RISATA
"...
e il folletto rispose: 'Bacchetta?
Quella non è la mia bacchetta!' " dopodichè
Hagrid scoppiò in una risata
pantagruelica, battendo energicamente le mani sulla tavola.
A stretto giro di posta anche tutti gli altri
docenti si misero a ridere forte.
Solo Severus Piton non rise. Non sorrise neppure,
limitandosi a sollevare il calice di vino dalla tavola, per evitare che
venisse
rovesciato dal piccolo terremoto provocato dalle manate di Hagrid e
lanciando
occhiate gelide ed incredule ai suoi colleghi, compresa la preside
McGranitt.
Era una battuta stupida e decisamente volgare, che diamine avevano
tutti da
ridere?
Nessuno fece caso più di tanto al fatto che si
alzasse di scatto da tavola abbandonando infastidito
Un
paio d'ore più tardi la maga bussò alla porta
dell'aula di pozioni, dove Severus stava preparando la lezione del
pomeriggio
"A Hogsmeade c'è una fiera di oggetti magici, pensavo di
farci un salto.
Ti va di accompagnarmi?"
"Effettivamente sono a corto di radici di doronico
[1]." rispose Severus, e raccolse il bastone al quale doveva ancora
appoggiarsi per camminare. [2]
Lungo il tragitto Oleander continuava a scoccargli
occhiate di sottecchi.
"Che hai?" le chiese il mago.
"Nulla di che. Mi stavo solo domandando cosa
bisogna fare per farti ridere."
"Sicuramente NON raccontare barzellette da
cerebrolesi."
"Suvvia, era simpatica!"
"Invoco il diritto di dissentire."
"Andiamo! Ci sarà pur qualcosa che trovi
divertente."
"Ci sono cose che trovo idiote, fa lo
stesso?"
"Sei impossibile." Oleander scosse la
testa "Penso che sarebbe più
facile
vedere Lucius Malfoy che partecipa ad una festa di paese babbana
guidando un
coro di ubriachi piuttosto che Severus farsi una grassa risata."
concluse
tra sè, mentre entravano nell'unico villaggio inglese
abitato esclusivamente da
maghi.
"E poi, si può sapere perchè ti interessa
così tanto?" domandò Piton.
"Perchè ridere fa bene."
"Sposati un clown, allora." le disse,
gelido.
Oleander gli si parò davanti, mani sui fianchi. In
quella posa a Severus ricordava un po' Molly Weasley, anche se non
glielo
avrebbe mai detto. Aveva affrontato il Signore Oscuro e il suo animale
da
compagnia, ma non aveva velleità suicide fino a quel punto.
"Severus Piton - attaccò la sua compagna - tu
sei, senza alcuna possibilità di errore, l'uomo
più indisponente che..."
"SILVESTRE! OLEANDER SILVESTRE!"
Oleander non potè completare la frase perchè un
mago alto e massiccio, avvolto
in una veste color vinaccia decorata con motivi rosa e marroni le
posò le mani
sulle spalle, facendola ruotare di centottanta gradi. Forse fu la
manovra, o la
sgradevole combinazione di colori del vestito dell'altro, ma Oleander
restò
frastornata e incapace di articolare parola. "Ma sì che sei
tu - proseguiva
l'altro mago in un italiano fluente - ero certo, certo di averti
riconosciuto.
Il viso di una bella ragazza non lo scordo mai."
Severus nel frattempo si era come congelato sul
posto, la mano che era corsa immediatamente alla bacchetta, fermata
solo dal
buonsenso che gli suggeriva che non poteva vaporizzare all'istante lo
sconosciuto.
Non lì: c'erano troppi testimoni.
Oleander corrugò la fronte: quel viso non gli era
del tutto sconosciuto, in effetti, ma non riusciva ad associarlo a
nessun nome
"Scusi, lei sarebbe...?"
"Ma come, non mi riconosci? Dai, non
prendermi in giro. Bello scherzo." ed esplose in una risata asinina che
morì pian piano quando si rese conto che, no, la sua
interlocutrice non stava
affatto scherzando.
"Istituto Mediolanensis [3]. Alberto Delle
Penne." proruppe, quasi indignato.
"Oh sì, ora ricordo. - si voltò verso Piton -
Severus, questo è un mio ex compagno di scuola. Alberto,
questo è Severus
Piton, il professore di pozioni di Hogwarts." li presentò
giostrandosi tra
le due lingue.
Il mago italiano lo salutò sbracciandosi, Piton si
limitò a bofonchiare qualcosa, tradendo irritazione a
vagonate. L'altro parve
non darci peso o, più probabilmente, non se ne era accorto.
D'altronde, con un
unico neurone a coordinare un intero corpo, non si poteva pretendere
più di
tanto, pensò il professore di pozioni.
