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Autore: Nisi    18/09/2006    18 recensioni
Ed ora, cari lettori, se questa fosse stata una fanfic normale, Remus mi avrebbe dovuto baciare e poi musica di violini e roselline dappertutto. Ma invece questo è stato solo l’inizio di un lungo incubo. Voglio dire, come si può pretendere che una Metamorfomagus impiastra come la sottoscritta organizzi il suo matrimonio?
Ma infatti non lo ha preteso nessuno… e mi hanno affibbiato quella lagna francese per aiutarmi. Ho il forte sospetto che in realtà Ginny volesse sbarazzarsi di lei.
SPOILERINI DEL SESTO LIBRO!!!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fleur Delacour, Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
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Un silenzio di tomba invade il camerino.

Io e Fleur che ci guardiamo in faccia sgomente, le nostre voci che dicono nello stesso momento: “E adesso, che facciamo?”

Specifichiamo: Fleur ha detto qualcosa in francese (Et maintenant, que faisons-nous? NdA), ma il senso era chiaramente il medesimo.

Ci fissiamo ancora un po’ stordite, mentre Madama McClan, dall’altra parte della porta, mi domanda: “Signorina Tonks, come se lo sente, quell’abito?”

“È un po’ troppo scollato per i miei gusti…” rispondo con voce fioca. È proprio così, in effetti perché lo strappo va dal corpetto fino all’orlo. “Non so se il mio futuro marito… Sa, è un uomo piuttosto geloso.”

“Posso vedere? Mi può aprire?”

“NO!” rispondiamo all’unisono.

“La mia amica si gena!”

Un attimo di silenzio: “Prego?”

“Mon amie si vergogna” ripete in inglese Fleur, storcendo la bocca come se avesse inghiottito un limone particolarmente acido: mi ha definito “amica”, non so se mi spiego.

“Ha rascione, non si adatta alla sua personalità. Non potrebbe portarci qualcosa di più… adato? La taglia ça va…”

Sento i passi della sarta allontanarsi.

“Tu sei fuori! Mi è completamente passata la voglia di provare abiti da sposa!”

“Je le sais, ma puoi provare a rimetterlo a posto! Con tutte le cose che rompi, sarai in grado di asciustarle con l’encantesimo ‘Reparo’”.

“Vero. Ma per quelle che rompi tu, l’incantesimo non serve proprio a niente, sai? Reparo!”

In men che non si dica, quasi venisse chiusa da una cerniera babbana, la stoffa ritorna come nuova. Più o meno.

Prima che Fleur possa rispondere Madama McClan arriva provvidenzialmente: “Signorina Tonks? È presentabile?”

Fleur mi guarda male, a braccia conserte, poi prende a mordicchiarsi l’unghia di un pollice. Accidenti a lei, riesce a fare anche quello con classe!

“Sì, entri pure…”

“Ecco, mia cara…” mi porge un altro abito, ancora più semplice.

“Cosa è successo a questo vestito?”

Io e Fleur ci guardiamo in faccia, poi guardiamo l’abito… è ancora rosa shocking!

“In che senso, scusi?” domando ridacchiando nervosa; nel frattempo Fleur agita silenziosamente la bacchetta e la stoffa ridiventa color crema, ma senza strapparsi. Per fortuna.

Madama McClan si toglie gli occhiali e si strofina gli occhi con pollice ed indice: “Scusatemi, signore, devo aver lavorato troppo. Signorina, se vuole provare anche questo...”

“La ringrazio, signora” tubo imitando il tono di Fleur.

La porta si richiude: “Guai a te se lo fai divantare rosa!” mi intima la francese , sibilando per non farsi sentire.

“È il mio abito, barba di quel Merlino!”

“Infilalo! Depeche-toi! (sbrigati NdA)”

L’abito mi calza a pennello, ma… “Mi piace di più quello che ho provato prima.”

“D’accord. Provalo ancora.”

Senza troppi complimenti, Fleur mi aiuta ad indossare il precedente.

“Tu as raison.” concorda controvoglia. “Questo ti sta più bene.”

“Si dice meglio, Fleur.”

Fa un gesto come per scacciare un insetto fastidioso.

La bacchetta stretta nella mano, le mie labbra si muovono a pronunciare l’incantesimo… et voilà!, la stoffa è ridiventata rosa shocking.

“Ce n’est pas possible!”

