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Autore: Melabanana_    04/02/2012    8 recensioni
Kariya Masaki e Kirino Ranmaru si trovano catapultati per caso in uno strano videogioco che mescola confusamente le fiabe con la realtà, strani (ma familiari) personaggi e difficili situazioni... Riusciranno a raggiungere l'ultimo livello e ad uscire dal gioco?
[Scritta da Roby]
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Dal Prologo:
Prima ancora di rendersene conto, Kariya appoggiò braccia e viso sulla scrivania e si addormentò; anche Kirino, seduto accanto a lui, aveva chiuso gli occhi e dormiva placidamente con la testa sulla sua spalla.
Lo schermo s’illuminò.
Il caricamento è stato completato.
Bene, dunque…
Benvenuto nel mondo delle favole~
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Inazuma Eleven Go! Characters Adventures °u°'
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Prologue.

Non era semplicemente stanco di andare a scuola, l’intero mondo lo irritava: questo pensava Kariya, quella mattina, camminando per le strade di Inazuma-cho.
Era stanco della quotidianità, della routine.
Durante la notte aveva nevicato; le auto parcheggiate ed i marciapiedi erano stati completamente imbiancati. La neve scivolava abbondante dai tetti, macchiando a chiazze le strade ghiacciate.
Kariya era uscito legandosi la sciarpa fino a sopra il naso. Quando si era svegliato ed aveva aperto la finestra, era stato travolto dall’aria fredda invernale e la voglia di andare a scuola era svanita immediatamente. A quel punto avrebbe voluto solo chiudersi in casa e giocare ai videogame in pace, ma sapeva che Midorikawa si sarebbe arrabbiato se l’avesse trovato ancora in camera. Sicuramente avrebbe fatto la spia a Hiroto, o peggio, a Hitomiko. Avrebbe detto loro che aveva saltato volontariamente la scuola, e poi sai che palle sentirsi la ramanzina da parte di tutti e tre.
Già gli bastavano le ramanzine di Kirino. Il senpai riusciva sempre ad essere snervante, era costantemente pronto a ficcare il naso nei fatti suoi. Kariya sbuffò: gli sembrava di sentire chiaramente la voce di Kirino mentre gli dava ordini.
“Kariya, passa la palla!”
“Kariya, difendi su di lui!”
“Kariya, non fare lo sgambetto a Kageyama mentre non ti guardo!”
Eh sì, era davvero fastidioso. Non c’era gusto a fare scherzi con lui in giro.
Non si era allontanato troppo dal Sun Garden; aveva soltanto girovagato durante l’intero orario delle lezioni, contando di tornare appena possibile. Ormai era ora di pranzo ed il suo stomaco brontolava. Aveva voglia di un cibo caldo e non gli andava di camminare ancora, perché aveva già le scarpe fradice e i calzini bagnati che gli congelavano i piedi. Sperava che nessuno che lo conoscesse lo vedesse in quel momento. Per non spendere troppo denaro, al Sun Garden c’era l’uso di passare gli abiti vecchi, ma ancora in buone condizioni, di generazione in generazione; per questo, il cappotto che Kariya stava indossando non era stato comprato per lui, bensì per Hiroto, quando era ancora un ragazzo del liceo. A quell’età, Hiroto era evidentemente già più alto di lui e, se a lui il cappotto era andato giusto, per Kariya era enorme, gonfio come un marshmellow. Kariya si sentiva stupido ad indossarlo, ma in verità non gli dispiaceva possedere cose che erano state di Hiroto... E poi, in fondo, era meglio di ciò che gli avevano lasciato i suoi genitori, cioè nulla.
Il ragazzino strinse le mani in tasca, desiderando ardentemente dei guanti. Bene,  decise, è ora di stabilire delle priorità. Per prima cosa, avrebbe comprato un raviolo al vapore, poi sarebbe tornato a casa al calduccio. A quell’ora sicuramente tutti gli adulti erano usciti, ma per evenienza cominciò a pensare ad una buona scusa da usare se gli avessero chiesto come mai fosse rientrato prima del solito.
Mentre era distratto da questi pensieri, non si accorse di un cumulo di neve davanti a sé e vi affondò dentro con l’intera scarpa.
-Dannazione- sussurrò. Odiava l’inverno, finiva sempre per ammalarsi. Abbassò lo sguardo per controllare di non essersi infradiciato anche l’orlo dei pantaloni e, con la coda dell’occhio, notò un negozio di antiquariato. Si andò a specchiare nella vetrina e fece una smorfia: aveva davvero un aspetto orribile. Hiroto l’avrebbe preso in giro di nuovo se si fosse ammalato.
-Ragazzino, togliti dai piedi! Devo chiudere!
Si girò ad osservare chi aveva parlato, un uomo sulla cinquantina con fini baffetti neri. Kariya lo rinominò immediatamente “Baffetti” nella sua testa. L’uomo aveva in mano un lucchetto e delle chiavi e, quando Kariya non si mosse, lo spostò bruscamente sgomitando. Estrasse dalla tasca un telecomando, premette un pulsante ed una saracinesca cominciò a scendere sulla vetrina.
Il rumore era davvero insopportabile.
Kariya fece per voltarsi e andarsene, ma mentre Baffetti armeggiava con il lucchetto, chino davanti alla saracinesca, notò che aveva una scatola colorata sotto braccio.
-Cos’è quello?- domandò.
Baffetti lo guardò, accigliato. Kariya si ammutolì e distolse lo sguardo, nervoso.
L’uomo lanciò un’occhiata alla scatola e poi di nuovo a lui.
-Questo? È solo un videogioco per computer. Me l’hanno portato qualche giorno fa, avevo intenzione di venderlo ma non sembra essere merce apprezzabile- disse con un’alzata di spalle.
