Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Caroline Granger    09/02/2012    2 recensioni
Immaginate il giovane Harry che ritorna ad Hogwarts per sconfiggere una volta per tutte l'Oscuro Signore. Crede che tra poco il pericolo verrà sconfitto. Pensa al suo passato, vive il presente e immagina il futuro. Solo che il ragazzo non sa, non sa di una verità che potrebbe capovolgere il suo mondo fino a quel momento. Qualcosa che è rimasto sotto uno spesso strato di polvere per ben 17 anni e che per fatalità del destino ritorna alla luce.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccomi qua con il capitolo che spiegherà in maniera chiara cosa successe realmente 17 anni prima. Ci ho messo un po’ a stenderlo, tra lo studio
e compleanni vari, ma sono riuscita a trovare il tempo per scrivere. Per qualsiasi domanda sapete che potete contattarmi e avere delucidazioni di
qualsiasi tipo. Ora, prima di lasciarvi al capitolo, le domande a cui risponderò nel testo sottostante saranno:
- James sapeva di non essere il padre naturale di Harry?
- come mai Harry assomiglia così tanto a James, pur non essendo suo figlio?
- Sirius, Lupin, Minus e Silente sapevano?
Ma la domanda più importante è:
PERCHé? Perché Severus Piton ha lasciato il figlio?
Spero di avervi abbastanza incuriosito. Ma ora basta, lasciamo parlare i fatti.
P.S. i contenuti scritti in corsivo e grassetto saranno i ricordi provenienti dalla memoria di Piton.
 
Il viaggio della nostra vita.
 
Harry e Piton, dopo quella che parve un’infinità, si staccarono. Harry, forse per la prima volta in vita sua, stava piangendo di felicità. Tante volte aveva
versato lacrime per tutta la gente morta pur di salvarlo. Ma ora era diverso. Un brandello della sua famiglia era stato ricucito e il Signore Oscuro era
stato sconfitto. Guardò in volto suo padre e vide sul volto dell’uomo un sorriso. Non di quelli a malapena accennati che rivolgeva spesso a Draco,
oppure quelli maligni che tante volte aveva visto, quando lui e i suoi amici combinavano qualche guaio. Era un sorriso di felicità pura e semplice.
Intanto la professoressa McGranitt aveva spostato il cadavere di Voldemort in una stanza adiacente alla Sala Grande. Il ragazzo, pur avendo odiato il
nemico con tutto il cuore, volle aiutare a trasportarlo e fu lui stesso a stendere un lenzuolo sull’uomo. Nel momento in cui solo Harry poteva vedere il
volto di colui che tanto dolore aveva portato, sussurrò:
 
– addio Tom Riddle.
 
Quel gesto e quelle parole furono liberatorie. Ora era davvero tutto finito. Il periodo Oscuro si era concluso e una nuova vita stava già fiorendo nel
mondo magico e non. E il primo passo per andare avanti era tornare all’inizio. Piton si chinò sul ragazzo e disse:
 
– è ora che mantenga fede alla promessa.
 
Harry si alzò e rispose:
 
– un attimo solo. Sistemo un paio di cose con Ron, Hermione e Ginny e poi possiamo parlare.
 
Non che voleva dare la priorità agli amici, ma voleva chiudere delle questioni per poi dedicare tutto il tempo del mondo a suo padre. Raggiunse la
famiglia Weasley ed Hermione e si vide attorniato da molte braccia che volevano stringerlo a sé. C’erano proprio tutti. Arthur, Molly, Fred e George,
e tanti altri. Mamma Weasley lo strinse a sé non riuscendo a trattenere le lacrime mentre i gemelli cominciarono a canticchiare con Pix, il poltergeist,
che li accompagnava:
 
“Voldy, Voldy, Voldy, noi cantiam
Perché felici siam,
tanto tempo a lottare,
ma ora è solo tempo di ballare.”
 
