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Autore: Mirella__    06/02/2012    3 recensioni
Cos'è successo dopo la partenza di Goku? Questa storia parte dal finale di Dragon Ball GT. Non lascerà molto spazio ai sentimenti amorosi dei giovani mezzosangue ma parlerà del loro futuro da guerrieri Saiyan.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Guardavo la scena che mi si presentava d'avanti con un moto di soddisfazione.
Sapevo che la mezzosangue si era lasciata battere, ma ora, potevo vedere se sarebbe successo, dovevo vedere fino a che punto un saiyan doveva arrabbiarsi per poter effettuare una nuova trasformazione.
La porta alla mia destra si aprì ed entrò l'aliena.
-Sei stata brava, non credevo che ti saresti mai abbassata a farlo, pensavo che ti saresti presentata nella tua vera forma-
La bambina dalla pelle arancione cambiò forma e divenne una donna che si avvicinò di un passo.
-Se non lo avessi fatto mi avrebbe uccisa, e tu non volevi questo vero?- disse avvicinandosi e mettendomi una mano sul viso. 
-Oh forse lo avresti fatto?- mi guardò in attesa di una mia risposta -Se si fosse ritirata avresti ucciso entrambe?-

La guardai senza provare nulla e annuì poi guardai con molta curiosità quello che stava succedendo nell'arena.
-Cosa?- la donna mi aveva lanciato uno sguardo carico di disprezzo, mi diede uno schiaffo e ritornò nella sua scatola.
Il suo gesto non mi aveva ferito, piuttosto mi aveva irritato.
Inizialmente avrei voluto che la turchina morisse in uno degli scontri.
Questo perché era lei l'anello debole del gruppo, invece mi aveva sorpreso. Non avevo mentito, come avevo lasciato intendere, quando le avevo detto quelle cose prima del suo incontro.

Non potevo far morire il lillà, sapevo quanto era forte, mi serviva, e poi era stato un piacere vedere il principe dei Saiyan implorarmi di risparmiarlo.
Per quanto riguardava Pan, quasi mi dispiaceva, ma era stato un sacrificio necessario.
-PAAAAAAAAAANNN!- l'uomo che era il padre della ragazza morta urlava talmente forte da mandare in tilt i vari circuiti dei microfoni. Cominciò a dare pugni nel punto in cui sua figlia era stata espulsa. nel tentativo di romperlo. Riusciva a farlo ma il pavimento si ricostruiva immediatamente e allora tentò di utilizzare il teletrasporto.
Sapevo benissimo che quel vecchio Yardrat aveva svelato i segreti del suo popolo a loro, quegli scherzi della natura, e il fatto che si era rifiutato di svelarli a me, Comias, signore assoluto dell'universo, mi faceva arrabbiare come non mai.
Sorrisi.
Poteva provarci tutte le volte che voleva, il materiale di cui era fatto quel vetro non permetteva a niente di uscire se non con un mio preciso ordine.
Il mio volto diventò un ghigno.
Quel vecchio Yardrat aveva pensato che il discepolo scomparso era fuggito, ma non era vero, o almeno, aveva provato a fuggire senza i suoi compagni ma non ci era riuscito per via delle funzionalità della cupola di vetro. Era costituita da un materiale che si trovava in un pianeta che io stesso avevo distrutto.
Nessuno doveva entrare in possesso di quella risorsa.
Quando aveva provato a usarlo ero stato prontamente informato e lo avevo fatto espellere in modo tale da far pensare ai Saiyan che il teletrasporto fosse stata una tecnica utilizzabile.
Loro non dovevano sapere il vero motivo per cui si trovavano in quell'astronave.
Lo avrebbero scoperto solo a tempo debito. Mancava un giorno di viaggio ormai e già potevo vedere la luna del mio pianeta d'origine.
La rabbia mi colpì violentemente e strinsi i pugni. Sarebbero morti tutti, avrei avuto la mia vendetta e per ironia della sorte, sarebbe stata la razza che loro credevano estinta  a farli fuori.
Una luce accecante invase lo schermo dal quale guardavo gli incontri.

(Ora il punto di vista sarà quello di Gohan)

Era stranissimo.
Era come se una parte di me fosse del tutto staccata dal mio corpo.
Percepivo solo leggermente il dolore che provavo e guardavo incuriosito il mio corpo dimenarsi come un forsennato.
Guardai i miei capelli diventare del colore dell'oro e continuare a crescere arrivando a toccare le ginocchia.
Riconobbi solo vagamente me stesso che ormai aveva raggiunto il livello del terzo stadio del Super Saiyan.
Non m'importava molto. Avevo perso la cosa più preziosa che la vita mi avesse mai dato e non sapevo che farmene di un aumento vertiginoso della mia forza.
Avevo provato a usare il teletrasporto, ma non sentivo alcuna aura fuori dalla navicella e quando avevo provato comunque a catapultarmi fuori con la stessa tecnica avevo ricevuto una scossa elettrica di grande intensità.
Guardai perplesso Goten che mi abbracciava e piangeva come un pazzo, non sentivo il suo tocco, non sentì nulla nemmeno quando Bra e Trunks si unirono all'abbraccio e al pianto di Goten.
Ormai il mio corpo era immobile.
Aveva accettato che non poteva far nulla per salvare sua figlia.
Una mano si posò sulla sua spalla.
Fu quella mano che mi riportò alla realtà.
Fissai a lungo Vegeta.
Aveva un espressione neutra ma una lacrima gli solcava il viso, io ancora non ne avevo versato e quando vidi quell'uomo così orgoglioso lasciarsi sfuggire quell'unico atto di debolezza (non ne avrebbe mai mostrato altri) il mondo mi cadde addosso.
Quella lacrima era il segno che tutto era accaduto veramente.
La mia piccolina, la peste che aveva vinto un torneo tenkaichi a soli quattro anni, la ragazzina che aveva salvato l'umanità andando alla ricerca delle sette sfere col nonno, la donna che si era sacrificata per lasciar vivere una bambina, era morta.
Non potevo più muovermi.
Tutto era finito, lei non sarebbe più tornata indietro.
Come avrei potuto dirlo a Videl?
Se mai fossimo tornati a casa, questo era ovvio.
Ormai era giorni che mancavamo, cosa pensava ci fosse successo? Era in pensiero questo era certo ma sicuramente era tranquilla per Pan, sapeva che l'avrei protetta da ogni male.
Come si sbagliava.

Eravamo rientrati in casa. L'alieno non ci aveva detto più nulla e io non avevo più la forza di fare niente.
-Voglio vendetta- sussurrai.
-Credimi ragazzo, la vendetta non ti servirà a nulla- mi disse Vegeta con l'aria di uno che la sapeva lunga.
-Non ho più motivo per vivere se non la vendetta- a questa mia affermazione Vegeta sorrise.
-Dopo che lo avrai ucciso cos' hai intenzione di fare?- prese fiato -Vediamo di liberarci e tornare a casa dalle nostre mogli perché, credimi, se ti vendicherai il tuo animo ne resterà sfigurato per sempre- detto questo il principe voltò le spalle e se ne andò lasciandomi nel mio dolore.
Ad un certo punto, non ricordo dopo qanto tempo, sentì una mano posarsi sulla mia spalla.
Era il mio fratellino che non versava più lacrime ma che aveva il viso distorto dal dolore.
Lo avevo visto solo in occasione della morte della mamma in quello stato.
Ci abbracciamo a lungo, prendendo forza dall'amore fraterno che ci legava.

Angolo dell'autrice

Tra un pò si arreverà alla resa dei conti. Scusate per il ritardo.

  
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