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Autore: Frulli    15/09/2006    2 recensioni
"Vi racconterò una storia. Non una storia di famosi eroi,re,elfi che hanno portato il bene nella Terra di Mezzo. Non vi narrerò della Guerra dell’Anello,né di quella del Fosso di Helm. Anche se sono passati più di venti anni dalla fine della Terza Era,queste storie sono narrate ogni qual volta che ve n’è l’occasione,da qualsiasi persona. Vi racconterò una storia di una semplice ragazza,semplice davvero. Una ragazza che abita a Rohan,più precisamente ad Edoras..." [RECENSITEEEE!!!]
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Eomer, Eowyn, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 2

Capitolo 2: il ritorno degli eroi

 

 

Eowen osservò la porta chiusa, poi ripercosse il corridoio, diretta alla sua stanza. Entrò, sospirando. Non poteva essere un’elfa, era impossibile! Per prima cosa non aveva i caratteri semantici della razza, a cominciare dall’alta statura e dalle orecchie a punta. Ma c’era qualcosa negli sguardi delle sue figure del sogno, come se la conoscessero da molto tempo, da quando è nata…

Sospirò ancora, lentamente, scosse il capo. Io sono una dama di Rohan, sarò una guerriera che difenderà la sua patria e combatterà al fianco del suo sire, come dama Eowyn, pensò Eowen sorridendo. E subito il pensiero andò agli avvenimenti passati che sempre le raccontava il re Eomer ed Elessar: l’oscurità nei loro volti,  la paura della gente, la corruzione, il male che imperversava ovunque. E poi l’Anello, Frodo dalle Nove Dita, Samvise l’Impavido… Il sacrificio di Boromir e Theoden, che sono morti per i loro ideali, per la loro patria…Quale morte più venerabile di questa…! Preferirei morire a questa giovane età ma combattendo, piuttosto che vivere cento anni e più, vecchia, senza la gloria e l’onore, morendo di una malattia che mi logorerebbe lo spirito e il corpo lentamente, chiudendo per sempre gli occhi nell’ agonia, pensò decisa. Si trovò poco dopo a ridacchiare al ricordo delle parole che sempre le diceva Elfwine, il figlio del Re: “Se fossi nata maschio, di certo saresti stata un grande Cavaliere di Rohan!”. Perché non esserlo anche da donna? Perché le donne non possono combattere in guerra per amore del re e della patria?, sempre queste domande si poneva la giovane Eowen, anche in quel momento, mentre si stava posando sulle spalle il mantello verde sopra i comodi abiti maschili. Ancora pensierosa uscì dalla sua stanza, richiudendosi la porta dietro le spalle. Avanzò lungo il corridoio e dopo alcuni minuti, seguendo un tragitto segreto, si ritrovò davanti il portone d’ingresso, aperto per accogliere le dame e i messeri che entravano nel palazzo. Sorrise, felice…

Sulla terrazza osservava davanti a sé, oltre le torrette, oltre le mura di cinta. Purtroppo l’occhio le cadde su quattro figure che avanzavano in vestiti sfarzosi ed ebbe un tuffo al cuore per la tristezza e la rabbia: stava avanzando Wùlf, cugino di secondo grado di re Eomer, insieme a sua moglie, al suo primogenito e alle sue figlie gemelle. Tutte e cinque le figure erano orribilmente lussuriose, superbe e stizzite nel vedere gente semplice salire i gradini che conducevano alla dimora signorile. –Mia signora Eowen,buona sera- la salutò gentilmente una anziana che lei risalutò con altrettanta gentilezza. –A quanto pare mio cugino si è ridotto davvero male: accoglie nella sua dimora vecchie e poveri, senza dare il giusto benvenuto ai suoi parenti. Dovrebbe insegnare agli orfanelli che i ricchi sono più importanti dei poveri- proferì con estrema calma Wùlf, una calma quasi irritante. Eowen si volse verso di loro e notò che il primogenito la osservava con troppa insistenza: un motivo in più per odiare quella gente che credeva di possedere tutto il mondo con la sua ricchezza. –Almeno i poveri hanno più cervello dei ricchi, Wùlf - rispose pacata Eowen, osservandolo. L’uomo digrignò appena, come un cane, poi entrò nel palazzo, stizzito.

