Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: BebaTaylor    04/02/2012    1 recensioni
Calliope, diciassette anni, ultimo anno di liceo. Abile nell’organizzare feste. Un dolore arrivato all’improvviso che le lacera l’anima, ma fa credere a tutti di averlo superato. Un ex ragazzo, troppo stupido per capire il motivo per cui è stato lasciato e una ex migliore amica, che non la racconta giusta. Un rapporto da ricucire con Chris e Travis, che erano i suoi migliori amici, prima che lei voltasse loro le spalle per stare con James e la sua cricca.
Zack, ventun anni, meccanico, tastierista e all’occorrenza cantante nel gruppo formato da lui, Chris, Travis, Antony e Matt. Capace di arrivare alle spalle senza farsi sentire.
Clarissa, capo cheerleader, sceglierà di rinunciare ai suoi “privilegi” per seguire quello che le dice il suo cuore.
Chris, pronto a prendere a pugni chiunque faccia soffrire Calliope, con un segreto che ha paura persino a confessare a se stesso.
E poi c’è Jessica, pronta a portare scompiglio nelle loro vite.
Questa è la loro storia.
STORIA SOSPESA maggiori info alla fine dell'ultimo capitolo
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
All Things Come To
Those Who Wait


Capitolo Sei

Callie era tornata a scuola da un paio di giorni. Affianco a lei Liz chiacchierava senza sosta. Anche quella mattina si era fatta venire a prende.
«Liz... puoi smetterla, per favore?» Callie afferrò per una spalla l'amica, facendola fermare in mezzo al corridoio. «Mi stai facendo venire mal di testa.»
Liz la guardò sorpresa. «Ti stavo solo informando.» si giustificò abbassando il viso.
Callie sorrise. «Lo so.» disse e riprese a camminare. Incrociò lo sguardo di Travis che le sorrise.
«Cosa vuoi? Lasciaci in pace!» esclamò Liz. Callie abbassò la testa sentendosi osservata dal ragazzo.
«Non voglio nulla.» rispose Travis e chiuse con forza l'anta dell'armadietto. «Non voglio nulla da un'isterica come te.» esclamò rivolgendosi a LIz..
«Ma come ti permetti?» sbraitò Liz attirando l'attenzione di alcuni compagni. «Io isterica?» continuò a brontolare abbassando la voce.
«Perché lo sei. Sei un'isterica approfittatrice.» rispose Travis. «Ci vediamo Callie.» continuò prima di allontanarsi.
«No, voi due non vi vedrete. Sei solo uno sfigato.» esclamò Liz, mentre Callie riprendeva a camminare.
Callie si fermò davanti al suo armadietto e lo aprì. Si voltò e notò Travis che parlava con Chris. I due si accorsero di essere guardati da Callie.
«Perché li stai guardando?» domandò Liz. «Lo sai che James è geloso.» Liz fissò Callie.
«Non li stavo guardando.» rispose Callie infilando alcuni libri nell'armadietto.
Liz voltò appena il viso, e notò che Travis e Chris le stavano ancora osservando. «Invece sì. Li stavi guardando.»
Callie sbuffò. «Pensala come vuoi.» mormorò chiudendo l'anta.
«Mi aspetti dopo?» chiese Liz seguendo l'amica lungo i corridoi dell'edificio scolastico.
Callie sbuffò e alzò gli occhi al cielo. «Certo, come potrei non farlo?» disse ironicamente.
Liz non si accorse del tono di voce dell'amica e sorrise. «Grazie! Ci vediamo in mensa.» esclamò prima di entrare nel laboratorio di scienze.
Callie sbuffò ancora ed entrò nell'aula di letteratura che si trovava di fronte al laboratorio di scienze. Si sedette al suo posto -secondo banco a partire dal muro a sinistra in penultima fila- posò la borsa ai suoi piedi e guardò l'insegnate che stava sistemando alcuni fogli sulla scrivania in attesa dell'arrivo di tutti gli studenti. La giovane si sentì osservata e si voltò verso destra. Da uno dei primi banchi Travis la stava guardano e Callie riuscì a scorgere un'ombra di delusione.
Callie poteva tirare ad indovinare cosa potesse averlo deluso: lei. Sapeva che con il suo comportamento -ignorare lui e Chris, dopo tutto quello che loro avevano fatto per lei- non era giusto. Ma lei non poteva farci nulla. E pensare che, oltre ad aver raccontato quello che le aveva detto James, Callie aveva detto a Travis della sfuriata di Liz, e non sapeva perché l'aveva fatto. Per questo quella mattina Travis aveva chiamato Liz "isterica approfittatrice". Si passò una mano sul viso e si concentrò sul professore. Improvvisamente si ricordò di avere ancora a casa la giacca di Zack. Doveva anche lavarla visto che la portava a letto con sé quando andava a dormire. Non sapeva neppure lei perché lo facesse, sapeva solo che la cosa la faceva stare bene, e ciò la faceva sentire in colpa verso James.

