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Autore: Cromatic Angel    06/02/2012    2 recensioni
Tre colpi.
Non aspettò nemmeno il permesso. Quello bastava per sapere che stava entrando, e poi era noto che quello fosse il suo modo per far capire che era lei che stava facendo la sua trionfale entrata.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Mi stai evitando? >> La braccò vicino la stampante dietro il suo ufficio.

<< E se anche fosse?>> Prese i fogli stampati e li ordinò.

<< Mi rende nervoso il tuo comportamento >> la fissava tenendo le braccia conserte.

<< Sai che non me ne frega?>> Sollevò lo sguardo verso l'uomo. Sguardo gelido e colmo di rancore.

<< A me invece frega! E anche tanto >> La seguì verso l'ufficio.

<< Jared mi innervosisci così! >> Posò i fogli sul tavolo, sentendo la porta chiudersi, sapendo di non essere sola nella stanza.<< Odio quando devi controllarmi! Lo detesto! >> Si girò e lo vide ad un palmo di distanza da lei.

<< Io odio quando mi devi cancellare dalla tua esistenza! Lo detesto, pensa un po'?! >> Scrollò le spalle come fosse una ripicca quella frase, appena detta.

<< Io ho i miei motivi per odiarti! Tu fai bene a strisciare così da me. Mi fa sentire potente!>> Gettò veleno su quella frase.

<< Non ti riconosco più. Sei cambiata...ti rivoglio Alex...come devo fartelo capire >> Il suo sguardo era languido.

<< Forse non mi hai mai conosciuta davvero Jay...o forse mi sono rotta le palle di stare a contare le tue cazzate. Su otto anni, solo per due mi sei rimasto fedele. Gli altri sei te ne sei andato dietro le donnette facili e io sempre muta a far finta di niente! Ma quando vengo a sapere che una delle tue scappatelle è stata la mia migliore amica, beh...allora sì che in quel caso divento una iena. >> Si sedette sulla poltrona e con foga sistemo i fogli appena stampati << Ah! >> Alzò lo sguardo, additando l'uomo davanti a sé << La prossima volta che dovete mentirmi, almeno fatelo per bene...Lexi confonde sempre le gemelle Forway non riesce mai a distinguerle, questa è stata la falla del suo piano...Lizzy ha fatto la festa tre anni fa...Ellen 8 anni fa. A quella festa abbiamo fatto sesso la prima volta, fu per quella di Lizzy che litigammo e tu andasti solo, ma lì c'era anche Lexi...le balle vanno ben architettate. Mi è bastata una notte per capire il tranello...Ellen e Lizzy sono diverse, solo che Lexi ancora non riesce a distinguerle e le scambia sempre...si è confusa nella bugia. Ahi Ahi! >> Lo scimmiottò.

<< Io non ne sapevo nulla di questa bugia ideata dalla tua amica. Sai che non ti mento, le cose te le nascondo e lo so! Ma quando mi scopri o quando devo dirti determinate situazioni, allora uso la verità >> Era serio e si vedeva che non stava mentendo, anche Alex sapeva che era vero ciò che stesse dicendo.

<> Gli sorrise velenosamente.

Si alzò dalla scrivania dirigendosi all'armadietto posto di lato alla scrivania per riporvi le carte appena stampate.

<< No, Alexandra! Non dire cazzate! Tu sei mia moglie e non farò nulla se non con te >> Sbottò infastidito.

<< Oh davvero?>> Si girò divertita << Non più, Entro la fine della giornata il tuo caro avvocato riceverà le carte per il divorzio. Io la chance te la volevo dare, sei tu che non ti meriti nulla ed io sono esausta del tuo stupido e infantile comportamento. Non osare pensare di non firmarle. Se solo dovessi provarci ti trascino in tribunale! >> Lo additò << Ho una riunione. A dopo >> Più irritata di quanto già non fosse, prese nuovamente i fogli e sbattendo la porta lasciò lo studio e lì anche Jared, ferito e confuso.

 

<< Brandy, ti prego di essermi d'aiuto >> Camminavano veloci verso un grande edificio grigio, ma che già da fuori mostrava la sua raffinata eleganza.

Davanti all'antico portone di legno massiccio, cui manici e ornamenti erano di puro ottone, c'era una donna dai capelli neri, era sulla cinquantina,anche se il tailleur grigio perla le dava cinque anni in più.

<< Salve, lei e la Signora Bishop?>> Alex le tese la mano.

<< Si, lei deve essere la Signora Caffarel... >> Sorrise accondiscendente, porgendo a sua volta la mano.

<< Esattamente>> Strinse la mano della donna.

