Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: giulina    04/02/2012    13 recensioni
Dedicata a tutte noi, che in 'quei giorni' diventiamo delle donne intollerabili.
"-Oddio! S-scusami, amore mio! S-sono una p-persona t-terribile, hai.. ragione! A-amore!- Si disperava lei, completamente spalmata sul suo petto, inzuppando la sua T-shirt con le sue lacrime salate.
-Te sei malata!-
-Si, amore, si, sono mal....Cosa hai detto, brutto idiota?!-
-Che sei malata, pazza, di fuori come il ciucco!-
-Ma io ti uccido!- E di nuovo il lunghissimo telecomando che veniva ficcato nella bocca spalancata del povero fidanzato."
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa breve One-shot è dedicata a tutte noi, che nella famosa fase pre-mestruale, siamo realmente intrattabili, e a tutti coloro che ci devono sopportare ogni santissimo giorno.

Buona lettura! 

                                           

 

 

 

Per fare un tavolo ci vuole il legno

per fare il legno ci vuole l'albero

per fare l'albero ci vuole il seme

per fare il seme ci vuole il frutto

per fare il frutto ci vuole un fiore

ci vuole un fiore, ci vuole un fiore,

per fare un tavolo ci vuole un fio-o-re.

 

 

 

 

 Emma dondolava lentamente la testa a destra e a sinistra, seguendo il ritmo della canzone che arrivava alle sue orecchie dalla televisione a pochi passi da lei.

Lo schermo illuminato riportava visi vispi ed allegri di alcuni bambini che avranno avuto sì e no cinque anni, con dei grembiuli di un antiestetico giallo canarino a coprire i loro vestiti.

L'unico volto privo di sorriso era quello di Emma, seduta in un angolo della classe dalle pareti colorate di un rosso acceso, che non voleva saperne di cantare seduta in cerchio con gli altri suoi compagni.

Lei aveva sempre odiato cantare.

-Ma che bambina felice eri anche quando avevi cinque anni!- Quella voce sarcastica vicino al suo orecchio, fece scendere inesorabilmente altre lacrime sulle sue guance bagnate ed arrossate.

Lui sapeva benissimo che stava piangendo ma sapeva ancora meglio che non doveva nè toccarla e né consolarla.

-Ero sempre felicissima- Rispose soffocando un singhiozzo sulla manica della felpa verde.

-Certo, si vede molto bene in questo video. Quella faccia da serial killer esprime proprio tutta la tua gioia-

-Odiavo quella canzone-

-Pensavo odiassi il mondo!-

Un pizzicotto al fianco destro lo fece piegare su se stesso, cercando di non far uscire dalle proprie labbra parole non molto gentili all'indirizzo della ragazza.

Nel video si vedevano tutti i bambini dell'asilo 'Le coccinelle allegre', saltare senza sosta nel giardino della scuola, e salutare tutti emozionati verso la telecamera tenuta in mano dalla maestra Pamela.

Il saluto della dolce Emma era stato l'alzare del dito medio in direzione della donna.

La odiava, c'era poco da fare, con quei capelli di quel biondo troppo biondo e il nome da pornostar di bassa categoria.

-Devo dire che eri molto fine ed educata anche all'epoca-

-Io sono una donna fine!- Rispose infervorata, girando il busto nella sua direzione e continuando a far scorrere sul suo viso lacrime silenziose.

-Ma certo, amore, certo. Coco Chanel ti faceva un baffo- Le rispose schivando il gancio sinistro che si stava per abbattere sul suo prezioso zigomo.

-Lo...lo s-so che sono u-una persona c-che non..non ha pregi! Lo so..so..-

-Ma se sai depilarti le ascelle e parlare con la tua amica Nunzia al telefono contemporaneamente!-

Diego si ritrovò steso sul divano con a cavalcioni sul suo stomaco un'infuriata Emma, che stava tentando di ficcargli nella bocca il telecomando del lettore DVD.

Ed era un telecomando parecchio lungo, ve lo posso giurare!

Il ragazzo cercò di divincolarsi dalla sua morsa assassina, finendo per sbattere la testa sul bracciolo del divano che aveva una base di legno.