«Venerdì do una festa. Naturalmente voi ci sarete.» esclamò Liam. Erano un mensa e il quarterback osservava con disgusto gli spinaci nel piatto bianco di plastica dura.
«Io... non lo so se vengo.» mormorò Callie che dopo aver passato il giorno del Ringraziamento con Adrian e Tracy non se la sentiva di andare a qualche festa.
«Come no?» domandò sorpreso James.
Callie alzò le spalle. «Non me la sento.» rispose. «Scusa.» disse rivolgendosi al suo ragazzo che fece una smorfia di disappunto.
«Ma non puoi mancare!» esclamò, quasi indignata, Liz.
«Dai, piccola, vieni.» James circondò le spalle di Callie con un braccio. «Hai bisogno di divertirti!»
«E io ho bisogno che qualcuno mi venga a prendere.» mormorò Liz.
Callie sbuffò. Liz pensava sempre che gli altri dovessero farle da tassista. «Non lo so. Per ora per me è no, ma potrei cambiare idea.»
James sorrise e la baciò. «Devi venire, ci divertiremo.» le sussurrò.
Callie sorrise, guardò gli altri che erano rimasti in silenzio e si accorse di non esserne stupita. Liam, Daphne ed Eddie non le avevano parlato molto dal giorno del funerale. Si sentiva delusa dai suoi amici.
«Su, dai vieni! Così potete passare a prendermi!» Liz fece un sorriso che Callie ricambiò a fatica.

«Vorrei sapere perché quelli continuano a guardarti.» esclamò Liz.
«Non lo so, vai da loro e chiediglielo.» Callie aprì la portiera della macchina e gettò la borsa sul sedile posteriore.
«Nah... non vado da quei tre.» disse Liz salendo in macchina. «Non è che mi nascondi qualcosa?»
Callie si bloccò. Certo che le stava nascondendo qualcosa. «No, non nascondo nulla!» mentì sorridendo. «Non potrei mai farlo!» continuò avviando la macchina.
«Bene.» anche Liz sorrise. «Allora vieni alla festa?»
Callie sospirò. «L'ho già detto, non lo so. Dipende da come mi sento venerdì.» rispose.
«Su, dai vieni.» esclamò Liz. «Lo sai che se tu non ci sei James non mi viene a prendere!»
«Ma cosa pensi, che io sia la tua tassista personale?» esclamò Callie con veemenza. «Cazzo, Liz. La patente ce l'hai, la macchina pure... vedi di usarla!» continuò.
«Ma io... lo sai che non mi piace guidare.» si lamentò Liz.
Callie alzò gli occhi al cielo. Era sempre la solita scusa quella che le propinava Liz. E lei si stava stufando.

