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Autore: ZAITU    12/09/2006    6 recensioni
EPILOGO .Ecco a voi il seguito della one-shot POVERO DIAVOLO.
"Ad un primo sguardo il suo volto avrebbe potuto destare curiosità: metà del viso che un tempo aveva sfoggiato una bellezza abbagliante, era coperto da una maschera d’argento, ferma per sempre in un’espressione di assoluta indifferenza, l’altra, sotto la facciata rigida e la linea dura e forte dei lineamenti, non nascondeva una profonda stanchezza.
L’effetto era quello di un volto spaccato in due. Metà bocca, metà naso, un solo occhio color del cielo d’autunno. Qualsiasi espressione mostrasse, metà di quel viso rimaneva fredda ed immobile lasciando all’altra parte l’ingrato compito di continuare a manifestarsi nella sua scomoda umanità."
Sono passati anni dal loro ultimo incontro e Draco ed Hermione sono cambiati più di quanto avessero mai potuto immaginare.
Genere: Dark, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Il buio che dominava nell’ampia stanza sembrava soffocare ogni più piccolo rumore e scivolava sulle pareti come inchiostro den

Eccomi di nuovo qui, con l’attesissimo ( certo come no!) seguito della mia prima one-shot “Povero Diavolo”.

Per chi di voi non l’avesse letta, ve lo consiglio calorosamente visto che è lì che tutto nasce ( o muore, dipende dai punti di vista).

Vi avverto subito che i toni di questa fic saranno un po’ più cupi di quelli di “Povero diavolo” e che la storia si svolge diversi anni dopo Hogwarts.

Detto questo non mi resta che ringraziare Debby!!!, Malfoy_Lover, _Elentari_, Alisa, Claheaven, Hermione09, Alessandra e Hikaru_angelic che hanno commentato splendidamente la mia prima one-shot, e augurarvi buona lettura! (^_^)

 

 

Out of reach

 

 

Il buio che dominava nell’ampia stanza sembrava soffocare ogni più piccolo rumore e scivolava sulle pareti come inchiostro denso e appiccicoso.

Sembrava che la vita avesse lasciato da tempo quel luogo e che nessun essere vivente ne avesse calpestato le pietre vecchie e consunte da tempi immemorabili.

Neanche la figura che si poteva distinguere su uno scranno di marmo nero al centro della stanza, poteva essere scambiata per umana.

In effetti molto poco di umano era rimasto in quel corpo che non ricordava più di aver contenuto un anima, se non molti, ormai aveva perso il conto, anni addietro.

Soltanto dura pietra, nel cuore, nella mente, nelle membra.

Ad un primo sguardo il suo volto avrebbe potuto destare curiosità: metà del viso che un tempo aveva sfoggiato una bellezza abbagliante, era coperto da una maschera d’argento, ferma per sempre in un’espressione di assoluta indifferenza, l’altra , sotto la facciata rigida e la linea dura e forte dei lineamenti, non nascondeva una profonda stanchezza.

L’effetto era quello di un volto spaccato in due. Metà bocca, metà naso, un solo occhio color del cielo d’autunno. Qualsiasi espressione mostrasse, metà di quel viso rimaneva fredda ed immobile lasciando all’altra parte l’ingrato compito di continuare a manifestarsi nella sua scomoda umanità.

Grottesco , sarebbe stato il termine giusto per definire quel volto.

Ma nessuno avrebbe mai osato rivolgersi a lui con un appellativo simile.

Un ghigno gli proruppe dalle labbra come uno stridio graffiante, al pensiero di tutti quei sudici vermi che gli strisciavano supplichevoli ai piedi.

Tanti piccoli ed insignificanti uomini, se così potevano essere definiti, che chiedevano la sua protezione in cambio della loro più totale fedeltà.

E lui poteva concedergliela. O sì, poteva concedere qualsiasi cosa, ma con altrettanta facilità poteva riprendersela…con i dovuti interessi.

E della loro fedeltà non sapeva che farsene. Non si reputava ancora tanto stupido e debole da cadere nello stesso errore del caro vecchio Lord Voldemort.

I servi rimanevano servi. Non poteva permettersi bracci destri, alleati o persone di fiducia.

