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Autore: Giorgia98    07/02/2012    0 recensioni
..Col trascorrere dei minuti, tuttavia, mentre Eragon scrutava la pianura sconfinata, sentì il cuore placarsi, le lacrime si asciugarono e piano piano un senso di pace si diffuse nel suo animo. Si chiese quali meraviglie avrebbe potuto incontrare in quelle terre selvagge e pensò alla vita che lui e Saphira stavano per intraprendere, una vita insieme ai draghi e ai cavalieri. ''Non siamo soli piccolo mio'' disse Saphira. Un sorriso gli increspò il volto..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Roran, guardò Arya, cercando di immaginare quello che stava pensando, non era facile, però sembrava più tranquilla.
Decise di parlarle, per scusarsi, scegliendo con cura le parole mormorò:
–Scusa Arya Drottning, ho agito senza pensare, senza riflettere, sono stato condizionato dalle emozioni, per me è una grande perdita quella di mio cugino, ci sono, o perlomeno c’ero molto affezionato, mi addolora pensare che se ne sia andato per sempre, ho agito in modo sbagliato. Mi sono sfogato con te quando in realtà ero arrabbiato con Eragon, chiedo perdono.-
L’elfa rispose in un modo altrettanto tranquillo:
-Non devi chiedere scusa per niente Roran, non devi scusarti per aver espresso una tua opinione. Non siamo più nel dominio di Galbatorix, quando ognuno non poteva manifestare il proprio pensiero. Tu dici che eri arrabbiato con Eragon, devo dirti una cosa. Non te la rifare con lui, ha agito per il bene di tutti, sacrificandosi per primo, ha lasciato tutto ciò che conosceva qui per dedicarsi a tempo pieno, al bene di Alagaesia. Non lo giudicare troppo duramente.-
Mentre pronunciava queste parole Roran vide molto forte la somiglianza di Arya con la madre, lasciando stare l’aspetto fisico, avevano l’atteggiamento simile, aveva visto Izlanzadi solamente il giorno della battaglia a Uru Baen. Ma mentre marciava e combatteva aveva un’aria regale che si manifestava anche nella figlia.
-.. e poi- continuò lei - non sei l’unico a cui manca.-
Sei sicura di voler tornare ad Ellesmera? Le domandò Firnen.
Arya sentiva che il pensiero di non veder mai più Saphira addolorava il cuore del suo drago.
No, non sono sicura. L’elfa era sincera, avrebbe voluto anche solo tornare da Eragon e fargli un saluto decente, fu mentre pensava queste cose, che arrivò la domanda.
–Arya Drottning posso chiederti un favore? Grazie al tuo dr.. a Firnen potresti raggiungere Eragon e cercare ancora una volta di convincerlo, a me non mi ascolterebbe. Ma con te ci sono più possibilità.. potresti?- Il tono di Roran era quasi implorante.
L’elfa cercò di non sembrare troppo entusiasta, l’idea le piaceva .
Firnen tu cercherai di convincere Saphira!
Va bene, ma lo sai vero che non si lasceranno convincere facilmente..
Non ha importanza..

Come non ha importanza?
Andiamo li per quello..
Schhh..
Arya cercò di far capire al drago con un flusso di emozioni, che non le importava se non decidevano di restare.
L’importante era vederli, e subito. Con il tono più tranquillo che riuscì a trovare l’elfa disse:
-Va bene, andremo, ma non credere che ascolterà più me di te. Ho già provato a convincerlo una volta.-
Detto questo montò con un agile balzo in groppa a Firnen che spiccò il volo. Arya era eccitata, aveva avuto una seconda possibilità, se tutto fosse andato per il meglio il giorno dopo sarebbe stata in Alagaesia in compagnia di Eragon, come ai vecchi tempi.
Poi anche se lui non si fosse lasciato convincere non era da escludere l’idea di accompagnarlo, ogni tanto sarebbe tornata ad Ellesmera e avrebbe deciso cosa era più importante per il suo popolo. Tocco un attimo la mente di Firnen, oltre allo sforzo che provava nel volare il più veloce possibile, sentiva che era felice al pensiero di rivedere Saphira.
