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Autore: Caroline Granger    02/02/2012    2 recensioni
Immaginate il giovane Harry che ritorna ad Hogwarts per sconfiggere una volta per tutte l'Oscuro Signore. Crede che tra poco il pericolo verrà sconfitto. Pensa al suo passato, vive il presente e immagina il futuro. Solo che il ragazzo non sa, non sa di una verità che potrebbe capovolgere il suo mondo fino a quel momento. Qualcosa che è rimasto sotto uno spesso strato di polvere per ben 17 anni e che per fatalità del destino ritorna alla luce.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Siamo arrivati ad un punto cruciale del racconto. La battaglia si sta per scatenare ma, al contrario del libro, qua Harry non si troverà da solo
a fronteggiare Lord Voldemort. Accanto a lui avrà l’appoggio di un uomo, la cui parola per definirlo non affiorava sulle labbra del ragazzo da
molto tempo: PADRE. Voglio ringraziarvi per la millesima volta per il semplice fatto che trovate il tempo di leggere questa storia. E pensare
che tutto ciò era iniziato con una stupida idea che mi frullava per la mente. Vabbè ora tappo la mia bocca e vi lascio alla lettura.
 
Una serpe d’oro.
 
Harry stava per imboccare il sentiero, che lo avrebbe riportato alle radici del Platano Picchiatore, quando Piton lo bloccò dicendogli:
 
– Dove pensi di andare? L’Oscuro Signore non ci sta certamente aspettando tra le mura della scuola.
 
Rimasero un secondo in silenzio e il professore aggiunse, leggermente titubante:
 
– credo.. credo che ti dovrò tenere in.. braccio. Mi Materializzerò direttamente al fianco del nostro nemico.
 
Il ragazzo rimase un momento interdetto per poi fare un cenno d’assenso. Severus lo prese in braccio delicatamente. Le mani dell’uomo
erano fredde e, quando Harry appoggiò il capo accanto al cuore di Piton, sentì il battito accelerare leggermente. L’uomo si immobilizzò per
un momento e per un attimo lo strinse più forte a sé, le lunghe dita affusolate attorno al corpo del ragazzo come se volesse cullarlo. Harry
in quella stretta, potè sentire un calore e una felicità che gli ricordò quando, al primo anno, si era trovato davanti allo Specchio delle Brame
e aveva visto tutta la sua famiglia che gli sorrideva.
Piton, prima di girare su sé stesso, lo coprì con il proprio mantello e si Smaterializzò. Nella Stamberga rimase solo un mucchio di polvere.
 
– Severus.. cominciavo a temere che ti fossi perso.
 
Voldemort si voltò verso l’uomo con un sorriso beffardo.
 
– mi dispiace mio Signore per la manchevolezza. Ho fatto ciò che mi è stato chiesto. Vi ho portato Potter.
 
Il mago Oscuro si avvicinò e scostò leggermente il mantello. Harry potè sentire la vicinanza del nemico e solo per una grande forza di volontà
riuscì a tenere un’espressione rilassata, ma soprattutto a non aprire gli occhi. Intanto Voldemort continuava a parlare.
 
– Severus vai in fondo alla fila. Tu e la tua sorpresa sarete la ciliegina sulla torta. Bellatrix invece, qui accanto a me. Nessuno, e dico NESSUNO,
dovrà attaccare. Non ho alcuna intenzione di versare sangue puro.
 
L’uomo piegò il capo in segno di obbedienza e si spostò in fondo alla fila mentre Bellatrix gli passò accanto. Quando la donna vide Harry
non potè fare a meno di dire, in tono canzonatorio:
 
– Guarda qua. Potterino piccino ha appena raggiunto i suoi genitori, il caro cugino e il povero vecchio Silly.
 
Avvicinò il viso a quello di Harry, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Piton si allontanò di un paio di passi soffiando verso la donna:
 
– Allontanati da lui. Immediatamente.
 
Harry non poteva vederlo in volto, ma capì dal tono della voce che si stava arrabbiando, e parecchio. Le mani dell’uomo tremavano
impercettibilmente ma alla fine riuscì a raggiungere il fondo. Intanto Harry si azzardò ad aprire un occhio per capire dove si trovavano. Erano
appena fuori Hogsmeade. C’era sempre una leggera brezza ma grazie al mantello non sentiva freddo. Il gruppo cominciò ad avanzare, i passi
sembravano impalpabili e l’atmosfera circostante sembrava si fosse appena zittita. Nessuno parlava, si sentivano solo i sibili di una conversazione
tra Voldemort e Nagini. Harry provò a captare qualcosa ma non poteva muoversi di un solo centimetro altrimenti rischiava di farsi scoprire. Quando
finalmente giunsero dinanzi alle mura del castello Voldemort fece fermare tutta la comitiva e con un incanto ampliò la sua voce:
 
– ho qui con me il cadavere di Harry Potter. Ora voglio vedervi nel Cortile d’Ingresso della scuola. Non ho intenzione di attaccare perciò mi aspetto
che nemmeno voi lo facciate.
 
