Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Giorgia98    09/02/2012    1 recensioni
..Col trascorrere dei minuti, tuttavia, mentre Eragon scrutava la pianura sconfinata, sentì il cuore placarsi, le lacrime si asciugarono e piano piano un senso di pace si diffuse nel suo animo. Si chiese quali meraviglie avrebbe potuto incontrare in quelle terre selvagge e pensò alla vita che lui e Saphira stavano per intraprendere, una vita insieme ai draghi e ai cavalieri. ''Non siamo soli piccolo mio'' disse Saphira. Un sorriso gli increspò il volto..
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guarda! Esclamò Arya mentre volava con Firnen.
Arya, emh, è un prato..
Si ma.. è il primo prato che vediamo da una settimana a questa parte!
Ah!
Che bello Firnen! Guarda quanti fiori..
Già, ci sarà anche qualche grosso animale!
Smettila di pensare sempre al cibo..
E' sempre meglio che essere erbivora come le mucche.
Firnen, quante volte devo dirti che non si dice ''erbivora'' è soltanto una scelta di noi elfi, non vogliamo nuocere vite inutili per nutrirci, tutto qui.
Ah!
Basta con questo ''Ah'' non ti sopporto quando, fai così..
E quando faccio così?
Rispose lui stizzito. Fece un girò della morte girando su se stesso, una manovra pericolosa ma al tempo stesso molto adrenalinica.
Non mi hai ancora convinto.. Replicò lei, ma rideva, scoprendo i denti candidi.
Ah si.. aspetta e vedrai! Dopo di che si mise a fare tutte le manovre più complicate, avvitamenti, tripli giri della morte, atterrate pericolose.
Sai Firnen, sai essere pericoloso.. Arya aveva il fiatone dopo le acrobazie.
Cosa credevi? Che fossi un drago senza risorse? L'elfa rise, la sua risata argentina faceva eco nel cielo silenzioso. Era il primo giorno che avevano l'occasione di passare del tempo insieme, erano persi ognuno nei pensieri dell'altro, ma ogni tanto capitava loro di parlare.
Arya osservò il paesaggio, era meraviglioso, aveva passato tutta la sua vita in Alagaesia. La conosceva molto bene, ma nessuno scenario poteva competere con quello. Erano molto in alto, in lontananza si intravedeva il fiume, simile ad un serpente argenteo. Non riusciva più a vedere la foresta, la sua foresta, dove aveva vissuti poco e niente, ma la considerava casa sua. Davanti a lei una pianura sconfinata, con qualche piccolo arbusto di bosco, le sembrava strano dirlo ma le mancavano le montagne.
Firnen, dove sono Eragon e Saphira?
Dietro di noi..
L'elfa si girò, la dragonessa azzurra volava più alta di Firnen, riusciva a vederla di tanto in tanto, quando sbucava da una nuvola color panna. Eragon era solo un minuscolo puntino sul suo dorso.
Arya, aspettiamo Blodhgarm e gli altri qui.. il messaggio di Eragon apparve chiaro e nitido nella sua mente.
Perchè no.. Rispose, anche se l'idea la entusiasmava.
Firnen, planò dolcemente a terra, le sue ali rilucevano al bianco al sole. L'elfa pensò che era davvero un esemplare bellissimo e si sentì onorata che lui avesse scelto proprio lei. A circa venti piedi dal suolo Arya si lasciò scivolare sulla sella e saltò, atterrando di punta per ammorbidire l'impatto, girando la testa notò che anche Eragon aveva fatto la stessa cosa, per rendere possibile ai due draghi di riprendere a volare senza posarsi a terra. Il cavaliere quando la vide a circa un centinaio di iarde da lui la raggiunse correndo.