Lui per primo sapeva bene che la brama di potere poteva superare qualsiasi sentimento, figurarsi se poi si trattava di semplice lealtà o fedeltà.

No, molto meglio affidarsi solo a se stessi.

Una frase imperiosa, pronunciata dal suo beneamato padre quando lui era ancora soltanto un ragazzo, gli si affacciò improvvisamente alla memoria. “Il prezzo del potere è la solitudine…non possono esserci amici, non può esserci amore; solo servi e donne a scaldarti il letto.”

E così era stato. Solo ma potente.

Da anni ormai non ricordava di aver sostenuto una conversazione, che non fosse strettamente legata ad una missione, con anima viva.

Non c’era niente da dire infondo.

Tutto quello che il suo cuore e la sua mente avevano agognato per anni era diventato realtà.

Padrone di un regno di morte ed ombra, con un potere illimitato nelle mani e un carisma che pochi potevano eguagliare, non c’era assolutamente niente che non potesse ottenere.

Solo una cosa gli era stata negata.

Il confronto con l’unica persona che avrebbe mai potuto farlo cedere, con l’unica persona che sarebbe mai stata in grado di tenergli testa.

Ma quella persona non c’era più.

Da diversi anni ormai Draco Lucius Malfoy aveva smesso di rincorrere il potere, di spingersi sempre oltre ogni confine che la ristretta mente umana aveva tracciato.

Non ce ne era bisogno d'altronde.

Tutto ciò che era, tutto ciò che possedeva era già al di là di ciò che la mente umana poteva concepire. Tutti lo temevano, seguaci e nemici, pochi lo capivano.

Ma la sua sete, la sua brama potere non si era di certo placata.

Tuttavia era sempre stato convinto che la volontà di un uomo doveva essere spinta da uno scopo assoluto, uno tra tanti ma più forte ed intenso di qualsiasi altro, da un obiettivo che gli faceva desiderare di migliorarsi sempre di più.

Se però quell’obiettivo supremo, quell’unica ragione perdeva significato o semplicemente svaniva, tutti gli sforzi sarebbero risultati inutili ed infruttuosi.

E lui il suo scopo lo aveva perduto…anzi glielo avevano portato via, strappato dalle mani con l’inganno.

Da quando Hermione Granger era morta, diversi anni prima, non c’era stata più ragione per continuare quella lotta spietata con se stesso e i propri limiti.

Nessuno poi avrebbe potuto capire il motivo di tanto ardore e di tanta veemenza, soltanto lei, lei che, seppure nel bene che a lui non era concesso di comprendere, aveva raggiunto obiettivi grandi quanto i suoi.

Per chi allora continuare a combattere se non per se stesso?

E così aveva fatto. Prima spinto da un odio cieco contro colui  che gli aveva tolto prematuramente il sapore dell’unica vittoria che avrebbe mai potuto renderlo felice, batterla o farsi uccidere da lei, poi , ammaliato da tutto quel potere, dalla voglia irrefrenabile di ottenerne sempre di più, perché era facile, perché era appagante, come un bambino la prima volta che assaggia la cioccolata e conquistato dal suo sapore ne vorrebbe ancora.

Ma anche l’odio alla fine era passato portandosi via anche gran parte di quella spinta sconosciuta, che lo aveva inebriato a tal punto da fargli dimenticare per un periodo quale fosse stata la vera ragione del suo lento vagare e cercare.

Aveva irrimediabilmente perso il suo termine di paragone, quell’immagine evanescente che lo aveva accompagnato per tutta la vita, spronandolo a non sbagliare mai.

Nessuno però gli aveva assicurato che in ogni caso lei sarebbe stata disposta a battersi con lui, ad ucciderlo o farsi uccidere.

Era stata solo una proiezione della sua mente distorta e confusa, una convinzione che in quegli anni si era tramutata nella sua unica certezza.

Forse era folle, forse era soltanto un illuso.

Ma soltanto lui poteva toglierle la vita, nessun’altro ne sarebbe mai stato degno.

Di fatto che non era riuscito a sopportare la sua morte senza che fosse stato lui ad infliggergliela.