Dopo un po’ dove tutti si abbracciavano, Harry chiamò Hermione e Ron in disparte e disse loro:
 
– senza di voi.. non mi troverei nemmeno qui. Probabilmente dopo un paio di mesi avrei rinunciato o sarei morto strangolato dal medaglione di
Serpeverde. Nonostante abbiamo litigato tante volte, voglio dirvi davvero grazie.
 
Hermione lo zittì portandogli le braccia al collo, seguita a ruota da Ron. Harry era felice. Mentre era stretto nell’abbraccio, vide Ginny che lo fissava.
Doveva andare da lei. Hermione capì, vedendo l’oggetto d’attenzione dell’amico, e si staccò. Harry raggiunse Ginny ma prima che potesse dire
solo una parola la ragazza disse.
 
– zitto e baciami.
 
Il ragazzo non se lo fece ripetere. Da lento e controllato il bacio divenne più profondo e passionale. Sentì le mani di Ginny che si intrecciavano ai
suoi capelli. La strinse di più a sé facendo aderire i loro corpi.
 
– Ehm ehm.. ti ricordiamo che lei è sempre nostra sorella.
 
Ron, Fred e George avevano parlato interrompendo il momento.
 
– se volete fare certe cose potreste andare nella Stanza delle Necessità.
 
Dissero i gemelli all’unisono e Ron aggiunse:
 
– oppure non potreste proprio farlo.
 
Non passarono nemmeno quindici secondi che Ron stava tenendo Hermione in un abbraccio mozzafiato.
Harry rise tenendo un braccio intorno alla vita di Ginny.
In un angolo Severus non si stava godendo i festeggiamenti. Se ne stava appoggiato alla parete guardando il figlio che rideva, felice come non mai.
Harry lo vide e capì. Era arrivato il momento. Si staccò dalla ragazza e si diresse dal padre. Severus disse:
 
– andiamo nello Studio del Preside. Così possiamo parlare con calma.
 
Insieme salirono i gradini e poco dopo si trovarono davanti al gargoyle.
 
– Silente
 
Piton disse la parola d’ordine e un attimo dopo comparvero le scalette che portavano alla studio. Tutto era rimasto uguale da quando Silente era
morto, Piton non aveva cambiato niente. Harry si diresse là dove adesso c’era il quadro che raffigurava l’ex Preside. Stava dormendo, o faceva
finta, gli occhiali a mezzaluna leggermente piegati e un espressione beata sul viso.
L’uomo e il ragazzo si sedettero su sedie vicine e scese il silenzio. Fu Piton a romperlo:
 
– sapevo che prima o poi l’avresti saputo perciò ho preparato una pozione. Funziona un po’ come il Pensatoio, tu devi berla e poi guardarmi negli
occhi. Faremo un viaggio tra i miei ricordi. Non sarà pericoloso e potremo parlare. Sarebbe troppo difficile spiegare la verità senza essere
accompagnata dalle immagini.
 
Gli porse una pozione color rosso sangue. Harry l’annusò e sentì un vago sentore di menta. Gettando un’occhiata a Piton che lo guardò con fare
rassicurante bevve tutto il contenuto del calice. Sapeva di vaniglia. Sicuramente la miglior pozione bevuta in tutti quegli anni, nulla a che fare con il
sapore disgustoso della Polisucco. Posò il calice e guardò l’uomo negli occhi. Dopo poco istanti ebbe la sensazione di librarsi e tuffarsi tra gli occhi
neri di Severus.
 

Una coppia felice. Ecco chi erano Lily Evans e Severus Piton. Si erano conosciuti da piccoli, erano diventati amici, si erano odiati, si erano innamorati.
Ora sedevano su una panchina di legno, le mani intrecciate e un dolce silenzio come sottofondo. Severus non si sentiva così da secoli. Beato,
tremendamente beato. Era stato grazie a Lily se aveva lasciato Voldemort e tutta la sua cricca. Lei, così dolce e premurosa, lo aveva tirato fuori poco
prima che cadesse in un baratro da cui non vi era più ritorno.

