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Autore: ZAITU    14/09/2006    3 recensioni
EPILOGO .Ecco a voi il seguito della one-shot POVERO DIAVOLO.
"Ad un primo sguardo il suo volto avrebbe potuto destare curiosità: metà del viso che un tempo aveva sfoggiato una bellezza abbagliante, era coperto da una maschera d’argento, ferma per sempre in un’espressione di assoluta indifferenza, l’altra, sotto la facciata rigida e la linea dura e forte dei lineamenti, non nascondeva una profonda stanchezza.
L’effetto era quello di un volto spaccato in due. Metà bocca, metà naso, un solo occhio color del cielo d’autunno. Qualsiasi espressione mostrasse, metà di quel viso rimaneva fredda ed immobile lasciando all’altra parte l’ingrato compito di continuare a manifestarsi nella sua scomoda umanità."
Sono passati anni dal loro ultimo incontro e Draco ed Hermione sono cambiati più di quanto avessero mai potuto immaginare.
Genere: Dark, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Era apparsa su una collinetta poco distante con il sole che tramontava alle sue spalle e la avvolgeva con gli ultimi raggi mor

Ciaooo! Ecco a voi il secondo capitolo ,dove si chiariranno un po’ di cose.

Prima di lasciarvi alla lettura però, voglio rispondere ad Alessandra che mi ha chiesto se la morte di Hermione era proprio necessaria.

Direi proprio di si ed in questo chap te ne renderai perfettamente costo, visto che la storia si basa in gran parte su questo. Inoltre un grazie ad _Elentari_ e miss malfoy per i commenti del primo chap.

Fatemi sapere!!!

 

 

 

 

Ne avevano fatta di strada, senza alcun dubbio.

Lui il braccio destro di Lord Voldemort. Lei il braccio destro del Ministro della Magia

Era apparsa su una collinetta poco distante con il sole che tramontava alle sue spalle e la avvolgeva con gli ultimi raggi morenti, rossi come le fiamme dell’inferno che lei non avrebbe mai visto.

Malgrado il cappuccio levato a coprirle il volto e l’anonima figura facilmente confondibile tra le altre Draco Malfoy l’aveva “sentita” arrivare.

Che fosse stata l’enorme aura di potere che promanava  o il guizzo vitale di chi riconosce un proprio simile a far destare i suoi sensi, Draco non avrebbe saputo dirlo.

Seppe soltanto che quella figura uguale a tante altre apparteneva a Hermione Granger.

Si era letteralmente bloccato nell’atto di guardarla come se con un solo sguardo potesse trapassare lo spazio e le vesti per  verificare che quella fosse realmente lei.

Ma non ce n’era bisogno, ne era già sicuro.

Come fu sicuro di vederla rivolgergli uno sguardo ,fugace come lo sbattere d’ali d’una farfalla, prima di continuare la sua marcia al centro della mischia e cominciare a combattere.

Quelli erano i suoi uomini, e lei era lì per combattere insieme a loro.

Ma qualcosa nella mente di Draco Malfoy non quadrava affatto.

Lo squadrone speciale del capo degli Auror non era un organo d’attacco, ma scendeva in campo solo in casi eccezionali in cui urgeva una difesa specializzata.

Da quello che il suo signore gli aveva riferito erano stati loro invece a scatenare l’offesa.

Tuttavia Draco Malfoy non ebbe il tempo per rendersi conto dell’enorme inganno del quale era stato vittima né tanto meno per assaporare quel momento di agognato ritrovo con quell’anima a lui tanto affine.

Quando la scintilla del sospetto s’insinuò nella sua testa, fece appena in tempo a voltarsi e vedere il signore oscuro puntare la bacchetta alla schiena di un’ignara Hermione Granger, impegnata in un combattimento con tre mangiamorte.