Ormai vedeva la barca, Eragon la guardò e sorrise, un sorriso così bello e gioioso che lei rispose allo stesso modo. Quando Firnen era a dieci piedi dalla barca Arya saltò, il suo drago intanto raggiunse Saphira, i due draghi erano felici di poter volare di nuovo insieme. Eragon andò in contro all’elfa con passo svelto, si vedeva che era felice:
-Arya, cosa ti ha portato qui?-
-Il volere delle persone che ti vogliono bene, non ci va di non rivederti mai più, quindi hanno mandato me per convincerti. Pensaci bene, troverai di sicuro un posto in Alagaesia dove rifondare l’Ordine dei Cavalieri, ti aiuterò a cercarlo. Se te ne vai via lascerai tutto ciò che conosci, resta per coloro che ti sono affezionati.- Arya aveva cercato una soluzione ai problemi che lo spingevano ad andarsene, lo guardò.
Eragon era cambiato molto da quando lo aveva conosciuto, ormai era un po’ più alto di lei, stava pensando, nonostante ormai avesse i lineamenti elfici, si leggevano facilmente le sue emozioni.
-Non ho alternativa, non ho trovato nessun luogo in Alagaesia che possa ospitare l’Ordine, Arya, non sai quanto vorrei rimanere, mi addolora pensare che non vi rivedrò mai più. Immaginati centinaia di draghi selvatici che girano per le città delle varie razze, gli elfi li accetterebbero ma i nani e gli umani no, si tornerebbe ad un’altra guerra e non voglio. La cosa migliore è quella di allontanare i draghi da Alagaesia sono troppo potenti per convivere con gli altri.- Il ragazzo era veramente triste mentre pronunciava queste parole.
Arya sapeva che aveva ragione, non poteva restare in Alagaesia, ma ogni tanto sarebbe potuto ritornare, doveva ritornare ora era immortale, non sarebbe mai morto, avevaun’eternità davanti.
-Capisco ciò che vuoi dire, ma almeno una cosa, non potresti ogni tanto tornare da noi per vederci o per comunicarci cosa fai?-
-Non ti posso promettere niente, può darsi che sia occupato e il luogo dove fonderò l’ordine troppo lontano per poter anche solo tornare. Ma ora parliamo di te, perché non vieni con me, sei un cavaliere Arya,hai tutto il diritto di seguirci. Non so se potrai continuare a svolgere il tuo ruolo di regina ma vivrai a contatto con i draghi, rifonderai l’ordine, avremo una vita a disposizione-
-Non posso Eragon..-
-.. Perché non puoi? Il tuo ruolo ti preme così tanto? Ti prego Arya, pensaci- Il ragazzo era serio, nei suoi occhi si leggeva un’immensa tristezza, avrebbe voluto la sua compagnia.
L’elfa invece aveva paura di cosa avrebbero pensato di lei se fosse partita, i nobili elfi l’avrebbero presa come una codarda che stava scappando dalle responsabilità.
Firnen, che devo fare?
Io andrei con Eragon, ma sai che la mia opinione è soggettiva, io desidero stare qui, rifondare l’ordine. La scelta è tua, devi decidere da sola.
Arya allora passò in esame tutta la sua vita, tante scelte, ognuna presa per il bene del popolo.
Il fatto di diventare ambasciatrice, di viaggiare in tutti i popoli; poi di portare l’uovo di Saphira avanti e indietro tra i Varden e gli Elfi e infine era dventata regina, ma lo desiderava veramente quell’incarico? No lo aveva fatto solo perché sua madre lo avrebbe voluto e poi per garantire agli elfi una buona guida.
Ogni singola scelta era stata dettata dal bene ‘’superiore’’ mai per se stessa. Voglio fare qualcosa per me decise di partire, lo desiderava davvero.
Arya fece un passo verso Eragon, il ragazzo teneva lo sguardo basso, lei allora con due dita gli tirò su il mento , per guardarlo dritto negli occhi nocciola.
Hai fatto la tua scelta? Firnen era entusiasta.
Si. Il tono dell’elfa era controllato poi continuò a soffermarsi su Eragon.
–Vengo- Una sola parola, ma avrebbe cambiato il resto della sua vita.
E non mi importa di ciò che penseranno, che sono una codarda o un’ingrata ma io voglio fare questa scelta, per me. Questo pensiero la fese sorridere.
  
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