 
– Harry, qua ci troviamo quasi due anni prima della morte di James e Lily. Io e lei stavamo insieme da un po’ di anni. Prima che tu lo possa domandare,
sì prima lei era stata con James, ma dopo qualche tempo si lasciarono.
 
Piton guardò Harry negli occhi che richiuse la bocca, per poi aprirla un secondo dopo e domandare:

– ma James sapeva che mia madre stava con te? E Sirius, Remus e Minus?
 
– James si, lo sapeva ma Lily lo aveva pregato perché non ne facesse parola con nessuno, nemmeno con i suoi amici. Sai, ero una spia per conto
di Silente perciò ero in costante pericolo e non volevo che Lily dovesse pagare per colpa mia perciò tenemmo questa notizia nascosta. Solo Silente
ne era consapevole. Ma adesso meglio prestare attenzione alla scena.
 

Lily ruppe quel silenzio. Guardò negli occhi l’uomo accanto a lei e disse:
 
– non ti sembra tutto bellissimo? Io e te, seduti qua, insieme.
 
Rimase in silenzio qualche secondo e poi le sue labbra si mossero, pronunciando quelle parole che fremeva dal desiderio di dire:
 
– sono incinta.
 
Severus spalancò gli occhi e guardò la sua amata che stava piangendo. Lacrime di gioia sgorgarono e scorsero sulle guance della donna. L’uomo non
seppe cosa dire. Sorrise, un sorriso a trentadue denti, le diede un dolce bacio e posò una mano sul ventre della fidanzata, lasciando che anche le sue
lacrime lasciassero la loro casa rotolando lungo il viso e atterrando sul grembo di Lily.

 
Harry guardò in viso suo padre e vide che si stava asciugando gli occhi cercando di non farsi vedere. Intanto l’uomo disse:
 
– quando Lily me lo disse provai una felicità immensa. Ma subito dopo pensai anche a ciò che dovevo fare io. Nei giorni successivi presi in considerazione
di lasciare il lavoro da spia e di ricominciare una nuova vita. Ma Lily non me lo permise. Non voleva che mettessi il mondo magico da parte per
pensare a lei e al figlio che portava.
 
La scena sfumò e poco dopo riapparve. Erano a Godric’s Hollow. Lily era andata a trovare delle amiche e in casa si trovavano Severus e.. James?
  

– quanto manca al parto di Lily?

Domandò James, bevendo un sorso generoso di Whisky.
 
– dovrebbe partorire a fine mese. Ormai manca poco.

  Rispose Severus seduto su una poltrona, intento a leggere un libro.


 Intanto Piton stava ridacchiando e ad un’occhiata interrogativa di Harry disse:
 
– Lily, nonostante sapesse quanto io e James non ci sopportassimo, cercava ogni scusa per farci fare conversazione. Questo ricordo che vedi
era tutto un suo piano. Aveva fatto apposta a trovare una scusa per lasciarci da soli, ma io ne approfittai per spiegargli il mio piano.
 
Sulle ultime parole tornò serio ed Harry spense la risata che gli era affiorata alle labbra, concentrandosi nuovamente sulla scena.
 

Severus chiuse il libro, giunse le mani e guardò James negli occhi.
 
– devo domandarti un favore Potter.
 
– Piton che ha bisogno di chiedermi qualcosa? Deve essere veramente grave.
 
Severus sbuffò e disse, adombrandosi leggermente:
 
– devi metterti con Lily. Dovete sposarvi.
 
James rimase di stucco e per poco non si strozzò con il whisky:
 
– non avrai mica intenzione di lasciarla? Che c’è? Hai paura di diventare padre?
 
– assolutamente no.
 
