Anime & Manga > Soul Eater
Segui la storia  |       
Autore: spookachan    08/02/2012    4 recensioni
Se Soul e Maka non fossero nati in un mondo di Buki e Maister come sarebbero andate le cose?
Si sarebbero sopportati lo stesso?
Bho xD
Dato che non c'ho nulla da fare mi invento questa storia, spero che rispecchi i personaggi del vero Soul Eater
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Soul/Maka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo quinto
 
Niente male.
Davvero niente male quella bimbetta senza tette.
Taka.
Aveva detto di chiamarsi Taka.
Nome bizzarro. Ci stava. Ci stava parecchio Taka.
Cercò di immaginarsi il suo cognome.
Taka Verdon? Taka Mechill? Taka Yaki* (* Presa in giro da Takoyaki, un cibo giapponese) A quel pensiero Soul non riuscì a trattenere un ghigno.
Davvero niente male quella Taka. Aveva una voce davvero talentuosa.
Aveva cantato soavemente, proprio come si aspettava.
L’aveva sorpreso, però: la canzone che aveva cantato parlava di amore.
Un amore triste.
Un brontolio interruppe i pensieri si Soul. Aveva una fame da lupi.
Posò la chitarra dentro la custodia e apri il sacchetto di carta che quella là… quella Taka, gli aveva messo in mano.
Dentro c’erano solo due sandwich imballati in una pellicola Domopak, ma non importò troppo all’albino che li divorò super affamato.
Erano buoni.
Diversi da quelli che aveva mangiato a casa.
Ma buoni.
Anzi, in verità a casa i sandwich li mangiava molto, molto raramente, e se li mangiava avevano un sapore molto diverso da quelli datigli dalla biondina. Un sapore raffinato.
A casa erano fatti apposta per lui, serviti un piatto di ceramica con accanto un tovagliolo per non sporcarsi e una lattina con un bicchiere in cristallo .Ovviamente, i sandwich preparati dai suoi chef, contenevano solo verdure fresche e selezionate, carne di prima scelta e salse tra le migliori.
Mentre questi erano fatti alla cavolo. Qualche fetta di insalata biologica e pomodorini insipidi schiacciati tra due fette di pan carré neppure tostato; qui e lì dei pezzetti di Emmental e tocchetti di prosciutto cotto; il tutto coronato da una pozzanghera di maionese che fuoriusciva dai bordi.
Eppure erano più buoni quelli di Taka.
In qualche modo.
Avevano un non so che di stranamente buono.
Forse è quello che veniva chiamato “cibo fatto in casa”. Bhè… non che il cibo che mangiava solitamente a casa non fosse fatto in casa.
Ma se telo fa uno chef le cose cambiano.
Buoni, quei sandwich erano davvero buoni, cazzo.
Il giorno dopo Soul si svegliò con il cellulare che suonava e la testa vuota.
Prese il demoniaco telefono dal comodino e spense la sveglia.
07: 15
Che cavolo.
La scuola.
Non poteva permettersi di arrivare in ritardo il primo giorno.
Lasciò le braccia ricadere indietro sul cuscino.
Aveva dormito sopra le coperte.
Si mise stancamente seduto sul letto.
Sembrava notte, era tutto scuro, allora accese la lampada sul comodino, che illumino di una gialla luce radente tutta la stanza.
Si stiracchiò e con un rapido sbadiglio si issò in piedi.
Si tolse la camicia e ne mise una pulita, bianca.
Cambiò anche i pantaloni, sostituendoli con un paio di jeans azzurri e aderenti. Allacciò la cintura con il teschio argentato che si era portato da casa e abbottonò annoiato la camicia, tenne comunque qualche bottone sbottonato e infilò le prime scarpe alla sua portata.
Si osservò qualche minuto allo specchio, desideroso di tornarsene a letto.
Scompigliò un poco gli argentei capelli e afferrò telefono, chiavi della camera e cartina della scuola per spegnere poi la luce e uscire in corridoio.
Sembrava non essere passato neanche un attimo da quando, la sera prima, si era perso in quegli infiniti tunnel.
Guardò rapidamente la carta.
Scoccò una rapida occhiata alla porta accanto.
Chissà se Taka era già uscita.
Il ragazzo si incamminò per l’uscita, questa volta senza perdersi.
Salita la rampa Soul ritrovò qualcosa.
Improvvisamente tutta quella spetteralità che aveva affibiato alla scuola era cancellata. C’erano enormi finestre.
Il cielo azzurro e lontano, coperto solo di qualche piccola nuvoletta di passaggio, si estendeva, quasi infinito, sopra la città colorata e il giallo e polveroso deserto.
Soul si fermò un attimo a guardare pensieroso il panorama ma dovette riprendere immediatamente a  camminare. Era in ritardo.
