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Autore: La Lady    02/02/2012    2 recensioni
Il sesto anno di scuola nella pregiata Hogwarts sta per avere inizio. Ma una lettera cambierà presto il destino di una persona. Una nuova studentessa entrerà a far parte di una Casa portando con lei problemi, amicizie, domande, e cambiamenti.
*Storia ambientata al sesto anno di scuola con molte modifiche all'originale. Se Black fosse vivo, se Severus non dovesse uccidere Silente, se...*
Tutti i personaggi (salvo due) di questa fanfiction sono di proprietà di J.K.Rowling
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Sirius Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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La cena prima di Capodanno.
Passò piuttosto lentamente, mentre i due uomini dai capelli scuri si fissavano in cagnesco senza, però, proferir parola grazie alle occhiatacce del Preside ed agli occasionali calci da parte di quest'ultimo.
LilyRose mangiò lentamente, senza fare caso ai due, pronta a ridere delle battute dei gemelli Weasley e chiedendo incuriosita delle ricette alla signora Molly.
LilyRose sapeva bene che per ogni cosa c'è il suo tempo, bisogna solo pazientare.
Se lo ripetè per tutta la sera, contando di tanti in tanto i minuti che la separavano dalla mezzanotte.



Pazienza. Solo dei nervi saldi e tanta, tanta calma.
No, niente calma, per Merlino.
Doveva ucciderlo seduta stante quel giorno alla Strambella Strillante.
Lo guardava, il cagnaccio, con quel suo ghigno insulso e strafottente sempre stampato in quella faccia da schiaffi.
Severus ripeteva mentalmente tutti gli ingredienti vari, in base a tempo di preparazione, di vari veleni.
Veleni inodore, veleni lenti, altri più veloci.
Il preside ogni tanto gli tirava qualche calcio e per un attimo il professore pensò che stesse strusciando languidamente il piede contro la sua gamba.
Buttò giù mezzo bicchiere di vino tutto d'un fiato, conscio del fatto di essere in una sala da pranzo invasa da gente con i capelli color carota.
"Finirà anche questa, certo".
Stava per passare la brocca col succo di zucca a Silente quando questi gli scivolò di mano.
nella sala scese il silenzio nel quale tutti si voltarono verso di lui.
ma solo uno capiva veramente il motivo.
Il vero motivo.
-Vai a lavoro Mocciosus?-
Snape non si prese neppure la briga di rispondergli.
Si alzò di scatto dal tavolo, ringraziando la signora Weasley della cena come un bravo gentiluomo, lanciò un occhiata a LilyRose, la preoccupazione in quei pozzi neri, poi si voltò smaterializzandosi appena chiusa la porta dietro di se.


-Rose dormirà in camera con me e Ginny, è al penultimo piano. In mansarda ci saranno Harry, Ron ed i gemelli.-
La fanciulla dai capelli corvini avrebbe volentieri mandato a Hogsmade la sua amica riccia ma, infondo, lei non aveva nessuna colpa dell'esito della serata.
Voleva solo che arrivasse il prima possibile l'ora di andare a letto.
L'ora di sgattaiolare fuori da quella stanza.
Chiaccherò del più e del meno con le due ragazze, raccontando Hogwarts senza studenti e la buffa cena che si era trovata a partecipare.
Parlarono di ragazzi e Rose fece di tutto per fare arrossire Hermione raccontando le lodi segrete al fratello della più piccola del gruppo presente in stanza.
La mora stava per prendere la sua scorta di pozione sopporifera nascosta nella borsa quando una signora Molly impettita non le intimò di spegnere la luce, posare le bacchette, ed al primo rumore sospetto sarebbe tornata a vedere se veramente dormivano.
Era il trent'un dicembre e, finalmente, alle tre di notte LilyRose riuscì a chiudersi la porta silenziosamente alle spalle e salire le scale.



-Remus che ti devo dire? Quella ragazza l'avrò vista tre volte! No, aspetta, non iniziare. Ci chiamavamo malandrini ma adesso siamo adulti rem, credimi. E' solo...-
Lupin, il pigiama troppo corto che gli arrivava sopra le caviglie e molto sopra i polsi, camminava avanti ed indietro da più di mezz'ora per la piccola stanza allestita come loro camera.
Aveva avuto paura, molta paura. Non che avesse una cotta per Sirius e l'amasse come tanti sussurravano ai tempi della scuola, mai, solo che conosceva l'amico e sapeva che le donne ed il suo cuore non andavano di pare passo.
Non che fosse un donnaiolo, o forse si, solo che non era adatto alle storie serie.
-E' solo che ho avuto modo di incontrarla tre, ok, forse quattro volte! Non so neppure perchè mi si è fiondata così fra le braccia!- Rem, lo sai che io...-
-Sirius ti rendi conto che ha... Quanto? Quindici, sedici anni?!-
-Merlino...-
Black si passò una mano sulla fronte per poi andarsi a scarruffare i capelli già ribelli.
Credeva che non lo sapesse che era una ragazzina?!
Non era così stupido, anche se Azkaban fa sempre il suo effetto sulle persone , e non sapeva come spiegare all'amico la situazione.
-Rem, tu ti fidi di me, vero?-
il Mannarò finalmente si fermò, inclinando la testa indietro. Era stanco, molto stanco, e la luna piena era ancora lontana.
-certo Sirius che mi fido di te, che domande...-
-Allora prendi il culo e vai a portare nel campo la signorina dai capelli multicolor.-
Gli diede una spinta, facendolo cadere sul letto, ridendo di gusto.
-E, già che ci sei, cambiati i vestiti, ormai sono magro quanto te!-
Il moro gli lanciò una camicia bianca, un paio di jenas scuri ed un vecchio cappotto.
-Amico, o adesso o mai più-



