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Autore: Shadeyes    06/02/2012    3 recensioni
Il terzo capitolo di questa long-fic, assieme all'extra "Angelo Bianco", si è classificato secondo al "Love Canon Contest", indetto da sweetPotterina sul forum di EFP.
Vincitore del premio Cuore, per la storia d'amore più bella, e del premio Lacrima, per la storia più commovente.

Fiction dedicata a Carlisle ed Esme, una delle coppie più romantiche di Twilight.
Non vuole raccontare nulla più che la verità. Pochi, intensi capitoli sulla storia del loro amore travagliato, dal punto di vista di Esme.
Spero di riuscire ad emozionarvi :)
Alzai lo sguardo, scrutai in quelle iridi color miele e con sgomento vi trovai un dolore represso, un sentimento che non sarei mai riuscita ad attribuirgli.
Cancellai dalla mia mente ogni cosa, ogni pensiero razionale che avrebbe potuto frenarmi.
Mi sollevai sulle punte dei piedi e poggiai le mie labbra sulle sue.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen, Esme Cullen
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Missing Memories'
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Carlisle and Esme









Missing Memories









Passato V









Esme Ann Platt Evenson, così mi chiamavo.
Ero nata da una famiglia benestante, avevo avuto una buona educazione e infine mi ero maritata, come si conveniva ad ogni donna che meritasse rispetto.
Avevo contratto il matrimonio con uno degli scapoli più ambiti di Columbus, un capitano dell’esercito americano, un partito invidiabile a quei tempi. Tempi che ormai erano finiti, almeno per me.
Il treno su cui ero salita era partito da qualche minuto, e ogni miglio che metteva fra me e quel posto che ricordavo di aver tanto amato cancellava lentamente ciò che ero stata, per sempre.
Mi lasciavo alle spalle una vita di obbedienza, di rinuncia e rassegnazione, di umiliazione, di rabbia repressa e di pianti soffocati. Guardavo il mio passato scorrere dal finestrino di una carrozza della seconda classe e mi accorsi di non provare niente. Non ero triste, né malinconica, né arrabbiata, e nemmeno felice. Non ero nulla.
Esme si stava spegnendo dentro di me, e con lei morivano tutti i suoi dolori.
Che tu possa riposare in pace, piccola bambina innocente.


Anne Elisabeth O’Malley, così mi chiamavo, ed era l’unica cosa che sapevo di me. Forse avevo delle origini irlandesi, ma era solo una supposizione.
Orfana, nessun parente, nessun amico. Non avevo una casa, non avevo un lavoro, ma solo qualche spicciolo per poter cominciare ad essere qualcuno.
Ero a bordo di un treno che non aveva una destinazione precisa. Viaggiava verso nord, sapevo solo questo, e sinceramente non mi serviva sapere altro.
Solo di due cose ero certa. La prima, che il viaggio sarebbe durato a lungo, perché avevo intenzione di scendere ad una fermata lontana, molto lontana. La seconda, che ero incinta.
L’avevo scoperto da poco, qualche giorno appena, ma sicuramente il bambino cresceva dentro di me già da un paio di mesi. Se me ne stavo andando da quella città, lo dovevo soprattutto a lui. Era la mia piccola benedizione.
Se qualcuno mi avesse chiesto del padre, avrei risposto che non ce n’era mai stato uno.
Sapevo che le ragazze madri non erano granché ben viste nella società Occidentale, ma poco mi importava sinceramente. Non avevo bisogno dell’approvazione di nessuno.
Saremo stati soltanto lui e io, e ci saremo trovati bene, ne ero sicura.
Finalmente avrei avuto l’amore che avevo sempre desiderato.
Finalmente avrei potuto essere me stessa.
Finalmente, avrei iniziato a vivere.


