Anime & Manga > Shugo Chara!
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Autore: _Pikadis_    03/02/2012    2 recensioni
Attenzione! Questa storia è sospesa.
I tuoi genitori non ti considerano?
I tuoi compagni di classe ti evitano?
La tua unica amica sta per partire?
Non sarebbe bello poter scappare da tutto questo e andare in un'altro posto, chessò, l'universo di Shugo Chara?
Sarebbe bello, vero? Si,ma...se succedesse sul serio?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate l'abnorme ritardo, ma le interrogazioni di fine quadrimestre si sono fatte sentire! Bè meglio che vi lascio alla storia ^_^


/Nella nostra dimensione…/

Si era finalmente deciso. Aveva preso il coraggio a due mani e si era incamminato verso casa di Zita. Quel giorno era sicuro di riuscire a confessarle tutto quello che provava per lei. Avevano vissuto insieme da piccoli, e già a quell’età gli sembrava provare qualcosa per lei, poi si era trasferito e non l’aveva rivista fino alle medie, dove aveva avuto conferma dei suoi sentimenti. Solo che era cosi diversa dall’allegra ragazzina di un tempo, spensierata e cocciuta. Ora sembrava una persona senza interessi che viveva solitaria. Gli sembrava impossibile, e lo era. Infatti l’aveva incontrata un pomeriggio alla scuola di danza, mentre accompagnava la sorella, all’inizio era un po’ imbarazzata, ma poi avevano iniziato a chiacchierare, tanto che l’aveva fatta arrivare in ritardo a lezione. In quel poco tempo che si parlarono, aveva capito che la vecchia Zita, quella che invece di giocare con le bambole preferiva arrampicarsi sugli alberi con lui, non era sparita, si era semplicemente nascosta, per paura o forse per semplice timidezza. Da quel giorno si era ripromesso di scoprire che cosa era successo a Zita, e, se avesse potuto, l’avrebbe aiutata. Ma, per quanto avrebbe voluto aiutarla, non ci riusciva poi molto. Zita era sfuggente, e, quando gli parlava a scuola, lei veniva sempre trascinata via da Grazia. Ma quel giorno si era deciso. E quindi eccolo li, a due passi dalla casa della sua amata. Si, due passi, che sembravano due kilometri. Le gambe non davano segno di volersi muovere, e lui rimaneva fermo impalato. Si stava scoraggiando, e stava quasi per tornarsene indietro, quando la porta della casa si aprì, e ne uscì, accompagnata dalla madre di Zita, Grazia. Davide rimase sorpreso. Perché dalla casa di Zita usciva Grazia sola? Nel frattempo Grazia aveva salutato la madre di Zita e se ne andava pensierosa per la sua strada, quando vide Davide fermo come un palo in mezzo alla strada.

-Uh…Davide, che ci fai qui? Stai cercando Zita?- Davide rispose con un debole cenno del capo. -Oh…allora mi dispiace- Disse con la voce di una bambina triste –Zita non c’è…è partita…con Reiko… per il Giappone.

A Davide parve crollare il mondo addosso. In pratica era sfumata del tutto l’occasione di dichiararsi a Zita. In pratica gli era successa, più o meno, la stessa cosa che era successa a Zita con Ikuto.

-Che??? Giappone? Ma…ma…non ha avvertito nessuno? Nemmeno te Grazia?

-No…sigh…non mi ha detto niente…sniff…p-p-p-erché?...uuuhaaaa!!!- Grazia iniziò a piangere come una fontana e lentamente scivolò a terra. In fondo la sua migliore amica se ne era andata senza dirle niente la sua reazione era più che normale.

-Grazia…calmati…tornerà…su…ma sua madre non ti ha dato un indirizzo?

