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Autore: Molly182    06/02/2012    1 recensioni
Prendere un aereo non era mai stato così difficile come in quell’istante! C’era in gioco tutta la mia vita, i miei sogni e la speranza di stare bene, una volta atterrata.
P.s. La maggior parte dei capitoli sono accompagnati da delle canzoni che si trovano linkate nella storia :)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chap 21
“Che ci fai qui?”, mi chiese Gary mentre commentavamo dei LP di parecchi anni fa.
“In che senso?”, chiesi confusa.
“Non ho mai sentito nessuno parlare con così tanta passione, nessuno qui dentro ha lavorato mettendoci così tanto entusiasmo per la musica quindi mi chiedo cosa ci fai qui? Non dovresti essere in qualche rivista di musica a pedinare le band in tour oppure a criticare i nuovi artisti”
“Ma mi piace questo lavoro”
“Quanti anni hai?”
“Che importa?”
“Vai al College”
“Ma mi piace lavorare qui”
“Ma è un peccato”
“Senti Gary, se è un modo carino per dirmi che sono licenziata...”
“Non dire sciocchezze, non ti licenzierei mai, dico soltanto che sei sprecata a lavorare qui, prendi almeno in considerazione l’idea di andarci”
“Se ti dico che penserò all’opzione di andare al college, mi lascerai andare a casa?”
“Forse”
“Sì, Gary, penserò al College”
“Beh, allora ci vediamo lunedì”, disse sorridendomi e spostandosi di lato da permettermi il passaggio. Presi la mia borsa di dietro il bancone e gli passai di fianco.
“Grazie”, gli dissi uscendo dal negozio alle sei e mezzo.
Era passato il mese di giugno e il sole di luglio rispendeva in cielo come sempre, senza neanche una nuvola.
Nelle quattro settimane passate avevo comprato, finalmente, una macchina che risaliva a più di cinquanta anni fa ma almeno possedeva il cambio manuale.
Quando mi presentai a casa con quel rottame mi ricordai della faccia scettica di Nicole. La chiamava la ‘trappola che si muove’, io semplicemente ‘Sally’. Era perfetta per me, anche se cadeva a pezzi e rischiavi di rimanere incastrata nella cintura di sicurezza. Quando guardammo il libretto della macchina non potemmo non sussultare leggendo che risaliva al 25 Luglio 1942 e scoppiammo a ridere. Da quel momento non smise di sfottermi dicendo che vivevo nel passato e sinceramente, mi andava bene così.
Più che altro l’avevo comprata per non chiedere sempre, la macchina, a Nicole o magari di accompagnarmi da qualche parte e poi, mi permetteva di dormire qualche minuto in più di mattina così da evitare lo sbattimento dell’autobus.
In quest’ultimo mese Nicole non faceva più nessun riferimento a Thomas dopo che, per la millesima volta, li avevo detto che non m’importava più nulla di lui soprattutto del fatto che fosse venuto a prima da me. Non mi sarebbe importato finché sarebbe restato con Jennifer e sapevamo benissimo che non l’avrebbe lasciata.
Ormai, nell’ultimo mese, la mia vita a San Diego non riguardava più Thomas, avevo preso la mia strada e stavo bene senza di lui ma percorrendo la strada del ritorno non potevo non evitare il cartellone posto sul muro dove annunciavano il loro tour americano. Una maledetta foto che mi distraeva sempre e quel giorno non avrebbe dovuto toccarmi minimamente. Quando all’esame di guida ti dicono “Tieni gli occhi sempre sulla strada” c’è un motivo ben valido e tornando dal lavoro me lo sarei dovuto ricordare.
   
 
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