Un altro giorno di scuola, giovedì, per l'esattezza. Doveva ancora dare una risposta a James, se sarebbe andata alla festa oppure no. Callie armeggiò con il lucchetto dell'armadietto. «Apriti, stupido!» mormorò. E quello, come se l'avesse sentita, si aprì.
«Hai ripreso ha parlare con l'armadietto?»
Callie si voltò, sorpresa di trovare Chris di fronte a lei. «Ogni tanto mi ascolta.» rispose lei.
«Cosa vuoi, Sfigato? Sparisci!» ordinò James avvicinandosi ai due. Chris guardò Callie, ma lei non disse nulla e abbassò il viso sentendosi colpevole.
«Allora?» incalzò James. Chris guardò un'ultima volta Callie e si allontanò in silenzio. La ragazza si sentì in colpa, non era la prima volta, e non sarebbe stata l'ultima, in cui James se la prendeva con Chris. Quello che lei aveva sempre considerato il suo migliore amico.
«Cosa voleva?» domandò James sfiorandole la guancia con i polpastrelli.
«Niente.» rispose lei. «Non voleva nulla.»
James fece una smorfia, e a Callie sembrò poco convinto della risposta ricevuta.
«Ci sei domani sera?» mormorò James all'orecchio di Callie.
Lei si morse le labbra e si guardò attorno. Chris, poco più in là, stava sistemando qualcosa nel suo armadietto. «Non lo so...» rispose guardando il pavimento.
«Dai, piccola, vieni.» disse James.
Callie alzò il viso, e lo guardò. Improvvisamente le tornò in mente la giacca di Zack, che lavata e infilata in un sacchetto di plastica, aspettava solo di essere riconsegnata al suo legittimo proprietario. Doveva ridargliela. Quel giorno.
«Ti chiamo più tardi, adesso vado o faccio tardi.» disse Callie cercando di sorridere. Non voleva andare a quella festa, non voleva andarci né con James né con nessun'altra persona.

Finalmente la lezione di economia era finita. Callie pensò che chi avesse deciso di mettere quella lezione dopo il pranzo doveva essere un pazzo. O un sadico. Oppure entrambe le cose.
Si massaggiò le tempie e camminò lungo il corridoio, diretta verso il bagno. Doveva anche aspettare Liz, e la cosa non l'alettava molto. Le stava venendo mal di testa e in più voleva rivedere Zack, doveva ridargli la giacca.
Incrociò Travis, Chris e Clarissa e sorrise verso di loro, ma rimase leggermente perplessa quando Clarissa e Travis la ignorarono. Chris invece la guardò. E quello sguardo a Callie non piacque. Era odio, quello che leggeva negli occhi di Chris. Puro odio. La ragazza abbassò la testa e continuò a camminare.
Callie spinse la porta del bagno che si aprì con un cigolio, lasciò cadere la borsa vicino al cestino della spazzatura e si guardò allo specchio.
Nulla stava andando bene. Liz la trattava come una tassista, James non riusciva a capirla fino in fondo, Daphne, nel comitato studentesco, si stava rivelando sempre più dispotica. Eddie pensava solo a fare il pagliaccio, mentre Liam era il solito egocentrico.
Callie si bagnò il viso, stanca di tutto quello che le stava accadendo.
«Stai bene?»
Callie guardò la ragazza al suo fianco. Era Emma, una ragazza del terzo anno. «Sto bene, ho solo in po' di mal di testa.» rispose asciugandosi le mani. Prese la sua borsa e fece quei pochi passi che la separavano dalla porta.
«Emma?» chiamò.
La ragazza si voltò. «Sì?»
Callie si avvicinò a Emma. «Tu sei nella redazione del giornale scolastico con Liz, vero?» domandò.
«Sì, certo.» rispose Emma.
«Ecco... puoi dirle che non mi sento bene e che sono tornata a casa?» chiese Callie. Per quel giorno ne aveva abbastanza della scuola.
Emma sorrise. «Certo, vai pure a casa a riposare.» rispose.
Callie sorrise a sua volta e uscì dal bagno. Non sarebbe andata a casa.