Se qualcuno gli avesse chiesto in quale preciso momento avesse perso il controllo di se, quella proverbiale freddezza che lo distingueva dagli altri, avrebbe risposto nell’esatto istante in cui aveva osservato impotente il  corpo ormai vuoto della ragazza, cadere riverso sulla terra impregnata di lacrime ,sangue e pioggia.

O più precisamente quando si era veramente reso conto che quella mano piccola e sicura non avrebbe mai impugnato la bacchetta contro di lui per concedergli quella tanto vagheggiata rivincita.

Non aveva mai odiato nessuno così tanto, neanche Potter.

Ma Voldemort non meritava il suo odio….meritava solo la morte.

 

 

Da tempo ormai Lui sapeva.

Gli aveva concesso di diventare il suo braccio destro, il suo stesso portavoce, ma sapeva che non era veramente quello che quel ragazzo, pieno di una forza trascinante, voleva per se.

Da eccellente legilimens quale era, Lord Voldemort non aveva esitato a leggere nelle mente di un inconsapevole e giovane Draco Malfoy.

Draco Malfoy voleva il potere, a qualunque prezzo. E non avrebbe esitato ad uccidere il suo padrone se fosse stato necessario. La sua mente era piena di arroganza e superbia, e questo  nonostante tutto lo aveva fatto sentire stranamente compiaciuto.

Infondo era anche merito suo se il suo pupillo era diventato quello che era.

Terribile e astuto come un serpente che agisce nell’ombra, letale come solo la lama più splendente ed affilata poteva essere.

Ma c’era dell’altro.

Qualcosa che la mente del Signore Oscuro non era riuscita a comprendere.

L’immagine di una giovane donna appariva di frequente tra i pensieri ed i sogni del ragazzo.

Una figura opaca e sfuocata che se ne stava in disparte come un giudice pronto ad ammonire il giovane ad ogni minimo errore.

Era quella donna che spingeva il ragazzo, una promessa indissolubile fatta a se stesso e che la coinvolgeva direttamente.

Tuttavia non poteva di certo eliminare il suo servo preferito per il solo sospetto di un presunto tradimento.

Ma la ragazza poteva essere tranquillamente sacrificata.

La morte di quella che poi aveva scoperto essere solo una sudicia mezzosangue affetta da manie di grandezza, avrebbe sicuramente troncato sul nascere la smania del suo prediletto.

Ma sbagliava, non sapeva quanto.

Nel giorno stabilito lo aveva portato con sé.

Una missione come tante, gli aveva detto, il solito gruppo di auror che tentava come sempre di creare scompiglio solo a discapito delle proprie schiere.

E Draco aveva combattuto con il suo solito stile;  movimenti fluidi e straordinariamente rapidi, freddezza nello sguardo e una correttezza nei confronti dell’avversario, che sembrava un paradosso vista la sua posizione.

Queste qualità avevano fatto di lui il seguace più temuto del Lord Oscuro.

I suoi non erano attacchi ma veri e propri duelli all’ultimo sangue e spesso durante la battaglia occhi nemici e alleati si fissavano su di lui con muto stupore.

Ma quel giorno c’era qualcosa che non andava.

Se ne accorsero i mangiamorte, se ne accorse anche il signore oscuro.

D’improvviso Draco sembrava essere diventato inquieto, perso con la mente in luoghi che forse neanche esistevano. Attaccava solo se gli si presentava un intralcio davanti e si aggirava per il campo di battaglia come un rapace in cerca della sua preda.

“Questi  non sono i soliti auror”

No, non lo erano.

La ferrea disciplina con la quale combattevano e lo strano simbolo che sfoggiavano sul mantello avrebbero dovuto farglielo capire sin dall’inizio.

Lo squadrone speciale guidato ed addestrato direttamente dal capo degli Auror.

Ed il capo degli Auror era Hermione Granger.

 

                       

“So much hurt,
So much pain
Takes a while
To regain
What is lost inside
And I hope that in time,
You'll be out of my mind
And I'll be over you

But now I'm
So confused,
My heart's bruised
Was I ever loved by you?”

 

  -Out of reach, Gabrielle-

 

 

Continua….

 

 

Per qualsiasi commento, critica o insulto sapete dove trovarmi.

Alla prossima!

ZAITU (^_^)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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