-Sigh…si…eccolo…- Tirò fuori dalla tasca un post-it con un indirizzo e-mail, mentre lei continuava a piangere. Davide lo prese e gli diede un occhiata. Un indirizzo e-mail? Niente su una via, una casa, un numero civico o un numero di telefono? Gli sembrò un po’ strano, cosi avrebbero dovuto aspettare che qualcuno si facesse vivo su quell’indirizzo. Bè era poco, ma aveva comunque una speranza. Nel frattempo che lui pensava questo e cercava di calmare Grazia, arrivò, stranamente, anche Agata.

-Che chiasso! Ma, siete voi? Che state facendo?- La sola sua apparizione fece fermare il pianto di Grazia, che saltò in piedi e gli si parò davanti:

-Cosa ci fai tu qui?- Le parole gli uscirono quasi sibilate di bocca. Grazia non riusciva a sembrare cattiva, non era nel suo modo di fare, ma, almeno, ci provava.

-Niente, passeggiavo e…bè…ho sentito una bimbetta che piangeva, mi sono preoccupata ed eccomi qui.- L’ultima frase la pronunciò con un falso sorriso sulle labbra. Purtroppo a lei, sembrare cattiva, riusciva benissimo.

-Bè è meglio essere una bimbetta piuttosto che una vipera come te. E comunque se sei qui per Zita, non c’è. È partita per il Giappone, con Reiko.

-Cosa? Con la Giapponesina? Ma hai qualche numero, qualche indirizzo?- Il repentino cambio d’atteggiamento di Agata aveva sorpreso sia Davide che Grazia. Lei Zita non la poteva proprio vedere, ed ora chiedeva il suo indirizzo in Giappone. Cioè, era strano. Agata capita l’atmosfera che andavasi creando cercò di dissimularlo alla bell’e meglio:

- Bè volevo solo essere educata, ma se poi non volete darmelo non fa niente.

-Stasera ci riuniamo a casa mia: io, Grazia e Davide. Se vuoi alle sette ci colleghiamo .- Era stata Alice a parlare. Era uscita subito dopo Grazia, e, vedendo il trio, e sentendo quello che stava dicendo Agata, e capendo che era in difficoltà, era intervenuta.

-Bè ci penserò.- Agata si girò e si sbrigò ad andarsene. Ci era mancato poco che la situazione che si era creata le crollasse a dosso. Continuava a camminare, stringendo i pugni e a grande falcate. Nessuno l’avrebbe capita, se avesse detto perché in realtà il suo comportamento nei confronti di Zita era cosi strano. Non aveva voglia di spiegare il perché di tanti cambiamenti. Non era niente di equivoco, anzi, quasi banale, ma vallo a spiegare al "pubblico" della scuola. Si fermò in mezzo alla strada. No, nessuno avrebbe capito.

/Tornando a Zita…/

Si era cambiata in un tempo brevissimo. A quanto pareva anche i suoi vestiti si erano "trasferiti" lì. Aveva preso un jeans viola pallido, un maglioncino bianco e si era infilata un giubbino sempre di jeans. Si era vestita abbastanza bene. Ma intanto aveva trascinato Reiko con se. Quanto le dispiaceva! Ma non poteva non indagare. Era un suo preciso dovere di Amuto Fan scoprire cosa stava succedendo. Si, se riusciva a trovarla la casa di Amu.

-Reiko…ma tu lo sai dove dobbiamo andare?- Forse non avrebbe dovuto domandarglielo, anche se iniziava a scoraggiarsi, visto che stavano girando per quel quartiere, in tondo, da più di un quarto d’ora, e non riusciva più ad orientarsi (anche se nemmeno prima ci riusciva).

-COSA? VUOI DIRMI CHE NON SAI DOVE STAI ANDANDO E CHE MI HAI TRASCINATO PER MEZZA TOKIO SENZA UNA META PRECISA, SOLO PER RINCORRERE MIO CUGINO CHE AVRESTI RIVISTO QUESTA SERA?- Più Reiko urlava e più Zita si faceva piccola. Si l’aveva fatta grossa.

-S-s-s-s-scusami…- Reiko, da super incavolata che era, proruppe in una risata irrefrenabile.