Poi le chiese:
-Hai idea di quanto dovremo aspettare?-
-No.- Rispose lei sincera. -Non mi sono soffermata molto sulle distanze mentre volavamo.. mi stavo godendo il panorama.-
-Anchio.- Mormorò Eragon. Arya dopo poco si sedette sull'erba verde, lui invece rimase in piedi. Restarono in questa posizione per lunghi minuti, interrotti solo dal mormorio del vento che sembrava parlare loro. L'elfa osservò il cielo, limpido con poche nuvole soffici. L'erba umida le bagnava i pantaloni, ma non le importava, si sarebbe asciugata più tardi. Quel momento le diede una sensazione di tranquillità che non provava da un po', si sentiva protetta. Raccolse una piccola margherita bianca, le piaceva il bianco, era un colore puro, porto il fiore al viso e respirò il suo profumo. Sorrise. La vita doveva essere così. Senza ansia e preoccupazioni, senza guerre né litigi. Si accorse che Eragon la guardava, gli rivolse uno sguardo interrogativo e lui allora disse:
-Perchè sorridi?-
-Perchè sono.. felice.- L'elfa non aggiunse altro. Ma si rimise a contemplare il tutto, come se non si stancasse mai di sentirsi orgogliosa de farne parte.

Eragon guardò Arya, era seduta a gambe incrociate, le mani che tenevano ancora la margherita in grembo, i capelli corvini venivano scompigliato dal vento e le lunghe ciocche le ricadevano sul viso. Non portava più la striscia di pelle a cingerle la fronte, non aveva neanche più la corona, se l'era tolta il giorno stesso che i nobili l'avevano avvisata. A volte il ragazzo si chiedeva cosa pensasse, non capiva se era dispiaciuta che il titolo le fosse stato tolto, ma per ora almeno lei sembrava tranquilla, ed era questa la cosa più importante.
Si sedette.
-Arya, come mai voi elfi non credete negli dei? Oromis me lo aveva spiegato ma non sono riuscito a capire fino in fondo..- Lei lo guardò attentamente con i grandi occhi verdi spalancati per lo stupore.
-Diciamo che noi semplicemente non crediamo che esistano.. i nani mettono anima e cuore per i loro dei, credono che abbiano creato il mondo e i vari esseri viventi. Noi elfi non lo sappiamo come si è creato il mondo, anche se qualcuno a elaborato una teoria, poi può darsi che sia stato creato veramente dagli Dei ma non lo sapremo mai probabilmente. Poi anche se esistessero veramente, riflettici Eragon, sono giusti? Cosa fanno.. Guidano le nostre azioni? Non mi sembra.. quando una persona è in battaglia che sia Elfo, Umano, Nano o Urgali è solo, non è nessuno che lo comanda e lo salva. So che per te è difficile da capire questo concetto, essendo nato e cresciuto tra gli umani, comunque sei libero di pensare ciò che vuoi, non verrai giudicato per questo. Almeno non da me.- Eragon pensava, Arya aveva detto le stesse cose del vecchio cavaliere, ma il ragazzo non era convinto, continuava a oscillare dalla parte dei nani e degli elfi senza sapere chi tra loro aveva ragione. Beh.. gli elfi avranno ragione, forse non esistono, ma un dio a cui rivolgere il proprio aiuto ci deve essere, c'è sempre una piccola possibilità che ti ascolti. E con questo pensiero chiuse l'argomento. Voleva ancora parlare con Arya, gli piaceva conversare con lei.
-Arya, mi è venuta a mente una cosa, perchè a voi elfi chiamate Angela Venerabile?-
-Davvero non lo sai?-
-Ehm.. no.-
-Un tempo viveva un uomo, Tenga si chiamava..- Eragon la interruppe subito:
-Io l'ho incontrato.- L'elfa lo osservò sorpresa:
-Veramente? E.. nel senso, quando? Come? Che ti ha detto?-
-Beh..- Disse lui imbarazzo che Arya avesse dato così importanza alla cosa. -Per caso, ero di ritorno dall'Helgrind poco prima che mi raggiungessi..e mi sono imbattuto in un uomo, diciamo che non sembrava molto normale, oppure era particolarmente intelligente, fatto sta che l'ho aiutato a coltivare un orto e a strappare le piante, lui mi ha offerto del cibo. Poi ha iniziato a parlare di una domanda certa ''lei'' e io me ne sono andato.-
-Ah.- Rispose lei, sebbene fosse alquanto perplessa che uno come Tenga si facesse aiutare a strappare le erbacce. Poi continuò:
-Lui era nato quando Galbatorix perse il suo drago. Come ogni altro bambino venne portato a toccare le uova di drago, venne scelto e..-
-Tenga è un cavaliere? Ma allora dove..- Eragon la interruppe di nuovo.
-Aspetta fammi finire.- Rospose lei poi sorrise, nonostante il ragazzo avesse sconfitto uno dei più grandi tiranni della storia di Alagaesia a volte sembrava un bambino.
