Finalmente
Mic se n’era andato! Sarah si appoggiò contro la porta chiusa
dietro di lui, con un sospiro di sollievo e il cuore in
tumulto. Mic avrebbe voluto passare la notte con lei.
“Insomma
Sarah, perché vuoi restare sola,
questa notte? E’ da qualche tempo che nel mio appartamento torno solo
per prendere
gli abiti puliti o dei documenti. Anzi, fosse dipeso da me, non sarei
tornato
neppure per quello. E stasera, dopo la nostra festa, vuoi che torni a
dormire
là. Per quale motivo? “
“Te l’ho detto, Mic… È solo perché sono molto stanca. Sono anche tesa per quella conferenza che devo tenere dopodomani all’Accademia Navale. Inoltre, qualche sera senza dormire assieme ci farà gustare meglio la luna di miele”, gli aveva detto, cercando di scherzare un po’. Ma evidentemente non c’era riuscita bene, perché lui aveva insistito:
“Sei
sicura? Sei davvero sicura che sia per questo?
Questo voler restare sola non ha nulla a che vedere con il fatto che tu
e Harm
avete trascorso tanto tempo, questa sera, sulla veranda
dell’ammiraglio? Cosa
vi siete detti?”
Sarah
aveva cercato di rispondere senza
evitare il suo sguardo: “Nulla d'importante, Mic… Io e Harm
abbiamo rivangato
un po’ i vecchi tempi, alcune delle avventure vissute assieme. Sai che
n’abbiamo passate tante, noi due! Poi lui mi ha augurato tanta
felicità.” A quel
punto, però, non era più riuscita a sostenere lo sguardo di Mic. Il
ricordo del
bacio di Harm non riusciva a scomparire dalla sua mente. Voleva restare
sola per
pensare; non ce la faceva più a sopportare le attenzioni del suo futuro
marito.
“Va
bene, come vuoi, ma domattina passo a
prenderti per accompagnarti al lavoro” e così dicendo, era uscito e si
era
voltato indietro per darle il bacio della buonanotte, ma lei stava già
chiudendo la porta dopo avergli sussurrato: “Grazie, Mic… Buonanotte!”
Finalmente
sola!
“Che bei pensieri, Sarah! A
pochi giorni dalle
tue nozze, l’unica cosa cui riesci a pensare è che sei sollevata per
aver
sbattuto fuori di casa il tuo futuro marito!”
A
dirla tutta, non erano quelli i suoi unici
pensieri, ma gli altri erano ancora peggio, erano ancora più pericolosi
per una
donna in procinto di sposarsi. Aveva una gran confusione in testa...
Continuava
a pensare a quello che lei e Harm si erano detti sulla veranda. Mai
avrebbe
immaginato che lui le dicesse cose simili. E proprio alla sua festa di
fidanzamento con Mic…
Harm aveva confessato di essere innamorato di
lei, anche se non era stato del tutto diretto ed esplicito; di
desiderarla e
d’essere incapace di capire perché non l’avesse aspettato. Poi entrambi
avevano
assicurato che si sarebbero sempre voluti bene. A quel punto Sarah,
spinta più
che altro dalla tenerezza che aveva provato nel vederlo tanto triste,
gli aveva
sfiorato le labbra con le sue…
Quello che era successo dopo, non se lo
aspettava assolutamente. Harm l’aveva già baciata, tempo addietro, una
sola
volta, quando pensava di baciare Diane, e lei lo aveva capito subito.
Quel
bacio le era piaciuto molto, ma le aveva messo nell’animo tanta
tristezza:
allora non stava baciando lei, anche se era sua la bocca sulla quale
lui aveva
posato le labbra.
Ma
alla festa… non c’erano dubbi: Harm non
voleva nessun’altra. Aveva voluto lei!
Dopo quel lieve bacio di conforto stava per scostarsi, ma lui non l’aveva lasciata. Le sue labbra le avevano cercato di nuovo la bocca; poi l’aveva stretta con forza al proprio corpo e aveva prolungato il bacio finché non era riuscito ad ottenere che lei lo ricambiasse, schiudendo le labbra per lui. Tra le sue braccia Sarah si era sentita sciogliere tutta. La passione, repressa da moltissimo tempo, e un’incredibile dolcezza, erano esplose tra loro, e lei n’era rimasta profondamente turbata. Sconvolta dalla sua reazione, ma soprattutto dal desiderio che aveva percepito in lui, aveva posto fine al loro bacio. Sembrava, tuttavia, che anche in quel momento Harm non volesse lasciarla. Sarah l’aveva capito dal modo in cui tentava di stringerla ancora a sé, e da come la guardava negli occhi, mentre lei si stava sciogliendo dal loro abbraccio. Poi, però, la sua razionalità aveva avuto il sopravvento. Sarah, allora, gli aveva restituito la giacca, che lui le aveva prestato e che l’aveva avvolta del suo profumo per più di mezza serata, e gli aveva detto: “Stiamo diventando bravi a dirci addio!” Quindi era rientrata…
Ora
non riusciva più a capire nulla! Aveva desiderato la sua bocca
e le sue braccia
attorno a sé per talmente tanto tempo che, a volte, si accorgeva di
fissarlo
incantata… e sempre attenta a non farsi scoprire da lui.
Harm
aveva avuto altre occasioni per baciarla,
ma non n’aveva colto neppure una.
Anche
quella volta, sul battello a Sidney:
l’emozione le stringeva la gola mentre gli parlava, e lo aveva
provocato con i
suoi discorsi perché non ce la faceva più ad aspettare che fosse lui a
fare la
prima mossa. Quella sera avrebbe voluto che lui la baciasse; avrebbe
voluto cenare
con lui, una cena romantica, per loro due soli e poi avrebbe voluto che
lui
l’accompagnasse nella sua stanza e facesse l’amore con lei per tutta la
notte. Dio, quanto lo aveva desiderato… Invece lui era rimasto
sulle sue e lei si era
sentita respinta. Poi era arrivato Mic, con la sua dichiarazione, col
suo
anello, con le sue premure che non la facevano più sentire respinta da
nessuno…
Questa
sera, però, era andata diversamente:
Harm l’aveva baciata con desiderio, e lei non ce la faceva ad ignorare
quello
che era successo tra loro. Senza pensarci due volte si girò, aprì la
porta dalla quale era uscito da poco Mic, e uscì a sua volta di casa.