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Autore: cioccolatoprego    03/02/2012    6 recensioni
Lo siamo stati tutti, bambini; e ognuno serba ricordi diversi della propria infanzia. Nove drabble, per descrivere nove personaggi, nell'estate della loro vita.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Daniel Freeland, Donna Barrat, Geoffrey Martewall, Ian Maayrkas aka Jean Marc de Ponthieu, Isabeau de Montmayeur
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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giorni d'estate



Giorni d'estate


Tutti i grandi sono stati bambini una volta




Ian Maayrkas - Sapore di mela

In estate, Ian doveva sempre studiare qualcosa: non perché non si applicasse durante l'anno, ma perché invariabilmente, alla fine di agosto, si accorgeva di aver quasi del tutto dimenticato ciò che sapeva. Le sue vacanze finivano così in pomeriggi torridi, chino sui libri, cercando di fissare gli argomenti una volta per tutte.
Sua madre, preoccupata, lo esortava a riposarsi, portandogli sempre piatti di mele, le prime della stagione. Ian masticava piano, continuando a studiare: sapeva che, tornato a scuola, tutti i suoi quaderni avrebbero avuto sapore di mela - così come i ricordi, che non se ne sarebbero più andati.



Isabeau de Montmayeur - La vera bellezza

In estate, i capelli di Isabeau ricevevano lodi maggiori, perché schiariti dal sole.
Al dorato Isabeau associava la bellezza: non per i suoi capelli, ma perché il sole estivo illuminava ogni cosa, e tutto diventava più brillante. Era quella, la vera bellezza: colori, suoni, profumi, la vita che esplodeva ovunque. La bellezza non era fatta di boccoli biondi e lineamenti leggiadri: era come una musica, leggera, nel cuore.
A occhi chiusi, Isabeau ascoltava. Il canto degli uccelli, il frinire dei grilli, il soffio del vento, e una musica leggera, in lei - avrebbe voluto che anche gli altri potessero sentirla.


Henri de Grandpré - Oltre il velo


In estate, Henri vedeva le sue sorelle ripararsi il viso con veli leggeri; in quei momenti desiderava essere nato donna, come loro. Subito, si vergognava del suo pensiero: un uomo è sempre necessario, per mandare avanti il casato.
Tanta poca considerazione verso le donne, però, lo intristiva: erano diverse, certo, ma non per questo peggiori degli uomini, che le reputavano creature insidiose. Il loro mondo, riparato da un velo, era strano e misterioso. Apparenza, Henri lo sapeva: tutti, non solo le donne, avevano un mondo interiore, velato, bello o brutto - squarciare il velo, vedere oltre, era il suo obiettivo.


Ty Hamilton -
Pedalando

In estate, Ty e suo padre prendevano le biciclette; pedalando, suo padre raccontava dei suoi viaggi. Ty lo ascoltava con ammirazione e invidia insieme, fantasticando su quando anche lui avrebbe girato il mondo: anche la Francia, la terra delle origini.
Naturalmente, quei sogni avrebbero dovuto aspettare parecchio: sua madre era una donna ansiosa, lo sgridava anche se rincasava poco più tardi, figuriamoci se le avesse confessato le sue aspirazioni vagabonde.
Comunque, non aveva così fretta: era felice, con in testa la voce di suo padre e il cigolio delle ruote che giravano, giravano - e chissà dove lo avrebbero portato.


Brianna Foxworth - Stelle immobili

In estate, Brianna contemplava il tramonto. Lo vedeva di sfuggita, in realtà, perché viaggiava tutto il giorno col padre, cercando riparo quando calava la sera; tuttavia, si incantava sempre, alla vista del tramonto, scatenando i rimbrotti affettuosi e lievemente preoccupati del genitore.
Le persone tristi amano i tramonti
, le ripeteva, sei forse triste? A volte sì: non che non amasse suo padre, ma desiderava tanto una vita stabile, tranquilla, e una grande famiglia.
Per questo, dopo il tramonto, scrutava il cielo, sperando di vedere una stella cadere: avrebbe realizzato il suo sogno.
Ma le stelle, belle e distanti, rimanevano ferme.


