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Autore: Bloody_Bess    18/09/2006    5 recensioni
"BARBOSSA! JONES! E' questa la vostra idea di 'pulizia del ponte', razza di topi di stiva?" All'urlo del capitano i due ragazzi si bloccarono, gli scopettoni ancora sollevati a mezz'aria. La testa dello scopettone di Davy si era già staccata nella foga del 'duello', mentre quello di Hector pendeva tristemente dall'asta, anch'esso sul punto di staccarsi. "Ehm..." In effetti, non era esattamente a questo che pensavano quando avevano deciso di diventare pirati... AVVISO: dal momento che questa storia è stata cominciata mooolto prima dell'uscita del terzo film, gli avvenimenti in essa narrati non terranno conto degli avvenimenti e le rivelazioni contenuti nello stesso.
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Davy Jones, Hector Barbossa, Nuovo Personaggio, Tia Dalma
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia mi è venuta in mente di getto subito dopo aver visto “La maledizione del Forziere Fantasma” al cinema

Questa storia mi è venuta in mente di getto subito dopo aver visto “La maledizione del Forziere Fantasma” al cinema. Coinvolge due personaggi apparsi nei primi due film di questa trilogia (ancora da concludere, ma comunque una trilogia), ovvero Barbossa e Davy Jones, ma dal momento che è ambientata molti anni prima degli avvenimenti descritti nei film credo possa essere letta tranquillamente e senza rischi di spoiler anche da chi non ha ancora visto il secondo film…o anche il primo, anche se dubito che qualcuno non lo abbia mai visto! J

 

BUONA LETTURA!

 

 

Tortuga.

 

“Il bambino è in posizione podalica” disse l’ostetrica  “coraggio, devi spingere più forte.”

Charlene prese un profondo respiro e continuò a spingere, tentando di ignorare le fitte lancinanti.

“Non credevo…facesse…così male…” ansimò, i capelli rossi zuppi di sudore. Strinse i denti per soffocare un urlo e spinse ancora. Dio, se avesse saputo a cosa andava incontro avrebbe abortito e tanti saluti. In fondo che le importava di far nascere un marmocchio di cui non sapeva nemmeno chi diavolo fosse il padre? E anche se lo avesse saputo, sai che differenza: sicuramente uno dei tanti pirati e ubriaconi che pagavano per passare con lei qualche ora

 

“Il bambino rischia di impigliarsi nel cordone ombelicale” disse l’ostetrica con urgenza, riuscendo finalmente ad afferrare il piccolo per una gamba “preso! Coraggio, un’ultima spinta e ci siamo!”

La donna strinse i denti e impiegò le sue ultime energia per un’ultima spinta, senza riuscire più a trattenere un urlo di dolore…

e stavolta il suo grido fu seguito da un vigoroso pianto di neonato.

 

“E’ un maschio” disse l’ostetrica con evidente sollievo, avvolgendo un panno intorno al bambino “e a quanto pare sta benissimo.”

Charlene fece uno smorfia. A chi diavolo importava che quel bastardo stesse bene, lei non stava affatto bene.

“Fra quanto potrò tornare a lavorare?” domandò senza mezzi termini. Era inutile far finta di nulla, l’ostetrica sapeva benissimo cosa era: una delle tante prostitute di Tortuga.

 

“Non prima di un paio di settimane” rispose l’ostetrica. Non aveva simpatia per quella donna: non sembrava curarsi minimamente del suo bambino, e la donna era certa che Charlene aveva continuato a prostituirsi anche in stato di avanzata gravidanza.

“Bene” disse seccamente Charlene, chiudendo gli occhi e girandosi dall’altra parte “adesso lasciami dormire e porta quel rompiscatole, o giuro che lo butto a mare.”

 

L’ostetrica serrò le labbra e fece per uscire dalla stanza, poi abbassò lo sguardo sul bambino che cominciava a calmarsi. “Come lo chiamerai?”

L’altra fece una smorfia, senza aprire gli occhi. “Il mio cognome è Barbossa” disse sgarbatamente “per quanto riguarda il nome decidilo te, se proprio ci tieni. Per me anche ‘Bastardo’ andrebbe benissimo. In fondo non è altro che questo, no?”

Ma…”

“VATTENE!”

 

La donna si strinse il neonato al petto ed uscì dalla squallida stanzetta, sbucando in una stanzetta spoglia ad un angolo della quale c’era una cassetta da frutta da usare a mo’ di culla.

Guardò il bambino che continuava a mugolare e lo mise nella cassetta, facendo attenzione a coprirlo bene.