Gli occhi dell’ oscuro signore erano di un rosso sanguineo, offuscati dalla sete di morte che la ragazza di fronte a lui avrebbe presto placato, e quando si puntarono su di lui ,quasi sfidandolo a reagire, lampeggiarono per un attimo di puro male.

Draco Malfoy non la avvertì del pericolo né tanto meno provò a reagire in qualche modo.

Immobile come una statua di sale con gli occhi sbarrati ,fissò come a rallentatore il raggio verde che scaturiva dalla candida bacchetta del signore oscuro, osservò il lampo mortifero, verde come la speranza che da quel giorno lo avrebbe abbandonato per sempre, avvicinarsi a quella figura che non l’aveva mai lasciato in quegli anni.

Avrebbe voluto serrare gli occhi quando il fascio di luce si abbatté sulla ragazza disperdendosi in tante schegge di luce di morte.

Nessun grido, perché gli angeli quando cadono non fanno rumore.

E non avrebbe voluto vedere quel corpo, che ora sembrava così fragile, cadere a terra ormai privo di vita ,mentre i mangiamorte che la circondavano ridevano sguaiatamente.

Per un attimo pensò che sarebbe rimasto così per sempre, mentre il mondo intorno a lui cominciava a sgretolarsi in migliaia di frammenti ed il cielo cadeva sfracellandosi al suolo.

“Ma per quanto la tua anima sia ridotta a pezzi il mondo non si ferma aspettando che tu la ripari.”

Fu così che l’unico segno di compartecipazione al suo dolore che il mondo gli concesse fu una leggera pioggerellina che cominciò a cadere incessante, ogni gelida goccia che si conficcava nella pelle come un ago appuntito.

“cara amata pioggia che lavi via così bene lo sporco ed il sangue e mascheri con tanta disinvoltura le lacrime”

Si mosse meccanicamente come un corpo ormai disabituato al movimento.

Non si chiese come la sua bacchetta gli fosse finita nelle mani e non pensò a cosa stava per fare.

Il signore oscuro rideva insieme ai suoi servi per la vittoria appena ottenuta.

Fu tutto troppo rapido per poter essere seguito da una misera mente umana.
Il maestro e l’allievo… credeva di poterlo sopraffare così facilmente, lui, a cui aveva trasmesso col sangue e il dolore tutta la magia oscura che nella sua lunga vita aveva acquisito e sperimentato?
Il maestro scontento dell’allievo

L’allievo che ormai odia il maestro.

Le ossa del padre, la carne del servo, il sangue del nemico…gli avevano ridato la vita.

Il dolore del servo, l’innocenza del nemico, l’amore….Gliela tolsero.

 

- Avada Kedavra! –

 

Miseri resti di ciò che era stato uno dei più grandi maghi di tutti i tempi, giacevano a terra, in un groviglio di seta nera e di pelle che sembrava rinsecchirsi ogni istante, come le squame morte e biancastre di un grosso serpente.

Draco Malfoy abbassò la bacchetta e osservò quei resti con assoluta indifferenza.

La fine di tutto… anche di lui.
Con una dolcezza infinita e sconosciuta si chinò sul corpo ormai freddo di colei che era stata Hermione Granger, la strinse al petto e allungò una mano verso la fronte imperlata di sudore della ragazza lasciandovi una carezza lieve, il petalo di una rosa nera che cade sulla neve nell’espressione più dolce e malinconica dell’assurdità del mondo, poi si allontanò con un turbinio di stoffa e seta che aveva lo stesso colore della notte.

 

 

Lui aveva ucciso Lord Voldemort. Non Harry Potter, non gli auror, ma lui.

Vendetta era stata fatta.

Ma ne aveva ottenuto una ben magra consolazione.

Passati quei primi momenti di totale estraneità, in cui l’unico sentimento concreto era l’odio più cupo e denso, era rimasto solo un grande vuoto.

L’assurda e straziante mancanza di qualcosa che non era mai stata sua, e che ora non avrebbe più potuto sperare di avere.