Harry pensò che il mago Oscuro dovesse essere matto se sperava di non incontrare nessuna resistenza, perciò fu davvero stupito quando,
attraverso le parole Severus capì che si trovavano effettivamente nel cortile della scuola. Poco lontano sentì una voce familiare. Era la professoressa
McGranitt. Vedendola Voldemort disse:
 
– Bene bene bene la cara Minerva, sempre in prima linea a proteggere i suoi amati studenti. Ma stavolta non sei riuscita a proteggerne uno.
 
Rise, una risata diabolica da far rizzare i capelli sulla testa. Con un cenno della mano Voldemort chiamò accanto a sé Piton, il quale dopo qualche
attimo lo raggiunse. L’Oscuro Signore tolse il mantello e fece sdraiare Harry sul pavimento, accanto ai suoi piedi. Due urli strazianti lacerarono il
gelo che si era appena creato nell’atmosfera. Il primo era quello di Minerva McGranitt, il secondo quello di Ginny Weasley. La ragazza disse:
 
– NOO!! Harry!! Ti prego.. non puoi.. tu non puoi essere.. Noo
 
Cominciò a piangere disperata, ed Harry si sentì malissimo nel percepire il dolore che Ginny, la sua Ginny, stava provando in quel momento.
 
– Tu lurido, infame.. sei solo un mostro.
 
Parole amare scaturirono dalle labbra dell’insegnante di Trasfigurazione. Ma non erano rivolte a Voldemort bensì a Piton. Intanto il mago delle
Tenebre sentenziò:
 
– Silenzio. Harry Potter è morto. Dovete arrendervi al vostro destino. Dovete capire che ormai la vostra fine, i vostri giorni da eroi sono terminati. Unitevi
a me e riceverete gloria eterna. Passate dalla mia parte e verrete ricompensati. Non voglio versare sangue puro, è troppo prezioso.
 
Accadde tutto in un lampo. Un secondo prima Voldemort stava parlando mentre un secondo dopo la professoressa McGranitt aveva lanciato uno
Stupeficium verso il nemico. Harry, sempre con gli occhi chiusi, potè sentire ed immaginare la rabbia che montava segreta nel cuore freddo di Voldemort.
L’uomo alzò la bacchetta pronto a lanciare un incantesimo mortale quando un altro Schiantesimo lo raggiunse, ma stavolta non era stato opera della
professoressa, bensì di Severus Piton.
Poco prima Harry avrebbe giurato di aver sentito l’uomo borbottare:
 
– che vada tutto al diavolo.
 
Si percepì la sorpresa da parte di entrambe le fazioni.
 
– Tu, come hai potuto fare questo al tuo Signore?
 
– Ancora non lo hai capito? TU non sei mai stato il mio Signore. L’unico che ho sempre servito è stato Albus Silente. L’ho ucciso non perché TU mi avevi
detto di farlo. Era stato Silente in persona a dirmi che voleva che io lo uccidessi, una volta arrivato il momento. Sapeva che il giovane Malfoy stava
macchinando qualcosa, ma non ha creduto per un solo istante che Draco sarebbe stato in grado di compiere un omicidio. Perciò mi convinse a stringere
un Voto Infrangibile con la madre del ragazzo, e cercare di proteggerlo in ogni modo. Ma ora basta. Sono stufo di fare il doppiogioco. Non lascerò che tu
porta ancora distruzione. Non lascerò che tu metta in pericolo la vita di altre persone innocenti e men che meno permetterò che tu faccia del male a Harry,
mio figlio.
 
Non posso descrivere lo stupore del ragazzo nel sentirsi chiamare nuovamente “figlio” con quel tono d’orgoglio. E ancora più difficile era vedere lo
shock che questa notizia aveva riscontrato in tutti i presenti. Voldemort, per la prima volta nella sua vita, rimase senza parole. Per un paio di secondi tutto
si bloccò, il mondo intero sembrò fermarsi per assimilare quella notizia. Poi una fredda, acuta e lunga risata proruppe dalla bocca del malvagio:
 
– Harry Potter è morto. Capisci Severus? Morto, defunto.
 
– Questo è quello che credevi. Ma ora basta parlare. Sectumsempra.
 
