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Autore: cheekbones    06/02/2012    5 recensioni
Quando suonò la campanella allargò il sorriso, aspettando che Calliope uscisse.
La vide immediamente: i suoi capelli rossi e la pelle lattea spiccavano su tutti gli altri. Spesso si domandava cosa avevano quegli adolescenti in testa, per escluderla in quel modo, visto che era bellissima - e sentiva chiaramente l'effetto che questa faceva ai ragazzi quando gli passava solo di fianco. Era la superstizione che bloccava la maggior parte degli esseri umani a tenere lontane le Cumberbacht. Ma se quella stessa superstizione teneva lontani i maschi da Callie, a lui andava più che bene.
- Ma non era geloso, era solo questione di principio.
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- L'amore impedisce la morte. L'amore è vita.
Tutto, tutto ciò che io capisco, lo capisco solamente perché amo.
 È solo questo che tiene insieme tutto quanto.
L'amore è Dio, e il morire significa che io, una particella dell'amore, ritorno alla sorgente eterna e universale

Guerra e pace









"Cosa non ti era chiaro della frase - chiama i rinforzi? -" ringhiò Greg, legato ad una sedia del soggiorno. Accanto a lui, legata anch'essa, c'era Billie, con l'aria tranquilla di chi sta prendendo un the.
"Non ti ho visto tornare e prima di allarmare mezza città, ho preferito venire a dare un'occhiata"
"... brava. No, dico: complimenti!"
"Smettila di urlare, sembri una checca isterica!"
Greg non riusciva a capire come facesse a stare così dannatamente calma. Lui era un fascio di nervi, soprattutto perchè i loro rapitori non sembravano essere molto interessati a loro. Quando si era svegliato, si era già trovato legato alla sedia con accanto Billie, e due uomini che litigavano con Callie nel mezzo: bè, lei l'aveva riconosciuta subito. Il bello è che il suo fidanzato l'aveva subito tranquillizzato - uscirete presto di qui. Come se non fossero legati ad un sedia. Legati ad una sedia. Legati. Ad. Una. Sedia. Greg non ci poteva credere.
"Da quello che ho capito" disse Billie, cercando di farsi sentire nonostante le urla dei tre presenti in sala. "... quello che sembra un drogato è il fratello di quello bello. E la rossa è la ragazzina del commissariato"
"Interessante! Molto, molto interessante" sbuffò Greg, muovendo leggermente il collo. I muscoli si stavano addormentando.
"Senti, hanno detto che ci lasciano andare..."
"Oh, certo. Da quando credi nelle favole, Wesson?!"
"Certo che sei proprio uno stronzo!" borbottò la donna, voltandosi verso di lui, per quanto la corda glielo permettesse. "Sono entrata qui solo per salvarti quel culone sodo che ti ritrovi e mi ripaghi in questo modo?!"
"Non mi sembra il momento adatto per fare la donna oltraggiata!"
"Ma quale donna oltraggiata?!" strillò. "Sono una brava partner, ero entrata solo per te!"
"E dovrei sentirmi lusingato?!" disse ironico Greg. Billie lo guardò, ferita nell'animo, e si voltò a guardare i tre litiganti.

