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Autore: Lyra Lancaster    09/02/2012    2 recensioni
E Nero da dove viene?
Da quando ho scoperto da "Devil May Cry Wikia" che probabilmente è un figlio illegittimo di Vergil non sono riuscita a dormire...
Chi era sua madre?
Io ho provato a rispondere.
Genere: Erotico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vergil
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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DMCff4

- Capitolo 4 -

Little Girl, Little Girl You Should Close Your Eyes...

Il sole non era caldo.
Quel parasole le sarebbe servito solo se Vergil non le avesse dato risposte soddisfacenti; a quel punto l'elaborato ombrellino avrebbe fatto spiecevoli incontri con la faccia -e non solo- del ragazzo.
Ma Elizabeth in fondo si stava divertendo, a giocare a fare la principessa, quindi si limitava a tenere il passo del suo accompagnatore.
Decise di fare la prima mossa, sapendo che in battaglia chi attacca per primo è in vantaggio: "Vergil... Abiti da solo, quindi?"
"Ho la servitù. Perchè?"
Perchè? Era solo una domanda... "Perchè la sera sono abituata a leggere, ma non credo che tu possieda volumi scritti in alfabeto braille e, siccome dovrei stare qui per un bel po', da quanto ho capito, vorrei qualcuno con cui conversare ogni tanto... e che, magari, leggesse per me... lo faceva la mia amica Osanna, quando ero appena arrivata al santuario e non c'erano libri che potessi leggere."
"Troverò qualcuno... Sei cieca dalla nascita?"
"No, ma non importa. A te piace leggere?"
"Beh, sì..." Non gli era sfuggito il fastidio della giovane per la sua domanda: c'era una parte del suo passato che preferiva rimanesse nascosta.
"Qual è il tuo libro preferito?"
"Ce ne sono tanti... vuoi forse che legga per te?"
"Sto solo cercando di fare conversazione... Ti dà fastidio?"
Silenzio imbarazzante: Elizabeth si chiedeva se non fosse troppo insistente ed invadente, Vergil si stava chiedendo perchè lei fosse così interessata a lui.
"Scusa, hai ragione, non sono fatti miei." Sussurrò lei.
"No, non lo sono."
Liz sospirò: "Avanti... a cosa ti servo? Cosa devo fare?" I suoi piani erano andati in fumo... di solito alla gente piaceva chiaccherare... certo, non a tutti... evidentemente il padrone di casa era fra questi ultimi. Ma, dopotutto, uno che era abituato a vivere praticamente in solitudine per chissà quali motivi, non poteva amare il dialogo. La giovane si sentì molto stupida.
"Conosci la leggenda di Sparda, giusto?"
"Certo." Era cresciuta con quella storia, venerandone il protagonista solo perchè l'Ordine lo faceva, anche se in realtà provava pietà per lui, che era vissuto in un'utopia.
"Ecco... Il suo potere è infinito e donerebbe praticamente l'onnipotenza a chiunque lo possieda. Bene: io lo voglio."
Sparda era un demone e Vergil voleva diventare uno di loro? "Bene: mi piacciono le persone determinate. Ancora non capisco il mio ruolo."
"Liz..." Vergil ammorbidì la voce: "Dieci anni fa tu hai aperto una delle Porte dell'Inferno."
"Cosa ho fatto?" Ora l'orrore si leggeva chiaro sul suo volto. Lo sapeva che c'entrava con quella notte maledetta! Lo sapeva! In un lampo vide di nuovo la torre
oscura che capeggiava sulla terra bruciata e le anime nere che incombevano minacciose su di lei. No! Non voleva ricordare. Essendo le ultime immagini che le sono passate davanti agli occhi, per mesi aveva lottato per cacciarle nell'oblio ed evitare che la soffocassero, ed ora non solo tutto ritornava a galla, ma vi si aggiungevano inquietanti particolari.
"Alcuni esseri umani hanno dei collegamenti con gli Inferi e, in rarissimi casi, qualcuno riesce a creare dei piccoli varchi interdimensionali che permettono il passaggio da questo all'altro mondo. Tu hai creato una voragine, quella notte di dodici anni fa, da cui è uscita una certa quantità di demoni maggiori per vendicarsi di quello che Sparda aveva fatto loro... per distruggere lui e la sua famiglia."
"Io ho distrutto la famiglia di Sparda?" Mugulò sbigottita e terrorizzata. Le girava la testa, mentre sentiva chiare e nitide le risate aggiaccianti delle ombre nelle sue orecchie... e non riusciva a farle smettere.
La voce di Vergil continuò come una cantilena funebre: "Si sono serviti del tuo potere speciale... tu hai solo permesso loro di passare in un modo che in questo momento è mio compito trovare."
"Perchè?"

Elizabeth

Ancora quella voce.
"Perchè vuoi diventare un demone? I demoni sanno solo terrorizzare... Sparda era l'unica eccezione... se lui ha rinnegato le proprie origini e rinunciato al proprio potere, perchè tu vuoi impossessartene?" La giovane, orami in preda al panico, aveva afferrato il ragazzo per le vesti, lasciando cadere sull'erba soffice il parasole.
"Perchè mi spetta di diritto. Lui era mio padre."
Elizabeth sgranò gli occhi stupita, staccandosi immediatamente da lui, come se si fosse ustionata: "Tuo padre?"
Vergil era un demone.
Vergil era parte di un incubo.
Vergil voleva che lei rivivesse ciò che per anni aveva tentato di seppellire nel profondo della sua memoria.
"Liz..." Il ragazzo si era accorto del malessere della giovane e una strana stretta al cuore gli fece incrinare la voce. "Ehi, va tutto bene..." Forse. Lei tremava e le prime lacrime iniziarono a rigarle il volto. Le andò in contro... l'istinto gli suggeriva di abbracciarla...
"Stai lontano da me!" Elizabeth indietreggiò ed inciampò in un sasso del vialetto.
Vergil si chinò per afferrarla ed evitare che cadesse, ma l'unico risultato fu che finirono entrambi sull'erba l'uno sopra l'altra.
Il profumo che impregnava le sue narici era quello dei fiori del prato o quello dei capelli di lei?
Tremendamente imbarazzato il padrone di casa si alzò da sopra il corpo morbido della giovane, mentre lei si portava le ginocchia al petto e rimaneva ferma sul posto, gemendo e tremando.
Liz, che ti ho fatto? Il ragazzo, vedendo che la cameriera era ancora sulla porta ad aspettare, le fece cenno di raggiungerlo, in modo tale che potesse portare Elizabeth nelle proprie stanze, poichè non gli sembrava il caso di accompagnarla di persona: era sicuramente spaventata da lui.
Cindy aiutò la ragazza ad alzarsi e le pose un braccio attorno alla vita per condurla lontano dal mezzo demone.
Vergil rimase sul posto finchè le due donne non sparirono dalla sua vista, e si sentì come quando aveva quattro anni ed aveva tirato una bastonata sulla testa di suo fratello affinchè la smettesse di rubargli i biscotti: uno schifo.


§§§

Eh, voleva solo parlare, lei. ù__ù
Elizabeth ha davvero subito un trauma infantile e questo l'ha fatta crollare emotivamente.
E questo a risvegliato il lato umano di Vergil, tanto da andare a ripescare le disavventure con Dante.
Orsù, come farà Verge a riconquistare la fiducia della giovane?
Lo scoprirete solo leggendo!
(Capitan Ovvio...)
Ps: Il titolo è una frase tratta da "Heart-Shaped Glasses", una canzone di Marilyn Manson. ^ ^


 
  
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