Ultimo piano; ultima stanza a destra.
Ce n'erano solo due, come sbagliarsi.
Aveva sentito i sospiri del mannaro  mentre scendeva le scale, facendo attenzione a non darlo nell'occhio alle amiche, e aveva chiesto inarcando le sopracciglia cosa fossero quei rumori.
-Oh, deve essere il caro Lupin che finalmente si va a dichiarare a Dora!- Rispose una Ginny maliziosa, lisciandosi una ciocca di capelli ramati.
E così scoprì dove il ricercatissimo sirius Black fosse nascosto.
Arrivò al pianerottolo, attenta al minimo rumore. Nelle altre scuole era molto più facile sgattaiolare fuori nelle ore notturne, non avevano quelle travi scricchiolanti!
Era sicura di farcela, avrebbe vinto lei, e...
Eccolo li, Ron Weasley, aprire la porta e guardarla assonnato.
Panico.
-Ron Weasleyyyyyyyy...- sussurrò con voce lugubre la mora - Sono un fantasmaaaaaaa-
-Rose, ma cosa stai facendo?-
Salasar e tutti i maghi, allora il rosso non era idiota come credeva.
-Sono un fantasmaaa. Un tuo sognoooo. Torna a lettooooo...-
Uno sbadiglio, e LilyRose pensò all'alternativa ti tirargli un calcio nelle gonadi.
poi, però, si ricordò che possedeva una bacchetta, poteva semplicemente schiantarlo.
-perchè sto sognando te?- Domandò con un altro sbadiglio il più piccolo dei Weasley, stringendosi le braccia nude sopra la maglietta grigia che copriva il resto del suo corpo.
"Oh merlino..."
Se Ron non avesse collaborato avrebbe potuto ben ricattarlo con la minaccia di tirar fuori i suoi ricordi e far vedere a tutti grazie al Pensatoio i grazioni boxer bianchi con le paperelle gialle.
-Dovrei sognare Hermione...-
La mora alzò aggraziata un sopracciglio e osservò immobile il rosso chiudersi la porta alle spalle e tornare a letto.
Che buffo, pensò, quei due si amano e, sciocchi Grifoni, non hanno il coraggio di dirselo.
Arrivò davanti alla porta, ben conscia di trovarla chiusa a chiave, ma provò lo stesso a girare la maniglia. Un rumore secco eccheggiò per le scale a chiocchiola, ghiacciando il sangue nelle vene della giovane.
Ok, era nei guai.
Sentì aprire una porta a fondo scale ma non diede tempo di accendere nessuna luce che già aveva in mano la bacchetta e, con un incantesimo, aveva aperto la porta per entrare furtivamente dentro.





Il disordine nella stanza fece capire alla giovane che la signora Molly non avesse idea che i due uomini rimanessero la notte.
Due letti singoli, dalle coperte quasi lacere, erano posti ai lati opposti di un muro e dei vestiti erano posati su una sedia con tre zampe che veniva sorretta a sua volta da una pila di riviste di cucina magica.
La mora sorrise, un sorriso che le fece brillare gli occhi e, con un colpetto di bacchetta, sistemò come potè la stanza, sistemando alcune cose.
Sentì la voce provenire dallo stanzino ricavato dal sottotetto, un uomo che cantava. Si avvicinò aprendo la porta del piccolo bagno, inclinando la testa di lato.
Aspettò, chiudendo gli occhi di tanto in tanto, sorridendo all'uomo che stonava canzoni sconosciute dentro il box doccia oscurato.
Aspettò paziente, le era stato insegnato dalla vita che non doveva avere fretta.
Sentì chiudere l'acqua, le goccie che colavano dai capelli dell'uomo, la porticina di plastica che scorreva.
-MERLINO!-
Si coprì subito  l'ingiune e la vita con un asciugamano che le aveva tirato prontamente la ragazza che, a sua volta, guardava con occhi vittoriosi l'uomo e le goccie che scendevano lente sul suo corpo pieno di tatuaggi.
-Fammi gli auguri Black.- Sussurrò passandogli un'altro asciugamano bianco e pulito - Ho compiuto diciassette anni.-



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A dire il vero non volevo aggiornare così velocemente ma ho del tempo libero e questa scena l'ho in testa da troppo tempo.
Non voglio aggiungere altro.
Lasciate un commento, salverete una scrittrice di fanfiction che sta preparando la cena per suo marito :3
Alla prossima e grazie.

   
 
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