Io, Anne Elisabeth, o più comunemente chiamata Lisetta, tipico nome della bassa estrazione sociale, avevo avuto un passato che cercavo di insabbiare con tutte le mie forze.
A ricordarmelo però non fu la nostalgia, la lontananza dalla mia terra natia, bensì l’unica cosa, l’unico oggetto dal quale non avevo avuto il coraggio di separarmi.
Oh, non era affatto la fede nuziale! Quella fu la prima cosa da cui presi le distanze, ancor prima di gettarla fisicamente dalla finestra della mia prigione.
No, quello che ora stringevo fra le mani era un vecchio quaderno sgualcito, il mio diario degli anni della mia adolescenza, quando ancora la piccola Esme nutriva dei sogni e delle speranze.
L’avevo riletto durante il viaggio, con calma, versando qualche lacrima, provando compassione per ciò che ero stata, per ciò che avevo dovuto essere, e desiderando solo per un momento di poter tornare bambina e rivivere quei pochi attimi in cui mi ero davvero sentita felice.
Carlisle…
Oh, quand’ero giovane ero rimasta affascinata da quell’uomo in una maniera che persino ora faticavo a descrivere! Ricordavo di averlo amato, di averlo desiderato, di aver sognato un futuro insieme a lui… almeno finché non si trasferì, senza dire a nessuno dove o perché.
Ancora non so se lo fece per causa mia o per i suoi interessi, fatto sta che mi spezzò il cuore e mi privò dell’unica cosa per cui ancora potevo sorridere.
Nonostante questo, non sono mai riuscita a fargliene una vera colpa. Per me, Carlisle è sempre rimasto l’uomo più buono e gentile che abbia mai conosciuto, e se mai fosse nato un maschio da questa mia gravidanza, avrei voluto che fosse proprio come lui.
Sì, l’avrei educato come se fosse stato davvero figlio suo, così avrebbe potuto crescere e rendere felice una fortunata giovane donna, una ragazza sognatrice come lo ero stata io.
Carlisle. L’avrei chiamato così, se fosse stato un maschio, e O’Malley sarebbe stato perfetto oltretutto, perché gli avrebbe conferito un’aria europea che era propria anche del mio dottore perduto.
Per la prima volta dopo anni, sorridevo. Mi accarezzavo il ventre e gioivo nel sentire la leggera prominenza che presto sarebbe stata anche visibile.
Non vedevo l’ora di stringerlo tra le braccia, di dargli tutto l’amore che solo una madre può avere per un figlio… e di contare finalmente qualcosa per qualcuno.
La mamma Lisetta e il piccolo Carlisle. Oh, non poteva promettere un futuro più prospero!







Rosa blu










Ehilà, care lettrici e amanti della coppia in questione! xD
Sì, lo so... sono mesi che non mi faccio viva ^^' Perdonate q.q Quest'anno è l'ultimo di liceo per me e... l'esame incombe (ombe... ombe...) o.o Inquietante.
Sì, insomma, avevo troppo da studiare e ho dovuto mettere da parte le mie storie. Non che ora abbia più tempo da dedicare loro, però forse sono riuscita ad organizzarmi meglio e a riservarmi qualche oretta per la scrittura *.*
Sono molto felice di aver aggiornato questa storia, anche perché siamo quasi alla fine :) Ebbene, sì, questo era il terzultimo! Avrei potuto allungarlo e accorpare a questo anche il penutlimo, ma non mi piaceva per niente. Questo è un pezzo tratto dal passato molto corto, ma ha un suo perché e deve stare da solo v.v Che memorie perdute sarebbero, altrimenti? O.o' Avrei dovuto chiamarla Memorie Ritrovate, la storia v.v No, questa long è nata per raccontare di frammenti, e così farà fino alla fine (che è vicinaaaa! *.*).
E visto che la fine è vicina (mi ripeto troppo? xD), cercherò di tentare di essere più tempestiva con i prossimi due aggiornamenti :) E' una fanfiction che porto avanti da troppo tempo e Esme sta iniziando a rompere le scatole con tutta questa tristezza v.v Però, dai... un po' in questo frammento ha sorriso :)

Spero vi sia piaciuto e che vi abbia fatto piacere rivedermi :) E so che è poco professionale, ma... recensite! xD Su, su, dai v.v Sarebbe un perfetto modo per dirmi "bentornata!" :)
Daiii, lo so che siete arrabbiate per il mio solito tremendo ritardo, ma dovete ammettere che sono adorabile quando mi scuso! xD Okay, no q.q



Un bacio! :)






Hilary




   
 
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