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Autore: JeffreyCROW    03/02/2012    2 recensioni
Scappare di casa per seguire strade sconosciute,
mentire alle persone importanti della propria vita,
cambiare completamente identità.
Oh, cosa non si farebbe per seguire i Guns n' Roses in tour!
-I primi sei capitoli sono d'introduzione, i Guns arriveranno dal settimo.
Quindi la storia ha in un certo senso due inizi: potete inizarla dal capitolo 1 o dal capitolo 7.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2 luglio 1987, tre del pomeriggio.

Dublino.

Nuovo giorno, nuovo luogo.

Nonostante fosse luglio l'aria fresca irlandese penetrava nella pelle e faceva rabbrividire.

La giornata era nuvolosa e sembrava dovesse piovere da un momento all'altro, quindi i ragazzi decisero che avrebbero visitato la città il giorno dopo.

Erano seduti tutti insieme sull'enorme divano in pelle dell'albergo, a bere birra Guinness e ad ascoltare Slash che strimpellava le prime note di una probabile nuova canzone.

La suite era bella quanto quella di Glasgow, se non di più; un piccolo capolavoro d'arte moderna, forse sprecata per quei ribelli che l'avrebbero di certo rovinata tutta nel giro di poco tempo.

La televisione era accesa sul canale del notiziario, ma nessuno lo stava ascoltando. O meglio, nessuno lo ascoltò fino a che il giornalista non attirò la loro attenzione.

"Sedicenne sparita in seguito a un concerto in un malfamato locale di Londra."

All'improvviso tutti diventarono irrequieti.

Sapevano bene da dove veniva Michelle e della sua vita, in quei giorni avevano avuto svariate occasioni per conoscere la sua storia ed erano diventati particolarmente protettivi nei suoi confronti.

Sullo schermo si vedevano scorrere immagini della madre della ragazza, che parlava con fare agitato, affiancata dalla badante e da James e Adrian.

"Forse dovresti telefonarle, per lo meno per dirle che sei viva." commentò Izzy.

"Ho paura che scopra dove sono, che intercetti il luogo della telefonata… Io non voglio tornare a casa."

"Faremo tutto in grande stile. Vedrai, non riuscirà a trovarti. Ma è bene che tu la chiami."

***

Ciao mamma, sono Michelle. Ti lascio un messaggio in segreteria, dato che a quanto pare non sei a casa. Voglio dirti che va tutto bene, ma non posso dirti né dove sono né cosa faccio.

Stai tranquilla, non mi hanno rapito né presa in ostaggio, sto solo… Inseguendo i miei sogni. Direi che è la frase giusta per descrivere ciò che sto facendo.

Ti prego, salutami Adrian e James, non volevo abbandonarli così al concerto ma c'era troppa gente e non riuscivo a trovarli. Sì, so che sarai furiosa per quel concerto, ma immagino che in confronto a tutto il resto che ho

combinato è solo una goccia nell'oceano. Ti voglio bene e lo sai, non vorrei essere una figlia cattiva, il fatto è che il vostro stile di vita mi opprimeva. Probabilmente quest'affermazione ti farà star male, ma volevo solo dirti la verità. Un giorno forse tornerò a casa, ma non ora. Mi sto divertendo, e non preoccuparti, mi sto anche comportando come si deve. Mettetevi il cuore in pace per me, vi ritelefonerò al più presto. Ciao… Vi voglio bene.

"Hai fatto la cosa giusta, davvero."

Slash sedeva su una sedia vicino a Michelle, con l'immancabile sigaretta in bocca e la chitarra in grembo.

Doveva essersi tirato da poco qualche striscia, a giudicare dall'espressione.

"Tu suoni, honey? Suoni la chitarra?"

La ragazza annuì leggermente, un po' in imbarazzo. Non si trovava molto a suo agio insieme a Saul dopo i momenti intimi che si erano concessi, anche se lui non sembrava pensarla ugualmente; infatti le sorrise con naturalezza e le porse un'altra chitarra.

"Vuoi che il buon vecchio Slash ti aiuti ad affinare la tua tecnica?".

Michelle accettò con piacere ed iniziarono a strimpellare qualcosa insieme, buttarono addirittura giù qualche nuova battuta per una canzone. 

"Sei brava, con un po' di pratica potresti fare anche qualcosa di più complicato… Voglio che suoni con noi, al prossimo concerto!"

"Cosa scusa?"

"Voglio suonare una canzone con te, al prossimo concerto. Farai My Michelle insieme a noi, sul palco!"

Michelle rise. "Ma sei pazzo?"

"No, dico davvero. Ti conceremo in modo da non farti riconoscere da nessuno e suoneremo tutti insieme! Non hai scelta, lo farai e basta."

"Ma perché?"

"Perché mi va."

***

Quindicimila persone. Davanti a lei quindicimila persone già cariche, pronte a cantare sulle note che lei avrebbe suonato insieme agli altri.

Slash era un pazzo furioso, l'aveva vestita e truccata come un professionista e l'aveva trascinata lì sul palco, fregandosene delle sue lamentele.

Prese un respiro e guardò il ragazzo, che fece l'occhiolino per segnalarle il momento di iniziare a suonare.

Michelle iniziò a muovere meccanicamente le dita sulla chitarra, senza riuscire a muovere nessuna parte del corpo oltre alla mano, mentre i fan davanti a lei urlavano al colmo dell'euforia.

Ce la posso fare, posso riuscire a suonarla tutta.

E rieccomi dopo una lunga assenza!
Un capitolo un po' di passaggio, ma aggiornerò il prima possibile. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima!
-Jeff.

  
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