“Come mai speravi di trovarmi?” chiesi curiosa.
“Perché ieri mi hai lasciato solo senza una
spiegazione”
“Mi dispiace”
“Non ti preoccupare… allora come mai non sei
entrata?” mi chiese guardando avanti a se.
“Non mi andava. Ho altro per la testa”
“Perché hai litigato con tua madre?”
“In verità no. O meglio, anche per quello. Però
più che altro penso ancora ad una persona” chissà perché con lui non riuscivo a
mentire.
“Un tuo ex?”
“No… il mio migliore amico. Se posso ancora
chiamarlo tale”
Arrossì, tutti pensavano che Alessio fosse il
mio ragazzo, a me piaceva anche un po’, ma in verità era il mio miglior amico,
quello di cui mi fidavo cecamente.
“Ah… avete litigato?”
“Litigato è poco. Non ci parliamo più, è come
se nn ci fossimo mai conosciuti. Anche se in verità non ci siamo mai
conosciuti” specificai.
“Non credo di capire”
“È difficile da spiegare”
“Credo che non sia difficile da spiegare, ma
sei tu che non vuoi”
“Capisci al volo, eh?”
In quella situazione ridevo, stavo per
raccontare i miei problemi ad una persona che avevo visto solo due volte e non
riuscivo a fare altro che ridere.
“Bene” sospirai “In pratica ho conosciuto
Alessio su un gioco, uno di quei giochi online dove puoi conoscere tanta gente”
le lacrime iniziarono a scendere non appena pronunciai il suo nome.
“Se vuoi puoi anche non raccontarmelo” mi disse
dolcemente porgendomi un fazzoletto.
“Lo so. Però sento che parlare con te mi farà
sentire bene… Comunque inizialmente scherzavamo normalmente come due
conoscenti, poiché stavamo nella stessa gilda, ma un giorno mi venne a
raccontare i suoi problemi e non sono riuscita a fermarlo. Così man mano dal
chattare siamo passati al parlare a telefono una volta ogni tanto e da quella
volta ogni tanto siamo passati allo stare tutti i giorni a telefono, ogni volta
che eravamo entrambi liberi e ciò capitava spesso. Però queste cose non portano
mai a nulla di buono” il mio pianto ci accentuò in quella parte del racconto, poiché
iniziavano i momenti brutti “ Come era prevedibile dopo un po’ di tempo ci sono
cascata e ho iniziato a provare una specie di attrazione nei suoi confronti. So
che è una cosa impossibile, in fondo non l’avevo mai visto, però io amavo ogni
parte del suo carattere, anche gli atteggiamenti che mi davano più fastidio. Tuttavia
come era prevedibile la cosa per lui era un po’ diversa, ha tre anni più di me,
una vita totalmente diversa dalla mia e non sopporta le relazioni a distanza. Così
abbiamo iniziato a non parlare più. So che è la cosa giusta, io non lo amavo ma
sapevo che a lungo andare sarebbe potuto accadere. Però così ho perso una delle
persone alla quale volevo più bene e di cui mi fidavo”
Le lacrime non la smettevano di scendere e
sentivo lo sguardo di Luca su di me.
Lasciò che esaurissi le lacrime prima di
parlare.
“Quanto siete distanti?”
“Abita a Roma e posso dire che ormai odio
quella città”
“Ho capito. Che brutta situazione” commentò
Non riuscii a rispondere, poiché avevo la voce
rauca.
“Mi fa piacere che me lo abbia detto, almeno
ora capisco cos’è quello sguardo triste che non ti abbandona mai” disse
sorridendo “Penso che avete fatto bene a non parlarvi più, con il passare del tempo
il dolore scomparirà da se”
“E se non fosse così?” un’altra ondata di
lacrime mi fece male come un pugno nello stomaco.
“Sono sicuro che sarà così. Hai solo bisogno di
svagarti e non pensarci”
“Detto così sembra facile” mi lamentai.
“Posso darti una mano se vuoi” uno strano
sorriso gli illuminò il volto.
“E come?” chiesi leggermente spaventata, dopo
quello che era successo con Alessio avevo paura di fidarmi troppo delle persone
appena conosciute.
“Che fai domani sera?”
“Domani?” dissi scombussolata dalla domanda.
“Si domani”
“Vediamo… È sabato quindi credo che esco con i
soliti amici”
“E se invece esci con me?”
“Non ho capito bene… Mi stai chiedendo di
uscire?” dissi sbarrando gli occhi.
“Tecnicamente si” rispose ridendo.
“Lascia stare. Lo so che lo fai solo perché ti
faccio pietà”
“Non è vero. Ho approfittato soltanto del
discorso per chiedertelo. Era già mia intenzione farlo”
Osservai il suo viso allegro e sorrisi. Non sapevo
se quello mi sarebbe bastato per farmi passare il dolore, ma provare non mi
avrebbe di certo uccisa.
“Va bene” acconsentì
Sul suo viso si dipinse un sorriso di autentica
gioia e dopo tante insicurezze capii che quella era la scelta giusta.