Oleander, invece, si era resa conto del fastidio
di Severus; lo attribuì principalmente al carattere fin
troppo mediterraneo
dell'altro mago. "Alberto, che fai qui ad Hogsmeade?"
"Sono qui per la fiera, lavoro... work!"
abbaiò in direzione di Piton, additando la sua bancarella di
stoviglie magiche:
paioli automescolanti, pentole e padelle autopulenti, cose
così. Severus non
mosse un muscolo, ma dalla sua espressione facciale trapelava
chiaramente cosa
pensasse del lavoro dell'ex compagno di scuola di Oleander. Anzi, a
dire il
vero, era quasi sorpreso che un unico neurone potesse fare tanto.
Visto? Non aveva bisogno di barzellette per divertirsi, quel giorno il
suo
sarcasmo era in piena forma.
"Ma quindi tu parli inglese?" chiese
Oleander ad Alberto.
"Nah."
"E allora come fai a farti capire dalle
clienti?"
"La lingua non serve, quando si ha
charme." e sfoderò un sorriso esagerato che Oleander
ripescò dalle sue
memorie scolastiche e le fece ricordare come mai conservasse dell'altro
un
ricordo tanto sbiadito: figlio unico di una famiglia di maghi bene in
vista,
borioso, vanesio, convinto che bastasse un suo cenno del capo per far
cadere ai
suoi piedi tutte le studentesse. Incoraggiato dal fatto che
effettivamente
molte sue ex compagne lo idolatravano. Nel frattempo il mago si stava
esibendo in
una specie di balletto, facendo finta di suonare una padella come se
fosse un
mandolino per una cliente.
"Severus, ti prego, non dire nulla..." mormorò
Oleander a labbra strette al suo compagno.
"In effetti volevo dire qualcosa per
umiliarlo, ma vedo che ci sta riuscendo benissimo da solo. Pittoreschi,
i tuoi
amici."
"Non era un mio amico - protestò lei - non
era nemmeno in classe con me. E comunque attento, potrebbe sentirci."
"Ma se non capisce una parola di ciò che
diciamo."
"Però non è gentile."
"Ehi Oleander, perchè non andiamo a prendere
qualcosa da bere in quel bel localino laggiù e ricordiamo i
tempi della
scuola?" le chiese Alberto, prendendola contemporaneamente sottobraccio
per trascinarla verso Madame Piediburro.
Oleander non era molto entusiasta dell'idea, ma
nemmeno voleva apparire cafona e si voltò verso Severus "Che
ne dici,
andiamo a bere un tè?"
"Scherzi, vero?"
"Beh, non posso andarmene e basta. Dai,
magari sarà divertente."
"Tu fa come vuoi, io me ne vado, il livello
di idiozia qua attorno è salito troppo." le
sibilò, e fece ritorno al
castello.
"E'
furioso. -
pensò Oleander, maledicendosi per aver avuto l'idea di
andare a vedere quel
mercatino - sarà già
tanto se mi
rivolgerà la parola tra un mese."
Un paio d'ore e diverse tazze di tè dopo la maga
era più che mai pentita di non aver imitato Severus, dato
che il suo
ex-compagno di scuola non aveva smesso un attimo di parlare di
sè. Ed era
arrivato solo alla sua seconda ex-moglie. Per tutti i fondatori di
Hogwarts, si
rischiava di fare notte e il livello di idiozia dell'altro toccava
veramente
picchi inimmaginabili, altro che divertimento!
Approfittò di un attimo di pausa di Alberto per
guardare la grossa pendola di fianco al bancone del bar "Ma guarda come
si
è fatto tardi! Devo scappare, tra poco ho lezione."
"Lezione?"
"Sì, insegno cristallogia ad Hogwarts. Mi ha
fatto piacere rivederti, ma ora devo assolutamente..."
"Seeeenti - iniziò Alberto, disegnando cerchi
attorno alla sua tazza da tè - io mi fermo per la fiera fino
a domani. Possiamo
rivederci stasera, che ne dici? Io penso alla cena e tu al dopocena."
concluse ammiccando.
"Oh
Merlino misericordioso, non può intendere che... - lo
guardò in faccia - Circe e
Morgana, intende proprio
quello." "No - rispose categorica - non sono libera."
"Ma non sei sposata, non porti la fede."
disse lui, il cui sorriso si stava mutando in un'attonita espressione
interdetta che, a giudizio di Oleander, si confaceva molto di
più alla sua
personalità. Non considerava possibile che una donna gli
dicesse di no. Beh, pazienza, si sarebbe adattato.
"No, non sono sposata, ma sono assieme a un
uomo."
"Ed è una storia seria?"
"Assolutamente sì."
"Tanto da non fare neanche
un'eccezione."