La macchina si fermò nel parcheggio della caffetteria. Callie sospirò e guardò l'autofficina dove lavorava Zack. Osservò, Max, il proprietario, uscire dall'edifico e dirigersi verso la caffetteria. Callie prese la sua borsa e scese dalla macchina. Aprì il bagagliaio e prese il sacchetto contenente la giacca di Zack. Lentamente attraversò la strada, il cuore in subbuglio. Non vedeva Zack dal giorno del funerale dei suoi genitori, e voleva dirgli tante cose.
«Zack?» lo chiamò entrando nell'autofficina. Il ragazzo era chino sul motore di un'utilitaria rossa.
«Hai problemi con la macchina?» le chiese lui bruscamente.
«No, nessun problema.» Callie fece un paio di passi verso di lui. «Ti ho riportato la giacca.» continuò.
Zack si morse il labbro inferiore, si avvicinò a lei e prese il sacchetto che Callie gli stava porgendo. «Grazie.» mormorò. «Ora puoi anche andartene.»
Callie aprì la bocca sorpresa. Non si aspettava un tono del genere da lui. «Ma come...» mormorò guardandolo. Zack, però, evitò il suo sguardo. Si avvicinò ad una tavolino e vi gettò sopra il sacchetto.
«Zack... io....» mormorò Callie. Zack le voltava la schiena.
«Sei solo una stronza.» disse il ragazzo senza voltarsi.
«Cosa? Perché?» esclamò Callie.
«Perché?» Zack voltò il viso. Callie non l'aveva mai visto così arrabbiato. «Perché...» ripeté Zack e Callie annuì.
Zack si voltò completamente verso di lei. «Vuoi veramente saperlo?» chiese. togliendosi i guanti da lavoro e stringendo le mani a pugno.
Callie annuì ancora, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
«Bene.» Zack si inumidì le labbra e prese un respiro profondo. «Sei una stronza perché, nonostante Chris e Travis ti siano rimasti vicina dopo la morte dei tuoi genitori tu ancora li eviti.»
Callie lo guardò sorpresa, non pensa che Chris o Travis gli riferissero quello che accadeva a scuola.
«Non guardarmi così, so cosa succede nella vostra scuola.» disse lui come se l'avesse letta nel pensiero. «So un sacco di cose. Travis, quando inizia a parlare, non la smette.» continuò accennando un sorriso che però si spense subito.
Callie continuava a guardarlo. Se Travis non riusciva a tenere la bocca chiusa, allora Zack sapeva tutto. Callie impallidì a questo pensiero. Zack sorrise, ma nei suoi occhi brillava la cattiveria. «Oh, si, so pure quello che ti ha detto James e come si è comportata la tua amica isterica.» il ragazzo incrociò le braccia al petto.
Callie abbassò il viso e si morsicò il labbro inferiore. Non riusciva più a reggere lo sguardo, carico di odio, di Zack. E la cosa le faceva male.
«Sei una stronza. Chris e Travis ti vogliono bene, ti sono stati vicini quando ne hai avuto bisogno... e tu cosa fai?» Zack si fermò e fissò Callie. La ragazza percepiva il suo sguardo su di sé, ma non osava alzare l viso verso di lui. Aveva paura di quello che poteva vedere.
«Li ignori, non difendi Chris quando quello cretino del tuo ragazzo lo offende...» Zack si avvicinò a Callie, le prese il viso con una mano costringendola a guardarlo. «Sei una stronza. Ecco cosa sei.»
Callie non sapeva cosa dire. Sentiva che sarebbe scoppiata in lacrime da un momento all'altro.
«Zack, io pensavo... credevo che tu...» mormorò la ragazza.
Zack fece una smorfia e lasciò il viso di Callie. «Anch'io credo che tu fossi diversa, ma evidentemente mi sbagliavo.» esclamò. «Ed ora tornate da quel cretino con cui stai.» aggiunse.
Callie lo guardò, sentendosi il cuore rompersi in mille pezzi. Annuì, si voltò e uscì dall'edificio.