Doveva ancora fare colazione, e non era neppure informato sugli orari della mensa.
Era una mattina tranquillissima.
Il sole filtrava dalle finestre fino al corridoio in cui Soul Evans stava passando.
Un sole mattutino, piacevole e caldo lo scaldava.
Altro che quelle cantine dove si trovava la sua stanza.
Soul alzò lo sguardo strafottente sbirciando sotto i ciuffi argentei dei suoi scompigliati capelli.
Due ragazze lo guardavano nascondendosi l’una dietro l’altra.
Quando i loro occhi si incontrarono ci fu un risolino da parte delle mocciose, che dopo pochi attimi scapparono a nascondersi dietro l’angolo.
Tutto come al solito.
Le ragazze che lo trattavano così.
Sempre le stesse.
Arrivò alla tanto cercata mensa.
Dopo uno sguardo al cellulare decretò che aveva molto poco tempo per mangiare.
Arrivò davanti a un bancone con una lunghissima fila.
Solo in quel momento si rese conto che non aveva la più pallida idea di come fare per ordinare del cibo.
E per pagare.
Cazzo, aveva lasciato i soldi in stanza.
Stava per andarsene quando sentì strattonarsi per la camicia, tenuta larga e fuori dai pantaloni.
Si girò.
La riconobbe solo dopo qualche intante.
Una ragazza mora, alta, con due belle boccie ciondolanti e un espressione porcella.
Una di quelle che avevano fatto le mocciose con risolini e chiacchiericcio mentre passava al loro fianco.
-Hey… possiamo offrirti qualcosa- Sorrise e il branco di amichette che a seguiva come una mandria di pecorelle belanti ridacchio e si nascose dietro di lei.
Soul non disse niente.
Aveva fame e gli offrivano cibo.
Pero non è che fossero esattamente tipe alla “lui”.
Fighe, si. Ma mocciose, e no, quelle no.
Allora Soul tese la mano.
-Okay, sgancia il cibo- disse duro.
Le ragazzine si zittirono e quella moretta si fece subito seria.
-Non si chiede neppure?- Sene uscì stizzita, prendendo la palla al balzo.
-Pardon, non volevo offende le damigelle- chinò piano il capo –potrei gentilmente avere dei viveri?- Le prese in giro ma a quanto pare quelle non capirono e fecero una faccia tipo “noi siamo troppo fighe”
Gli porsero il cibo.
Lui lo afferrò e si girò, andandosene.
-Hey tu girati! È un dio che ti parla!- Una voce possente sovrastò il brusio.
Chissà perché Soul ebbe l’istinto di girarsi, anche se non poteva sapere che quel qualcuno stava parlando proprio a lui.
Un ragazzo gli puntava un dito fasciato a dieci centimetri dalla faccia.
Capelli celesti sparati in aria.
Quanto gel metteva per tenerli sù?
Ma a quanto pare non era esattamente il momento adatto per pensare a quello.
Il ragazzo aveva già ripreso a urlargli contro. Non capiva se in modo amichevole o no.
-Complimenti!- gli urlò in faccia il ragazzetto
Poi si sbatte una mano sulla spalla, credendo di sembrare amichevole.
-Ti stimo per come hai trattato quelle là- Annunciò solenne sorridendo. E abbassando il tono di voce
Soul sbuffò. Voleva andarsene a mangiare e non cercava rogne. Tanto meno fantomatici ragazzini con chili di gel in testa.
-Eh eh eh! Scommetto che ti senti ONORATO di poter parlare con l’illustre sottoscritto! Ahahahahahah!- Accavallò le braccia.
Intanto Soul sela stava dando a gambe alla ricerca di un tavolo libero.
-Hey tu! Fermati!- Soul venne acchiappato per il colletto della camicia e trascinato fino a  un tavolo.
-Lasciatemi mangiare in pace- Si lamentò accomodato ormai al tavolo dov’era stato trascinato.
Il ragazzo-gel lo indicò e si spazientito sedendosi davanti a lui
-Hey tu!- Sbottò –dovresti sentirti onorato di sederti al tavolo insieme a un dio come ME!- finì la frase puntando il pollice verso di sé. Molto sicuro.
Soul lo guardò decisamente scocciato.
Accanto al “Dio” c’era una ragazza.  Capelli scuri e lisci legati in una coda alta e occhi azzurri.
Guardò rassegnata verso Soul e fece segno di lasciare stare.
Era un’atmosfera strana.
Non c’era tensione.
Lui era abbiuato a ambienti estremamente formali, atmosfere tese e individui a cui bisognava assolutamente affibbiare appellativi.
Invece a quel ragazzo non l’avrebbe mai dovuto chiamare con onorevoli appellativi.