Ringhiò Piton, gli occhi che mandavano scintille. In quel momento non sopportava che James scherzasse in quel modo. Gli era costata tanta
fatica accettare quell’idea che da giorni non lo abbandonava. Non poteva permettere che anche il nascituro pagasse per quello che lui stava
facendo. James, a quelle parole, capì la serietà della situazione e chiese:

 
– posso domandarti il motivo per cui mi stai dicendo queste cose? Sei sempre stato geloso dell’amicizia che lega me e Lily, e adesso me la stai
offrendo? Sicuramente c’è qualcosa di preoccupante dietro questa richiesta.

 
Piton rimase qualche secondo in silenzio, si alzò dalla poltrona, e si voltò a fronteggiare James:
 
– sai benissimo che la mia vita è costantemente in pericolo. Non voglio che Lily e il bambino paghino le mie scelte. Tu devi sposare Lily e far
sapere che Harry è tuo figlio. In questo modo il Signore Oscuro non saprà che io ho qualcuno a cui tengo. Così vi sarà una protezione in più per
Lily e Harry. Non voglio che Voldemort, venendo a sapere del bambino cerchi di attirarlo nelle Arti Oscure. Già sta cercando di fare un lavoro
simile anche con i Malfoy. Inoltre, se mi dovesse succedere qualcosa, meglio che il piccolo cresca – gli costò un notevole sforzo pronunciare quelle
parole – con una figura maschile di cui possa fidarmi.

 
Non si poteva immaginare lo stupore che dipinse il volto di James. Essere degno di fiducia di Piton era una cosa impensabile. Eppure era così.
Severus sapeva quanto James tenesse a Lily e di quanto già si stesse affezionando al piccolo che l’amata portava in grembo.

 
– e non pensi cosa ne dirà Lily? Non so se sarà d’accordo con questa scelta. Voglio dire, io accetto, e vedrò di dare tutto l’amore possibile a Harry.
Ma sia ben chiaro, il padre sei tu e dovrai comunque far parte della vita del bambino. Io starò con Lily fino a quando le acque non si saranno calmate.
Lei ti ama e io non proverò a mettermi in mezzo a voi due.

 
– mi dispiace James, ma fino a quando non sarà tutto finito, non potrò avvicinarmi ad Harry. Te lo ripeto, non voglio mettere in pericolo la mia famiglia.
Promettimi solo che baderai a Lily e a Harry.

 
– come fossero mia moglie e mio figlio Severus. Questo te lo posso giurare.

 
La scena sfumò. Harry e Piton si trovarono in una sorta di limbo. Harry non riusciva a credere a ciò che aveva appena sentito. Mille informazioni si erano
avventate su di lui con una forza sorprendente, e solo poche di esse erano riuscite a penetrare nel suo cervello. Dopo quello che parvero minuti, si
riscosse e fissò il padre. Piton allora disse:
 
– avessi saputo quello che circa un anno dopo scoprii sulla Profezia, avrei voluto tornare indietro nel tempo e rimangiarmi quello che avevo detto. Sarei
dovuto rimanere al fianco di tua madre. Invece da perfetto codardo mi sono ritirato e ho lasciato che fosse James a prendersi cura di te.
 
Harry scosse il capo:
 
– non è così invece. Non potevi sapere quello che sarebbe successo e avevi pensato che fosse bene allontanarti dal tuo stesso figlio pur di proteggermi.
 
Dopotutto, Harry pensò, non era la stessa cosa che aveva fatto lui con Ginny, lo scorso anno, che l’aveva lasciata per paura che Voldemort potesse
prendersela con la ragazza? Espose queste parole al padre:
 
– sai, papà – che dolce parola era quella che il ragazzo ormai stava cominciando ad abituarsi a pronunciare – in fondo ciò che hai fatto te non è molto
diverso da ciò che feci io lo scorso anno, quando lasciai Ginny. Avevo paura per lei e l’unico modo per salvaguardarla era quello lì.
 
– una cosa tramandata di padre in figlio.
 
