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Autore: UnbreakableBond    05/02/2012    1 recensioni
Due ragazze sopravvissute.
Fuoco ed acqua, Fanny e Sophia, Fenice e Ninfa.
Ma qualcosa di oscuro si cela in questa coincidenza.
I segreti saranno rivelati, ciò che è sempre stato nascosto verrà riportato alla luce.
Il destino le farà incontrare.
Una nuova guerra incombe su Death City.
Può una profezia, ormai persa da anni, scongiurare tutto questo?
Genere: Fantasy, Guerra, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Last.'
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Capitolo 3«»
Creatura 


« Zietta, cosa dovrei scoprire? »
« Qualsiasi cosa possibile per distruggere Shinigami ».

Ormai, era passato quasi un anno da quando si trovava alla Shibusen. 
La vita scorreva tranquilla. Il suo compagno d'armi, Ryu Oji, si era dimostrato un'ottima Buki, tanto che erano riusciti a raccogliere cinquanta uova di Kishin. Mancava poco perché Ryu riuscisse a diventare l'arma di Shinigami.
Questo, Sophia, non poteva proprio sopportarlo: perché Ryu sarebbe dovuto diventare l'arma di Shinigami? Dopo che lei aveva lavorato tanto per renderlo tanto potente? Perché Ryu, quello che adesso considerava il suo più caro amico, doveva andarsene per stare con quell'essere orribile che aveva distrutto il suo villaggio?
A quest'idea, l'odio che Sophia provava nei confronti di Shinigami cresceva sempre di più.

Quella mattina, si era svegliata di buon umore: aveva legato i capelli bianchi in due codine basse ai lati della nuca, il paio di occhialoni messi a mo' di cerchietto; la blusa bianca era coperta sul torso da un corpetto marrone scuro, con delle decorazioni dorate; una gonna marrone a pieghe e degli stivali con i lacci decorati nello stesso modo del corpetto.
Ryu, al contrario, indossava una canottiera nera con sopa disegnata la maschera di Shinigami (che chiaramente Sophia non approvava), un paio di jenas e delle semplici scarpe da ginnastica.
« Sai che odio quella maglietta »
« Eddai, solo per oggi! »