-Certo che tu…hahaha…sei proprio fissata…hahahaha…ma non avevi detto…ahah…che ti piaceva Davide?- Ora invece era Zita ad essere arrabbiata. Ma, alla fine, si misero a ridere tutte e due come matte. Tanto che qualcuno, alle loro spalle, si fermò, incuriosito, a guardarle.

-Ehi voi! Lo sapete che è maleducazione ridere in mezzo alla strada? Per di più alla presenza della più famosa idol giapponese?- La risata schizofrenica di Zita e Reiko si fermò a stento, ma, quando si calmarono, le loro reazioni furono del tutto diverse:

-Utau!!!- Reiko che correva allegra verso la cugina.

-U-u-u-utau H-o-o-o-s-s-hina, barra, T-s-s-uki-yo-yo-yomi.- Zita che indicava con la mano tremante l’unica idol che conosceva e adorava.

-O scusami Utau, lei è Zita, una mia amica che resterà qui con me fino al mio ritorno in Italia. Ma tu non stavi lavorando? Come hai fatto a liberarti per venire?

-Ci hanno dato un paio di settimane di pausa e poi non potevo perdermi l’arrivo della mia cuginetta preferita. Ma…la tua amica…ha qualche problema?- Sussurrò Utau con tono preoccupato alla cugina, visto che Zita rimaneva bloccata come se avesse visto un fantasma.

-No, ha solo qualche difficolta ad ambientarsi…- Disse Reiko con un tono leggermente imbarazzato. Si avvicinò a Zita e le sussurrò- Ricordati che sono tutti reali, e che nessuno di loro sa che la tua dimensione esiste. Comportati normalmente!!!- Zita si riscosse e cercò di sembrare il più normale possibile, esibendo un sorriso a 32x4 denti. Sperava di non aver fatto brutta figura, o di essere sembrata strana, ma, purtroppo non poteva rimediare più di tanto.

-Bè, piacere sono Zita.- Disse allungando la mano.- scusa la mia reazione, è che sono una tua grande fan e…insomma ero un po’ "stupita", tutto qui!- Da dietro la testa di Utau spuntarono due esserini, che penso tutti voi conosciate:

-Hai visto che la tua fama, Utau, è arrivata anche oltreoceano?

-Eru è una cosa normale! Era prevedibile che Utau fosse già cosi famosa.- Disse il diavoletto con un aria di superbia.

-Eru e Iru!?- Urlò ancora Zita. Aveva un modo di reagire alle novità abbastanza esagerato, non trovate? Bè, intanto con il suo urlo fuori luogo aveva fatto girare qualche passante e, naturalmente, scioccato Utau, Eru e Iru, che si ripresero subito:

-Come fai a conoscere…- Iniziarono a dire Eru e Iru in coro, ma Utau le bloccò:-Ci penso io.- Disse con un tono secco. Essendo alta almeno quindici centimetri più di Zita, planò dolcemente con la testa fino alla sua altezza. -Riesci a vedere i miei shugo chara?- Lo chiese con curiosità, senza un particolare tono nella voce. Zita annuì. -E conosci i loro nomi?- Ora la sua voce era leggermente incrinata da un filo di rabbia. Zita annuì ancora. –Quindi sei una mia fan, portatrice di Shugo Chara e anche una stalker?-La voce dell’idol era sempre placida, ma pericolosa. Zita doveva imparare a controllarsi, perché andando di questo passo avrebbe finito col svelare tutto sulla sua dimensione. Però per lei era tutto nuovo. Aveva a che fare solo con Reiko, Grazia, Davide, Alice e, a volte Agata, e quindi non conosceva molto bene le tecniche d’approccio.

-No…non sono una stalker…è è è…stato un caso…

-Un caso che tu conosca il nome dei miei shugo chara di cui nessuno conosce l’esistenza?- La voce di Utau era sempre calma a parte il filo di rabbia, ma i suoi occhi erano quelli di un’assassina (per maggiori informazioni vedi il volume 8 di Shugo Chara! ^_^).