"No." tagliò corto lei, sperando di
potersi sganciare.
"Vorrei proprio vederlo in faccia, questo
fortunato."
"In realtà l'hai già visto, è Severus.
Sai,
l'uomo con cui ero insieme prima."
Alberto si appoggiò allo schienale della sedia e
questa volta, più che ridere, ragliò "Oh,
spiritosona!"
Oleander si irrigidì sulla sedia, nemmeno fosse
stata vittima di un Petrificus Totalus "Prego?"
"Oddio, finiscila di prendermi in giro! Sei
così seria che per poco non ci cascavo." e si
asciugò gli occhi con un
tovagliolo.
"Non.sto.affatto.scherzando. - parlava a
scatti per la rabbia - Io e Severus stiamo insieme."
Alberto si bloccò con la tazza di tè a mezz'aria
"E tu rinunceresti ad una notte con me per quello storpio? E dire che
porti anche gli occhiali."
Ad Oleander spiacque moltissimo di aver rotto la
bella vetrata del locale facendoci volare attraverso il suo ex compagno
di
scuola, ma dalla porta stavano entrando delle persone e lei era una
maga
civile: non scaraventava sacchi di letame sulla gente.
Non sapeva nemmeno che avesse tanto da strepitare
il sacco di letame in questione, visto che era atterrato proprio sulla
sua
bancarella e non doveva nemmeno fare la fatica di tornarci con le sue
gambe. Che
razza di ingrato.
Rientrò
al castello portando un sacchetto di
radici di doronico, entrò nell'alloggio che condivideva con
Severus e li posò
sulla scrivania. Lui era intento a far sanguinare di correzioni rosse
un
compito di pozioni e non diede alcun segno di averla notata.
"Nah, non c'è bisogno che mi ringrazi."
Nessuna reazione. Era proprio furibondo:
probabilmente non si aspettava che accettasse l'invito dell'altro a
bere un tè.
"Andiamo, che altro potevo fare? Volevo semplicemente essere educata,
nulla più. Anche se poi, visto com'è andata a
finire, era meglio se non mi
fossi fermata."
"Cos'è, non era abbastanza spiritoso per
te?" sibilò lui, acido.
Oleander ci mise un po' a realizzarlo "Eri
geloso?" chiese, incredula.
"Sciocchezze." sbuffò Piton.
"Esattamente. - Oleander si chinò sulla
scrivania, ad altezza compiti, per poter intercettare i suoi occhi -
Non hai motivo
per esserlo. Sai bene che sei tutta la mia vita."
Piton si voltò dall'altra parte, infastidito. La
odiava quando faceva la romantica, o quando aveva ragione. O tutte e
due le
cose insieme.
"Certo che hai proprio una bassa opinione di
me..."
Severus tornò a guardarla e aprì bocca per
protestare,
ma Oleander lo precedette "Sappi che per nessuna, e dico nessuna,
ragione
al mondo ti tradirei. Specialmente con uno che, da ragazzo,
ficcò per scommessa
la testa nell'orifizio di un vermicolo. E non sto parlando della bocca."
Forse fu il tono serio e l'aria inappuntabile con
cui la sua compagna pronunciò quella frase, forse fu
l'immagine, troppo assurda
per essere vera, che gli balenò nella testa, fatto sta che
per la prima volta
in vita sua, Severus Piton scoppiò a ridere.
All'improvviso, senza potersi trattenere, si
abbandonò ad una risata davvero divertita, viscerale.
Oleander per la sorpresa era scattata in piedi e
in breve, anche lei si unì alla risata senza alcun ritegno.
Forse il mondo avrebbe continuato a vedere in Severus
solo un tetro ed inquietante professore di pozioni (o un gran bastardo,
secondo
il punto di vista dei suoi studenti), ma non importava. Che il mondo
pensasse
ciò che voleva, non erano problemi loro, pensava Oleander,
mentre lo vedeva
ridere di gusto, con la testa appoggiata al dorso della mano.
Quei momenti preziosi erano solo per loro due.
= = = = = = =
NOTE
[1] Doronicum grandiflorum: fiore di alta montagna
dall'intenso color giallo. Un tempo si credeva che l'infuso delle sue
radici
curasse le vertigini.
[2] Nella mia fanfiction "Alla fine del
sentiero", Severus viene morso al femore, e non alla gola, da Nagini.
[3] La scuola di magia della città di Milano.
Lo so, alla fine il personaggio di Alberto è venuto fuori un po' troppo somigliante ad Allock. Non era mia intenzione, volevo semplicemente uno belloccio, vanesio e molto stupido. A dire il vero la prima idea mi è venuta da Upchuck, uno dei personaggi minori del cartone animato di Daria, con i suoi patetici tentativi di far colpo sulle ragazze.