Urlò Piton puntando la bacchetta contro il nemico. Nello stesso istante Harry si alzò da terra tra lo stupore generale e sfoderò la bacchetta.
Voldemort schivò l’incantesimo con molta facilità. Ora si stavano fronteggiando Harry e Piton da un lato, Voldemort dall’altro. Cominciò la battaglia. I Mangiamorte
cominciarono ad attaccare, ma nessuno osava scontrarsi con padre e figlio. Il mago Oscuro stesso aveva detto che voleva ucciderli di propria mano.
Harry era troppo impegnato a schivare le trappole mortali di Voldemort da non accorgersi che un pericolo si trovava alla sue spalle. Prima di accorgersi di
qualsiasi cosa sentì qualcuno che lo spingeva di lato e urlare di dolore. Nagini aveva morso Severus, anche se il suo obiettivo reale era stato il ragazzo. Il sangue
gli si gelò nelle vene ma riuscì a mantenere quella lucidità che gli bastò per scagliare uno Schiantesimo contro l’animale che venne centrato in pieno.
Il serpente si ritrasse di un po’ ma era ancora molto pericoloso. Harry sentì il panico che lo invadeva e non sapeva esattamente cosa fare. Prese la mira per
scagliare un altro incantesimo quando la sua mano toccò un tessuto strano. Quando guardò di cosa si trattava il suo stomaco fece una capriola all’indietro.
All’apparenza poteva sembrare un fagotto di vestiti tutti rattoppati, ma Harry riconobbe subito il Cappello Parlante. Senza tante storie se lo infilò e cominciò a
pensare “Aiutami ti prego. Ho bisogno del tuo aiuto.” Niente, il Cappello non disse una parola. Se lo levò, frustrato, e corse da Piton che si stava trovando in
difficoltà a combattere contro Voldemort e Nagini in contemporanea. Harry si diede un momento per individuare come se la stavano cavando i suoi amici e
vide mamma Weasley che stava lottando ardentemente contro Bellatrix, mentre Ron, Hermione e Ginny stavano cercando di non farsi uccidere dagli
incantesimi che la donna malvagia scagliava contro i ragazzi. Riuscì a sentire solo Molly che urlava:
 
– Mia figlia no. Bastarda.
 
Si concentrò sul suo nemico. Solo in quel momento vide che Piton stava tenendo in mano un oggetto che lui stesso aveva implorato di ottenere. La spada di
Godric Grifondoro. Incrociò gli occhi con l’uomo e gli sorrise, ma subito un’espressione di paura lo travolse quando vide che il serpente stava attaccando di
nuovo:
 
– attento papà. Alle tue spalle!
 
Severus si girò giusto in tempo per colpire il serpente. La testa di Nagini volò da un lato, mentre il corpo finiva dal lato opposto. Papà.. Davvero aveva
detto papà? Su entrambi i volti si lesse lo stupore, e un pizzico di orgoglio e felicità lo si poteva leggere negli occhi di Piton. Un cambiamento era appena
avvenuto. Padre e figlio si avvicinarono e Severus poggiò una mano sulla spalla di Harry stringendola delicatamente. Non ci furono bisogno di parole.
Intanto Voldemort aveva urlato come un pazzo perché ormai anche l’ultimo Horcrux era stato distrutto. Ora era completamente umano. Harry e Severus contro
l’Oscuro Signore. L’amore di una famiglia contro la Solitudine. Con un gesto Voldemort ordinò ai suoi uomini di smettere di combattere e disse:
 
– Basta, ora basta. È giunto il momento di affrontarci. Voglio vederti mentre uccido tuo padre. L’ho già fatto una volta, posso benissimo farlo un’altra ancora.
Avada Kedavra!
 
Le ultime parole furono urlate. Nel medesimo istante Harry e Piton urlarono:
 
– Expelliarmus!
 
– Sectumsempra!
 
Questi due incantesimi si fusero insieme, e insieme si lanciarono contro l’uomo. Poi avvenne un fatto strano. La Bacchetta di Sambuco volò via dalle mani
di Voldemort ed Harry, con le sue grandi abilità di Cercatore, riuscì ad acchiapparla al volo. L’incantesimo del mago Oscuro che gli si ritorce contro. Harry
vide Lord Voldemort bloccarsi, mentre i tre incantesimi lo colpivano, e un attimo dopo accasciarsi al suolo, senza più vita. Tre secondi di silenzio assoluto e
poi scoppiarono grida di giubilo. I Mangiamorte si riebbero e la maggior parte di loro si diede alla fuga, regnava una confusione immensa ma ad Harry non
interessava. In quel momento era impegnato in altre faccende. Stava abbracciando suo padre.
 
Spazio autrice: è mezzanotte e undici del 2 febbraio 2012 nel momento in cui sto scrivendo queste parole. Non potevo andare a dormire se prima non riuscivo
a completare questo capitolo. Ed eccolo qua, pronto per essere letto e gustato. Non so come possa essere. La battaglia non è molto lunga ma ho pensato
che l’importante era l’evoluzione del rapporto tra Harry e Severus. Quel “papà” scappato dalla bocca ha colpito anche me stessa. È spuntato fuori all’improvviso,
molto spontaneo. Adesso lascio la parola a voi, cari lettori e recensori. Ringrazio nuovamente tutti coloro che hanno recensito i miei capitoli, dandomi fiducia
nel continuare a scrivere. Grazie e alla prossima.
Baci, Caroline.
 
P.s. La spada di Godric Grifondoro è vero che può essere trovata solo da un valoroso Grifondoro ma, ad Hogwarts chi cerca una mano la trova sempre. E Piton
si stava mostrando davvero un cuor di leone e, secondo il mio modesto parere, nelle condizioni di ricevere tale oggetto.

P.p.s. sto scrivendo queste parole il 7 febbraio 2012. Sono ancora impegnata a scrivere il prossimo capitolo. Scusatemi immensamente lo studio mi sta
lentamente uccidendo. Massimo due giorni e posto il prossimo capitolo. Scaduto il termine avrete tutte le ragioni a tempestarmi di messaggi di replica XD
   
 
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