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Autore: oOMeppyOo    05/02/2012    0 recensioni
Questa storia partecipa al Under the Christmas Tree - Marauders Contest indetto da Jo-96 sul forum.
Raccolta di episodi natalizi in cui vi sono come protagonisti i Malandrini, Lily e tutte le persone a loro vicine.
Gli episodi per ora vanno dall'anno 1970 (l'anno prima dell'inizio della scuola per i nostri protagonisti) fino all'anno 1977 (ultimo anno di scuola).
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Natale da maghi e non: C'è chi lo ama e chi lo odia

 

 

 

 

 

Natale 1970

 

 

25 Dicembre 1970 ore 7.30

 

“Mamma, Papà. Sveglia, è ora di aprire i regali”

La piccola saltava sul letto dei genitori con un grande sorriso stampato sul viso.

“Sei proprio sicura che sia ora piccola?”

Il padre prese la bimba tra le braccia e cominciò a farle il solletico.

“Dai papà smettila.”

Non riusciva a trattenere le risate mentre i suoi occhi verdi diventavano lucidi.

Riuscì a divincolarsi dalla stretta del padre e corse verso la porta.

“Forza pigroni alzatevi.”

I due genitori guardarono verso quella piccola creatura. Era così minuta, così fragile ma aveva un carattere forte e un'allegria che ti travolgeva come un uragano.

“Petunia muoviti alzati. È arrivato Babbo Natale e ci ha lasciato tanti regali.”

La ragazzina si svegliò di colpo e si girò verso la sorella.

“Non sei curiosa di vedere che regali hai ricevuto?”

Petunia lo sapeva bene che Babbo Natale non esisteva e che avrebbe ricevuto tutti i regali che aveva chiesto, ma la felicità di Lily le impediva di dirle la verità.

“Certo che sono curiosa. Facciamo a chi arriva prima sotto l'albero?”

Le due ragazze cominciarono a correre veloci. Questa gara succedeva tutti gli anni e Petunia lasciava sempre vincere la sorellina.

“Sono arrivata prima anche questa volta. Nia devi imparare a correre più veloce.”

Cominciarono a ridere entrambe scartando i loro regali.

I genitori entrarono nella stanza stretti nelle loro calde vestaglie, si appoggiarono entrambi sullo stipite delle porta e cominciarono a guardare le loro due piccole bambine così felici e spensierate. Un sorriso illuminò il viso di entrambi.

 

 

 

25 Dicembre 1970 ore 9.00

 

Un rumore assordante rombò per tutta la casa, facendo quasi traballare i muri.

“Tesoro cos'è stato?”

Dorea strattonò la manica del marito per svegliarlo.

“Non lo so. Dormi amore non è nulla.”

“Puoi andare a controllare per favore?”

Il marito si alzò a fatica, non riusciva mai a dire di no alla sua amata.

Uscì dalla stanza mentre Dorea lo seguiva , scesero le scale che davano sul grande salotto, la bacchetta in mano e lo sguardo vigile.

Un fruscio e qualcosa di molto veloce passò davanti agli occhi dei due coniugi.

“Iuhuuuu.”

Un ragazzino dai capelli neri scompigliati sfrecciava per tutta la stanza sulla sua piccola scopa.

I due coniugi tirarono un sospiro di sollievo.

“Jamie scendi subito da quella scopa.”

Dorea sorrideva incitando il figlio a scendere dal suo regalo di natale.

“Mai. È il regalo più fantasmagorico che potessi ricevere.”

James era felice come non mai nella sua vita. Si era svegliato molto presto quella mattina ed era sgattaiolato in salotto facendo molta attenzione per non svegliare i suoi genitori.

Aveva scartato tutti i suoi regali, Caramelle Tutti i gusti + 1, Api frizzole e dolcetti di ogni genere, il set del piccolo pozionista, una sciarpa fatta a mano da zia Gertry che aveva subito lanciato al di là del divano, qualche libro che non avrebbe mai letto e poi l'aveva vista. Era stata impacchettata con della carta rossa e un grande fiocco dorato, il pacchetto non poteva nascondere la forma del regalo quindi aveva capito subito di cosa si trattava.

Una Nimbus 100, la miglior scopa che un piccolo mago potesse desiderare e lui ora ce l'aveva.

 

 

 

25 Dicembre 1970 ore 12.45

 

“Se non esci subito dalla tua camera la mamma si arrabbierà molto.”

Nessuna risposta.

“Ti prego se non scendi con me la mamma mi matterà in castigo e non potrò aprire i miei regali dopo pranzo.”

La porta finalmente si aprì.

Una grande massa di cappelli neri si sporse oltre la porta e due occhi azzurri brillanti.

“Scordatelo. Io a questo stupido pranzo non ci vengo.”

Detto questo la porta si richiuse con un tonfo proprio davanti al viso di Regulus.

“Oh non vale. Avanti Sirius, fallo per me.”

Sirius si distese di nuovo sul suo letto, le braccia incrociate dietro la nuca e le gambe distese fino alla fine del letto. Portava le scarpe come sempre, solo per infastidire sua madre.

Sui muri della sua stanza erano appesi poster di tutti i generi, ragazze babbane in bikini sorridevano immobili verso di lui, motociclette luccicanti stavano appoggiate ai loro cavalletti o erano sorretta da ragazzi muscolosi e alcune immagini delle più grandi città babbane si mostravano sempre allo stesso modo. Immagini ferme, che però lanciavano un messaggio ben preciso a chi ci passava davanti.

Un ticchettio pesante si faceva sempre più rumoroso. Walburga Black stava salendo le scale, Sirius ormai riconosceva il suono delle sue decoltè.

La porta si aprì da sola in modo brusco.

“Esci subito da questa stanza ragazzino e scendi di sotto, gli ospiti stanno per arrivare. Non voglio altre scenate come l'anno scorso.”

Sirius non si mosse di un millimetro.

“Dromeda viene?”

“No. Lo sai benissimo che è stata ripudiata. Sarà dai genitori di quel lurido mezzosangue.”

“Allora dovrete fare a meno anche della mia presenza.”
Il giovane Black rimase tranquillo disteso sul letto, senza degnare di uno sguardo la madre.

“Non farmi perdere la pazienza. Fai parte di questa famiglia e farei quello che ti dico io finchè vivrai sotto il mio tetto.”

Con un piccolo movimento di bacchetta fece lievitare il figlio.

Sirius cercò di divincolarsi dalle corde invisibili che si attorcigliavano attorno al suo corpo ma inutilmente.

Arrivati in sala da pranzo Walburga lo adagiò malamente sulla sedia e con un incantesimo non verbale lo incollò ad essa.

Non aveva più scampo era in trappola, ma nessuno poteva impedirgli di comportarsi in modo sgradevole per tutto il pranzo.



E questo era il primo capitolo di questa storia.
Spero vi sia piaciuto.
Sarah


 

  
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