-Venne scelto da un drago, era molto piccolo, aveva circa dieci anni e allora venne istruito da uno dei cavalieri anziani di Ilirea. Quando Galbatorix corruppe Morzan, quest'ultimo rubò un cucciolo di drago, quello di Tenga. Non ebbe però il coraggio di ucciderlo, non era ancora diventato sanguinario. Tenga allora, all'inizio non realizzò ciò che era accaduto ma quando vide Galbatorix in groppa a Shruikan, in groppa al suo drago, capì ciò che il re aveva fatto, allora cercò di attirare l'attenzione del suo drago, ma lui non lo riconobbe più anzi cercò di ucciderlo. Immaginati Eragon, Saphira muore te cosa proveresti, ma prova a pensare a Saphira rapita contro la sua volontà e trasformata in un altro drago, il dolore è molto più grande.- Il ragazzo provò, e si accorse che aveva ragione, al solo pensiero della sua dragonessa che combatteva contro di lui, gli venivano le lacrime agli occhi.
-Ma cosa centra Angela in tutto questo?-
-Vedrai, Tenga sanguinante, ma soprattutto ferito dentro nella mente e nel cuore, si rifugiò in un piccolo paesino di montagna, nei pressi dei monti Beor, dove venne visto da tutti come un pazzo, capì che l'unico modo per non pensare al suo Shuruikan era mettere anima e corpo in qualcosa. Si dedicò a molte cose, la natura, scoprì pure la magia, ai tempi del suo addestramento non gliel'avevano ancora insegnata. Tanto che tutt'ora, se non è morto, è uno dei maghi più potenti di Alagaesia. Passarono gli anni, era sempre stato solo, senza nessuna compagnia che i suoi libri, che aveva ricercato in ogni luogo. Fino al giorno in cui, era a Dras Leona per cercare un manufatto e si vide apparire una bambina, incatenata con i polsi lacerati fino all'osso. Iniziò a parlare ma la cosa che lo colpì di più fu l'ottimismo della bambina. Quando venne messa in vendita all'asta agli abitanti della città Tenga stava ancora pensando alla mente acuta della piccola allora mosso a pietà la comprò. Iniziò ad istruirla sulle arti della magia e della spada, pian piano gli fece passare il dolore per la perdita del suo drago, la chiamò Angela. Però dopo un po' ci fu un litigio, oramai Tenga sapeva tutto di ogni cosa, tutto il sapere dell'umanità era racchiuso nella sua testa, così inventò una specie di gioco, si faceva delle domande impossibili e lui cercava di trovare la risposta.
Angela non era d'accordo lei pensava al presente alle persone che avevano bisogno di aiuto. Se ne andò, venne a vivere per un periodo ad Ellesmera, lei è poco più giovane di me, io sono nata un anno prima della caduta dei cavalieri, lei quattro anni dopo. Ci raccontò la sua storia e noi constatammo che era al livello di noi elfi, con la magia, una cosa mai vista negli umani non cavalieri. Poi se ne andò e sparì dalla circolazione per decenni, quando poi l'ho rivista è stato nel Farthen Dur con te, ancora giovane come un tempo e accompagnata da un gatto mannaro. Da quando se n'era andata noi alfakyn abbiamo iniziato a chiamarla Venerabile, perchè i suoi poteri erano e sono veramente immensi.- Arya concluse il racconto.
-Quindi poi non sai nulla di lei.. dopo?- chiese Eragon.
-No, l'unica che lo sa è lei.- Eragon la guardò, ancora una volta era stupito da quante cose sapesse. A pensare che per i canoni elfi è considerata giovane..Infatti il cavaliere aveva notato che gli eldunarì quando si rivolgevano a lei la chiamavano ''cucciola d'elfa'', Eragon aveva pensato molto a questo fatto, perchè significava che le loro età erano paragonabili.
-Mi piace parlare con te Eragon.- Gli disse Arya, poi abbassò la testa imbarazzata.
-E' la stessa cosa per me.- Rispose lui, poi le sorrise e lei ricambiò. Restarono molto tempo a guardarsi, ognuno perso negli occhi dell'altro, fermi come due antiche statue. Mentre il vento li accarezzava e il sole pian piano svaniva dietro una verde collina.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Giorgia98