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Autore: Esternox    08/02/2012    1 recensioni
La storia narra di due ragazzi, timidi, sperduti nel buio della loro anima.
Entrambi hanno paura di se stessi.
Insieme riusciranno a vincere questa paura.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A ZoeLumos,                                                                           
la persona più incredibile
che io abbia mai conosciuto.
Con affetto,
tua Esternox.             
  Saresti rimasta dentro di me, per sempre.

 
Tremavo.
Tremavo come fa una foglia su un albero in pieno autunno.
 
L’ ansia mi mangiava.
L’ ansia mi assaliva.
L’ ansia era la protagonista di tutto.
Non ero più io a essere importante, ma lei.
 
Maledetta ansia.
 
«Te l’ hanno mai detto che non servi a un cazzo su questo mondo?!»
Bene, te lo dico io.
 
Niente, niente, niente.
Le parlavo, cercavo di calmarla.
Ma non mi ascoltava,
mi rimaneva poco da vivere.
 
Ad un certo punto, sentii come una voce.
Dopo la storia del ragazzo timido,
non mi fidavo più di me stessa.
 
Girai le spalle, continuando a piangere.
Essa continuava a parlare, non capivo bene.
Però scandì queste due frasi, come se volesse farmele imparare a memoria:
 
«Ridere è il linguaggio dell’ anima» disse.
«La felicità non è una meta. E’ una stile di vita»
aggiunse dopo aver preso fiato.
 
Aveva una voce forte, rimbombava sulle pareti della stanza buia.
 
La mia anima si rompeva in mille pezzi.
E il ragazzo timido non c’era più.
Scomparso nel nulla.
 
«RIDERE E’ IL LINGUAGGIO DELL’ ANIMA»
ripeté ancora più forte.
 
«Ragazza, sei giovane, hai tutta la vita davanti.
Non vale la pena star male per un semplice ragazzo.
Guarda avanti, ormai il passato è passato.
Devi sorridere, non piangere.» urlò, dolcemente.
Questa volta la sua voce era così forte che emanò un eco, che si sentii ripetutamente per tre o quattro minuti.
 
Era strano, qualcosa non andava per il verso giusto: TUTTO non andava per il verso giusto, quella volta.
 
Sentivo che quella voce mi volesse far capire qualcosa.
Ma continuavo a non capire,
so solo che quella era una donna dal nome impronunciabile.
 
Poi sussurrando, mi disse «Dimenticavo di dirti: il mio nome è Luna».
 
Era vicinissima, sentivo l’ aria che emetteva quando si spostava, per girarmi intorno.
 
 

Non è soltanto con la bocca che si tace o si parla di qualcosa, ma anche con l'anima.    
  
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