"Tu non puoi venire qui e stravolgere mezza grammatica, ok?! Per mesi ti ho cercato in tutta Edimburgo pensando a chissà quale catastrofe e tu vieni a chiedermi aiuto?!" urlò Donn, con le braccia al cielo. Loc lo guardava serafico, come se tutta quella situazione non lo rigurdasse davvero; Callie, intanto, cercava di attirare l'attenzione e, contemporaneamente, tentare di allontanare il cane dalla tenda del soggiorno.
"Scusa, Donn, ma parliamo di me?!" disse, lanciando il bavoso Scott in cucina.
"Non è il momento, ragazzina!"
Callie lo ignorò, portandosi di fronte a Loquerion. "Che vuol dire che lui" indicò il demone dietro di sè. "Non può starmi lontano?!"
I due fratelli si guardarono e Donn gli intimò di fare silenzio. "Non posso dirtelo" sghignazzò Loquerion, sprofondando sul divano.
"Senti, razza di..." Donn la afferrò per la vita, attirandola a sè.
"Ora basta. Che vuoi, Loc?!"
"Una mano, te l'ho detto. Qualcuno mi ha liberato e se c'è qualcuno con tanta potenza, non ha buone idee" alzò un sopracciglio. "In fondo, non sto facendo una buona azione? Pensavo che ti avesse ucciso, chiunque egli sia"
Callie spalancò gli occhi e si voltò verso Donn. "Puoi essere ucciso?" gli sussurrò, spaventata.
"Non starlo a sentire" le accarezzò la testa, sorridendole.
"Per quanto ancora vuoi tenerglielo nascosto?" indicò la ragazzina con la testa e rise. "Donn, mi sembra ora di dire la verità"
"Ma quale verità?" strillò la ragazza. Prima che Donn potesse fermarlo, Loc cominciò a raccontare.
"Quando sei nata, Calliope, stava succedendo un bel pò di bordello nel nostro mondo: i demoni pascolavano senza controllo e io ero uno di loro. Donn, che viveva con voi, stava assistendo tua madre durante il parto in casa" al ricordo, il demone si lasciò scappare una smorfia disgustata. "Ora, da brava Cumberbacht, saprai che una streghetta neonata è un affarone sul mercato nero, così, nel momento più debole per una famiglia, molti si erano lanciati nella gloriosa impresa. Donn li ha uccisi uno dietro l'altro" Loc lo guardò ammirato. "Mi chiedo ancora come abbia fatto... ad ogni modo, non poteva riuscirci tutto da solo, con tutti quei demoni. Uno di loro l'ha avvelenato" sorrise a Callie, che era totalmente presa dalla storia. "Era un demone di prim'ordine, molto pericoloso proprio per i suoi fottuti dentini velenosi, che possono nuocere perfino a noi. Donn stava morendo" lo indicò con un cenno del capo e Callie si voltò a guardarlo ammirata.
"Per me?" si lasciò sfuggire. Il demone alzò le spalle, ma non disse niente.
"A questo punto, tu eri nata e per salvare Donn serviva il sangue di una strega vergine. Tua nonna non aveva il tempo di cercarne una così..." si leccò le labbra, divertito. "Hanno preso quello di una dolce neonata. Il resto puoi dedurlo: una strega che salva un demone è un evento più unico che raro e Donn non ha potuto far altro che cedere la sua libertà a te. Ha firmato un contratto con tua madre. Ti appartiene"
Callie era impallidita. La storia del sangue le faceva abbastanza schifo, ma sapere che aveva salvato Donn la rincuorava. Allo stesso tempo, capì finalmente perchè ce l'aveva tanto con lei: per colpa sua, non era libero. Era come se sua madre le avesse regalato un cane, privando entrambi della giusta libertà. Ecco cos'era: un contratto.
Lo stomaco le si attorcigliò e le salirono le lacrime agli occhi. Guardò Donn: "E' così?"
"Si" sospirò il demone. "Ma, credimi Callie, non mi è mai pesato!"
"Io sono la tua padrona, o cosa?" strillò. "Mi sei stato vicino, sempre!, solo perchè dovevi?"
"Inizialmente ma..."
"Vaffanculo! Considera questo contratto sciolto!" e, a passo di marcia, se ne salì in camera sua. I due poliziotti avevano seguito la discussione senza capire granchè, anche perchè stavano discutendo tra loro. Donn fissò male suo fratello, che sorrise sardonico: "Prima o poi l'avrebbe scoperto!"
"Dovevo dirglielo io!" lo afferrò per il colletto della giacca e lo scosse. "Sei un bastardo, Loc!"
"Come sempre!" rise il fratello. "Ma lei lo sa che contratti del genere non possono essere sciolti?"