<< Prego >> Aprì il portone << Le faccio vedere l'appartamento >>.

Alex annuì ed entrò all'interno dell'atrio seguita da Brandy che si guardava intorno per cogliere ogni minimo dettaglio.

C'era molto verde, aiuole pulite e ricche di fiori, alberi giganteschi che seguivano un viale in mattoni grigi che portavano ad una porta in vetro doppio, dalla quale si intravedevano delle scale di marmo spesso al cui fianco c'era il banco del portiere.

La Signora Bishop aprì la porta in vetro e si diresse, sempre seguita dalle due donne , verso l'ascensore posto vicino le scale, un po' nascosto e difficile da vedere da fuori la porta di vetro.

Entrarono dentro l'ascensore, pieno di vetri e arrivarono all'ottavo piano.

<< Ogni piano ha 10 appartamenti, uno per ogni pianerottolo. >> Aprì la porta blindata.

<< Questa è la casa di cui le parlavo >> Spalancò la porta e fece accomodare le due donne.

Davanti si presentò un ampio salone alla destra, che si distanziava dalla porta d'entrata grazie a tre gradini in legno. Ora che guardavano meglio il salone era doppio, diviso da una grande arcata. Proseguendo il corridoio si poteva tenere sotto controllo l'intero salone, che oltre ad essere separato dai gradini era diviso anche da tre colonne di marmo distanti tra loro di circa 4 metri. Arrivati alla fine del salone sulla sinistra si poteva ammirare la grande cucina, che aveva un immenso balcone che dava sull'atrio del palazzo. Di fianco alla porta della cucina c'era una scala in legno che seguiva il percorso di una scala a chiocciole. Da lì si arrivava al piano superiore dove c'erano tre stanze da letto e due bagni.

<< Ma qui al piano inferiore il bagno non c'è? >> Chiese Alex.

<< Certo che c'è! >> Entrarono nuovamente dentro la cucina, la percorsero e arrivarono ad una sporgenza di muro di circa un metro, dietro la quale c'era una porta, anch'essa in legno, dietro la quale c'era un bagno. << Vede? >> Le sorrise l'agente immobiliare.

<< Si...>> Alex si guardò intorno << Che ne pensi Brandy?>> Il suo sguardo cadde sull'assistente.

<< Beh, è molto illuminata...è in centro, dista poco da lavoro e sei sempre circondata dal mondo,non sei isolata. Io la prenderei.>> Lineare e precisa come sempre.

Alex le sorrise e poi si voltò nuovamente verso la Signora Bishop << La prendo >>.

 

 

 

 

Stava controllando le carte, leggeva e rileggeva e non capiva nulla. Anzi era così in crisi che non riusciva nemmeno a capire cosa significasse la parola divorzio.

<< Jared >> Tomo gli toccò il polso destro. << Non puoi fare nulla, devi firmare >> Gli porse la stilo.

<< Non finirà qui >> Prese con violenza la penna e iniziò a firmare i fogli.

Ogni firma era un pezzo del suo cuore che si frantumava.

Ogni firma corrispondeva agli errori che l'avevano condotto fuori dalla vita di Alex.

Ogni firma era la sua condanna a rimanere solo.

 

 

 

 

 

Le luci di casa erano tutte spente.

Accese quella del corridoio e proseguì non curante verso a sua camera, la porta era chiusa proprio come l'aveva lasciata lei.

Abbassò la maniglia e accese la luce della sua stanza.

Gettò la borsa sul letto e posò il cellulare sulla scrivania, vicino ad un foglio ripiegato.

Quello di certo non l'aveva lasciato lei.

Titubante lo prese e lo aprì.

 

Dolce e cara Alex,

Odio questa situazione e odio ciò che ho fatto. So perfettamente che hai capito della balla che ti ho inventato. Quelle gemelle sono la mia croce. Ma ciò non toglie che sia stata una pessima amica, ho tradito la tua amicizia e la tua immensa fiducia in me. Inutile tirare in ballo scuse varie, non esistono. Quella sera ero brilla, ma sapevo che fosse Jared, che fosse colui che tra un anno avresti sposato. Una bugia durata troppo e mi dispiace. Ma non avevo le palle per dirtelo e come vedi nemmeno adesso riesco ad affrontare il discorso di presenza. Ti ho scritto questa lettera perchè è più facile così.

Esco dalla tua vita, pronta a rientrarci se tu vorrai. Sarò sempre nell'ombra aspettando un tuo permesso, anche se sinceramente la vedo difficile. Questa volta l'ho fatta grossa.

Spero che tu possa trovare la pace e tranquillità.