Camminarono fino alla Shibusen, chiacchierando del più e del meno. Era una bella mattina di sole: c'era un gran caldo e Sophia cominciava a sudare, era dannatamente sensibile al calore.
Arrivarono presto alla scuola: c'erano ancora molti studenti che dovevano ancora entrare.
« Vieni, Ryucchan, cerchiamo un posto fresco ». Sophia sorrise, aveva la fronte imperlata di sudore. Ryu annuì. Entrarono nella scuola: il laboratorio di scienze era l'aula più fresca tra tutte quelle della scuola.
Il professor Stein era seduto al piano di lavoro, con un sorriso sadico in volto ed un povero uccellino sotto i bisturi. Il pennuto batteva il becco lamentandosi, ma aveva le ali inchiodate al tavolo con dei piccoli aghetti.
« ...uccellino, non ho mai vivisezionato una come lei, lo sai? »
« Una come lei chi? ». Chiese Sophia, fissando il professore: era saltato dallo spavento, probabilmente non aveva sentito entrare i due ragazzi.
« Buongiorno cari ragazzi! Come state questa mattina? »
« Professore -intervenne Ryu, tenendo le mani n tasca- cosa è successo? Chi è questa cosa di cui parlava?»
« Beh, forse non dovrei dirvelo, ma c'è qualcosa di strano e meraviglioso nella scuola. Proprio domani avrò una lezione con lei e Soul Evans ». Stein sorrise, tagliuzzando e sferruzzando il povero uccellino lamentoso.
« Professore -disse Sophia, supponendo un'arma segreta di Shinigami- dobbiamo sapern ». Fu bloccata da Ryu. Lo guardò: la fissava con una tale intensità che la ragazza capì di dover stare zitta.
« Ci scusi -intervenne il ragazzo- non volevo impicciarci »
« Tranquilli. Non si può fare a meno di parlare di un uccello mitologico come lei, dopo tutto ». Sorrise; l'uccellino era morto.
Suonò la campanella, e quindi i due amici si dirigerono verso la loro aula.
Sophia trovava la lezione dannatamente noiosa, anche perché non poteva fare a meno di pensare alle parole di Stein: "Una come lei". Quindi era una persona? Doveva assolutamente dirlo a Medusa.
"Tutto bene?", Ryu aveva scribacchiato con la sua calligrafia delicata il messaggio su un bigliettino di carta.
"No, non mi sento molto bene, puoi accompagnarmi in infermeria?". Ryu annuì, sorridendo leggermente.
« Professore, la mia compagna d'armi non si sente molto bene. Mi da il permesso di accompagnarla in infermeria? ». Il professore annuì, così che i due ragazzi uscirono dall'aula, dirigendosi in infermeria.
Non era vero che Sophia si sentiva male, solo voleva avere la possibilità di schiarirsi le idee su cosa fare.
Certamente, doveva dire a Medusa cosa stava succedendo. Ma doveva dirlo anche a Nail, non poteva lasciarlo all'oscuro.
Intanto, doveva assolutamente vedere Nail: a ricreazione lo cercò.
Andarono nel cortile, per parlare da soli.
« Sai, Nail, stamattina ho sentito Stein parlare di qualcosa che è entrato nella scuola... »
« Ah sì? ». Nail cercava di sembrare interessato, ma in realtà il suo sgurdo e la sua mente erano assenti.
« Sembra si tratti di un uccello mitologico, ma il professore lo descriveva come una lei... »
Gli occhi azzurri di Nail s'illuminarono. « Un uccello mitologico? Una lei? ». Sorridendo di vera felicità, Nail prese le mani di Sophia, « Ma non capisci? Potrebbe essere Fanny! L'amica che ti ho sempre descritto! Potrebbe essere lei! ».
No, non poteva essere ancora viva. Ormai quella ragazza doveva essere morta da un pezzo, non doveva interferire con la vita di Sophia e Nail.
« Ma quella ragazza...quella ragazza non deveva essere morta? »
« Ma non capisci? Forse è ancora viva! »
« Nail! -il tono di voce di Sophia era stranamente alterato- Quella ragazza è morta! MORTA! Ormai siamo io e Medusa la tua famiglia, nessun'altro! Fanny è morta! »
Il viso di Nail si rabbuiò, lasciò le mani della ragazza. Adesso guardava Sophia con disprezzo.
« Come osi pensare che sia morta? Lei è la mia unica e vera famiglia ormai! Né tu né Medusa lo siete! Voi non siente niente per me in confronto a lei! »
Detto questo, il ragazzo si allontanò, lasciando Sophia sola con le sue lacrime e la sua rabbia. E poi, l'odio. Quelle parle l'avevano ferita, certo, ma presto il suo dolore si tramutò in odio. Odio verso quella ragazza tornata dal passato per distruggere la sua vita.
Non disse niente a Ryu, fingendo una piccola discussione tra cugini degenerata in litigio. 
Passarono le ore della giornata in modo stranamente veloce per Sophia, probabilmente pensava a cosa avrebbe detto a Medusa quella notte.
Come pensava, Medusa la venne a prendere sulla scopa a notte fonda, Ryu dormiva profondamente nella sua stanza. Arrivarono alla casa di Medusa, Sophia sperava di poter vedere Nail al più presto.
« Zietta, oggi a scuola ho scoperto qualcosa ». Medusa alzò lo sguardo dalle diverse provette di sangue, fissando intensamente la ragazza.
« Il professor Stein ha detto che c'è un uccello mitologico nella scuola, e si riferiva ad esso con un femminile. Pensi che possa avere a che fare con la Fenice che Ragnarock ha attaccato l'altra notte? »
« E' decisamente molto probabile. Dopo tutto, è stata attaccata presso Death City, è probabile che Shinigami l'abbia presa sotto la sua ala ».
Quindi Shinigami l'aveva davvero reclutata come arma?
« E sai...Percaso, sai se quella ragazza era una fenice, zietta? »
« Certo, lo era. Ma perché me lo chiedi? »
« No, era una semplice curiosità ». Quindi Nail aveva ragione, Fanny era sopravvissuta.
« Adesso vedremo come reagisce il tuo sangue da strega al sangue di una fenice: forse, al sangue magico, reagirà in modo diverso ». Subito, impiantò il sangue nelle vene di Sophia.
La ragazza sentì una strana sensazione di calore nelle vene, qualcosa che ricordava il fuoco.
E poi, sentì di nuovo il sapore del sangue in bocca, come in tutti gli altri esperimeti.
Ma questa volta fu diverso: vomitò certo sangue, ma in una quantità maggiore, il sangue che sgorgava dal suo tatuaggio era molto più del normale. E poi, i brividi: brividi di puro gela che le correvano per la schiena. Sentì qualcosa gocciolarle dalle mani: era acqua. La sua pelle si stava congelando, così come il suo sangue. Stava diventando di ghiaccio, ma era troppo debole per impedire di essere imprigionata.
Allora, Medusa, temendo di perdere una spia, intervenne frantumando il ghiaccio che si formava intorno alla ragazza.
Dopo ore così, tra sangue e ghiaccio, quella strana reazione al sangue di Fenice si fermò.
« Non mi sei utile per gli esperimenti, ma abbiamo capito che i tuoi poteri possono manifestarsi di propria volontà ».
Sophia sorrise lievemente, completamente macchiata di sangue.
Quando la mattina dopo si svegliò, era nel suo letto. Indossava abiti puliti, i suoi erano in una cesta: era completamente incrostati di sangue.
Probabilmente Medusa l'aveva cambiata prima di rimandarla a casa, Ryu avrebbe potuto fare domande strane a causa di tutto quel sangue.
Si svegliarono, fecero colazione ed andoro a scuola. Chiaramente, Sophia non idossava i suoi soliti vestiti: aveva un abitino bianco e corto, ma indossava sempre i suoi stivali e gli occhialoni, solo che aveva legato i capelli in uno chignon spettinato; non era brava a legarli così.
La mattina scorreva velocemente: incrociò due volte Nail, ma non gli parlò e non lo salutò.
Verso la tarda mattinata, c'era un'assegnazione dei compagni.
In tarda mattinata, tutti si riunirono nell'atrio. Il professor Stein si dirigeva verso il suo laboratorio, e Sophia lo fissava intensamente con i suoi occhi azzurri; era attaccata al braccio di Ryu, che stava parlando con Kid (il figlio di Shinigami).
Verso di loro arrivò Soul Evans seguito da una ragazza con i capelli neri e lunghi.
E poi, appena vide Nail, la ragazza svenne. 
Possibile che fosse...?




*L'angolino*
Eccoci con il terzo capitolo della storia di Sophia. Da qui in poi le storie avranno molti particolari in comune.
  
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