Dopo
averli visti abbracciati, si era
rintanata tutta la mattina in biblioteca, uscendo solo per un panino al
bar
sotto l’ufficio, quando Harriet le aveva detto che Mic l’aspettava giù.
Aveva
mezz’ora libera e aveva voluto farle una sorpresa, per definire gli
ultimi
dettagli della partenza. Sarah gli aveva permesso di accompagnarla in
ufficio,
incapace di pensare a qualcosa che non fossero Harm e Renee
abbracciati. Prima di
andare lui l’aveva baciata e le aveva detto che sarebbe passato a
prenderla
prima di sera, con la borsa da viaggio che lei aveva già preparato.
Mentre
Mic la salutava, aveva visto Harm che
li osservava a braccia conserte, con un viso teso e un’espressione per
nulla
promettente. Infuriata, si diresse verso il proprio
ufficio. Come si permetteva di giudicarla? Era stato
lui a fissare un appuntamento con la sua bionda per quella sera! Sapeva
che lei
sarebbe stata fuori città. E lui avrebbe trascorso la serata, e
probabilmente
anche la notte, con Renee.
Allora
si sarebbe adeguata! Se le cose per lui
stavano così…
Aveva
detto d’amarla… Che bugiardo! Era stata
tutta una tattica per farla andare a letto con lui! Sapeva
perfettamente che la
sua lealtà nei confronti di Mic sarebbe stata spazzata via solo
dall’amore… Da
quella fatidica parola che lui non aveva mai detto, tranne la notte
scorsa.
Eppure
sembrava talmente sincero quando aveva
sussurrato: “Ti amo, Sarah …”
Com’era
stato dolce con lei... E tenero, e
appassionato. E quanto lo desiderava...
Quella
mattina, tuttavia, sembrava che per lui
le cose fossero cambiate. Probabilmente si era già pentito di tutta la
faccenda: non aveva mai voluto mischiare lavoro e sentimenti. E
lei che aveva pensato di lasciare Mic! Per
fortuna che lui le aveva impedito di parlare. Era un uomo
buono e non meritava di essere
trattato così. Considerato come stavano le cose, era ancora in tempo
per
dimenticare la notte appena trascorsa e sposare Mic Brumby.
Harm
entrò in ufficio dietro di lei e si
chiuse la porta alle spalle. La vide voltarsi di scatto, con un’aria
infastidita.
Non
riusciva a capirla: perché baciava ancora Brumby? Perché lui aveva
detto che sarebbe passato a prenderla per accompagnarla alla
conferenza? Sarah
e Brumby, via assieme, soli, questa notte?
Quella
mattina, quando era scappata dalle sue
braccia, gli aveva detto che non voleva che Mic venisse a sapere di
loro due,
prima che fosse lei a spiegargli e lui si era sforzato di accettare la
sua
volontà. Era convinto che tutto fosse stato chiarito e che restasse
solo a lui
l’ingrato compito di parlare con Renee.
“Che
cosa vuoi?” lo apostrofò Sarah. La sua
voce era molto controllata e lo sguardo era quello di una persona che
desiderava
mantenere le distanze.
Harm
non capiva più nulla. Si era aspettato,
se non un’accoglienza appassionata, visto il luogo dove si trovavano,
almeno un
saluto cordiale. Invece non si era fatta trovare per tutta la mattina.
Harriet
gli aveva detto che si trovava in biblioteca per terminare le ricerche
e mentre
stava per raggiungerla, l’ammiraglio lo aveva chiamato per discutere
con lui di
una faccenda, ed era arrivata ora di pranzo. Sperava allora di poterle
parlare
pranzando con lei, ma aveva saputo che Brumby l’attendeva al bar e che
lei lo
aveva raggiunto. Ora, fredda, gli chiedeva cosa voleva…
“Voglio te! ”
avrebbe risposto; invece si
limitò a dirle: “Ciao, Sarah“, cercando di rendere il suo tono il più
dolce
possibile.
“Ciao.
Allora, cosa c’è?” gli chiese.
…
non capiva…
“Volevo
parlare con te di quello che è
successo…” iniziò, ma lei non lo lasciò finire.
“Non
preoccuparti, non serve. Non è successo
nulla di grave. Non occorre farne un affare di stato.”
Ma
cosa diavolo stava dicendo? Nulla di grave?
“…
ma le cose tra noi…” cercò di parlare lui.
“Quello
che è accaduto non interferirà con i
nostri rapporti di lavoro. Stai tranquillo! Siamo adulti tutti e due… “
disse e
poi, addolcendo un poco il tono, continuò: “Anch’io tengo molto alla
nostra
amicizia. Ora scusami, Harm, ma devo proprio andare. Devo ancora
terminare
alcuni punti della relazione e Mic passa a prendermi alle cinque. Il
viaggio
richiede almeno due ore e lui vuole fare in tempo ad arrivare per
poterci
gustare una deliziosa cenetta. Penso che abbia organizzato una serata
romantica…”
E
così dicendo uscì dall’ufficio, lasciandolo
lì, in piedi, come uno stupido!
Perché
si comportava così? Per quale motivo? Aveva deciso di sposare
lo stesso Brumby, ecco
perché! I suoi timori si erano rivelati reali.
Al
diavolo… Mai avrebbe capito le donne!
Avrebbe
dovuto ammirarla per la sua lealtà…
“Ma che cavolo sto pensando?
Harmon Rabb,
quella donna ti ha ridotto il cervello in pappa!”.
Non
lo avrebbe più permesso, però. Non si
sarebbe più esposto così per una donna!
Sarah
lo aveva riportato alla realtà: aveva
preso la sua dichiarazione d’amore per una frase romantica detta al
momento
giusto, e lo aveva usato per una scappatella prematrimoniale.
Eppure
sembrava così sincera… il suo istinto
non poteva sbagliarsi così.
Ora
si sentiva a pezzi e non sapeva più cosa
fare.