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Autore: daisy_123    15/09/2006    1 recensioni
una storia finita male ed un'amicizia per ricominciare
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 2

Andrea Fanimi, la sua fedina penale potrebbe essere meno candida di quanto in realtà è, ma è noto per la sua capacità di togliersi dai guai poco prima che arrivi la polizia. La loro amicizia era iniziata per caso durante la gita a Londra sei mesi prima. Erano appena arrivati all’Hotel vicino alla City, tutta la classe era elettrizzata, ma una persona lo era più di tutte, Lorenza finalmente il suo sogno si era avverato, essere a Londra, la città che ama e ha sempre amato, ed era ancora più felice perché in gita con la loro classe era venuta la 5° in cui c’era il suo amore, il suo primo vero amore: Gabriele. Alto, capelli castano chiaro e occhi verdi con sfumature azzurre, desiderato da tutte, e aveva scelto proprio lei. Lorenza detta la “fighetta”, vestita sempre di marca, capelli sempre raccolti, in trecce, code, chignon e qualunque altra pettinatura che richiedesse l’ausilio di elastici, forcine e fermagli. Voleva festeggiare subito la sua felicità per essere a Londra, voleva andare in un tipico pub la sera stessa del suo arrivo.

“dai Gabri! Vieni ci divertiremo! E poi non vuoi provare una tipica birra inglese?”

“Lo’ non ne ho proprio voglia, e poi sono anche stato male sull’aereo… è meglio se resto in albergo  e mi riposo…”

“beh… se stai male rimango qui con te a farti compagnia”

“non ti preoccupare vai pure! Qui ti annoieresti sicuramente, sono stanchissimo credo che dormirò subito”

“ok amore allora ci vediamo domani mattina, ciao”

“si ciao”

Ciò che succederà è scontato, lui desiderato e desideroso di soddisfare tutte le sue ammiratrici, lei ingenua, con la mente offuscata dall’amore per lui esce lo stesso fidandosi, ma nonostante questo non riesce a divertirsi; continua a pensare al suo Gabriele, a quanto potrebbe star male, ma non solo per questo non riesce a rilassarsi, si ritrova seduta vicina a Andrea, un ragazzo sfigato che le è del tutto indifferente, ma quella sera la infastidiva particolarmente anche solo la sua presenza. Lo considerava uno sfigato di prima categoria perché era stato cosi idiota da farsi bocciare per ben 2 volte, ma lei non sapeva esattamente come erano andati i fatti.

“ma io mi chiedo come si possa essere così insopportabili!”

“Lo’ non preoccuparti di quel cretino, se lo conosci lo eviti!”

“hai ragione Vicky ma mi irrita!”

“non ci pensare tanto adesso torniamo in albergo”

Ma in albergo la aspettava una sorpresa, come in tutte le gite nessuno dorme mai nella propria camera e loro aveva deciso di dormire nella camera dell’Alessia. Ma appena aperta la porta il mondo di Lorenza crolla, si disintegra, un’onda di odio mai provata si infrange conto il suo cuore mandandolo in frantumi. Lui. Disteso sul letto. Nudo. Una ragazza che non conosce lo bacia e la sua “amica” Alessia lo monta. Appena sentono aprire la porta cercano di coprirsi.

“Lo’ ti prego…”

“che cazzo stai facendo?!”

“non è come sembra… mi ci sono ritrovato in mezzo sai che io vivo solo per te!”

“è la cosa più cretina che mi potessi dire!!! Sai mi sono sempre chiesta che faccia avesse un bastardo, coglione che dice cazzate, un porco, un maniaco un traditore, ma adesso ne ho di fronte 3 facce che corrispondono alla descrizione”

Lorenza si gira e si mette a correre per i corridoi dell’hotel, ha solo una cosa in mente, trovare il bar e bere per dimenticare questa scena, ma si ritrova sulla terrazza, da sola, nessuno la cerca, nessuno la consola, non si accorge nemmeno della piccola lucina provocata da una sigaretta accesa. Ha freddo, e come se non bastasse si mette a piovere. Le gocce di mischiano alle sue lacrime, il mini-abito che indossa si inzuppa completamente, si siede sul cemento freddo, si stringe le gambe al petto e inizia a urlare, ma il suo urlo viene coperto dalla pioggia. È stremata, arrabbiata, triste, non si è neanche accorta che qualcuno le si è avvicinato. Andrea. Le passa un braccio attorno alle spalle e la tira a sé, e lei stranamente non è infastidita, si rifugia nel suo maglione e nel suo abbraccio, il suo calore la conforta, il suo profumo, “Acqua di Giò”, il profumo che Gabriele odiava, forse è anche questo che la rincuora un pochino, riesce solo a chiedergli una cosa prima di abbandonarsi totalmente a quell’abbraccio consolatorio:

“perché? Io ti ho sempre dato del coglione… perché?”

“semplice, stai male e hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino, pensavo che arrivassero le tue amiche, ma credo che non le definiresti più così giusto?”

“si… grazie”

E rimangono così, abbracciati e fradici, due anime così diverse unite per caso, che non si separeranno più.

“Sai penso che staresti meglio dentro, e magari con qualcosa di caldo addosso, soprattutto se avessi qualcosa addosso!”

Questa sua affermazione fa spuntare un sorriso sincero tra tutte quelle lacrime.

“dai alziamoci, vuoi tornare in camera tua?” Lorenza scuote la testa.

“bene, però devi metterti dei vestiti asciutti, vuoi venire in camera mia, ti presto una tuta? E non pensare che voglia approfittare di te!”

Con un cenno affermativo ed un altro sorriso i due si incamminano verso la camera 304 di Andrea.

“ecco tieni, non credo che sia la tua taglia, purtroppo io non porto la 40, puoi andare in bagno a cambiarti altrimenti esco dalla camera io…”

Non se ne era mai accorta ma quando sorride gli vengono le fossette, forse perché non lo aveva mai visto sorridere.

“no… vado in bagno”

“come vuoi”

Quando ritorna in camera lo vede seduto sul letto che fuma una sigaretta, sul letto vede il pacchetto di Camel.

“allora... ne vuoi una?”

“come facevi a sapere che ero sulla terrazza? Mi hai seguito? Sai cosa mi è successo?”

“no… stavo semplicemente sulla terrazza a fumare, non so cosa ti è successo”

E improvvisamente lei si siede sul letto, e inizia a raccontare. E mentre gli parla lui la fissa con i suoi occhi neri, intensi, vivaci, che seguono le sue parole, senza giudicarla, solo ascoltandola. Mentre parla pensava di sentire ancora più male, invece non sente niente, solo una sensazione di leggerezza come se lentamente qualcosa dal suo stomaco viene rimosso, e più racconta più si rende conto di quanto sia stata idiota a fidarsi di un tipo così. Alla fine del suo racconto lui le tende la mano.

“piacere Andrea” lei gliela stringe.

“piacere Lorenza”

“bene… posso chiamarti Lore?”

“si… è strano tutti mi chiedono se possono chiamarmi Lo’…”

“lo so… ma Lo’ mi sa tanto nome di cane!”

“e visto che ci siamo conosciuti a Londra ti chiamerò Andrew… se non ti da fastidio…”

“scusami e la pronuncia inglese dove la metti?”

“ma è più bello dirlo come si legge!” 

E come se fossero amici da una vita iniziarono a parlare, a scherzare, addormentandosi insieme.

Ringrazio Eternal Life per il bellissimo commento, e ringrazio anche coloro che leggono senza commentare!!!un bacio Daisy

  
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