“Invece è possibile. Non farlo ritornare bianco che poi si strappa di nuovo.”

“Finite Incantatum!” la scollatura si riapre di qualche centimetro.

“Hai visto? Cosa ti avevo detto? Reparo!” ed il danno scompare.

“Ormai si è descirata tropo e il vestito è rovinato.”

Non so cosa intenda Fleur con “descirata”, ma sono d’accordo con lei.

“Che si fa?”

“Si disce che vuoi pansarsci ancora un peu… È normale, per le spose, non descidere subito. Io, per esampio, ho provato trentascinque abiti prima di trovare quello sciusto.”

Trentacinque? Io ne ho avuto abbastanza di due! “Va bene, allora facciamo così.”

Usciamo dal camerino e Fleur ha la faccia tosta di affrontare subito Madama McClan.

“Allora, la signorina ha deciso?”

“Oh, vorebe pansarsci ancora, sa com’è.”

La sarta mi sorride intenerita: “Ma certo, capisco benissimo. Torni pure quando vuole.” Mi prende gentilmente dalle braccia i due vestiti, li appoggia sul bancone.

“Bon. Alors, merci beaucoup! Noi andiamo, abiamo un po’ di fretta.”

“Molto bene, allora.” Madama McClan sorride gentile e ci accompagna verso la porta.

“Buona giornata, allora. Spero di rivederla presto, signorina Tonks.”

“Ehm… Sì, certo. Anche io!”

Già, come no!

“Au revoir, madame.” sorride radiosa Fleur. Afferra la stoffa della mia maglietta e, dopo averle lanciato un’occhiata disgustata, mi trascina dietro di sé per qualche centinaio di metri. Ci fermiamo vicino alla deviazione per Knockturn Alley.

“Abbiamo fatto una cosa orribile, Fleur!”

“C’est n’est pas grave! E ti ricordo che sei stata tu a fare tuto questo can can!”

“Non è vero e tu…”

“Non so come fascia Remus a soportarti!”

“Ed io non so come faccia Bill a sopportare te!”

“Quoi?”

“Sarebbe a dire che non è giusto che tu voglia farmi prendere il MIO vestito da sposa di un colore che non mi piace. Ma cosa te ne frega, mi chiedo; cosa ti importa che sia rosa shocking?”

“C’est horrible, tout simplement. Hai dei gusti degeulasses (vomitevoli NdA).”

Sono stanca. Non ho voglia di discutere ancora con lei, anche perché non caverei un drago dal nido. In lontananza, però, scorgo un modo per farla stare zitta.

Due, per la precisione.

Con i capelli rossi.

“Guarda, ci sono Fred e George!” esclamò con allegria esagerata. “Andiamo a salutarli!”

Con la coda dell’occhio la vedo impallidire e stringere le labbra a cuoricino fino a farle sbiancare: “Non!” sibila.

“Ma dai, sono i tuoi cognati! E poi, sono così simpatici…”

Quel poco di indole Serpeverde che c’è in me, in questo momento lotta per venire allo scoperto.

“Non.” mormora a bassa voce mentre mi prende un braccio. “Je t’en prie. (ti prego NdA)”

“Ma cosa ti avranno mai fatto!”

Fleur si schiarisce la voce e si fissa le unghie: “L’altra notte siamo rimasti a dormire alla Tana. Bill aveva lansciato un incantesimo di Silansio perché io e lui… tu as compris? E quei due salopards lo hanno trasformato in un incantesimo Sonorus, così tutta la famiglia ha sentito quello che stavamo fascendo. Per parechio tampo.”

Io sbianco: non è precisamente quello che mi ha raccontato Molly.

“Ma non ti avevano fatto sparire i vestiti davanti a tutti…”

“Ah, oui, quello è il primo scherso che mi hano fato, ma ce n’est pas grave: noi franscesi siamo più a nostro ascio con il nostro corpo di voi Anglesi. Et le mien c’est pas mal du tout (il mio non è niente male NdA).” si rabbuia improvvisamente. “Ma quello è stato troppo, franchement.”

“Scusa, ma Bill cosa ha detto?”

“Si è messo a ridere, quel con!” ringhia. “Assieme tuta la sua famiglia di salauds.”

“Anche Molly e Ginny ridevano?”

“Scinny più di tuti, quelle conasse*! Molly si è vergognata un po’. Mais pas beaucoup. (Non tanto NdA)”

Un’altra dimostrazione che la mamma difende i pargoli ad oltranza. Anche se hanno avuto la mano troppo pesante.

