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Autore: micione91    07/02/2012    0 recensioni
Una storia abbastanza triste di un ignaro umano che è sopravissuto ad un attacco da parte dii un immortale e che devo lotare contro i suoi bisogni da vampiro, cercando di far valere i propri principi.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 

Il cielo coperto preannunciava pioggia, mi si disegnò un sorriso in volto mentre pensavo”Bene...” almeno non averei dovuto nascondermi tra le ombre del borgo. 
Man mano che mi avvicinavo al paese, la brezza calva, ma il volto di lei, la bellissima ragazza della spiaggia era impresso nella mia sporca, e lurida memoria come un a rosa in mezzo ad un capo di ortiche, una rosa splendente e di un colore abbagliante, quasi rilucente. 
Il borgo si era animato, animato a causa di un furto , diceva la gente, chiacchierando animatamente tra loro, “ è incredibile” discutevano una coppia di anziani sposi seduti su una panchina, una bellissima panchina in ferro battuto, solcata dal tempo come le due anime che vi erano sopra, quanto affetto si vedeva nei loro occhi, era quasi palpabile nei pressi della panca. L'immagine della vecchiaia. Un mostro invecchia? Un mostro può davvero amare? Sono domande che continuai a pormi, sorpassata la coppia, avrei mai trovato qualcuno che possa accettarmi come sono? Una besti, ecco cosa sono, potrò mai trovar qualcuno in grado di amarmi? Che non sia disgustata dal mio passato molto prossimo? Continua i a tormentarmi finché non arrivai a sbattere contro una folla , “ MA ti sei rincoglionito o cosa? IDIOTA guarda dove cammini!” disse sgarbatamente un bottegaio accorso in piazza . La rabbia ribolliva , ma non nel mio sangue , nel Suo, Lei era attratta della folla, io vedevo quello che immaginava, quello che bramava. Poggiai le mani alle tempie e scossi la testa chiudendo gli occhi, dovevo allontanarmi. 
Vidi la densità della folla crescere invece che diminuire, non riuscivo a capire da che parte andassi, ero completamente disorientato, ero un naufrago spinto dalla corrente, una corrente scarlatta, una corrente deliziosamente profumata. 
Non so come arrivai al negozio dove prendetti in “prestito” gli abiti, mi sentivo male lo stesso, pur avendoli pagati ma con soldi macchiati di porpora, macchiati dell'anima della mia prima vittima in città, quella che avrebbe dovuto essere al mia UNICA vittima della città.... 
Mi avvicinai e vidi un ragazzo poco più grande di me che parlava con un poliziotto... quest'ultimo con un forte accento francese gli chiese” Allora, mi ripetà dinuovò , cosa è suscesso stamane quondo lei e la sua maman sietè entrati qui....” 
Il ragazzo gli rispose scocciato” Ma quante volte glielo devo ripetere?è la terza volta che mi fa la stessa domanda, io non ho tempo da perdere, devo andare a ricomprare il vetro per la porta... non ho tempo per lei....” mentre si stava girando di scatto per tornare nel negozio, l'ispettore gli pose una mano sulla spalla, il ragazzo senza guardarlo gliela scostò, allora l'ispettore infuriato gli prese una mano, gliela fece girare, facendo trovare il figlio della negoziante disteso faccia a terra con un braccio piegato dietro la schiena e il poliziotto a cavalcioni . “ vistò? Non bisogna maì dire no ad una karateca... mai.. ricordatelo.....” lo fece rialzare, e allora quello parlò....”Capito, capito” disse imbronciato..” e con questa siamo a quattro volte, ma le piace così tanto la mia voce?? Comunque: siamo arrivati stamattina per aprire e abbiamo trovato un vetro rotto, ci siamo preoccuparti, siamo entrati e abbiamo visto dei soldi sul bancone e un biglietto di scuse, una gran somma di soldi, e abbiamo chiamato lei, “ non l'avessimo mai fatto...” agiunse a bassa voce:..” 
il poliziotto adirato” non ti azzardarè , piccolo sbarbatelò, che ti capotto e nenanke maman ti riconoscerà più..., puoi andare” disse infine col suo odioso accento. 
Mi avvicinai alla, penso, padrona del negozio, e gli dissi porgendole la mano per stringerla” Piacere signora, sono Heian( Iian), penso le possa servire un nuovo commesso per rimettere in ordine, no?” 
Lei era una signora sulla quarantina, molto grossa e con un'attillatissimo completo fucsia con una gonna al ginocchio , scarpe decoltè con tacco alto e cappellino di raso, tutto dello stesso colore, sembrava un grosso march mellow, ed io ero l'unico che avrebbe potuto godersi quel dolce sapore, pensai, pensò LEI, sempre in agguato, ma meno attiva, gremita dal sangue ittico della mezz'ora prima. Quindi riuscì a zittirla quasi con un calcio interiore. 
Lei non sembrava sconvolta dell'accaduto “ con tutto quello che le ho lasciato .... non sarei dispiaciuto neanche io....” intanto fuori comincio a piovigginare e , sempre più i fretta iniziò un vero e proprio temporale . La folla comincò a sgombrare la piazza tra un tono e l'altro per tornare al tepore delle proprie abitazioni... 