-Perciò lo butterò. Ora va a casa, ragazzino, fa troppo freddo per star lì in piedi senza far niente- suggerì in tono brusco.
Kariya gli rivolse un’occhiata torva.
Baffetti lo irritava, come lo irritavano tutti gli adulti che gli parlavano con condiscendenza.
Non appena l’uomo si girò, Kariya fece un passo avanti e gli sfilò rapidamente la scatola dalle mani.
La scosse un po’ per sentire quanti pezzi c’erano dentro, poi tolse il coperchio e si concesse di esaminare il videogioco. In copertina troneggiava il titolo, Fairytale, ed il nome dell’autore.
-La grafica sembra figa- commentò osservando i disegni.
Baffetti scattò in avanti per riprendersi la merce, ma Kariya fu più veloce e arretrò, togliendolo dalla sua portata. Abbozzò un sorriso divertito di fronte al cipiglio irritato dell’uomo.
-Perché un videogioco si dovrebbe trovare in un negozio d’antiquariato?- insistette.
L’uomo sbuffò. -Perché è un gioco incompleto. S’interrompe ad un certo punto e non c’è la fine.
La sorpresa cancellò dal viso di Kariya il sorriso.
-Oh? E perché mai?
-Perché il creatore è morto prima di completarlo.
Kariya abbassò immediatamente lo sguardo sul gioco, mordendosi il labbro. Se davvero era incompleto, allora era inutile giocarci, eppure proprio questo lo incuriosiva.
Baffetti dovette leggergli questa morbosità nello sguardo.
-Va bene, tienilo. A me comunque non serve più, è inutilizzabile. Ma se ti diverte, prenditelo pure- disse, alzando gli occhi al cielo.
-Ora vattene e lasciami chiudere il negozio. Fa un freddo cane qui fuori- bofonchiò, torvo. Chiuse il lucchetto, poi andò verso un’auto grigia, ci si infilò dentro imprecando contro la neve e partì, rompendo il ghiaccio sulla strada al suo passaggio.
Nel frattempo, Kariya aveva elaborato una nuova lista delle priorità: al primo posto c’era ancora il raviolo caldo, poi sarebbe andato a casa ed infine avrebbe provato il nuovo gioco. Senza aspettare oltre, quindi, si allontanò dal negozio di antiquariato.
Aveva alcuni yen in tasca, il rimanente della paghetta che Hiroto gli dava ogni mese, e con quelli si comprò un raviolo di carne al vapore, così caldo che si ustionò la lingua appena diede un morso. Però era buono e gli riscaldò le mani e lo stomaco.
Di certo al Sun Garden il riscaldamento sarebbe stato acceso, perciò si affrettò a tornarci. Non sentiva quasi più i piedi a causa delle scarpe fradice e gelate. Ormai intravedeva il cancello del Sun Garden da lontano;  c’era qualcuno ad aspettarlo là davanti e, quando Kariya vide chi era, per poco il raviolo non gli cadde da bocca per la sorpresa.
-Che cavolo ci fai tu qui?!- esclamò, tenendo stretti sia lo spuntino che il gioco.
Al suono della sua voce, Kirino si voltò. La sua espressione sorpresa mutò rapidamente in un broncio.
-Lo sapevo! Ti sei finto malato solo per saltare la scuola, vero?!- esclamò, mettendosi le mani sui fianchi.
Kariya sospirò. No, proprio non poteva sopportare le sue ramanzine.
-Non sono affari tuoi- disse, passandogli accanto per aprire il cancello. Cercò di chiuderlo fuori, ma purtroppo Kirino intuì le sue intenzioni e lo bloccò, poi lo seguì fin dentro casa, rimproverandolo per la sua irresponsabilità.
-Ah, già. Matsukaze mi ha affidato questi, sono i compiti che devi fare per domani- disse ad un certo punto e iniziò a frugare in borsa per trovarli.
-Risparmiati la fatica, io non li voglio- replicò Kariya. Si tolse scarpe e calzini e s’infilò le pantofole.
-Non dire sciocchezze- ribatté Kirino torvo. –Devi prenderli per forza.
-No. Ho di meglio da fare.
-Ah, sì? E qual è questo impegno importantissimo che t’impedisce di studiare?
Kariya alzò gli occhi al cielo e lo ignorò. Odiava il suo tono saccente. Era più grande di lui di solo un anno, accidenti, perché si dava tutte quelle arie?
Infastidito, si infilò l’ultimo boccone di raviolo in bocca e salì in camera propria. Accese il computer  e, mentre questo si accendeva, si spogliò e si rivestì daccapo, soddisfatto di poter indossare vestiti asciutti e caldi.
Si era appena seduto davanti al computer quando Kirino entrò in stanza e posò un blocco di fogli sulla scrivania. Erano almeno una decina. Kariya li spostò senza darci nemmeno un’occhiata.
-Stai ancora qui? Cos’è, oggi non devi consolare il capitano?- esclamò.
Kirino gli scoccò un’occhiata torva. Non aveva apprezzato il tono sarcastico, o il riferimento a Shindou. Il suo migliore amico era un punto debole, Kariya lo sapeva bene.
-Ti stai mettendo a giocare invece di studiare seriamente- disse Kirino, serio. Kariya sbuffò, in parte deluso che il senpai non avesse abboccato alla provocazione.
-Wow, senpai, sei proprio noioso- borbottò. Poggiò la scatola del gioco sulla scrivania, aprì lo scatolo ed inserì il disco.
Lo schermo del computer si oscurò di colpo, tanto che Kariya temette per un attimo che il gioco gli avesse ammazzato il computer; invece, dopo alcuni secondi, sullo sfondo nero apparvero delle spirali dorate, che disegnavano contorni luminosi intorno a delle scritte. Kirino esitò, ma poi cedette alla curiosità e si sporse su di lui per vedere meglio.
-Cos’è? Un nuovo gioco?- chiese. Kariya annuì distrattamente, occupato a leggere.
 