Callie si rifugiò sotto il cuscino e diede sfogo a tutte le sue lacrime.
"Miss Calliope" la voce flebile del fantasma di Artie le riscaldò un pò il cuore. "Non piangere, così" un fruscio sulla schiena le fece capire che stava provando a farle una carezza. La ragazzina si asciugò il viso e si sedette sul letto, singhiozzante.
"Ti rendi conto?" biascicò. "Lui non mi ha mai voluta bene! Mi odia, come ho sempre sospettato" tirò su col naso.
"Miss" sorrise Arthur, fluttuando accanto a lei. Si sedette sul letto, per quando un fantasma potesse farlo. "So che sei sconvolta, adesso. Ma credimi, io non ti ho mai detto bugie: Donn stravede per te e non per il contratto, non per avergli salvato la vita. Lui ti adora semplicemente perchè sei tu. Sarebbe successo anche senza il contratto" rise. "Dovevi vederlo mentre si affaccendava a cambiarti il pannolino!"
Callie allungò le labbra in un sorriso. "Davvero?"
"Oh, si! Poi ti raccontava sempre le favole, inventate da lui di sana pianta!"
"Me lo ricordo!" rise la ragazza. "Erano parecchio macabre, però come le raccontava lui facevano ridere"
"Vedi?" il fantasma sorrise e Callie pensò che in vita doveva essere anche meglio. "Lui ti adora. Lo sanno tutti. Sei il suo punto debole"
"Mi tratta sempre male e fa il cretino, zio Artie!" replicò "Ci deve essere un motivo, no?"
"Oh, forse è più semplice di quel che pensi!" le fece l'occhiolino e sparì in uno sbuffo di fumo. Callie guardò il punto accanto a sè confusa, prima che un leggero colpo di nocche alla porta la facesse sobbalzare. "Si?"
Donn aprì la porta e la guardò indeciso sulla soglia. "Posso entrare?"
"Vieni" sospirò Callie, stancamente. Il demone si andò a sedere nel punto in cui prima c'era il fantasma.
"Callie, mi dispiace. Davvero" le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Non volevo che lo sapessi così. Sapevamo che ti saresti arrabbiata, tua madre mi ha sempre pregato di mantenere in segreto. Voglio che tu capisca, però, che per me non è stato un sacrificio. Mi sono sempre trovato bene con voi Cumberbacht e un pezzo di carta non ha cambiato niente, se non aumentato il rispetto che ho per voi"
"Ti posso fare una domanda?"
"Certo"
"Tu... tu mi odi?" balbettò.
"Callie!" la rimbeccò. "Ovviamente no!"
"E allora perchè mi tratti sempre male? Nessuno ti vieta di odiarmi, è legittimo!, ma vorrei una spiegazione!" Callie divenne rossa sulla guance: era arrabbiata, mal sopportava non capire le cose, soprattutto se la riguardavano così da vicino.
Donn divenne triste. "Oh. Bè, non è facile accettare di provare... cose, verso qualcuno a cui cambiavi il pannolino. Perfino un demone millenario come me può rimanere sconvolto"
"Cose?" Callie fece una smorfia. "Ok, non ti seguo!"
"Cose!" si grattò imbarazzato la testa. "Sei... diventata grande così in fretta e io... sai, c'è stato un periodo in cui non sono stato con voi, per via di Loc e la sua prigionia. E quando sono tornato tu eri così... " sorrise. "Donna! Sei cresciuta sotto i miei occhi e quando me ne sono accorto... sai com'è... sono un demone, mica un prete asessuato" le tirò un buffetto sulla guancia. "Mi sento... sporco, capisci? Come se fosse un rapporto incestuoso o qualcosa del genere. Ti cambiavo i pannolini!" ripetè, sconvolto. "Non accettavo le mie pulsioni nei tuoi confronti e così ho preferito allontanarti in ogni modo possibile, sebbene fossi vincolato dal contratto"
"Mi stai dicendo, con un giro di parole mai visto, che ti senti attratto da me?" Callie arrossì furiosamente, stavolta per la vergogna.
"Esattamente" Donn annuì. "Non chiedermi quando sia successo, non lo so. So solo che quando me ne sono reso conto, sono corso ai ripari per evitare drammi. Non è facile vivere sotto le stesso tetto di... della ragazza che ti piace, per usare espressioni adolescenziali" le sorrise.
"Donn" sospirò la ragazza. "Io non so..."
"Tranquilla!" alzò le mani, in segno di resa. "Sono consapevole del fatto che io sia un demone, che non ti fidi, che sono un maiale e ti fa schifo solo a pensarci. Me ne andrò entro fine settimana, appena risolviamo il problema di Loc"
"No! No!" lo bloccò mentre se ne stava andando. "Stavo dicendo, non so come potrebbe reagire mamma!"
"A cosa?"
"A questo" intrecciò le dita dietro la sua nuca e posò le labbra sulle sue. Per qualche attimo, Donn restò impalato dov'era, inconsapevole perfino del proprio ruolo; riscossosi, si rese conto che Callie lo aveva effettivamente baciato. Il suo corpo venne scosso da lievi brividi, sempre più fraquenti, e schiuse le labbra per approfondire il bacio.

"Quindi voi due siete poliziotti?" Loc fece volteggiare le manette sull'indice, guardando Greg e Billie divertito.
"Esatto" grugnì la donna.
"Mh. Carino. Ho avuto a che fare con molti poliziotti in vita mia, ma voi due siete la coppia più stramba, sapete?" rise.
Greg si ritrovò a dargli ragione, ma non disse niente. La partner ce l'aveva ancora con lui e l'aveva ignorato per tutto il tempo.
"Insomma" continuò Loc, gesticolando. "Lavorate fianco a fianco da qualche anno e non vi siete accorti che volete fare sesso?"
"Eh?!" strillarono, contemporaneamente.
Loquerion li guardò confuso. "Voi... voi esseri umani siete molto stupidi. La streghetta non si accorge della cotta di Donn e voi due non vi rendete conto che la vostra chimica sessuale si è espressa in tutti i modi possibili e immaginabili"
"Esseri umani?" borbottò Billie - Perchè, tu cosa sei?
"Chimica sess...?" Greg rischiò di soffocare con la sua stessa saliva. "Senta, lei, non la conosco ma..."
"Giusto! Non mi conosce, ma io conosco voi. O meglio, siete così ovvi che per leggervi dentro non ci vuole tutta la mia magia" sorrise. "Sapete cos'è divertente, pure? Che da parte vostra c'è un rifiuto così netto da lasciarmi basito" spostò velocemente lo sguardo su Greg: gli stava leggendo i pensieri, come un diario. "Perchè ti vergogni di dirle che hai fatto un sogno erotico su di lei?"
Billie si voltò stupita verso il collega, che era arrossito di sana pianta. "Non è vero!"
"Si che è vero! Umani..." sbuffò Loc, andando un cucina per prendersi una birra, da bravo irlandese. "Che brutta razza!"
















[To be continued...]
  
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