Sospirò Severus. Poco dopo si concentrò nuovamente e una nuova scena riapparve. Si trovavano sempre a Godric’s Hollow, nella cameretta del piccolo
Harry, che tranquillo giocava tentando di afferrare la bacchetta di James. Il ragazzo si allungò per vedere la sua figura da piccolo ma rimase sorpreso da
ciò che vide. Non aveva i capelli castano scuro, bensì neri come la pece. Il naso era un po’ più lungo e le labbra sottili. Sembrava la copia di Piton.
 

– guardatelo qua il baby Piton. Sei tale e quale al papà Harry.
 
Disse James, prendendo in braccio il bambino e mostrandolo a Severus. L’uomo rimase un attimo interdetto vedendo il neonato così simile a lui.
 
– tranne per gli occhi. Hai gli occhi di tua madre.
 
Rispose Piton non riuscendo a trattenere un sorriso, vedendo Harry che allungava le piccole manine verso il viso del papà.

 
– cosa ci facevi lì, se nell’altro ricordo avevi detto che non avresti più potuto vedermi. Avevi cambiato idea?
 
Domandò Harry curioso.
 
– no. Non avevo cambiato idea. Ero fermamente convinto che quello che stessi facendo era giusto. Aspetta un momento e capirai il motivo.
 

– ora meglio parlare del motivo per cui sono venuto fin qua.
 
Disse Severus, riprendendo un tono pragmatico. Si accomodò sul divano e intrecciò le dita della mano con quelle di Lily.

 
Harry guardò in direzione di James per vedere una sua reazione. Niente, niente gelosia o invidia. Era tranquillissimo, come se non fosse successo niente.
 

– Lily, quando mi hai chiamato per dirmi che Harry era tale e quale a me non ci potevo credere. Sapevo che probabilmente ci sarebbe stata una somiglianza,
ma non sapevo così eccessiva. Ho pensato in questi giorni e l’unica cosa che mi è venuta in mente è che, per essere sicuri che Harry sia protetto, occorre
farlo assomigliare a te James.

 
Un silenzio opprimente cadde su tutti loro. Fu James a romperlo:
 
– e cosa credi di fare? Non esiste niente che possa fargli cambiare l’aspetto in maniera permanente. Sarà sempre costretto a dipendere dalle pozioni o
dagli incantesimi.

 
– è quello che ho pensato anche io. Perciò mi sono rivolto a Silente. E grazie a lui ho scoperto di una pozione antichissima proveniente dal Giappone che
se bevuta, ogni giorno per un anno intero, permetteva di cambiare l’aspetto fisico di una persona in maniera permanente. Ma questo non è reversibile.
Una volta cambiato l’aspetto non potrà più tornare indietro.

 
James strabuzzò gli occhi e guardò verso Severus:
 
– no. Non è giusto. Harry deve crescere con te e assomigliando a te. Ho accettato di sposare Lily e non me ne sono mai pentito. Ho trattato Harry, e lo
tratterò per sempre come se fosse mio figlio. Gli vorrò bene per sempre. Ma da qui a renderlo tale e quale a me è a dir poco improponibile. Non posso
permettermi.

 
L’uomo sembrava irremovibile. Severus capiva che lui si potesse rifiutare. Ma ciò che lo stupì fu che non stava rifiutando pensando a sé stesso. Non voleva
togliere anche questo lato di paternità a Piton. L’uomo rivalutò per un momento James Potter e potè vedere sotto quella superficie un moto di altruismo.

 
– James era davvero cocciuto. Impiegai ore a convincerlo a darmi ascolto. Ma alla fine cedette. Avevo già preparato la pozione e quello fu il primo giorno
di una lunga serie.
 
