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Autore: Alexandra_ph    03/02/2012    1 recensioni
Questo racconto è stato scritto tra l'estate e l'autunno 2002 e si colloca tra gli episodi “LIFELINE”, “ADRIF1” e “ADRIFT2”.
Mac è in procinto di sposarsi con Mic Brumby. Durante la festa di fidanzamento offerta dall’ammiraglio Chegwidden, Harm e Mac si appartano in veranda per parlare: ricordano molti momenti vissuti assieme e si dicono addio. Ma poco prima di rientrare, Harm la bacia…
Da qui parte la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fly with Me'
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Capitolo 18


Aveva aperto l’uscio, ma esitava a farlo entrare: si era fermata sulla soglia. Harm osservò che doveva essere appena rientrata, anche se era uscita parecchio prima di lui dall’ufficio, perché indossava ancora l’uniforme.

“Che cosa vuoi, Harm?” gli chiese con aria stanca.

Il suo bellissimo viso era così triste… Harm provò subito il desiderio di baciarla, per farle ricomparire quell’espressione sognante che aveva visto la notte in cui avevano fatto l’amore.

“Fammi entrare …” e mentre diceva questo, la spostò con un gesto dolce, ma allo stesso tempo deciso. Lei si lasciò spostare, quasi incapace di opporgli resistenza; poi richiuse la porta e si voltò a guardarlo. L’uniforme gli modellava splendidamente il corpo e lo faceva sembrare ancora più alto.

“Non potevi aspettare lunedì?”

“No, non potevo Sarah” le disse, mentre la guardava negli occhi.

Eccolo di nuovo quel suo sguardo che le scavava l’anima: perché quando la guardava così aveva il potere di sconvolgerla sempre? Ma era proprio quello sguardo una delle cose cui non avrebbe potuto rinunciare, se lui fosse morto... No. Non doveva pensare al dolore provato quando lo aveva creduto perso per sempre. Se avesse pensato a quello, le sue difese sarebbero presto crollate.

“D’accordo. Che cosa vuoi? ” gli chiese, cercando d’essere dura, scostante; ma lui non si lasciò scoraggiare.

“Questo…” E così dicendo la spinse delicatamente contro la porta e si avvicinò, cercandole la bocca.

“Harm…” mormorò Sarah. L’aveva colta di sorpresa, ma doveva fermarlo. Non sarebbe più riuscita a resistergli, se l’avesse baciata, perché essere di nuovo tra le sue braccia era quello che desiderava più d’ogni altra cosa al mondo.

Tentò di farlo smettere, ma lui non glielo permise. Con una mano si appoggiò alla porta, impedendole la via di fuga, mentre con l’altra le sollevò il viso. Dolcemente iniziò a sfiorarle le labbra con lievi baci e lei si sentì morire. Sapeva che avrebbe ceduto, se lui avesse continuato. Doveva fermarlo! Ma non era sicura di riuscire a farlo smettere… E forse, non lo voleva neppure. Harm, tuttavia, non aveva ancora alcun’intenzione di lasciarla andare: affondandole la mano tra i capelli la attirò con più forza verso la sua bocca e iniziò a baciarla con più passione.

Fu un bacio abbastanza breve… intenso, ma breve. Doveva prima parlarle; se avesse continuato a baciarla avrebbe fatto l’amore con lei lì, in piedi, contro la porta. La desiderava da impazzire! Però prima dovevano parlare. Quando fece per lasciarla, Sarah lo sorprese, perché gli mise le braccia attorno al collo e lo baciò con una passione incontenibile.

Era di nuovo tra le sue braccia, dopo aver temuto di non poterlo più fare! Quanto le era mancato il sapore dei suoi baci! Non ce la faceva più a respingerlo.

Ma fu Harm a fermarla.

Con uno sforzo si staccò da lei. Stupita, Sarah lo osservò dirigersi verso il camino, dopo aver appoggiato sul divano il berretto dell’uniforme. Lui stava cercando disperatamente di controllarsi e aveva un’aria tesa, quasi nervosa, mentre si passava una mano tra i capelli, prima di prendere l’attizzatoio per ravvivare il fuoco.

“Sarah, dobbiamo parlare…”

Parlare… Lui voleva parlare! Lei no: voleva solo far l’amore con lui e non voleva parlare affatto. Lo desiderava subito, ora: non le importava quello che sarebbe successo poi. Non le importava se lui l’avesse voluta solo per una notte, non le importava se fosse rimasto con Renee. Aveva talmente sofferto, quando aveva creduto di averlo perso per sempre, che ora non voleva sprecare altro tempo con parole: quello che voleva era soltanto poterlo riavere tra le braccia e poterlo amare di nuovo.