Esiste un mondo dove le favole sono reali.
Desideri entrarci?
 
C’erano due opzioni. Kariya marcò col mouse la casella affermativa ed aspettò. Dopo un minuto, le scritte scomparvero e vennero sostituite da altre.
 
Incontrerai molti personaggi, esplorerai molti luoghi
E dovrai ricordare che nulla è come appare
Dovrai combattere per continuare a vivere…
 
Ma prima dimmi, chi sei? Fai ora la tua scelta…
 
 I due ragazzi fissarono perplessi le opzioni che si presentavano davanti a loro.
-Cappuccetto Rosso, Cenerentola, Hansel, Gretel…- Kirino lesse i nomi a voce alta e si accigliò. -Sono tutti personaggi delle favole…
-Probabilmente devo scegliere quale avatar usare- lo interruppe Kariya, li scorse tutti velocemente e decise.
-Bene, allora io sono Cappuccetto rRosso. E tu fai il lupo!- esclamò. Cliccò sull’opzione “due giocatori”, poi selezionò i ruoli.
-Eh?! Semmai sarebbe il contrario!- ribatté Kirino, ma ormai Kariya aveva già dato la conferma.
Le spirali si dissolsero nuovamente e, poco a poco, apparve un paesaggio simile ad una foresta incantata, sul cui sfondo s’intravedeva un castello scuro e avvolto da rovi.
Il cielo era terso, le nuvole fumose ed il sole splendeva dietro le fronde dei larghi alberi.
-Non è molto originale- commentò Kariya. –Questo sarà il capitolo uno?
 
Caricamento in corso… Attendi per favore…
 
 
Kariya si mise dritto sulla sedia, sbadigliando. Improvvisamente fissare lo schermo gli aveva fatto venire un gran sonno… Strano, perché non si era svegliato tanto presto quella mattina…
 
Al momento stiamo scrivendo il tuo destino…
Attendi per favore…
 
Prima ancora di rendersene conto, Kariya appoggiò braccia e viso sulla scrivania e si addormentò; anche Kirino, seduto accanto a lui, aveva chiuso gli occhi e dormiva placidamente con la testa sulla sua spalla.
Lo schermo s’illuminò.
 
Il caricamento è stato completato.

Bene, dunque…
Benvenuto nel mondo delle favole~



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**Angolo dell’autrice**
Salve~ Vi ha incuriositi il prologo? Spero di sì ♥
Questa fic mi è stata ispirata da un videogioco per PSP uscito solo in Giappone; si chiama Zettai Meikyuu Grimm (“Il labirinto di Grimm”) ed è un fantasy con una grafica carinissima. Gli scenari delle favole sono molto belli e l’opening è intrigante, l'ho ascoltata tutto il tempo mentre scrivevo questo prologo. Potete guardare l'opening del gioco ed ascoltare la canzone qui
Non so assolutamente con quanta regolarità posterò… come al solito, purtroppo.
Alla prossima,
                Roby
   
 
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