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Autore: Carla Volturi    09/02/2012    5 recensioni
SEGUITO DI "LA STAGIONE DEL CUORE" / Sei mesi dopo: ancora Bianca, pittrice ventiquattrenne e Cristiano, comandante della Marina trentaseienne. Un segreto condiziona il loro amore, sapranno superare i problemi della vita? Sapranno amarsi ancora?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Buon pomeriggio a tutti! Ecco il capitolo del giorno, ricco di rivelazioni.
 Vi lascio link di la “Stagione Del Cuore”, per chi non l’avesse letto:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=927069&i=1
Un bacio da Carla. Dedicato a Leitmotiv.
 
CAPITOLO 9- QUELLA SETTIMANA DI SETTEMBRE


Spazzolo i capelli, guardandomi nello specchio in camera mia. L’immagine riflessa del letto: non ho osato sistemarlo, è ancora disfatto. Se c’è una cosa che mi ha colpito è vederlo cosi spento, triste, diverso. Prova le mie stesse sensazioni, ma per ragioni diverse. Indosso la mia polo bianca, abbinata su un pantaloncino nero. Un fermaglio nei capelli. Bussano alla porta. Vado in cucina per aprire. Spalanco l’entrata: è Lucilla.
Entra velocemente: “Bianca dobbiamo parlare. E’venuto Cristiano da me”. Porta le mani alla testa: “Mi dispiace, ma io non ce la faccio piu’a vederlo cosi. Glielo devi dire, altrimenti non so per quanto tempo ancora riuscirò a mantenere questo segreto”.
Le vado incontro, seria: “E cosa vuoi che gli dica? Che quando è partito sono svenuta? Vuoi che gli dica che ero in ospedale, che ho scoperto di aspettare un bambino? Vuoi che gli dica che l’ho perso all’improvviso, senza neanche accorgermene. Vuoi che gli dica questo?”.
Si siede sul sofà: “Non pensare che io non ti capisca, anzi. Questa brutta esperienza ci accomuna, ma lui ha diritto di saperlo”.
Balbetto: “Io non ci riesco”.
Perché?”, mi chiede, con voce calma.
Perché era il suo sogno. Perché era il mio. Perché mi manca proprio il coraggio per confessarglielo. Per me quanto accaduto è sinonimo di dolore”. Zittisco per un secondo, trattenendo il respiro. Continuo:”Lui non ha colpa…”.
Mi interrompe: “Se per questo neanche tu”.
Annuisco: “Si lo so. Ma desideravo cosi tanto quel bambino , che perderlo per me ha significato la fine di tutto. La fine di un amore, la fine di un progetto a due, la fine di ogni cosa”.
Lucilla:“Sei giovane. Potrai averne quanti ne vuoi”.
Io:“E’ovvio. Ma il colpo è stato troppo duro. Cavolo io non mi aspettavo di esser incinta, poi lo scopro e lo perdo. La vita mezza volta mi da qualcosa e me la toglie il giorno dopo”.
Sbuffa: “Ora non pensare alla vita, ma a lui e te. Vi amate ancora, ma se non vi venite incontro rischiate di non ritrovarvi piu’”. Si alza: “Siete due teste di so cosa. Possibile che io vi debba sempre dire parlate, parlate, parlate? E’vero, qui c’è un problema serio, ma cavolo vi appartenete, che vi costa?. Rompete questo muro che avete creato e piantatela di gettarvi quintalate di dolore addosso. Si campa una sola volta”.
Mi avvicino a lei: “Tanto lo so che arriverà il momento della verità”.
Mi abbraccia. Dopo di che esce, andando via. Chiudo la porta. Apro un cassetto nel lato soggiorno e afferro una cornice, in cui ho posto la nostra foto insieme. E ripenso al mio bambino: chi sa come sarebbe stato. Chi sa come l’avrei chiamato. Chi sa cosa sarebbe diventato da grande. Chi sa di chi si sarebbe innamorato. Ma una cosa è certa: avrebbe ricevuto tutto l’amore di questo mondo, sia da me che dal suo papà.
  
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