-Oddio! S-scusami, amore mio! S-sono una p-persona t-terribile, hai.. ragione! A-amore!- Si disperava lei, completamente spalmata sul suo petto, inzuppando la sua T-shirt con le sue lacrime salate.

-Te sei malata!-

-Si, amore, si, sono mal....Cosa hai detto, brutto idiota?!-

-Che sei malata, pazza, di fuori come il ciucco!-

-Ma io ti uccido!- E di nuovo il lunghissimo telecomando che veniva ficcato nella bocca spalancata del povero fidanzato.

Quando riuscì a liberarsi dalla sua presa, si alzò velocemente per cercare di riprendere fiato.

Il suo corpo ne era uscito abbastanza indenne ma la sua povera maglia dei Muse, presa ad un loro concerto a Milano, aveva un meraviglioso strappo di lato in stile spacco 'vedo-non-vedo'.

-Sei una bestia!- Le aveva urlato contro guardando allucinato il danno.

-Mi hai detto che sono malata!-

-E lo sei!-

-Vattene da casa mia!-

-In verità sarebbe casa mia, tesoro, visto che l'affitto lo pago io-

-E la politica del 'ciò che è mio è anche tuo' dov'è andata a finire?!- Gli aveva domandato alzandosi in piedi e mettendosi di fronte a lui con uno sguardo che lei definiva 'minaccioso'.

In quel modo, si notavano benissimo i loro venti centimetri di differenza.

-Non siamo sposati-

-Bene, e penso proprio non lo saremo mai!-

-Grazie al Cielo!-

-E alla Madonna Santissima!-

Emma era corsa imbufalita in cucina, sbattendosi la porta a vetri alle spalle che aveva tremato pericolosamente.

Era costata trecento euro, per la miseria!

Diego si era invece accasciato lentamente sul divano, sprofondando nei cuscini morbidi e nei kleenex usati dalla sua ragazza che ricoprivano ogni superficie.

Era rimasto a guardare il video della sua Emma da piccola per qualche altro minuto, cercando di ritrovare in quel viso infantile e incazzato, parecchio incazzato, delle somiglianze con quello della donna che conosceva da ormai sei anni.

Senza accorgersene aveva preso anche lui a cantare a bassa voce la canzoncina 'Ci vuole un fiore' che i bambini in quel video invece urlavano, quando la figura fragile di Emma era spuntata dalla porta che prima aveva sbattuto arrabbiata.

-Diego..-

-Mhm?-

-E' finita la cioccolata al latte-

-Non mi interessa-

-A me sì, invece. Su, ti prego. Non ti chiamo più 'bestia', va bene?-

-Voglio anche le tue scuse sincere-

-Scusami..- Aveva sussurrato, entrando in salotto a piccoli passi.

-E dire che sono un uomo bellissimo, intelligentissimo, dolcissimo e dotatissimo-

-...sul dotatissimo avrei da ridir...- La sua occhiataccia l'aveva fatta zittire immediatamente.

-Ok, sei bellissimo, intelligentissimo, dolcissimo e dotatissimo. Basta?-

-No- Ed il suo sguardo furbo e malizioso l'avevano messa subito in allerta -Ora fai quattro giri su te stessa, sbattendo le braccia e urlando 'Sono matta!'-

-Diego!-

-Fallo!-

Lei aveva sospirato ed era salita sul basso tavolino di legno proprio davanti a lui.

-Lo faccio solo perché ti amo, perché amo la cioccolata come se fosse parte di me e perché sono davvero matta da legare-

-Concordo con la tua ultima frase-

Diego si godette la scena contando mentalmente quanti giorni avrebbe dovuto ancora sopportare i suoi pianti, i suoi sbalzi d'umore, le sue crisi isteriche, le risate improvvise e la violenza gratuita.

Brutta, bruttissima cosa la fase pre-mestruale, per un uomo.

 

 

 

Per fare un fiore ci vuole un ramo

per fare il ramo ci vuole l'albero

per fare l'albero ci vuole il bosco

per fare il bosco ci vuole il monte

per fare il monte ci vuol la terra

per far la terra ci vuole un fiore

per fare tutto ci vuole un fio-r-e

 

 

 

 

   
 
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: giulina