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Autore: Anna6    06/02/2012    2 recensioni
"Jay McGuinness. Vi dice niente questo nome? Bè dovreste conoscerlo. Faceva parte di una boy-band molto famosa chiamata The Wanted..."
"Ilaria. Ilaria veniva dal Texas ma aveva origini italiane, come denota il suo nome. Era poco più giovane di Jay, qualche anno forse... avrà avuto, diciamo 18 o 19 anni."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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I'm coming home, coming home
tell the world that I'm coming home
let the rain wash away all the pain of yesterday
I know my kingdom awaits and their forgiving
my mistakes... I'm coming home

 

«perchè mai dobbiamo trasferirci là? Non ti basta andarci nove mesi su dodici?» Ilaria era quasi sull'orlo delle lacrime. Non voleva andarsene, non voleva. Stava bene in Texas, per quanto poco ci rimanesse effettivamente, tenuti conto i miliardi di viaggi che portavano suo padre in giro per il mondo (sopratutto a Londra) e lei sempre al suo seguito non lo lasciava mai. Aveva alcuni problemi con la scuola ma non le era mai importato più di tanto. Non aveva mai rischiato grosso prima di quell'anno. Il primo anno di università. Quell'anno aveva avuto troppe insufficienze. Per questo Jim, suo padre, aveva deciso di trasferirsi a Londra definitivamente, dato che era laggiù dove aveva la maggior parte degli affari. E questa cosa non piaceva a Ilaria. Oh no! Vi rendete conto di cosa sia passare dal caldo secco e dall'assenza di pioggia di Houston all'umida, bagnata, grigia Londra? Una pena incredibile per una ragazza come Ilaria che si nutriva del sole. Ma dato che non c'era nient'altro a trattenerla là, né amici né parenti se non qualche lontana zia che vedeva di rado, non poté opporre troppa resistenza e alla fine acconsentì a quello che, in ogni caso, suo padre aveva già stabilito. E Londra sia! «così potrai andare a scuola e magari ti farai anche degli amici, finalmente!» «Sto bene così papà! E poi non è vero che non ho amici! ...io ho...» «non dire sciocchezze Ilaria, lo so benissimo che nell'ultimo anno hai tagliato i ponti con tutti... vedilo come un nuovo inizio... nessuno sa nulla e potrai incominciare tutto daccapo» le suggerì suo padre stringendola a se e baciandole la testa. «speriamo bene papà!» sospirò la ragazza, guardandolo con gli occhi sgranati «massì, tranquilla! E poi, a parte il tempo, lo so che lo odi, a te piace Londra no?» la rincuorò scompigliandole con una mano i capelli. Lei si allontanò infastidita e annuì «si mi piace...»

 

Il giorno dell'arrivo pioveva. A Londra ovviamente. A Houston non piove. Mai. Incominciamo bene! Pensò sconfitta Ilaria, trascinandosi dietro una valigia enorme che conteneva parte del suo guardaroba e qualche altro effetto personale. Si avviò dietro al padre, che aveva un carico simile, se non maggiore, al suo verso un taxi che dopo una mezz'oretta li scaricò di fronte al loro nuovo appartamento. La pioggia scrosciante li rese zuppi prima che potessero ripararsi dentro alla casa. Infreddoliti presero l'ascensore e scesero all'ultimo piano, interamente per loro. Era un attico da cui si godeva una magnifica vista di Londra e Ilaria rimase per qualche minuto impalata a guardare fuori, pensando che forse, forse non sarebbe stata così male. «piccolina? Mi vieni a dare una mano?» «arrivo papà» rispose voltando le spalle all'enorme finestra e dirigendosi verso l'interno dell'appartamento.

 

«senti Jay, non mi importa quello che devi fare, domani devi essere in studio con gli altri! E non accetto nessun tipo di obiezioni! E quando dico devi vuol dire DEVI sennò...» «sennò cosa?» chiese beffardo il ragazzo che, a braccia incrociate, aveva ascoltato tutto il discorso di Jayne, la loro manager, senza fare una piega. «parlerò con la casa discografica e proporrò una pausa» «una pausa?» «si Jay, vediamo se possono funzionare senza di te, cosa che sono sicura avverrà con successo e poi verrai licenziato. Sai cosa vuol dire?» «niente più figa?» chiese preoccupato il ragazzo, finalmente prestando attenzione alla donna. «cioè ti importa di più di quello che di noi?» chiese Nathan fingendo di essere offeso, ma conoscendo perfettamente la risposta del riccio, che infatti disse senza esitazione: «si» e quindi, passandosi una mano fra i capelli sospirò sconfitto a Jayne: «va bene, ci sarò! Tranquilla! Non li lascerei da soli questi quattro, che farebbero senza di me?» «staremmo sicuramente meglio» sussurrò Max, abbastanza piano da non farsi sentire da Jay ma Siva, Tom e Nathan avevano udito perfettamente. E concordavano con lui.

«dobbiamo fare qualcosa. Sta peggiorando a vista d'occhio e non riesco più a sopportarlo!» esclamò Tom quando si trovò da solo con i suoi tre compagni (Jay era andato “in bagno” ma chi poteva dire esattamente cosa stesse facendo?) «non riesco a capirlo! Prima non era così! All'inizio era fantastico! Cioè... ma ve lo ricordate?» continuò prendendosi la testa fra le mani. «quasi stento a riconoscerlo» sussurrò Siva, come per paura che con le sue parole potesse definitivamente rimuovere il vecchio Jay per sempre dalla sua mente. «è diventato presuntuoso! Una volta scriveva sempre le mail per le fans e ora tocca farlo a Siva, era un geek, leggeva! Ora non fa altro che uscire e andare a feste, peggio di me e Max! E si comporta male con le fans, se non sono carine non le bada e se lo sono le tratta ancora peggio!» Tom non riusciva a capacitarsi di quello che era diventato il suo amico. Non voleva crederci ma quello che aveva di fronte agli occhi era una chiarissima prova che il vecchio Jay non c'era più. O se c'era era così ben nascosto da non essere visto nemmeno dai suoi amici più affezionati. E si sa che quando ti comporti per molto tempo in un modo, anche se non è quello che realmente sei, lo diventi. Ma perchè?

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grazie mille per le due recensioni che ho avuto nel primo capitolo, vi adoro ila e dani♥

la canzone è coming home di diddy dirty money

 
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