 

Sai, piccolino” mormorò poi, parlando a bassa voce “quando era bambina un pirata mi raccontò una storia. Ora non la ricordo molto bene, ma ricordo che c’era una città, una città che i greci avrebbero voluto conquistare…e questa città era difesa da uno dei guerrieri più forti dell’epoca, lo sai? Un eroe di nome Ettore…”

 

Il bimbo si era calmato adesso, e cominciava ad addormentarsi.

L’ostetrica rimase a pensare qualche secondo, poi sorrise. “Sai, credo di averti trovato un nome…Hector.  Che ne pensi?” chiese piano, sfiorando la mano del neonato con un dito. La manina si chiuse intorno al suo indice con forza sorprendente.

La donna sorrise. “Allora è deciso, immagino” disse, togliendo delicatamente il dito dalla presa del bambino “Hector Barbossa.

 

Devil’s Nest

 

“Niente da fare” sospirò il medico, guardandola la donna in avanzato stato di gravidanza che giaceva sul pavimento privo di vita “il proiettile le ha trapassato il cuore…dev’essere morta all’istante. Qualcuno di voi ha visto niente?”

“No, abbiamo solo sentito lo sparo” disse il proprietario della locanda “ma quando siamo entrati, l’assassino era già scappato dalla finestra.”

“Capisco. Sapete almeno come si chiamava?”

 

La moglie del proprietario si strinse nelle spalle. “No, non ne abbiamo idea. Cioè, sul registro si è firmata come Mary Jones, ma sono quasi certa che fosse un nome falso.”

“Di sicuro suona falso” concordò il marito “temo che non ne sapremo mai nulla, poverina. E dire che aspettava un bambino, era all’ottavo mese…e solo un quarto d’ora fa era viva e parlava del bambino che stava per avere, capite. Diceva di volerlo chiamare David per un maschio e Sarah per una…”

 

“Un momento” lo interruppe il medico, riflettendo febbrilmente volete dire che è morta da meno di un quarto d’ora?”

“Esatto, signore. Abbiamo sentito lo sparo dieci minuti fa, e…

Ed era già all’ottavo mese?”

“Quasi al nono, sì…per l’amor del cielo, cosa state facendo?”

Il medico aveva aperto la borsa e aveva estratto quello che sembrava un bisturi estremamente affilato. “Se è davvero morta da così poco, forse c’è ancora una speranza di tirare fuori un bambino vivo.

 

“Volete dire…farlo nascere…da un cadavere?”

“Esattamente” rispose l’uomo, tagliando in fretta il davanti del vestito della donna e scoprendole il ventre prominente “ora, se volete scusarmi, non c’è un istante da perdere.

La moglie dell’oste nascose il volto nella spalla del marito che rimase invece a guardare, inorridito e affascinato, mentre il dottore incideva la carne della donna con gesti rapidi e precisi.

 

“Eccolo!”

Il medico aveva finalmente individuato un corpicino inerme in mezzo a quel mucchio di carne sanguinante e lo tirò rapidamente fuori dal corpo senza vita della madre.

Afferrò saldamente la creaturina cianotica e insanguinata e lo colpì con fermezza per spingerlo a respirare.

Coraggio, piccolo…puoi farcela, ne sono certo…coraggio, respira!

 

Il bambino mosse la testa con uno scatto, poi prese un lungo respiro sibilante e finalmente cominciò a piangere a pieni polmoni.

Il medico sorrise, e avvolse il bimbo in un asciugamano che l’oste si era affrettato a porgergli. “Un bel maschietto.”

“Ce la farà?” domandò ansiosa la moglie, osando solo adesso sollevare lo sguardo.

“Oh, sì, questo senz’altro. E’ un giovanotto robusto, se la caverà egregiamente.

 

“Bene” disse il marito, poi aggiunse, un po’ a disagio “allora immagino…bè, dovremmo portarlo in orfanotrofio.

Ce lo porto io” si offrì il medico “ci passo davanti ogni girono.”

“Aspettate” intervenne la moglie dell’oste, prendendo il bambino piangente dalle mani del dottore “prima dovremmo dargli un nome, no? Dovremo esaudire il desiderio di sua madre. Un maschio…quindi immagino sia David…David Jones.

 

Il marito sorrise su malgrado. “Un gran bel nome, David…ma mi sembra un tantino esagerato per un moscerino come questo. Che ne dici di un diminutivo?”

“Davy, allora” stabilì sua moglie “Davy Jones.”

  
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