-Utau, non ti scaldare, glielo detto io! E poi ti pare il modo di trattare cosi una mia ospite?- L’intervento di Reiko fu provvidenziale. Se lei non la avesse fermata, Zita sarebbe stata fatta a pezzi dalla rabbia di Utau.

-Ma perché non me lo hai detto prima! Stavo per fare la Chara Trasformation senza motivo.- Poi si girò verso Zita e le sorrise senza più nemmeno l’ombra di una lieve arrabbiatura.- Scusami se sono stata scortese. Ci sono un sacco di fan che si spingono oltre il limite, e per questo scatto subito se sento qualcosa di strano.

-No, sono io che sono stata esagerata. È che è la prima volta che vedo uno shugo chara.

-Bè ma potevi dircelo! Ci saremmo presentate a dovere: Io sono Eru, la paladina dell’amore!

-Io invece sono Iru, uno spirito libero e inarrestabile!- Zita sorrise leggermente. Lei quelle due le conosceva da più di un anno, e non c’era bisogno di presentazioni, ma non poteva certo dirglielo.

-Io invece sono Zita: sono un’amica di Reiko e vivrò qui con voi per un anno e più.- Fece un leggero inchino e si rimise in piedi.

-Ma se riesci a vederle, vuol dire che anche tu ne possiedi uno?- Utau ora che si era calmata sembrava curiosa.

-No, il mio uovo non è ancora nato- Non ci aveva pensato ancora, ma, se riusciva a vedere shugo chara e uova del cuore voleva dire che il suo uovo stava per nascere.

-Non ti preoccupare, nascerà a breve.- Eru "dal vivo" era molto più simpatica, ma ancora non era riuscita a vederla con gli occhi aperti, chissà come faceva!

-Ok, ora che abbiamo chiarito ogni cosa, mi spiegate cosa state facendo in giro alle…sette meno un quarto di sera?- Disse Utau guardando l’orologio che aveva al polso.

-Stiamo cercando Ikuto. Ho parlato molto a Zita di come suonava bene il violino e il pianoforte, e aveva una voglia matta di sentirlo suonare.- Reiko sembrava essersi preparata prima il discorso, tanta era la sicurezza con cui parlava. Ma la fortuna non volse a loro favore, perché nel momento stesso in cui fini di pronunciare quella frase le vibrò il cellulare.

-Oh…è un messaggio di Ikuto…ehm…dice che è tornato a casa e ci sta aspettando…dice che verrai anche tu Utau.- Zita sentì vento gelido e silenzio intorno a lei. Una sfortuna così non l’aveva mai avuta. Prima se lo lasciava scappare sotto gli occhi, ed ora, dopo aver fatto girotondo per cosi tanto tempo per il quartiere, doveva tornare al punto di partenza. Intanto l’atmosfera cupa intorno a lei si espandeva ancora di più.

-N-n-non è possibile…- Mormorò Zita, che si era ridotta a una massa gelatinosa sul marciapiede.

-Dai Zita riprenditi…

-Ma cosa le succede?- Disse Utau mentre Reiko punzecchiava la gelatina con un rametto.

- Inizio a chiedermelo anch’io Utau.- Riuscirono per fortuna a rimetterla in sesto.

-Zita è tutto a posto?...Zita ci sei?- Ora, dopo lo stato gelatinoso, era entrata in uno strato di trans. -Zita?

L’ex gelatina, alzò il capo con gli occhi che ora fiammeggiavano. -Reiko torniamo a casa!- Così dicendo prese Reiko e Utau per mano e iniziò a correre come un cavallo al galoppo.

-Reiko ma che le succedeee?

-Non lo so nemmeno io Utauuuu…-

P.s.a.:

Allora? Che ve ne pare? A me il finale non piace molto, ma spero di aver reso l’idea del calo di morale improvviso di Zita. Ma a parte questo voglio ringraziare fs_rm, che mi ha dato la spinta a scrivere il quarto capitolo, spero che ti piaccia! Grazie a tutti di seguirmi!!!

Pika

 
  
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