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Autore: IreChan    05/02/2012    3 recensioni
"Mi porto le mani alle tempie.
Queste mani, queste stesse mani, quante volte si sono macchiate di sangue altrui?
Quante armi hanno retto?
Quante vite hanno mietuto?
Troppe, sarebbe la risposta giusta a ciascuna di queste domande.
Troppe."
Genere: Guerra, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio.
Il buio mi avvolge, mi soffoca, ma allo stesso tempo mi fa stare bene. 
Rumore.
L’unico rumore che riesco a udire è un martellare incessante, che mi invade le orecchie. Non sento altro.
Questa non sarà una battaglia come le altre.
Le mie guance si bagnano.
Cosa sono? Lacrime? 
Cadono, mi rigano il volto.
Non le vedo, ma le percepisco. Maledette traditrici.
Il mio volto è tanto disteso che sembra una maschera. Disteso, sì, ma non sereno.
E’ bianco, addirittura cereo, incorniciato da qualche ciocca di capelli biondi.
Anch’essi ricadono, disordinati, sulle guance.
A guardarmi, sembro innocua.
Sembro una fragile bambola di porcellana, delicata, che si potrebbe rompere al minimo tocco.
Ma l’apparenza inganna.
Si, perchè quest’innocua bambola a breve ritornerà un’assassina.

Chino il capo, mordendomi il labbro inferiore, anch’esso pallidissimo, finchè non sento il sapore del sangue invadermi la bocca.
Lo rialzo, allento la presa.
Non devo fare così.
Mi porto le mani alle tempie.
Queste mani, queste stesse mani, quante volte si sono macchiate di sangue altrui? 
Quante armi hanno retto?
Quante vite hanno mietuto?
Troppe, sarebbe la risposta giusta a ciascuna di queste domande.
Troppe.

Grido, lancio un grido fortissimo, non curandomi del fatto di essere circondata dal mio esercito.
E in quello stesso istante, un rombo fortissimo intorno a me copre il mio urlo e segna l’inizio della battaglia.
Già lo so.
Questa non sarà una battaglia come le altre.

Sento parole, parole in una lingua strana, dura, che apparentemente trabocca di rabbia e cattiveria, una lingua alla quale non sono abituata, che non è il mio francese.
Mi spaventa.
Ma non per questo mi tirerò indietro.

Spalanco gli occhi, d’un colpo, e la luce mi ferisce. Ma non me ne curo.
Mi lancio contro l’esercito nemico, mentre le lacrime continuano a sgorgare. Maledette.
E li uccido, uno ad uno, freddamente, o almeno in apparenza.
Le mie mani si macchiano di rosso, ma non del mio rosso.
Le mie narici si riempiono dell’odore del sangue, ho un conato di vomito a causa proprio di quell’odore, che mi avvolge,  mi rende schiava, mi inebria e mi disgusta allo stesso tempo.
Lo trattengo eroicamente.
Sulla mia pelle e sulla mia divisa si disegnano strappi e lacerazioni, più o meno grandi. Ma continuo a non curarmene.
Poi lo scorgo.
Si avvicina, ma con lentezza.
Il suo andamento quasi flemmatico sembra frenare lo scenario di morte e distruzione intorno a noi.
Anche le sue mani sono sporche di sangue.
Del sangue dei miei compagni, del sangue del mio esercito.
Non reggo.

L’arma mi cade a terra.

Si avvicina, sempre più.
Lo posso scrutare attentamente in volto.

Anche i suoi occhi, rossi, e ardenti più che mai, sono pieni di lacrime.
No, non devo piangere.
No.

Cado.

“Scusami”.

Un lampo fugace dei suoi occhi rossi, poi, tutto nero.



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Bonjour!
E dopo mesi, rieccomi con una nuova fanfiction. Beh, in questo caso è  un monologo, i pensieri sono della mia OC Angélique,  che rappresenta la Corsica. Ho evidenziato "rossi" perchè servono a riconoscere l'altro personaggio, ovvero, Gilbert.
... Bene, non so più cosa scrivere. D:
   
 
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