rispose, infine.












"Non voglio mai più vedere quel tipo in tutta la mia vita", aveva commentato Angelica con convinzione dopo lo sfortunato incontro col cantante - molto grunge e poco disponibile - dei Delay.

Certo.
Peccato avesse fatto i conti soltanto con la propria volontà tralasciando il destino.

Poiché quel tipo, viceversa, lo incontrò di nuovo appena il lunedì successivo a quella discussione.



E fu proprio in quel giorno che scoprì il suo nome aggraziato, un nome che tanto si scontrava con il carattere ribelle e burrascoso di lui, giacché il ragazzino in questione si chiamava Valentino.
Valentino Ferreri
.












***


Buongiorno :)
Eccomi qui con l'aggiornamento di Blue...E' il 1996, come avrete inteso dal precedente capitolo. Da qui la necessità di introdurre alcuni oggetti di uso comune, all'epoca, che oggi forse neppure ricordiamo più che aspetto avessero...Per esempio, la musicassetta ed il walkman! ;)
All'epoca cd e lettore cd non è che andassero tanto di moda! ;)
A tale proposito, vi ricordo che Nevermind, citato nel capitolo, è il secondo album dei Nirvana, pubblicato nel lontano 1991.

Mille e mille grazie alla mia sorellina Agnes Dayle Efp per aver realizzato il banner di questa storia! E' fantastico, tesoro <3
Come potrete notare dall'immagine, ho cominciato a dare un volto ai miei personaggi: Louis Garrel (il fantastico Théo di The Dreamers) impersonifica Valentino e Lea Seydoux è la nostra Angelica! =)

Spero che il capitolo vi sia piaciuta...Al prossimo aggiornamento!
Matisse!

PS: il litigio tra Valentino e Angelica si è verificato per davvero, nella realtà! :D
   
 
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