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Autore: Alexandra_ph    03/02/2012    1 recensioni
Questo racconto è stato scritto tra l'estate e l'autunno 2002 e si colloca tra gli episodi “LIFELINE”, “ADRIF1” e “ADRIFT2”.
Mac è in procinto di sposarsi con Mic Brumby. Durante la festa di fidanzamento offerta dall’ammiraglio Chegwidden, Harm e Mac si appartano in veranda per parlare: ricordano molti momenti vissuti assieme e si dicono addio. Ma poco prima di rientrare, Harm la bacia…
Da qui parte la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Capitolo 8


Dopo averli visti abbracciati, si era rintanata tutta la mattina in biblioteca, uscendo solo per un panino al bar sotto l’ufficio, quando Harriet le aveva detto che Mic l’aspettava giù. Aveva mezz’ora libera e aveva voluto farle una sorpresa, per definire gli ultimi dettagli della partenza. Sarah gli aveva permesso di accompagnarla in ufficio, incapace di pensare a qualcosa che non fossero Harm e Renee abbracciati. Prima di andare lui l’aveva baciata e le aveva detto che sarebbe passato a prenderla prima di sera, con la borsa da viaggio che lei aveva già preparato.

Mentre Mic la salutava, aveva visto Harm che li osservava a braccia conserte, con un viso teso e un’espressione per nulla promettente. Infuriata, si diresse verso il proprio ufficio. Come si permetteva di giudicarla? Era stato lui a fissare un appuntamento con la sua bionda per quella sera! Sapeva che lei sarebbe stata fuori città. E lui avrebbe trascorso la serata, e probabilmente anche la notte, con Renee.

Allora si sarebbe adeguata! Se le cose per lui stavano così…

Aveva detto d’amarla… Che bugiardo! Era stata tutta una tattica per farla andare a letto con lui! Sapeva perfettamente che la sua lealtà nei confronti di Mic sarebbe stata spazzata via solo dall’amore… Da quella fatidica parola che lui non aveva mai detto, tranne la notte scorsa.

Eppure sembrava talmente sincero quando aveva sussurrato: “Ti amo, Sarah …”

Com’era stato dolce con lei... E tenero, e appassionato. E quanto lo desiderava...

Quella mattina, tuttavia, sembrava che per lui le cose fossero cambiate. Probabilmente si era già pentito di tutta la faccenda: non aveva mai voluto mischiare lavoro e sentimenti. E lei che aveva pensato di lasciare Mic! Per fortuna che lui le aveva impedito di parlare. Era un uomo buono e non meritava di essere trattato così. Considerato come stavano le cose, era ancora in tempo per dimenticare la notte appena trascorsa e sposare Mic Brumby.

Harm entrò in ufficio dietro di lei e si chiuse la porta alle spalle. La vide voltarsi di scatto, con un’aria infastidita.

Non riusciva a capirla: perché baciava ancora Brumby? Perché lui aveva detto che sarebbe passato a prenderla per accompagnarla alla conferenza? Sarah e Brumby, via assieme, soli, questa notte?

Quella mattina, quando era scappata dalle sue braccia, gli aveva detto che non voleva che Mic venisse a sapere di loro due, prima che fosse lei a spiegargli e lui si era sforzato di accettare la sua volontà. Era convinto che tutto fosse stato chiarito e che restasse solo a lui l’ingrato compito di parlare con Renee.

“Che cosa vuoi?” lo apostrofò Sarah. La sua voce era molto controllata e lo sguardo era quello di una persona che desiderava mantenere le distanze.

Harm non capiva più nulla. Si era aspettato, se non un’accoglienza appassionata, visto il luogo dove si trovavano, almeno un saluto cordiale. Invece non si era fatta trovare per tutta la mattina. Harriet gli aveva detto che si trovava in biblioteca per terminare le ricerche e mentre stava per raggiungerla, l’ammiraglio lo aveva chiamato per discutere con lui di una faccenda, ed era arrivata ora di pranzo. Sperava allora di poterle parlare pranzando con lei, ma aveva saputo che Brumby l’attendeva al bar e che lei lo aveva raggiunto. Ora, fredda, gli chiedeva cosa voleva…

Voglio te! ” avrebbe risposto; invece si limitò a dirle: “Ciao, Sarah“, cercando di rendere il suo tono il più dolce possibile.

“Ciao. Allora, cosa c’è?” gli chiese.

… non capiva…

“Volevo parlare con te di quello che è successo…” iniziò, ma lei non lo lasciò finire.

“Non preoccuparti, non serve. Non è successo nulla di grave. Non occorre farne un affare di stato.”

Ma cosa diavolo stava dicendo? Nulla di grave?

“… ma le cose tra noi…” cercò di parlare lui.

“Quello che è accaduto non interferirà con i nostri rapporti di lavoro. Stai tranquillo! Siamo adulti tutti e due… “ disse e poi, addolcendo un poco il tono, continuò: “Anch’io tengo molto alla nostra amicizia. Ora scusami, Harm, ma devo proprio andare. Devo ancora terminare alcuni punti della relazione e Mic passa a prendermi alle cinque. Il viaggio richiede almeno due ore e lui vuole fare in tempo ad arrivare per poterci gustare una deliziosa cenetta. Penso che abbia organizzato una serata romantica…”

E così dicendo uscì dall’ufficio, lasciandolo lì, in piedi, come uno stupido!

Perché si comportava così? Per quale motivo? Aveva deciso di sposare lo stesso Brumby, ecco perché! I suoi timori si erano rivelati reali.

Al diavolo… Mai avrebbe capito le donne!

Avrebbe dovuto ammirarla per la sua lealtà…

Ma che cavolo sto pensando? Harmon Rabb, quella donna ti ha ridotto il cervello in pappa!”.

Non lo avrebbe più permesso, però. Non si sarebbe più esposto così per una donna!

Sarah lo aveva riportato alla realtà: aveva preso la sua dichiarazione d’amore per una frase romantica detta al momento giusto, e lo aveva usato per una scappatella prematrimoniale.

Eppure sembrava così sincera… il suo istinto non poteva sbagliarsi così.

Ora si sentiva a pezzi e non sapeva più cosa fare.

 
  
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