“Mi dispiace” mormoro sentendomi in imbarazzo per tutta la famiglia Weasley. “Li saluterò un’altra volta. Ora vado a casa…”

”Ah non! Bisogna fare la lista degli envitati e scegliere il bouquet. Andiamo al Paiolo Mascico!”

Percorriamo, con cautela, i pochi passi che ci separano dal locale in modo da non farci scorgere dai gemelli.

Varchiamo l’ingresso, notiamo subito che i tavoli sono tutti occupati.

“Niente da fare, Fleur! Cerchiamo un altro posto.”

Mi sta venendo mal di testa…

La signora Weasley mi scocca un’occhiata di compatimento: “Sei una prinscipionte. Attends!”

Si avvicina ad un tavolo attorno al quale siedono quattro uomini che, apparentemente, hanno finito le loro consumazioni.

“Excusez-moi… è libero?” nel sussurrare quelle… vediamo, quattro parole con voce suadente, Fleur sbatte le ciglia all’indirizzo di quei malcapitati. Il suo fascino è quasi palpabile: persino io avverto un “qualcosa” che avvolge e coccola quelle persone.

“Ma certo… certo, signorina. Si accomodi, prego!” esclama uno dei maghi alzandosi in piedi e spostando la sedia per farla sedere.

Un altro le si accosta sollecito: “Sta comoda? Ha bisogno qualcosa? Di un cuscino?”

Il terzo la guarda con aria stralunata e la bocca aperta senza avere il coraggio di spiccicar parola e l’ultimo, più audace: “Le posso offrire qualcosa, signorina cara?”

Chissà perché nessuno si accorge mai che Fleur porta una fede al dito… “Non, merci. Siete stati très très gentils. Buona sciornata, Messieurs.”

I quattro si inchinano profusamente e profondamente: “È stato un piacere, signorina…”

Fleur fa graziosamente ciao ciao con la manina e spande fascino veelico a piene mani, mentre gli stregoni gentili camminano all’indietro per potersi beare fino all’ultimo della visione che si è parata loro davanti.

Prendiamo posto e consultiamo il menù corredato di foto magiche che esalano il profumo della cibaria offerta. Dopo aver deciso, Fleur posa la lista e trasfigura un pezzetto di stoffa trovato sul tavolo in una pergamena.

“Ora sci vorebe una piuma e dell’enchiostro.” osserva dubbiosa guardandosi in giro.

Nel frattempo, Tom, il proprietario del Paiolo Magico si avvicina. Ci saluta entrambe con un cenno del capo anche se, a dire la verità, i suoi occhi sono puntati su Fleur: “Cosa posso portarvi, signore?”

“Un bicchierino di pastis e piuma e calamaio, s’il vous plait.”

“Anche un’acqua viola, per piacere.”

Quando Tom si è allontanato, incuriosita chiedo a Fleur cosa sia questo pastì.

“Un liquore fronscese all’anice. Aiuta a discerire.” mi risponde flemmatica, facendo onore al suo soprannome.

“Cosa devi digerire? Non hai mangiato niente…”

“Te, Ninfadorà. Alors, chi vuoi envitare al matrimonio?” mi domanda; il calamaio e la piuma sono arrivati levitando e si sono posati sul tavolo accanto alla pergamena.

“Maman et papa, n’est-ce pas?” e comincia a scribacchiare qualcosa in un’elegante calligrafia tutta svolazzi e ricciolini.

“Beh, direi i Weasley… quelli dell’Ordine della Fenice … Hestia fa parte dell’ordine, per cui è già compresa… direi basta. Per cui: Arthur, Molly, Bill, Charlie, di Percy non se ne parla, Fred e George…”

Nell’udire quei due nomi, Fleur trasale vistosamente ed io faccio finta di niente.

“Ron, se torna in tempo, e Ginny anche se non ne sono particolarmente convinta. Poi, Silen…”

Mi blocco a metà di quel nome ed inghiotto il magone che mi ha attanagliato improvvisamente la gola.

Ci guardiamo in faccia e credo che la mia espressione non sia molto diversa dalla sua.

“La McGranitt, alors… Moody…”

Fleur annota doverosamente tutti i nomi, poi rilegge la lista e mi domanda a bruciapelo.

“Niente cuscini?”

