Capitolo 2
Aveva
deciso che sarebbe finita. Non poteva stare con un ragazzo che pensava ad
un'altra. Himeko era fin troppo orgogliosa e testarda, non sarebbe tornata
indietro per nessun motivo, nonostante ciò le dolesse.
"Addio ... Qui ho passato i più bei momenti, ma ora è tempo di voltare
pagina e lasciarsi tutto alle spalle." Sussurrò mentre varcava la soglia
di casa alle prime luci dell'alba. Il sole si preparava a risplendere alto e
illuminare la sua amata città.
La giovane Himeko era triste, ma al contempo sollevata e curiosa. Ora avrebbe
potuto esplorare il mondo e assecondare la sua sete di conoscenza, la quale si
era venuta a maturare sia con l’età che grazie a quello scapestrato del suo
ragazzo.
Himeko, con la borsa in spalla, si avviò verso luoghi lontani e sconosciuti.
"Buongiorno!" un uomo sulla quarantina dai capelli corvini
salutò la moglie, che si trovava in cucina.
"Giorno." La donna era cupa in volto, e, a guardar gli occhi, si
poteva comprendere che erano rossi dal pianto.
"Tesoro, che hai? E' successo qualcosa?" Domandò, ora preoccupato,
accostandosi alla moglie, speranzoso di non ricevere bruttissime notizie come
presagiva.
"La nostra bambina ... Se n'è andata." Disse con voce roca e tremante.
"Cosa hai detto?" Urlò afferrando la donna per i polsi e facendola
voltare.
"Hime. Ecco questo è il biglietto che ha lasciato." Detto ciò, porse
un piccolo foglio di carta che riportava una calligrafia che non poté non
riconoscere. Strappò via quel pezzo di carta dalle mani di Hanako e strabuzzò
gli occhi nel leggerlo.
Mamma,
papà. Ho deciso di andarmene. Questo posto non fa più per me. Non vi
preoccupate, ve ne prego. Starò bene, ve lo assicuro. E' vero che sono da sola,
ma me la caverò, sapete che sono una persona un po’ più affidabile adesso. Mi
mancherete tutti quanti. vi voglio tantissimo bene. Addio.
Himeko.
“No. Non può essere!” Esclamò, battendo con
violenza il pugno sul tavolo e facendo sobbalzare la povera Hanako.
In quel momento scesero in cucina le altre figlie
della coppia che, stropicciandosi gli occhi, guardarono interrogative i
genitori.
Aiko, la più grande aveva già intuito che
probabilmente si trattasse della sorella minore, Himeko.
Capendo la situazione, decise di prendere con sé la
sorellina e uscire. Quello doveva essere il suo weekend perfetto, assieme alla
famiglia come un tempo … Invece qualcosa era andato storto. Aiko temeva che
fosse tutta colpa sua e si giurava che non si sarebbe mai perdonata se fosse
successo qualcosa alla giovane Himeko.
Anche a scuola la voce si diffuse a macchia d’olio
e in così breve tempo.
Anche le più care amiche della ragazza vennero a
conoscenza dell’accaduto solo il giorno dopo, mentre entravano nel liceo.
“Cosa hai detto?!” Domandò una giovane ragazza con
gli occhiali, con un espressione attonita.
“Proprio così … L’ho saputo proprio stamattina da
Aiko. Ma perché non ci ha detto nulla?” Chiese e la risposta che ricevette
furono solo spallucce. Entrambe le ragazze proseguirono verso l’entrata con gli
occhi affranti.
“Ehi! Monica, Isabel! Aspettate un attimo!” Una
voce maschile le chiamò.
Ambedue si voltarono e notarono un ragazzo, a loro
fin troppo noto. Correva.
“Ehi, Daichi! Che hai?” Chiese la ragazzi con gli
occhiali grandi che le davano un’aria da intellettuale.
“Sapete nulla di Himeko?” Domandò con un respiro
molto affannato. Le due si guardarono per qualche istante prima di rispondere.
Lui non sapeva.
“E’ da ieri. Se n’è andata, pensavo che volesse
stare un po’ sola quindi l’ho lasciata andare. “ aggiunse con il respiro un po’
più regolare.
“Quindi … Tu l’hai lasciata andare!” Esclamò la
bionda ora arrabbiata nera. Detto ciò, prese e se n’è andò innervosita al
massimo.
“Ehi, ma? Io no ci capisco più nulla …” Fece con
occhi smarriti cercando risposte in quelli dell’unica rimasta.
“Ecco … Si vede che ancora non lo sai. Himeko se
n’è andata via. Non so come spiegartelo. Ha lasciato una lettera alla sua famiglia
affermando di volersene andare via di qui. Per sempre.” Disse con tono gentile,
mascherando la sua angoscia. “La campanella. Devo correre. Ciao.” E corse via,
lasciando il ragazzo da solo.
NdA: Ecco il secondo capitolo. Spero vi
piaccia. E qualche commento circa che ne pensate è sempre gradito. Grazie :)
Francesca.