***

Zack guardò Callie correre via. L'aveva offesa e le aveva detto cose terribili. Si passò una mano sul volto sentendosi un completo idiota. Non voleva dire tutte quelle cose, però l'aveva fatto. E se ne era già pentito amaramente.
Doveva chiederle scusa. Immediatamente.
«Tutto bene?» domandò Max.
Zack lo guardò sorpreso, non si era accorto che fosse rientrato. «Sì, cioè no. Sono un coglione.» rispose «Ho bisogno di fare una pausa.» aggiunse. Max si limitò ad annuire.
Zack prese il sacchetto e andò nel retro dell'edifico. Aprì il suo armadietto e vi gettò dentro il sacchetto; sospirò e si sedette sulla panchina in metallo.
«Ho rovinato tutto.» mormorò prendendosi la testa fra le mani. Con rabbia afferrò il cellulare e chiamò Travis.
«Dammi il numero di Callie.» ordinò appena l'amico gli rispose.
«Perché?» domandò Travis.
«Perché sono un coglione. Ecco perché.» rispose Zack.
«Cos'hai combinato?» chiese leggermente preoccupato l'altro.
Zack sospirò. «Lei è venuta qui e mi ha ridato la giacca.» prese un respiro profondo e continuò a parlare. «L'ho trattata malissimo. Le ho detto che è...»
«Le hai detto che è?» lo incalzò Travis.
«Che è una stronza.» mormorò Zack in risposta. E ancora una volta, si sentì uno stupido.
«Allora auguri amico. A meno di un miracolo Callie non vorrà più sentirti.» disse Travis.
«Non dirmi questo.» sussurrò Zack passandosi una mano fra i capelli castani. «Devo chiederle scusa. Dammi il suo numero.»
Travis sospirò. «E va bene. Ti do il numero, ma se non ti risponde devi prendertela solo con te stesso.»
«Lo so. Mi sto già insultando per conto mio.» esclamò Zack alzandosi. Trovò un blocchetto di post-it e una biro nera sul tavolino poco distante. «Ma devo farlo, devo dirle che sono uno stupido e che mi dispiace di averla offesa.»