Nei giorni precedenti, in ufficio, aveva addirittura cercato di evitarlo, perché temeva di rendersi ridicola facendogli capire quanto lo desiderava, ma ora… lui era venuto a cercarla e l’aveva baciata! E lei avrebbe potuto averlo per se ancora una volta, almeno ancora una.

Lentamente si avvicinò a lui.

Harm stava fissando il fuoco. Sul suo viso le fiamme disegnavano giochi di luce che sembravano riflettere le sue tensioni. Sarah gli toccò un braccio e lui, immediatamente, si voltò a guardarla. Anche i suoi occhi erano illuminati dalla luce del camino e la stavano fissando con insistenza. Desideravano delle risposte. Lui voleva delle risposte. Lei, invece, voleva solo abbracciarlo, toccarlo di nuovo. Gli sfiorò il viso e lo baciò ancora. Dolcemente. E lui non riuscì a resistere e la strinse tra le braccia.

Harm non riusciva più a pensare con lucidità: Sarah lo stava facendo impazzire. Avrebbero dovuto parlare, chiarirsi. Ma quando era così appassionata e dolce, non riusciva più a mantenere il controllo. I suoi baci, le sue mani su di lui… mentre lo baciava, gli aveva sfilato la giacca e stava sciogliendo il nodo della cravatta...

Quando indossava l’uniforme sembrava sempre così serio, così professionale… invece Sarah adorava vederlo passare da un aspetto così impeccabile ad un atteggiamento vulnerabile e appassionato. Sembrava che tutto il suo temperamento sensuale fosse imprigionato dall’uniforme, ma appena questa era tolta, si liberava prepotentemente.

Harm la stava lasciando fare... incoraggiata, gli allentò la cintura, aprì i bottoni della camicia e gliela sfilò. Poi cominciò ad accarezzarlo e a baciargli il collo. Lui cercò nuovamente di parlare, per chiarire prima le cose tra loro.

Lei, però, glielo impedì: “Non voglio parlare, voglio fare l’amore con te… ” gli sussurrò sulle labbra.

A quelle parole, Harm la fermò, deciso.

Sarah lo osservò. Il suo sguardo si era fatto più intenso, velato di desiderio a stento trattenuto. Dopo alcuni attimi, che le sembrarono un’eternità, sembrò che la sua lotta interiore fosse terminata, oppure che, rassegnato, si fosse arreso al loro reciproco desiderio, perché dolcemente le sfiorò il viso. Poi le lasciò scivolare la mano lungo il collo, fino ai bottoni della sua uniforme. Iniziò a slacciarglieli, mentre Sarah tratteneva il respiro, per paura di distoglierlo da ciò che stava facendo.

Toglierle l’uniforme lo eccitava ancora di più. Gli sembrava di poter realizzare, finalmente, un sogno proibito. Uno dei sogni che lo avevano tormentato i giorni successivi la loro notte d’amore, quando la incontrava al lavoro, così distante, così irraggiungibile. Invece lui non desiderava altro che far l’amore con lei, anche in ufficio, se solo avesse potuto!

Le tolse ogni singolo indumento con studiata lentezza, finché rimase nuda davanti a lui. Era stupenda. La sua pelle, illuminata dal bagliore delle fiamme, aveva riflessi dorati. Iniziò ad accarezzarla lentamente e Sarah rispose al suo tocco con trasporto, eccitandolo sempre più. Al punto che non riuscì neppure a portarla a letto. La trascinò a terra, sul tappeto ai loro piedi, continuando a baciarla ovunque. Si fermò solo qualche istante, per togliersi i pochi indumenti che ancora indossava. Poi riprese a far scorrere le mani e le labbra su di lei, con un desiderio che ormai non riusciva più a controllare. Quando gli aveva detto che voleva far l’amore con lui, Harm non era più riuscito a pensare razionalmente. Aveva solo desiderato di poter essere ancora dentro di lei. Non si trattava solo di sesso. Questo bisogno disperato che aveva di Sarah, gli nasceva dal cuore. E al cuore di Sarah voleva arrivare...

“Oh Harm, mi sei mancato talmente… Ho creduto di non poterti più rivedere.” Le parole le uscirono senza che potesse impedirselo. Harm la stava travolgendo, con i suoi baci, con le sue carezze. La stava trasportando in un mondo meraviglioso, dove non esisteva altro che lui. Solo lui. Soltanto lui, con le sue mani su di lei, così esigenti, ma anche tanto dolci, e con le sue labbra, avide e sensuali.

“Anch’io temevo di non vederti più” mormorò Harm, con voce soffocata.

Aveva ancora un milione di cose da chiederle, ma non riuscì più a dire nulla. Decise che avrebbero parlato dopo, molto più tardi…

 


  
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