Etienne de Sancerre - Il colore della vittoria

In estate, Etienne andava a caccia con suo padre, e, dopo, andavano tutti a festeggiare: in quelle occasioni, suo padre lo portava in qualche locanda: il modo migliore, secondo lui, per conoscere un feudo. Etienne era a suo agio, nella confusione allegra della locanda; qualche volta, suo padre gli passava del vino rosso, e lui si sentiva importante.
Il rosso era un bel colore: come il nastro donatogli dalla madre come buon auspicio, come i prati fioriti in cui lottava per gioco con i suoi cugini, come quel vino tanto faticato - il colore della vittoria.
Gli avrebbe portato fortuna.


Donna Barrat - La vie en rose

In estate, Donna visitava la nonna, in un paesino del nord molto piovoso, senza molti suoi coetanei; finiva quindi per vagare annoiata per casa.
La nonna, allora, insisteva per tirarle su il morale, preparando il tè; mentre bevevano, canticchiava allegramente La vie en rose. Poi, dopo uno sguardo alla pioggia scrosciante all'esterno e ai suoi occhi tristi, si offriva di insegnarle a riparare ombrelli; lavorando insieme, Donna la osservava affascinata, dimenticando completamente la noia e la tristezza.
Da sua nonna, alla fine, aveva imparato tre cose: il francese, l'arte di riparare ombrelli e il vedere sempre la vie en rose.


Daniel Freeland - Nel vento

In estate, Daniel e suo padre andavano al poligono, per tirare con l'arco. Era stato John a insegnare la tecnica al figlio, e Daniel amava la sensazione che dava stringere un arco e incoccare una freccia, e sapere che dipendeva da lui, la direzione che questa avrebbe preso.
Se fosse stato maldestro, l'avrebbe mandata fuori strada, e suo padre avrebbe storto il naso; oppure, la freccia tirata bene poteva venire deviata dal vento: allora, non c'era nulla da fare.
D'altronde, pensava Daniel, anche le persone erano così: in balia delle correnti, senza un percorso preciso, frecce vaganti, disperse, nel vento.


Geoffrey Martewall - La memoria dell'acqua

In estate, Geoffrey e i suoi fratelli correvano al mare, e passavano nuotando gran parte del giorno. Geoffrey usciva dall'acqua per ultimo: una volta fuori, infatti, sarebbe dovuto tornare ad allenarsi, approfittando della bella giornata. Geoffrey amava la scherma, vi era portato; tuttavia, in acqua percepiva la carezza rassicurante delle onde, e udiva, attutite, le voci dei fratelli, che lo incitavano a raggiungerli, ridendo; riemerso, veniva investito dai loro schizzi giocosi.
Rientrava al castello felice, ma con un vago malessere: si chiedeva se, nel gelo invernale, l'acqua avrebbe conservato memoria di quelle risa, di quei giochi, di quei giorni d'estate.






Note

Questa storia nasce come regalo di compleanno per akuby_ge: auguri, sorella, sei sempre più vecchia!
L'estate della vita, in teoria, è la giovinezza; per esigenze di trama, qui è l'infanzia.Tutte le drabble sono di 100 parole precise, il che, ammetto, mi riempie di orgoglio; sono nove, ovvero 3x3, il numero perfetto!^^ Mi dispiace solo non aver scritto di Ponthieu (solo che non lo immagino proprio, bambino).
Non c'è molto da aggiungere, se non:
1) Le mele di Ian, ad agosto, erano probabilmente asprissime.
2) Isabeau, nelle mie mani, diventa una specie di filosofa.
3) Henri, con nove sorelle, dev'essere femminista per forza. Lo pretendo.
4) Vorrei tanto vivere in Canada e pedalare amenamente, senza rischiare di venire arrotata.
5) Con Brianna sono stata perfida. Che le persone tristi amino i tramonti lo dice Saint-Exupéry, nel "Piccolo Principe"; sua è anche la celeberrima frase "Tutti i grandi sono stati bambini una volta".
6) Etienne bambino doveva essere un amore.
7) Checché ne dica Donna, riparare ombrelli è un lavoro noiosissimo.
8) Nelle mie mani, persino Daniel diventa un filosofo.
9) Sono stata perfida anche con Geoffrey - dire che è fra i miei personaggi preferiti.
Vi ho annoiati abbastanza.^^
A presto, e recensite numerosi!



  
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