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Autore: Alexandra_ph    03/02/2012    3 recensioni
Questo racconto è stato scritto tra l'estate e l'autunno 2002 e si colloca tra gli episodi “LIFELINE”, “ADRIF1” e “ADRIFT2”.
Mac è in procinto di sposarsi con Mic Brumby. Durante la festa di fidanzamento offerta dall’ammiraglio Chegwidden, Harm e Mac si appartano in veranda per parlare: ricordano molti momenti vissuti assieme e si dicono addio. Ma poco prima di rientrare, Harm la bacia…
Da qui parte la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Nota dell’autore:

 E’ il mio primo racconto in assoluto e lo scrissi nel lontano 2002;  sebbene già da tempo desiderassi scrivere qualcosa,  fino a quel momento non lo avevo mai fatto. In quel periodo  stavo attraversando un periodo difficile e in TV scoprii JAG per la prima volta (prima non sapevo neppure cosa fosse)... sulla Rai stavano trasmettendo le ultime puntate della 5a stagione e poi la 6a... Mi "innamorai" subito della serie, ma soprattutto dei due protagonisti... 
Questo racconto non è nulla di particolare, ma mi è molto caro, proprio perchè mi permise di superare un momento un po' critico della mia vita, che forse avrei vissuto  ancora peggio, se tutte le idee ed energie “incasinate” che frullavano in me in quel periodo, non fossi riuscita a convogliarle in qualcosa di creativo.

Spero che faccia trascorrere anche a voi del tempo in maniera serena e spensierata, com'è stato per me mentre lo scrivevo.

 
Buona lettura!

 




FLY WITH ME


Capitolo 1


La porta sbatté con violenza alle spalle del capitano Harmon Rabb.
Dopo aver riaccompagnato Renee, era rientrato in casa e si sentiva distrutto. Aveva provato a parlare con Sarah, a dirle quello che aveva nel cuore, ma non era sicuro di esserci riuscito. Lei se n'era andata con Brumby.

Ma cosa pensavo? Che dopo quel discorso assurdo, fatto alla sua festa di fidanzamento con un altro, lei lasciasse l’uomo col quale aveva deciso di trascorrere il resto della vita, per tornare a casa con me? Che stupido che sono! Avevo tutto il tempo per dirle prima quello che pensavo, quello che volevo… E non l’ho fatto. Ho aspettato. E ora? Cosa pretendo, ora, da Sarah?

Sarah…

Gli piaceva tanto il suono del suo nome, ma, ancora di più, quello dei loro due nomi assieme. Solitamente non la chiamava così, ma quando pensava a lei, quello che gli veniva in mente era il suo nome e non Mac, il soprannome col quale tutti la chiamavano di solito, lui compreso.
Quando pensava a lei si sentiva sempre vulnerabile e forse, proprio per questo, solo pochissime volte gli era sfuggito di chiamarla col suo nome di battesimo. Le rare volte che l’aveva chiamata Sarah, mentre lo faceva aveva sempre provato il desiderio di baciarla, di stringerla a sé, ma non lo aveva mai fatto… neppure sul battello a Sidney, neppure quando lei non aspettava altro.
Poche ore prima Sarah gli aveva chiesto perché in Australia si fosse tirato indietro ancora una volta.

Per le complicazioni, ho risposto. Ma quali complicazioni? Prima mi sembravano insormontabili; ora non vorrei altro che averla qui con me!”

Non l’aveva mai baciata, tranne la volta in cui credeva che ci fosse Diane con lui, e non Sarah.
Alla festa, tuttavia, quando lei gli aveva sfiorato le labbra con quel bacio che sapeva di rimpianto, non era più riuscito a resistere. Non aveva permesso che le labbra di Sarah lasciassero le sue. Cercandole di nuovo la bocca, l’aveva stretta tra le braccia e l’aveva baciata con dolcezza, assaporando la gioia di essersi concesso, finalmente, di fare quello che desiderava da tempo. Per un meraviglioso attimo anche Sarah si era abbandonata al bacio e quando aveva schiuso le labbra per lui, gli aveva fatto desiderare disperatamente di poter fare l’amore con lei. L’aveva lasciata andare solamente quando lei aveva posto fine al loro bacio. Non lo avrebbe mai fatto, altrimenti: avrebbe continuato a baciarla all’infinito, e al diavolo se li avessero visti! Al diavolo Brumby, Renee, l’ammiraglio… nessuno avrebbe potuto impedirgli di portarla con se. Lei, però, si era sciolta dal loro abbraccio, lo aveva guardato sorpresa e poi era rientrata.
Ora temeva che anche la loro amicizia fosse compromessa. Per questo si era sempre impedito di baciarla. Fin da quando l’aveva conosciuta, l’aveva trovata una donna molto desiderabile. Non gli sarebbe spiaciuto avere una storia con lei, anche quando la considerava ancora solo una cara amica. Tuttavia non l’aveva mai voluta, proprio perché teneva moltissimo alla loro amicizia.