Se per il tuo compleanno verrai in Italia, allora pensami...basta uno squillo e se tu vorrai verrò.

Un forte abbraccio e immense scuse.

Lexi “

 

Una lacrima le rigò la guancia.

Ripiegò la lettera e la mise dentro l'agenda.

A lei avrebbe pensato prima o poi, adesso doveva smaltire tutta la rabbia e frustrazione e l'avrebbe fatto preparando le valigie.

Non aveva più la forza per rimanere in quella casa, che non era nemmeno sua.

Ormai era divorziata e doveva rompere ogni legame con Jared, ed abbandonare quella casa era una delle tappe fondamentali che si era prefissata.

<< Che ci fanno tutti questi vestiti sul tuo letto? >> Jared all'improvviso comparve, appoggiato allo stipite della porta.

<< Faccio le valigie >> Alex non alzò lo sguardo, continuò a riordinare le sue cose.

<< Hai già trovato casa?>> La sua voce era piatta.

<< Si, domani mi trasferisco >> Tirò dall'armadio uno dei suoi tre trolley e lo aprì sul letto.

<< Possiamo parlare come due persone civili? Potresti per favore smettere di sistemare le tue cose e darmi ascolto per un attimo? >> Chiese cortese, cosa del tutto difficile da parte sua.

Alex mise dentro il trolley il paio di jeans che aveva in mano e poi si eresse voltandosi verso Jared << Ok, ti ascolto >> Disse in segno di resa.

<< Vieni con me >> Entrò nella stanza e si avviò verso la porta/finestra. Scostò le tende e aprì la porta in vetro e uscì nella terrazza seguito da Alex.

La leggera brezza autunnale le faceva ciondolare la coda, mentre le dolci e tenui luci di Los Angeles le impregnavano la vista. << Questa sarà l'ultima volta che vedremo insieme questo panorama >> Poggiò i palmi delle mani sul davanzale del balcone.

<< Non farne un dramma Jared >> Lo supplicò Alex.

<< Non ne faccio. Mi merito tutto. La tua rabbia, il tuo odio, il tuo rancore, la tua delusione. Ogni cosa so di meritare. Ma sono certo che nella parte più remota di te, ancora mi ami. Ed io mi appello a quella minuscola parte. >> Si voltò verso la donna e le prese i fianchi con entrambe le mani << Dio Alex! Io ti amo alla follia. Se me lo chiedessi mi butterei da qui... >> Gli occhi si riempirono di lacrime.

<< Non serve Jay...non serve... >> Il vuoto le assalì lo stomaco, come una mano che stringeva le sue viscere. << In questi due anni in cui siamo stati sposati non mi hai mai fatto mancare nulla, come anche prima del resto. Non mi hai nemmeno tradita con nessuno, e ne sono certa. Ma mi hai nascosto di avere un figlio e anche di avere avuto una scappatella con la mia migliore amica un anno prima del matrimonio. Questo non posso accettarlo.>> Scosse la testa afflitta.

<< Non puoi nemmeno immaginare quanto vorrei non avere un figlio e quanto odio me stesso per essermi ubriacato alla festa di Lizzy >> La stretta sui fianchi divenne più forte.

<< No, Jay! Non osare dirlo più! Se lo avessi saputo, avrei accettato la tua paternità...ma il fatto che tu me lo abbia nascosto....quello mi da rabbia. Forse la scopata con Lexi te l'avrei fatta passare. Ma in quella situazione. Ne hai combinate troppe...non posso continuare a coprire sempre... >> Anche i suoi occhi divennero acquosi.

<< Ti Amo Alex. Ti amotiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamo>> Le prese il viso con una mano e con impeto la baciò. Con passione le divorò le labbra e con amore esplorò la sua bocca con la sua lingua.

Le lacrime di entrambi si confondevano. Erano un tutt'uno.

La sollevò e la portò dentro, stendendola sul letto. Si staccò da lei rimanendo comunque sopra. La osservò : le labbra rosse e gonfie, i capelli arruffati di cui la coda era un vago ricordo. Il vestito pesca era solito stare a metà coscia, adesso era sollevato fin sopra l'inguine. Lei lo guardava con amore e passione, come se nulla fosse mai accaduto.

Si avventò di nuovo su di lei, spogliandola e spogliandosi.

I baci lungo il corpo e le dita che le accarezzavano l'interno coscia la fecero rabbrividire.

Jared risalì nuovamente, dedicandosi alle labbra di Alex.

Si posizionò meglio tra le gambe della donna e mentre intrecciava le dita di entrambe le mani nelle sue, con una decisa spinta di reni entrò in lei, sentendosi di nuovo completo.

  
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