Eowen sorrise trionfante mentre aiutava l’anziana donna ad entrare nel palazzo, ma si fermò proprio sulla soglia udendo suoni di corno da lontano. Si volse di scatto verso i cancelli ed oltre vide una nube avvicinarsi velocemente. Scese velocemente verso l’ingresso della città ,sorridendo felice. Attese la compagnia di cavalieri di Rohan e rimase come sempre incredula e meravigliata davanti tutte quelle lucenti armatura, le risplendenti armi, i possenti cavalli e gli sguardi pacati dei cavalieri. Li osservò uno per uno, li salutò tutti e nessuno mancava, se non suo fratello. Si osservò intorno, nella piccola piazza al cui centro v’era la statua di Eorl. Sentì poi una voce chiamarla, dietro di lei, dall’altra parte del piazzale. –Eowen!- .

Si volse di scatto e intravide tra gli uomini la figura familiare di suo fratello, splendido nella sua dorata armatura, vicino al suo fedele cavallo. Corse verso di lui, facendosi largo tra la folla e si abbracciarono ridendo dopo un anno di lontananza. Si strinsero forte, Eorl le accarezzò il capo, socchiudendo gli occhi felice. –Sono felice di rivederti, sorellina…mi sei mancata tanto…-le sussurrò accanto all’orecchio e per un attimo ad Eowen parve di abbracciare suo padre, anche se non lo ricordava. Ma sentiva come un forte calore paterno in quell’abbraccio, in quelle parole. – Anche io sono felice di rivederti, fratellino…ogni sera ho pregato i nostri avi affinché ti proteggessero. Ma immagino che tu sia stanco, vieni- sussurrò lei in risposta, osservandolo dal basso, ancora a lui stretta mentre veniva cullata dalle carezze fraterne. Eorl sorrise ed annuì, poi affidò il cavallo ai garzoni e si diresse insieme alla sorella a palazzo.

–Raccontami tutto, voglio sapere ogni particolare!- esclamò poi lei entusiasta, mentre ora si dirigevano verso la stanza di Eorl. Rise quest’ultimo, scuotendo il capo. –Come sei curiosa, sorellina! Cosa dirti, vediamo…Ci siamo spinti fino ai campi del Celebrant e lì abbiamo incontrato un gruppo di orchetti, un centinaio. Probabilmente provengono dalle caverne di Moria o dai confini col Bosco Verde. Tuttavia non faranno più ritorno…- proferì pacato Eorl, mentre infine si toglieva l’armatura, aiutato dalla sorella che posò ogni pezzo al suo posto, con estrema delicatezza e precisione. Ma poco prima che Eorl potesse lavarsi ed Eowen uscire dalla stanza, qualcuno bussò alla porta. Senza attendere risposta, quel qualcuno entrò con un sorriso radioso sul volto.

–Elfwine!- esclamò felice la ragazza, andando ad abbracciare il principe, nonché suo grande amico che riteneva come un fratello. Il principe ricambiò l’abbraccio e la sua risata risuonò nella camera di Eorl. –Oh la mia piccola guerriera com’è cresciuta. Wen ,fra poco potrai cominciare a tenere già una spada a due mani!-esclamò ironico lui e tutti e tre scoppiarono a ridere. – Spero che durante la mia assenza tu ti sia allenata con la spada, l’arco e l’equitazione!- continuò poi il ragazzo, sorridendole. Eowen sorrise, poi uscì dalla stanza, lasciando suo fratello e il principe liberi di cambiarsi nelle loro rispettive stanze.