Lei accettò la mia mano e la strinse con forza scuotendola con vigore. 
“ Piacere giovìne! Disse con un'irritante accento inglese, forse avrei dovuto farla fuori subito, e non era la bestia a pensarlo.... 
“ io sono lady Tremain, e stavo giusto per mettère il cartello per cercare un'aiùtante..” disse indicando un foglio giallo con una scritta disordinata, che sarebbe stata incapibile per qualsiasi calligrafo, figurarsi per qualche “bel giovìe “ come diceva lei..... 
“ Mi scusi, è inglese?” le chiesi , avvicinandomi mentre lei mi invitava a sedermi di fronte a lei. 
“ Si, per quale motìvo me lo chiede?” 
“Ha un cognome francese, però madame” ribattei... 
“ è verò, my daddy era un gran .. com'è che dite voi qui??? puttan....” 
“NO!” la fermai io, con un gesto della mano “Don giovanni , piuttosto....” 
“ oh, i'm sorry, confondo sempre quei due termìni... io devo assentarmi un attìmo, Vediamo cosa riesci a fare,e, quando torno deciderò se assegnarti il posto oppure no..” 
Si diresse verso il bagno con passo veloce, e chiuse la porta sbattendo. Dopo aver sentito la terza mandata della porta, mi diedi da fare, il fifùglio disse . 
“maaaaaa... escooo ci si vede a pranzoooo, guarda che non ho tempo di passare dal vetraio, mi aspettano giù al porto...” 
Lei rimbombando dal bagno” of corse my darling!” 
Anche lui uscì sbattendo , quel che poco che rimaneva della porta.”sarà un vizio di famiglia”pensai. 
Allora, approfittando della desolazione del negozio sentendo strani rumori provenire dal bagno, e calcolando almeno una decina di minuti di tempo, misi tutto a posto quello che avevo sparso poco prima, pulendo e ramazzando i vetri rotti. 
Finii in un attimo, grazie a quel poco di positivo che la mia nuova natura mi aveva concesso. E allora m misi ad osservare il negozio... in fondo a destra vi erano due camerini con le tende rosa pesca, e la carta a parati era sul verde acqua... “strani gusti la signora, pensai”. Ogni oggetto aveva una sua collocazione, anche seppur un minimo reparto, a destra c'erano tutte le camice da uomo, subito dopo il vestiario da donna, i pantaloni e le gonne erano speculari dall'altro lato , all'opposto del negozio, al centro c'era un lungo mobile dedicato a gli accessori, divisi ovviamente in categorie. In ordine: cinture uomo, cinture dona, cravatte, fermagli, e infine bijou. 
Si sentì il vibrare di uno sciacquone e la signora togliere le mandate alla porta, dicendo con aria di superiorità e un po' con la puzzetta sotto il naso “ vediamo cosa ha i combinàto...”. Rimase esterrefatta. Le mani ferme, poco sopra il bacino era no aperte verso la porta, le braccia aderente al”busto” della donna, e la bocca spalancata.... 
mi fece..” s-s-s-s-sei as-s-ssunto.” puoi cominciare domani.. anzi, vammi a prendere il vetro da mastro Gianni che è a 200 m da qui, così lo monti e vai a casa” 
mi diede una cospicua somma di denaro per comprare un cristallo 100X250, era enorme e decorato ai bordi con contorti e complicati motivi celtici, uno spettacolo d'artigianato. Tornai quasi subito, ma vedendo il negozio di vestiti decisi di rallentare il passo, cercando di non farla sospettare ... Ci misi quasi troppo per arrivare, montai il vetro e uscii prima di saltarle addosso per la sete, sembrava che non avessi bevuto da settimane, invece che da un paio d'ore , ad esagerare... 
mi salutò sull'uscio, affianco alla vetrata della porta, salutandomi scuotendo un fazzoletto lilla e dicendo “ ci vediaò domàni.. alle otto puntuale mi raccomando!” continuò a sventolare quell'odioso straccio per tutto il tempo, almeno finché non la vidi più , svoltando in un vicoletto. Cercai una via alternativa per la spiaggia, che non fosse il salto dalla scogliera, il tempo era impervio, i miei lunghi capelli lignei erano attillati alla mia testa e dovetti più volte scostarli col braccio. Cercando la spiaggia lei era sempre nei miei pensieri. 
Sarebbe stato stupido pensare di trovarla distesa, con la pioggia che scendeva. Continuai a rimirare mentalmente il suo volto, nitido come una fotografia. 
Arrivai finalmente alla scogliera, sembrava ancora più alta , vista dal basso. Decisi di sedermi a guardare il mare, sperano che smettendo di piovere mi sarei potuto mettere in un'angolo all'ombra facendo asciugare i mie vestiti al sole. 
Uno strano profumo inebriava l'aria , non era il salgemma, non era neanche la pioggia. Mi girai. Lei era li, seduta, avvolgendosi le ginocchia con le mani e scrutando l'orizzonte, seduta sotto un ombrellone policromo. 
Si girò verso di me e diede alcune patte sulla sabbia asciutta affianco a lei. Mi invitava a sedermi.
  
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