Di solito le sue storie finivano sempre. A volte era lui che le faceva terminare, anche se più spesso era la sua partner del momento che lo scaricava. Ma in fondo era sempre lui che se l’andava a cercare perché era continuamente preso dai suoi problemi, dal lavoro, dalle sue fissazioni.
Ogni volta che stava con una donna, c’era sempre qualcosa in lei che lo attraeva, che lo affascinava, che gli toccava anche il cuore, ma mai a sufficienza. Mai a sufficienza per farlo pensare anche ai desideri della sua compagna: prima di tutto venivano sempre i suoi bisogni, le sue necessità, la sua volontà; se la donna lo seguiva, bene, altrimenti… La storia, prima o poi, finiva.

Solo con Mac era diverso. Loro, prima di tutto, erano amici e lei era l’unica donna per la quale provava un sentimento d'amicizia e tenerezza così forte, al punto di sentirsi in ansia quando la sapeva in una qualunque difficoltà, anche minima. Con lei riusciva a confidarsi come con nessun’altra e quando aveva un problema, Sarah gli era sempre stata accanto.
Solo Mac era a conoscenza di tutta la pena vissuta in Russia, alla disperata ricerca di suo padre. Solo Mac aveva capito fino in fondo il suo desiderio di tornare a volare.
Solamente Sarah… Solo lei gli era sempre vicina e lo accettava per quello che era.
Non poteva baciarla: se lo avesse fatto, sapeva per certo che non sarebbe riuscito a fermarsi ad un bacio. Era sicuro che con Sarah non avrebbe potuto mantenere il controllo della situazione. Oltre a desiderarla come donna, aveva scoperto di essere innamorato di lei e questo lo rendeva vulnerabile.

Mentre pensava a tutto questo, si era sdraiato sul divano; vista l’ora sarebbe dovuto andare a letto, ma non ci riusciva. Irrazionalmente, aveva pensato che quella sera lei sarebbe stata nel letto con lui, come aveva cominciato a desiderare da qualche tempo, all’inizio senza quasi rendersene conto. Ora quel letto vuoto lo faceva soffrire. Renee avrebbe voluto riempirlo; ma lui non voleva trascorrere la notte con lei. Era una donna piacevole, le era anche affezionato, ma non era la donna che desiderava, nonostante avesse detto a Sarah che pensava fosse la donna giusta per lui.

Aveva nascosto i suoi veri sentimenti, ancora una volta. A chi? Agli altri, oppure soprattutto a se stesso?

Mac aveva ragione, quando aveva affermato che vedeva in lui un uomo che non si lasciava mai andare, che non voleva mai perdere il controllo. Eppure non aveva desiderato altro, nella sua vita adulta, che trovare una donna di cui riuscire ad innamorarsi, come suo padre era innamorato di sua madre. Una donna da voler far sorridere e che facesse sorridere lui.
Pensava d'averla trovata nella sua compagna d’accademia, Diane, ma era stata brutalmente uccisa e il dolore per averla perduta era stato troppo forte. Poi aveva conosciuto la sua nuova collega, il maggiore dei Marine Sarah MacKenzie, e aveva creduto di essere impazzito. Somigliava a Diane in maniera impressionante, anche se erano molto diverse come personalità.
All’inizio avevano faticato ad andare d’accordo: Mac era molto dura con lui. Ma il tempo e le esperienze vissute assieme avevano creato un legame molto profondo, anche se continuavano a litigare come cane e gatto. Lui, però, adorava punzecchiarla a volte, così come trovava divertente quando lei gli rispondeva per le rime. Era come un gioco; una specie di loro codice segreto per parlarsi. Anche chi li conosceva, anche chi lavorava con loro, lo percepiva.
Nei momenti importanti, tuttavia, erano sempre presenti, l’uno per l’altra.

Una donna con cui dividere la vita… L’aveva trovata, ma non era stato capace di capirlo in tempo.

Prima si era impedito di desiderarla perché aveva pensato che assomigliasse troppo a Diane. Lui teneva troppo alla loro amicizia, per metterla a rischio con la fine di una loro storia: se avesse perso anche Sarah, avrebbe temuto di soffrire quanto aveva sofferto perdendo Diane. In seguito aveva capito che non poteva fare a meno di lei e aveva iniziato a pensare a loro due assieme, ma si era anche reso conto che lei si stava attaccando troppo a Brumby.
Brumby! Quell’uomo lriusciva ad infastidirlo anche solo quando pensava a lui… Figuriamoci quando lo vedeva! O quando lo vedeva con Mac. Anche ora, il solo pensiero di loro due assieme lo faceva infuriare. Ma era anche colpa sua: non si era fatto avanti, quando aveva capito che Sarah era la donna che desiderava, perché sempre bloccato dai suoi timori… e poi lei si era messa con l’australiano.

“Dannazione! Non riesco a sopportare l’idea che si sposi con quel tizio! Voglio andare da lei. Voglio farle capire che la amo e che desidero stare con lei! E non m'importa se, per dirglielo, prima sarò costretto ad affrontare Brumby!”

Si alzò dal divano; infilò il suo giubbotto da Top Gun, si richiuse la porta alle spalle e scese gli scalini a due a due.



  
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