Avanzò lungo il corridoio, felice, la mente piena di pensieri positivi e gioiosi. Ma le si spense il sorriso nel vedere nella sala del trono le due figlie gemelle di Wùlf, Hild ed Hildwyn, borbottare tra loro mentre osservavano da lontano Fastred, figlio di dama Eowyn e di sire Faramir. Sospirò e attraversò la sala piena di gente, avanzando verso il suo caro amico. Venne fermata a metà passo da Hild, una bionda oca con gli occhi azzurri, che le gettò un boccale di vino sulla casacca. – Ops, scusami Aowen, non l ’ho fatto di proposito!- esclamò lei con la sua voce acuta e falsamente innocente. Eowen sospirò e rimase ad osservarla negli occhi. –Immagino, Hald- proferì la ragazza pacata, sbagliando di proposito il nome dell’oca, così come quest’ultima aveva fatto con lei, ben sapendo che “Hald” è un nome da uomo. Hild la fulminò con lo sguardo,poi andò via insieme alla sua gemella, appostandosi vicino alla colonna alla ricerca di qualche bel cavaliere da abbindolare. Giunse a pochi passi da Fastred occupato a conversare con Anarion, figlio di re Elessar. Osservò Fastred, molto simile a Faramir e allo stesso Anarion, essendo entrambi figli di Gondor. Tutti e due avevano neri capelli lunghi fino alle spalle, occhi grigi, statura alta e snella. Due ragazzi di ventitré anni con i tipici caratteri somatici dei Gondoriani. Anarion le sorrise e subito Fastred si volse verso di lei. –Eowen, buona sera!Non ti avevamo visto!- esclamò il principe di Gondor stringendola a sè. – Dimmi Eowen, come stai? Tuo fratello e il principe?- chiese poi Fastred, dopo averla abbracciata anch’egli e come in sua risposta una porta laterale della sala si aprì.

Entrarono proprio Eorl ed Elfwine, vestiti con tuniche e mantelli color oro, verde e marrone, la spada al fianco e i biondi capelli legati dietro la schiena. I presenti quando li videro si inchinarono a loro, sia per la presenza di un reale sia per la presenza di un eroe di Rohan. Eowen sorrise felice e fu soddisfatta quando i due ragazzi vennero da loro e non accolsero l’invito di Hild e Hildwyn a sedersi al loro tavolo. Tutti sapevano che quelle due oche erano innamorate dei due eroi di Rohan, anche se secondo Eowen erano innamorate della loro ricchezza e fama. Accolse l’abbraccio del fratello, sospirando, poi si sedettero ad un tavolo vuoto. Mangiarono e parlarono, ridendo e scherzando mentre le donne della corte passavano sui loro tavoli ogni tipo di pietanza. Eowen si osservò intorno, felice di vedere tra i nobili anche il semplice popolo.

Dopo aver ingoiato l’ultimo boccone di carne, Eowen sospirò massaggiandosi la pancia. –Accidenti, che abbuffata!- esclamò sazio Elfwine mentre guardava le facce soddisfatte dei loro amici. – Bene, io propongo di andare nel retro del palazzo a fumare la pipa!Vi unite a me?- aggiunse poi il principe alzandosi da tavolo. Subito gli altri tre ragazzi si alzarono annuendo e dopo aver salutato Eowen si diressero all’esterno del palazzo. Alla fine la ragazza decise di affacciarsi alla terrazza d’ingresso, per prendere un po’ d’aria e controllare che tutto vada bene. Le guardie poste all’ingresso del palazzo erano immobili mentre controllavano che tutto andasse bene. Si salutò con un lieve cenno del capo e poco dopo scese lentamente i gradini che portavano alla base del palazzo e all’inizio del vero e proprio villaggio. Si osservò intorno ma non si accorse di una figura che tra le tenebre comparve dietro una casa alle sue spalle…

  
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