“Mio cugino è morto l’anno scorso.” rispondo alludendo a Sirius.

“Avevi solo lui?”

Con un pizzico di acidità nella voce, ribatto: “Dovrei invitare Draco Malfoy?”

Fleur non si dà per vinta: “Zii e zie?”

“Una è la mamma di Malfoy, l’altra è quella che ha spedito oltre il velo mio cugino e che mi ha fatto passare un bel po’ di tempo al Saint Mungo.”

“Pessime parantele, Ninfadorà!” osserva. “Bon, se non altro il riscevimanto non costerà molto. Dis-moi: chi è la damiscella d’onore? Devi scegliere un vestito anche per lei.”

”Veramente, io pensavo di avere un testimone. Non ce lo vedo Malocchio Moody con un abito lungo” Il pensiero di Moody che indossa un abito femminile mi fa venir voglia di ridere.

Che Fleur mi fa passare subito con un’occhiata: “Mi fa venire i brividi, quel…”

“È un mio carissimo amico, per cui…”

“Ça va. Oh, hai scelto il bouquet?”

“Mi piacerebbero dei rametti di araucaria**.” Mi sembra perfetta per il mio bouquet da sposa. È così carina, con quegli spuntoncini verde scuro…

“Qu’est-ce que c’est cette araucaria?” Mi domanda insospettita: secondo me, non si aspetta niente di buono.

“Aspetta, ora ti faccio vedere.”

Non lontano, a Diagon Alley, ne ho visto un albero; impugno la bacchetta e scandisco: “Accioaraucaria.”

L’incantesimo sembra non aver funzionato, per cui faccio spallucce: “Mi spiace, si vede che la pianta era troppo lont...”

CRASH!

Un enorme ramo sfonda la porta di legno del Paiolo Magico e plana sul tavolo con un tonfo sordo.

“Quoi…”

“È l’araucaria, Fleur.” spiego un tantino imbarazzata.

“Oh mais parbleu, quelle idiote d’une femme que tu es! Qu’est-ce que tu as dans ton cerveau malade?” (che donna idiota che sei. Si può sapere cosa hai nel tuo cervello malato? NdA)

Non capisco niente, ma ne deduco che Fleur non abbia apprezzato la mia iniziativa.

“Ce n’est pas possibile… tu est folle… quelle connerie…” (non è possibile, tu sei pazza! Ma che idiozia!) e si copre gli occhi con le mani mentre fa cenno di no con la testa.

In quel momento arriva Tom con le consumazioni e, come tutti gli avventori, guarda quello che dovrebbe essere il mio bouquet da sposa con aria perplessa. Per peggiorare il tutto, il ramo ha rovesciato la boccetta dell’inchiostro che ha preso a colare, vischioso, sul pavimento di legno.

“Mi perdoni, la prego! Giuro rimetterò a posto tutto, giuro! Quella porta tornerà come nuova…” balbetto frenando l’impulso di nascondermi sotto al tavolo.

Osservandolo meglio, direi che è indeciso se ridere o piangere. Di certo non è in grado di emettere suono; poi posa il vassoio e mentre i bicchieri levitano verso di noi, Tom corre verso la porta ormai inutilizzabile. Io sono paralizzata dall’imbarazzo e la mia compagna si lancia in una tirata furiosa:

“Forse era meglio se mi portava tutta la bottiglia di pastis!” afferrando un bicchierino e vuotandolo tutto d’un fiato; poi, con un gesto elegante recupera la bacchetta: “A jamais plus te revoir!” (a mai più rivederci). “J’en ai eu assez!” (ne ho avuto abbastanza).

Dopo un attimo è sparita, lasciando al suo posto una nebbiolina profumata.

Come direbbe lei: Merde!

* * *

* Con, conasse, salaud, salopard sono tutti sinonimi dello stesso termine dal significato chiaro: STRONZO. Non ditelo alle vostre mamme che vi insegno le parolacce in francese, altrimenti mi fanno verde, grazie.

* * Araucaria: per vedere la foto di questa pianta in tutto il suo splendore, andate a questo link: http://ispb.univ-lyon1.fr/cours/botanique/photos_gymnosp/araucaria%20detail.jpg

* * *

Ciao a tutti, come state? Vi informo che questo è il penultimo capitolo di questa fanfiction. Ho già scritto l’epilogo (e stavo ridendo come una scema davanti al pc. Ma si può?).