 

 

- brutti pensieri, Draco?-una flebile voce ,simile al sussurro del vento tra le fronde degli alberi, giunse alle sensibili orecchie di Draco Malfoy, mentre da un angolo buio dell’enorme stanza si avvicinava un’ eterea ed impalpabile figura femminile che diffondeva intorno a se un freddo alone di luce.

Quella vista lo riempiva sempre di una profonda angoscia, più di quanta ne provasse durante il lento scorrere di ogni singolo minuto della sua vita.

L’eco del suo nome rimbombava ancora tra le alte pareti della stanza quando alzò lentamente il viso fissando con l’unico occhio visibile quel volto che era l’immagine di un passato che avrebbe preferito dimenticare.

“non dirigere i tuoi occhi verso il sole, potresti anche accecarli”

Ma lei non era più il sole.

La luce che quell’ombra biancastra emanava era solo una pallida ed ingannevole imitazione di quella che aveva posseduto in vita, solo l’alone di una stella in procinto di spegnersi per sempre.

- non più brutti del solito, Hermione -

Il nome della donna sembrò galleggiare nell’aria per diversi istanti di puro silenzio, nel mare di quell’enorme assurdità che era la vita. La loro vita.

Eccola lì la sua condanna.

L’eterna visione di un fantasma perduto, morto, ma ancora così disperatamente aggrappato alla vita da non riuscire ad abbandonarla completamente.

Così Hermione Granger si era presa la sua vittoria su di lui.

Tormentandolo di continuo con la sue apparizioni, con la sua presenza, ma senza mai concedergli di poter sperare di allungare una mano e non trovare soltanto l’aria impalpabile, senza poterla mai toccare, neanche per provare a capire se le sensazioni di quell’unica notte di tanti anni prima erano state reali o soltanto frutto di un momento passato troppo in fretta.

Draco distolse lo sguardo da lei, ancora giovane e bella come era stata prima di morire, prima di essere uccisa.

Non riusciva mai a guardarla troppo a lungo.

Anche se ormai era soltanto un fantasma, riusciva ancora a leggergli dentro, come se quei lunghi anni non fossero trascorsi, come se lei fosse ancora la brillante studentessa di Hogwarts e lui l’arrogante ragazzino che avrebbe soltanto voluto essere alla sua altezza.

C’erano cose che ,malgrado il suo animo torbido e corrotto, riuscivano ancora a fargli male.

E lei era una di queste.

Lei che gli ricordava di continuo il suo fallimento, la sua debolezza, quella parte troppo umana che non si addiceva al  demone di sangue e odio che era diventato.

Per lei, a causa sua.

Perché lei non c’era più e quello che si era  ritrovato ad avere tra le mani era una vita passata ad aspettarla, per ucciderla, per amarla, per odiarla, non aveva importanza, una vita che che si era fatta di colpo troppo grande e troppo vuota.

Così l’aveva riempita con gli unici sentimenti a cui sapeva dare un nome, con le uniche azioni che era stato abituato a compiere.

Una nuova vita in cui Hermione Jane Granger non era contemplata.

Aveva portato a termine ogni suo piano ed intenzione con estrema efficienza e con risultati strabilianti , ma qualcosa, ahimè, era andata storta.

Lei era tornata.

E se prima l’unica cosa che aveva desiderato veramente fosse soltanto di poterla rincontrare, ora desiderava solo vederla sparire per sempre.

Perché lui non aveva bisogno di un fantasma.

“ un fantasma non si può uccidere…è già morto. Un fantasma non si può amare…ormai non ne ha più bisogno”

- che cosa vuoi?-

La voce di Draco fuoriuscì bassa e roca… non aveva mai avuto bisogno di urlare per farsi obbedire.

“con lei poi sarebbe inutile, un fantasma fa quello che vuole, non può essere comandato”

La ragazza sembrò accennare un sorriso, il dolce incresparsi di un’onda che scivola su uno scoglio, prima di rispondere con voce simile ad un’eco lontano.

