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Autore: Burnt Orchid    06/02/2012    12 recensioni
Hunter non era gay. Non lo era veramente mai stato, anche se l'aveva scoperto solo di recente, dopo aver smesso di prostituirsi.
Era attratto dalle donne, dal seno, dai loro fianchi, dalle loro gambe lunghe. Gli piaceva tutto delle donne.
Perciò non era gay.
Ma poteva esserlo, per Brian Kinney.

Justin e Brian come li vede Hunter.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Brian Kinney, Justin Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hunter's pov
Rage and J.T.


Hunter non era gay. Non lo era veramente mai stato, anche se l'aveva scoperto solo di recente, dopo aver smesso di prostituirsi.

Era attratto dalle donne, dal seno, dai loro fianchi, dalle loro gambe lunghe. Gli piaceva tutto delle donne.

Perciò non era gay.

Ma poteva esserlo, per Brian Kinney.

Non credeva fosse una cosa normale, non era come essere bisessuale, perché non gli piacevano gli uomini. No, lui aveva una cotta per Brian Kinney, anche se in linea di massima gli piacevano le donne.

Comunque, ormai si era rassegnato all'idea che Brian non l'avrebbe mai scopato. Figuriamoci, era il migliore amico di Micheal. E aveva un ragazzo. Nel vero senso della parola, aveva vent'anni, da quello che aveva sentito dire. Aveva chiesto a Micheal come fosse possibile che un uomo come Brian stesse con un ragazzino. Micheal aveva alzato le sopracciglia e gli aveva detto: "Si sono conosciuti quasi quattro anni fa".

Quindi, facendo qualche calcolo, Justin doveva avere avuto diciassette anni, la sua età adesso, e Brian ventinove. 

"Sì, ma... cioè, Brian potrebbe stare con qualcuno di più fico, sicuramente!", aveva risposto Hunter.

"Tipo te?", aveva ribattuto Micheal, ridendo.

Insoddisfatto, Hunter gli aveva chiesto di raccontargli la storia. Sembrava che Micheal avesse soppesato l'idea di farlo, ma poi si era limitato a dirgli di leggere Furore, perché era più o meno quella la storia, con un pizzico di fantasia.

Hunter aveva già letto i primi numeri del fumetto, e ne aveva dedotto che, se era come Micheal diceva, Justin era stato 'salvato' da Brian. L'aveva chiesto a Micheal, se era così, e lui gli aveva detto: "Non sta a me dirtelo. Se sei così interessato, puoi chiedere a Justin... ma non a Brian, non gli piace parlarne."

Non aveva fatto nessuna domanda a Justin, anche perché gli stava un po' antipatico...

Alla fine, aveva deciso che era meglio non sapere. Stava da Ben e Micheal da qualche mese ormai, e Justin e Brian si presentavano spesso da loro. Non erano quella che si definisce la tipica coppia felice... raramente si baciavano davanti alla gente... ma, c'era qualcosa di vagamente sensuale in ogni loro movimento... come se stessero facendo sesso in ogni momento. Erano strani. Si prendevano in giro, si facevano linguacce e non aveva mai sentito una parola sdolcinata uscire dalle loro bocche. Ne aveva dedotto che erano solo due a cui piaceva scopare insieme.

Ieri sera Hunter aveva sentito Micheal piangere in camera con Ben. Si era avvicinato alla porta e aveva origliato.

"Justin dice che Brian sta malissimo, che stasera non riusciva nemmeno ad alzarsi dal pavimento del bagno."

"Vedrai che starà bene... il dottore gli ha detto che ha il novantanove per cento di possibilità di riprendersi, no?", lo stava consolando Ben.

"Sì...", aveva piagnucolato Micheal, "lo so, ma... vederlo così è... terribile."

"Lo so, Micheal. Ma è stato fortunato... l'importante è che abbiano preso in tempo il cancro."

Cancro. Brian Kinney aveva il cancro. Hunter aveva chiuso gli occhi e si era immaginato quell'uomo bellissimo, con il suo sorriso seducente, il suo sguardo intenso. Aveva il cancro. Che mondo di merda, aveva pensato.

Poi se n'era andato a letto e aveva sognato Furore. Si era svegliato con un'erezione.

Quella mattina era al negozio con Micheal, che doveva fare l'inventario, quando era arrivata una telefonata.

"Pronto? Oh, Justin, dimmi."

Hunter aveva sentito la voce del biondo all'altro capo del telefono: "Micheal, senti... ho bisogno di un favore. Con il fatto che ieri stava male e tutto, non ho fatto la spesa, e non ho niente che possa mangiare. Manda giù solo il brodo di pollo... e Debbie ne aveva preparato un po' per lui, solo che è tutto al Diner. Ci penserei io... ma non si regge in piedi, e non mi va di lasciarlo da solo. Mi faresti un piacere se potessi portarmi il brodo."

"No, non preoccuparti, non è un problema... è meglio che resti con lui. Te lo porto al più presto."

Hunter aveva visto Micheal passarsi una mano sugli occhi, come se stesse reprimendo le lacrime.

"Vuoi che ci pensi io? Così tu continui con l'inventario", gli aveva chiesto, senza preoccuparsi di fargli capire che aveva ascoltato tutto.

Micheal lo aveva guardato per un lungo istante, poi gli aveva sorriso e aveva annuito.

---

Hunter scese dalla bici e prese il contenitore con il brodo tra le mani. Stava per suonare al portone, quando si accorse che era già aperto. Salì all'ultimo piano e si ritrovò davanti alla porta del loft di Brian. Non era chiusa, era solo accostata. Non bussò, pensando che probabilmente l'avevano lasciata aperta apposta, e la fece scorrere quel tanto da poter passare.

Si guardò attorno, ma non c'era nessuno. Fece qualche passo e poi li vide.

Erano stesi sul letto. Brian sulla schiena, e Justin al suo fianco. Si stavano baciando. Non erano baci sensuali. Erano... dolci. Come se si stessero dicendo "Ti amo" con ogni bacio. Non li aveva mai visti così. Non aveva mai visto nessuna coppia guardarsi così, neanche Micheal e Ben. C'era qualcosa nei loro sguardi, che andava oltre il sesso, oltre l'amore. Era come se potessero vedersi nell'anima. Si sfregarono le punte del naso, con le dita intrecciate, e poi tornarono a baciarsi. Senza un ulteriore scopo. Non erano preliminari, erano solo... tenerezze.

E capì che quando Brian gli aveva detto che aveva un ragazzo in maniera non convenzionale e ben definita aveva ragione. Erano fuori dall'ordinario, erano più che una coppia. Erano una cosa sola, totalmente innamorati l'uno dell'altro, senza riserve, senza bisogno di parole. Erano fatti per stare così. Erano fatti per guardarsi negli occhi così.

Poi Brian chiuse i suoi, stanco, e Justin continuò a fissarlo, senza muoversi.

Non si erano accorti di lui. Appoggiò il brodo a terra, silenziosamente e se ne andò, consapevole di aver visto qualcosa che aveva del soprannaturale.

Erano davvero Furore e J.T.
   
 
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