Disse Severus con lo guardo perso, come se fosse tornato per un momento a quel giorno seduto sul divano con le dita di Lily, ancora calde, in mano. Dopo
un attimo si riscosse e, rivolto al figlio, disse:
 
– qualche tempo dopo venni a sapere della Profezia. Cercai di proteggervi, ma purtroppo, come ben sai, non vi riuscii. La notte in cui scoprii della morte di
James e Lily andai subito a casa loro e mi sentii come se una parte del mio cuore fosse andato distrutto. Avevo perso Lily e avevo mandato a morire un
uomo che non meritava tutto ciò. È la prima volta che lo dico, ma James è stato un grande uomo, si è sacrificato per un bambino che non era nemmeno
suo e gli devo onore e rispetto.
 
Harry sentì le lacrime pizzicargli gli occhi ma si trattenne dal piangere. James si era sacrificato per lui. Aveva tutto l’onore e il rispetto del mondo.
Dopo un momento si ritrovarono nuovamente nello studio del Preside.
La verità, finalmente l’intera verità era venuta a galla. Il buio del passato era svanito e una nuova luce stava prendendo forma. Mancava un paio di domande
e tutto il puzzle sarebbe stato ricomposto:
 
– Sirius, Remus e Codaliscia sapevano? Sapevano che io ero figlio tuo e non di James?
 
Piton lo guardò per un momento per poi dire:
 
– io non dissi niente. Ma immagino che Black sapesse. Il giorno in cui morì mi disse una frase che mi lasciò intuire che sapesse la verità. Mi disse “Certo
che Harry a volte è tale e quale a te, Severus.”
 
– e cos’era quella cosa in cui ero uguale a te?
 
Domandò Harry sentendo la curiosità che si allargava. Piton riflettè un momento e disse:
 
– credo che si riferisse al fatto di chiudersi in sé ogni tanto. Non voler lasciare trasparire le proprie emozioni.
 
Harry fece un cenno con il capo e sorrise. Sirius aveva capito e ne era felice. Sentiva di condividere quel momento non solo con Piton, ma anche con Lily,
James, Sirius e Silente.
Pose un’altra domanda:
 
– come mai quando morirono non mi prendesti con te? E nemmeno quando arrivai ad Hogwarts cercasti un rapporto con me?
 
Subito Severus disse:
 
– volevo farlo. Ma Silente mi convinse a rinunciarvi. Mi spiegò che non era affatto sicuro che Voldemort fosse sparito per sempre. Perciò senza la sicurezza
che tutto era finito non volevo metterti in pericolo. Ma da quel che ho visto ti sei messo nei guai senza il mio aiuto.
 
Dopo un momento aggiunse:
 
– mi dispiace per come ti ho trattato in questi anni, ma non volevo farti capire niente sulla vera relazione che ci legava. Avevo sempre terrore che un mio
semplice gesto di affetto avrebbe fatto nascere delle domande e non volevo metterti nemmeno confusione.
 
Mentre stavano lasciando lo studio del Preside, Harry potè notare come Silente fosse ben sveglio intento a fissare lui e Severus con quegli occhi azzurri
come il cielo terso. Il ragazzo immaginò che il vecchio avesse ascoltato ogni singola parola. Una volta tornati di sotto, trovarono in Sala Grande ancora
tutta la famiglia Weasley, Lupin, Tonks ed Hermione che li attendevano. Un silenzio scese e tutti fissarono Severus. Remus fu il primo a fare un passo e
porse la mano a Piton che dopo un attimo la strinse. Seguirono Arthur e Molly. Tutte le persone cui Harry voleva bene erano lì e un sorriso increspò le sue
labbra. Sapeva che quel momento non lo avrebbe mai dimenticato.
 
Spazio autrice: eccomi qua. Ho mantenuto la mia promessa. Questo è il capitolo più lungo che abbia mai scritto, è il doppio rispetto a quelli precedenti,
e sono molto soddisfatta del risultato ottenuto. Ribadisco che se avete dubbi sulla storia potete contattarmi e domandare quello che volete. Ora lascio a
voi il giudizio e vi prometto che non dovrete attendere molto per la conclusione.
Bacio, Caroline
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Caroline Granger