-so perfettamente che la mia presenza qui ti infastidisce Draco, ma sai bene che non posso andarmene…-

-… prima di aver risolto la tua questione, giusto?- concluse per lei, sfumando le ultime parole come se pronunciarle gli costasse un’enorme fatica.

- vedo che ogni tanto mi hai ascoltato mentre parlavo…-

-io ti ascolto sempre ,Hermione…ma non hai ancora risposto alla mia domanda. Che vuoi adesso? –

Non era arrabbiato, ma in quel momento avrebbe preferito non vederla e non sentirla.

Il tono che usava con lei non era mai ne troppo imperioso ne troppo accondiscendente, ed anche adesso serbava quel distacco che gli permetteva di sopportare quella situazione ormai da diversi anni..

La ragazza si guardò un attimo in torno, facendo finta di pensarci.

- avevo voglia di vederti- rispose infine, con una sincerità disarmante che in vita non aveva mai avuto.

Forse la morte gli aveva fatto capire quanto a volte fossero sciocchi ed inutili i tentativi dell’uomo di proteggersi dagli altri e dal mondo, con finte bugie e mezze verità.

O forse si era resa conto che ormai non aveva più nulla da perdere.

-se è solo per questo , ti chiedo di lasciarmi solo, non è il momento…- sospirò l’uomo,concedendosi una nota stanca nella voce sempre fiera.

 

- lo so come ti senti, Draco -  ribatté invece la ragazza, l’aura intorno a sé che si faceva pian piano più fioca, come se in qualche modo rispecchiasse il suo stato d’animo.

-No, non lo sai- l’uomo indirizzò l’unico occhio grigio nei suoi ormai senza colore, fissandola con una violenza che le sue parole avevano sapientemente celato.

-hai ragione…io sono morta, sei tu quello che è rimasto. Ma non venirmi a dire che avresti preferito che le parti fossero invertite. -  fiscale e precisa come suo solito.

Il fatto che ora fosse un fantasma non l’aveva resa di certo meno determinata ed insistente.

- non ho mai detto una cosa simile. Vattene Hermione, lasciami in pace…-

Di colpo l’immagine della ragazza sembrò ardere come un fuoco impazzito che per un attimo riuscì ad illuminare anche gli angoli più bui della stanza.

- va bene, Draco. Ma prima o poi ti accontenterò sul serio.Un giorno me ne andrò senza averti mai conosciuto. Allora ricorderai i miei occhi grandi e scuri, i miei silenziosi rimproveri, i tuoi gemiti di angoscia nel sonno mentre i miei incubi ,che sei incapace di scacciare, ti tormentano. Ricorderai tutto questo quando me ne sarò andata e ti odierai per aver desiderato la mia scomparsa. -

la luce che emanava si estinse di colpo, come la fiamma di una candela che dopo il suo ultimo istante di gloria bruciante, si consuma e si spenge.

Si voltò con rabbia, veleggiando nell’aria come una piuma perduta…o strappata dalle ali di un angelo.

Avrebbe potuto richiamarla e dirle che forse, ma soltanto forse, aveva ragione lei.

Ma aveva già rinunciato a lei quando era viva, e farlo ora che era soltanto un pallido riflesso tremolante su uno specchio d’acqua, risultava molto più semplice.

E poi era quello che lui le aveva chiesto. Andarsene.

La vide trapassare il muro, mentre la stanza piombava di nuovo nella più completa oscurità.

“ avrei potuto fermarla”.

Ma lui, il nuovo Signore Oscuro, non avrebbe mai supplicato nessuno. Neanche un fantasma.

 

 

 “ Like sand on my feet,
The smell of sweet perfume
You stick to me forever
And I wish you didn't go
I wish you didn't go, I wish you didn't go away
To touch you again,
With life in your hands,
It couldn't be any harder.. harder.. harder? ”

 

-Could it be any harder, the Calling-

 

Continua…

 

 

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