***

Callie si lasciò condurre nella camera da letto da James. Alla fine era andata alla festa di Liam. Non voleva, ma le parole di Zack le avevano spezzato il cuore e lei voleva dimenticare.
Lasciò che James la baciasse e l'accarezzasse, e che facesse ciò che desiderava con il suo corpo. Perché se il suo corpo era in quella camera da letto, steso su quel letto, la sua mente era lontana mille miglia. E ritornava al pomeriggio precedente, alle parole che le aveva rivolto Zack e alla sua cattiveria.
Lui aveva provato a chiamarla più volte, ma lei, appena sentiva la sua voce che le chiedeva perdono, chiudeva la chiamata. Era rimasta sorpresa quando aveva risposto alla chiamata di quel numero che non conosceva, e quando sentì la voce di Zack pronunciare il suo nome aveva riattaccato, troppo sorpresa e ancora scossa per quello che era successo nemmeno mezz'ora prima.
Era rimasta troppo ferita dalle sue parole. Anche se sapeva che erano vere. Non aveva difeso Chris, si era sfogata con Travis e l'aveva ignorato. Non sopportava più Liz e il fatto che pretendesse che lei fosse la sua tassista, ma nonostante ciò, continuava ad andarla a prendere.
Non poteva fare a meno di farsi schifo da sola. Avrebbe tanto voluto tornare indietro, tornare al giorno in cui aveva deciso di mandare al diavolo l'amicizia con Travis e Chris per James.
Ma era convinta che non potesse fare più nulla per sistemare le cose.
«È stato fantastico, vero?» mormorò James.
«Sì.» rispose meccanicamente Callie girandosi sul fianco destro. Portò la mano destra sotto la nuca e chiuse gli occhi. No, non era stato per niente fantastico. Si passò la mano sinistra sul volto, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sentì la mano di James sfiorarle la schiena e di scatto si alzò, non voleva più rimanere lì, in quel letto con lui.
«Cosa fai?» le domandò James.
«Mi rivesto.» rispose lei infilandosi i jeans neri, «Non lo vedi?» continuò sedendosi sul letto per mettersi gli stivali.
«Lo vedo che ti stai vestendo.» esclamò James mettendosi seduto. «Solo non capisco il perché.»
Callie si bloccò con in mano lo stivale destro. «Ah... ecco, perché...» balbettò guadando il ragazzo. «Perché potrebbe entrare Liz, ecco il perché. La conosci anche tu, sai com'è fatta.» aggiunse, sollevata dall'aver trovato una scusa plausibile, perché non avrebbe mai potuto dirgli la verità, ossia che le faceva schifo stare lì con lui. E che la sua mente pensava ad un altro, anche se lei non voleva pensarci.
James sorrise. «Hai ragione.» disse, attirò a sé Callie e la baciò. La ragazza si divincolò e si alzò, sentendo lo sguardo sorpreso di James su di sé.
«Devo andare il bagno.» si giustificò. James annuì sorridendo.
Callie finì di vestirsi, indossando lo stivale destro e la maglietta; si alzò, prese la borsa e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Entrò nel primo bagno libero che trovò -la casa di Liam era un'enorme villa e si lavò le mani, evitando di guardare la sua immagine riflessa nello specchio. Prese il cellulare dalla borsa e lo guardo. Tredici chiamate senza risposta e due messaggi. Callie guardò per prima le chiamate. Due erano di Travis, una di Chris -e la cosa la sorprese molto,- e le rimanenti di Zack. Callie sussurrò il nome del ragazzo e guardò i messaggi. Il primo, quello di Chris, la implorava di rispondere a Zack, il secondo, quello di Travis, le chiedeva scusa per aver dato il suo numero a Zack.
Callie fece una smorfia e mise via il cellulare, decisa a continuare ad ignorare i tre ragazzi. Si portò una mano allo stomaco, sentendo una leggere nausea. Respirò a fondo e uscì dal bagno, decisa a farsi portare a casa. Incominciava a non sentirsi bene fisicamente.
«James, puoi portarmi a casa?» domandò Callie entrando in camere. James si era rivestito e sedeva sul letto.
«Perché?» domandò il ragazzo.
«Non mi sento bene. Mi fa male la pancia.» rispose lei.
«Va bene. Avvertiamo Liz?» chiese James alzandosi in piedi.
Callie scosse la testa. «No. Torna pure qui se vuoi.» rispose lei.

«Ti chiamo domani per sapere come stai.» esclamò James fermando la macchina davanti alla casa di Callie.
«Va bene.» disse lei. Lo baciò sulla guancia. e scese dal mezzo.
Una volta arrivata in camera si spogliò e indossò il pigiama. Il cellulare che aveva posato sul comodino vibrò e lo schermo si illuminò. Callie lo prese. Un messaggio di Zack.
"Ti prego scusami non volevo dirti quelle cose! per favore Callie, rispondimi!"
Callie sospirò e digitò la sua risposta. Posò la testa sul cuscino, chiuse gli occhi e scoppiò a piangere, pensando alle parole del messaggio che aveva appena inviato a Zack.
"Lasciami in pace. Sparisci. Non farti più sentire"

Salve! Non è colpa mia se quei due sono dei cretini. Mi riferisco a Callie e Zack.
In ogni caso, la parte finale del capitolo lo scritta ascoltando principalmete questa canzone: What about now, dei Westlife, album Where we are, anno 2009.
Anzi, ho ascoltato praticamente tutto l'album. Ultimamente i Westlife sono la mia più grande fonte d'ispirazione.
Sarà perché li seguo del giugno '99, sarà perché a Giugno vado a vederli a loro penultimo concerto, sarà perché li tampino su Twitter ma loro non mi calcolano manco per sbaglio... ma li amo.
http://www.youtube.com/watch?v=Vc7Fn4Hk088&ob=av2e
Ecco a parte ringraziare chi legge e commenta non so cosa dirvi. Ah, sì. Grazie.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: BebaTaylor