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Autore: Angel_29    09/02/2012    6 recensioni
La caduta sembrò durare in eterno. Attorno a lui c'era il nulla, non provava nessuna sensazione, la sua grazia non reagiva alla presenza di altri esseri. Sembrava fosse destinato al nulla assoluto.
Poi arrivò lo schianto, forte e distruttivo. Non aveva sentito un dolore fisico, ma le sue ali e la sua grazia ne erano rimaste danneggiate. La sua luce si stava affievolendo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Lucifero
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La caduta sembrò durare in eterno. Attorno a lui c'era il nulla, non provava nessuna sensazione, la sua grazia non reagiva alla presenza di altri esseri. Sembrava fosse destinato al nulla assoluto.

Poi arrivò lo schianto, forte e distruttivo. Non aveva sentito un dolore fisico, ma le sue ali e la sua grazia ne erano rimaste danneggiate. La sua luce si stava affievolendo.

Per qualche attimo rimase lì immobile senza capire, poi arrivò la comprensione.

Era caduto, il principe degli arcangeli era caduto. Una cosa che non accade tutti i giorni.

Una forte disperazione si impossessò di lui, aveva perso tutto, l'amore e la stima del padre, il suo posto in paradiso, la sua casa, i suoi fratelli. La sua grazia, o quello che ne rimaneva, sembrò tingersi di nero per un millesimo di secondo. Le sue ali invece cominciarono a colorarsi di nero e le soffici piume diventarono una membrana simile a quelle delle ali di un drago. Poco in lui rimaneva dell'arcangelo che era stato.

Si rialzò a fatica dal terreno e e mettendosi in ginocchio si guardò in giro. Quello che si presentava davanti ai suoi occhi non era altro che nuda pietra. Si trovava in un lungo tunnel che si sviluppava verso l'alto. Non c'era via d'uscita, era in trappola.

Lentamente girò lo sguardo e quello che vide fu una figura alta, in piedi appoggiata alla parete opposta rispetto a lui. Lucifer.

I loro occhi si incontrarono per un lungo istante e qualcosa accadde.

Tutta la disperazione che Micheal sentiva dentro di sé sembrò affievolirsi un poco. Non era da solo.

Rimase a fissare il fratello per quella che sembrò un'eternità poi facendosi forza sulle braccia si alzò.

“Benvenuto nella mia casa fratellone. Mi scuso per il disordine, ma sai quando la lasci disabitata per molto tempo, diventa un INFERNO”

“Come hai potuto Lucifer trascinarmi quaggiù con te?”

“Beh sai volevo un po' di compagnia. Stare millenni da soli non fa bene a nessuno”

“Era questa la tua punizione, stare rinchiuso qui da solo a scontare i tuoi peccati”

“I miei peccati?! Quali sarebbero i miei peccati? Sentiamo” chiese Lucifer avvicinandosi, la voce resa dura dalla rabbia.

“Dimmelo Micheal! Quali sono? Superbia? Perché mi credo superiore a nostro Padre? Se fosse così non sarei qui con te a fare questa conversazione” ad ogni parola si faceva sempre più vicino. “Ho amato nostro Padre, sopra ogni altra cosa. Ma credo che il mio unico peccato è stato di amare allo stesso modo anche qualcun altro”

L'aveva raggiunto e ormai pochi centimetri li separavano. Posò le mani sulle braccia dell'ormai ex Arcangelo e strinse leggermente.

“E' un peccato molto grave lo sai? Ma non solo quello, molti peccati hai commesso e non ti sono stati perdonati”

“Nostro padre perdona sempre, ci vogliono millenni, ma lo fa. Il motivo per cui sono qui, per cui entrambi siamo qui: è che non sono stato il solo a peccare” i suoi occhi ancora una volta incontrarono quelli di Micheal e si fusero insieme creando nuovamente quel legame profondo e indissolubile che li univa.

Ma presto il maggiore distolse lo sguardo. “Non dire sciocchezze non è vero. Non è successo niente”

“Non mentire Micheal, quello che c'era tra di noi non si poteva nascondere. Per questo nostro Padre, mi ha cacciato dal cielo, non poteva certo cacciare il suo figlio prediletto. No, nessuno tocca Mikey. Quello che è stato punito invece sono io. L'unica mia colpa quella di amarti. Dimmi Micheal ti sembra giusto?”

Il maggiore sentiva dentro di sé un forte dolore. Quello che Lucifer diceva non era vero, non poteva essere vero. Lui non lo amava non lo aveva mai amato.

Si dimenò con forza, ma la presa del fratello non cedette. “Tu menti non è vero. Non è mai stato così. Dici solo bugie, menzogne. Tra noi due non c'è stato altro che il semplice legame tra due fratelli”

Lucifer sollevò un sopracciglio “Poi sono io l'ipocrita. Non puoi mentire Micheal. Forse può mentire là fuori con i nostri fratelli, con quelle scimmie senza pelo, ma non qui. Non quando l'unica compagnia che hai è te stesso. Non puoi mentire a te stesso. Tu mi ami”

“NO!” urlò l'altro dimenandosi con tutte le sue forze, ma nonostante la sua voce negasse i suoi occhi continuavano ad esprimere seppur in profondità i suoi veri sentimenti. Quelli che da millenni aveva rinchiuso nel suo cuore. Lucifer aveva ragione non poteva mentire a se stesso. Poteva negare quanto voleva ma nonostante la rabbia. Quando si era risvegliato in quella gabbia e la prima cosa che aveva visto era stata Lucifer, il suo cuore aveva avuto un sussulto e un calore era nato nel suo petto. Era in trappola, ma con l'unica persona con cui avrebbe voluto trovarsi in quella situazione.

Lucifer vide la consapevolezza tornare negli occhi del maggiore e sorrise. Con un leggero movimento lo strinse a sé e sentì il corpo dell'altro rilassarsi contro il suo. Erano di nuovo insieme, e così sarebbe stato per l'eternità.


   
 
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