Se proprio volete saperlo, l’araucaria è una delle piante che mi fanno più schifo in assoluto: vicino a casa mia ce n’è un albero enorme e di viene male tutte le volte che lo vedo. Da qui la scelta di inserirlo in questa storia.

Comunque, grazie a voi tutti che avete letto ed ancora di più a voi che avete commentato. Ora, andiamo sul personale:

Muriel: Eh sì! Tonks è molto divertente da descrivere, ma più complicata di Fleur che mi diverto a far apparire al suo peggio. E mi dà la possibilità di rispolverare il mio francese arrugginito!

Elfina: grazie, ma che gentile^^^. Che dire, se non che ti ringrazio tantissimo?

L-fy: Oh, amore! E’ sempre fantastico sentirti! Non ci avevo minimamente pensato alla similitudine con la Bella Addormentata. Si vede che ho la testa che si ricollega sempre alle fiabe visto che nella rivolta facevo il parallelo con Trevoren…Cenerentola. Senti, se lo trovo, il miliardario te lo presento ma tu, da cuoca consumata quale sei, dimmi perché il ragù mi viene sempre troppo asciutto… e dire che ci sto attenta… Baci ed abbracci anacondeschi. Un’altra cosa: ho notato che i lettori di questa fanfic si stanno dividendo in due fazioni: una che tifa per Tonks e l’altra per Fleur. Bizzarro, tu non credi, Elfie cara?

Chase: piacere di conoscerti. Anche io penso che il vestito rosa shocking non sia il massimo. A dire il vero, una mia amica si è sposata con un abito rosino confettino. Che però le stava da dio perché lei è proprio bella. Però siamo d’accordo: Tonks e Tonks e non c’è nulla da dire.

Evan88: grazie per esserci sempre, ne sono lusingata. Beh, non so se il mio modo di scrivere sia particolare, ma lo prendo come un complimento^^^

Carillon: vedo che siamo d’accordo ormai in parecchie: quel colore… oddio! Mi sa che ci toccherà rassegnarci… con buona pace di Fleur e di quella povera araucaria.

Calime: Grazie mille! Che ne dici di questo, di capitolo?

Faith Sun: La mia è una strategia, mia cara: io faccio i complimenti a te, tu li fai a me perché è carino ricambiare. Siccome tu hai SUN nel tuo nick, magari c’è caso che per una volta nella vita mi abbronzi invece che rimanere di questo color yogurt che non va più di moda da mo’. Ehm, temo di avere scritto una delle mie solite scemenze. Mi perdoni?

Lu: Ti dirò, scrivere questa storia tira su il morale pure a me: i colleghi decerebrati stanno infestando il mondo. Aiuuuuuto!

Anda: piacere di conoscere anche te, Non dovrai nemmeno aspettare tanto per l’epilogo, visto che è già pronto… Grazie per i complimenti: adesso divento IO tossicomane delle cose carine che mi scrivete^^^

Lemonade: Grazie. Saranno pur serviti a qualcosa otto anni di studio del francese, no? Certo, a scrivere i dialoghi di Fleur in lingua originale. Se solo lo avessi saputo, mi sarei impegnata di più! Mi diverto ad inventare nomi strampalati e a giocare con le parole. Però penso che la cosa migliore sia stata il regalo che i genitori fanno ad Hermione nella mia prima ff la profezia dell’unicorno: una fornitura della sua biancheria preferita: marca Dolce Babbana. uaz uaz uaz.

Elsie: Ed eccomi qua. Che ne pensi di questo capitolo? La reazione di Fleur all’assalto del ramo ti sembra buona?^^^

Elenie Estel: grazie! Io devo dire che vado da un estremo all’altro: scrivo storie comiche oppure profondamente deprimenti: le mie one shot di Lady Oscar sono francamente da suicidio… Chissà perché, sono secoli che me lo chiedo io stessa…

Redistherose: Beh, io credo di aver fatto più o meno la stessa faccia che ha fatto tuo marito quando ha “gustato” il black pudding. Ero giovane, ero inesperta, ma non scema, per cui non l’ho più mangiato. Il top di mio marito, invece, è il mezzo pomodoro al forno… E che dire dei baked beans cotti nel ketchup? La pianto: è quasi ora di pranzo altrimenti non digerisco. Grazie per i complimenti, Silvia^^^

Ci si rilegge a breve per l’epilogo!

Baci a tutti dalla Nisi

   
 
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