Intanto l’illustre signor nessuno, davanti a lui, chiacchierava tranquillo con la vicina di posto e ogni tanto si rivolgeva anche a lui, o ricordava ai presenti la sua natura divina.
Soul li ignorò completamente. Non aveva proprio voglia di sentire quello là parlare. Aveva soltanto fame. Taaanta fame
A un certo punto un’inquietante campana suonò.
Il ragazzino dai capelli da porcospino si alzò in piedi di botto rovesciando una caraffa di aranciata. La ragazza vicino a lui si affettò a rimettere a posto il tutto rimediando al danno. Lanciò un altro sguardo innocuo e allo stesso tempo rassegnato.
Si alzò anche lei e mentre l’esuberante Dio si incamminava verso l’uscita della mensa si girò un attimo.
Era alta e slanciata, indossava una specie di vestito molto scollato con una ampia spaccatura sulla sinistra. All’polso portava un polsino e le braccia erano avvolte in fasce nere.
Appena i loro occhi si incrociarono lei mormorò un:  “scusalo è fatto così” e assunse un espressione di rammarico. Poi sorrise e sventolò la manina in segno di saluto per poi correre dietro al disastroso ragazzino.
Soul finì rapidamente la sua colazione mentre la sala si svuotava e rimanevano un sacco di posti liberi.
Quando si alzò erano rimasti solo in una decina.
Guardò il cellulare. 8:15.
Le lezioni iniziavano alle 08:20 per quel che ne sapeva. Come primo giorno avrebbe preferito non arrivare in ritardo. Ma come diamine avrebbe fatto?
Non aveva la più pallida idea di dov’era la classe “Crescent Moon”.
Consultò il più velocemente possibile la cartina.
Bingo.
Ala 8 Padiglione 11 Corridoio A9.
Perfetto.
Era nella merda più totale…
Avrebbe dovuto prevederlo subito.
Si era perso per arrivare in camera sua per di più con l’aiuto di una studentessa, anche se senza tette. Come diamine avrebbe potuto affrontare da solo un’intera scuola.
Mooolto poco cool.
Questa volta agì in anticipo.
Si incamminò per la segreteria.
Per rendere la cosa vagamente più cool avrebbe domandato alla bidella tettona di portarlo fino alla classe.
Arrivato alla bidelleria suonò un campanellino dorato che era poggiato sul tavolo.
-Uh uh uh! Chi si rivede!- Sorrise la bidella Blair comparendo da dietro un armadio.
-Come posso aiutarti? Lo sai che devi andare in classe vero?- Chiese preoccupata osservandolo con i curiosi oggi gialli.
-Giorno’ Scusa Blair se ti disturbo ma questa scuola è davvero un casino- Fece lui guardandole ammaliato il davanzale.
-ohhh!  La piccola Blair ha capito- lai ragazza dai capelli viola sorrise e gli passo davanti.
-Seguimi- Disse tranquilla.
Dopo neanche due minuti erano arrivati.
E non sapeva neppure come.
Gli sembrava di aver girato in tondo.
Fatto sta che arrivarono davanti a una classe. Aveva una grande porta in legno di ebano, scuro. Una targhetta dorata diceva chiaramente “Classe Crescent Moon” tradotto in “Classe della luna crescente”
-Okay!- Concluse allegra la bidella.
-Questa è la tua classe giusto? Spero che ti troverai bene!- Soul annui piano continuando a guardare decisamente sotto la faccia.
Ma la maggiorata sorrise e si allontano sculettando.
L’albino guardò la porta indeciso.
Doveva bussare.
Avvicinò il polso al legno e sbatte piano il dorso della mano.
Dopo qualche secondo una voce attutita giunse da dentro
-Avanti!-
Soul si fece forza e spinse la porta abbassando la maniglia .
Entrò



-------------------------------------------
Spazietto autrice :3

Spero di aver creato un pò di suspence <3 (come si scrive?? O_O)
oh oh oh pubblico questo capitolo per farmi perdonare >.< pardon se ultimamente ho trascurato EFP ma avevo altri grilli per la testa.
e Sopratutto c'era qualcuno che aveva più bisogno di me di ispirazione.
Infatti la grande dea ispiratrice (per me Lelia) mi aveva abbandonato Q^Q ma ora sono di nuovo nelle sue "grazie"
un salutone speciale a Alessia, Miki, Leti, Taiga e Lelia-sensei . Spero che continuiate a seguirmi ^^
un grazie enorme a chi recensisce le mie storie ^^
Mi fà davvero un grandissimo piacere e sappiate tutti che più recensioni mi fate e più scrivo xD si questo è un ricatto ^^
Grazie anche a Maka98 <3

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Soul Eater / Vai alla pagina dell'autore: spookachan