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Autore: Meme06    10/02/2012    3 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi di nuovo a scrivere su questa sezione. Questa volta però sarà una cosa 'leggermente' diversa, rispetto alle mie solite storie. Innanzi tutto avverto che per chi non ha letto il manga potrebbero esserci forti spoiler.
L'altro giorno mi è capitato di riflettere su Shugo Chara e ho trovato dei momenti che nel manga, in disegni, durano un secondo. Mentre secondo me durano di più. Ho pensato così di riportare in alcuni momenti precisi, i pensieri di determinati personaggi, riflessioni insomma. Ho messo la nota OOC proprio perché saranno pensieri e ho paura di stravolgere il carattere dei personaggi. Beh, che dire! Spero solo che vi piaccia! Fatemi sapere che ne pensate! ^ ^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao a tutti! Lo ammetto, era da una vita che volevo fare un capitolo di questo genere e finalmente ci sono riuscita *.* Bene, questa volta mi sono ispirata al manga numero sette. Proprio il volume in cui troviamo Ikuto a casa di Amu. Io riprenderò la storia dopo la dichiarazione di Tadase, parlando in prima persona come se fossi Ikuto. Buona lettura ^ ^



Cresci in fretta… Amu


- Buona notte! Ehi, Amu… ti senti bene? Tutto ok? - domanda Ran, mentre le altre litigano con il mio Shugo Chara per il poco spazio nel cestino.

Amu ha l'aria di uno stoccafisso che ha appena ricevuto la notizia di essere stato promosso al banco del pesce. La sua anima sembra quasi uscirle dalla bocca. Sono seduto nel letto accanto a lei, finché non se ne accorge è tutto okay.

Il suo viso è leggermente arrossito, ammetto con orgoglio che con me arrossisce molto di più. Se ne sta rannicchiata, le ginocchia al petto. Mentre mormora qualcosa che posso solo immaginare di capire. Mi sdraio e con sguardo annoiato dico:

- Mi permetti di volerti bene?

Certo, frase più stupida Tadase non poteva dirla. Santo cielo, come se ai sentimenti si potesse dire 'a te è permesso e a te no'.

- Uah! - esclama sussultando e voltandosi a guardarmi. - Ehi, hai origliato di nascosto?

Mi tiro su a sedere e la guardo con uno sguardo di ovvietà.

- Per forza! Mi hai infilato dentro l'armadio! E poi è successo così all'improvviso! - mi giustifico.

Il suo viso è esploso e adesso è peggio di un peperone. Mi stendo dilato poggiando il capo sulla mano.

Si mette le mani sulle guance.

- M-ma è stato solo un caso! Uffaaa! - esclama.

- Avevi un'aria piuttosto contenta… - commento, non particolarmente felice per questo. Visto che anche se non lo ammetto vorrei che si emozionasse in questo modo anche per me.

- B-be'… - balbetta prima di guardarmi bene e accorgersi dove sono seduto. - Ehi! Come ti permetti di entrare nel mio letto?!

Non so come abbia fatto, ma mi ritrovo sul pavimento. Gli rivolgo uno sguardo dolce, da cucciolo.

- Ma fa freddo… - dico.

- Non sono affari miei! Buonanotte! - dice infine, infilandosi nel letto.

Che razza d'insensibile. Sorrido. Dopotutto lo so perché mi dice così. Mocciosa che non sei altro, ti vergogni così tanto a starmi vicino? In questo momento la mia mente si svuota. Tutto quello che ho pensato prima svanisce, lasciando posto solo ad una piccola fiammella di speranza. Ripenso alle parole che Amu ha detto a Tadase. Non ha detto di ricambiare i suoi sentimenti, ha detto di essere felice si, ha detto di aver sempre provato ammirazione nei suoi confronti, ma non ha mai detto di ricambiare quello che anche lui prova per lei. Anche? Che sciocco? Ancora ho dei dubbi su questa faccenda? Lancio uno sguardo al viso addormentato di Amu. No, non credo di avere più dei dubbi su di lei. So benissimo quello che provo. Come so benissimo che non voglio restare a gelarmi sul pavimento.

Mi alzo lentamente, sembra proprio che stia dormendo. Mi avvicino al letto e mi infilo sotto le coperte. Ahh, che bel calduccio. Vorrei accoccolarmi di più, ma ho paura che dopo si svegli. Chiudo gli occhi anch'io. Faccio appena in tempo a mettermi comodo che…

- Aaargh! - grida Amu.

Uffa, ma cos'ha un rilevatore gps di gatti? Si volta verso di me.

- Ehi! Ti ho detto di dormire sul pavimento! - mi sgrida.

- Ma è dure e freddo…

- Piantala di scherzare! Vattene via!

- Più mi parli così più mi viene voglia di rimanere qui. - Ah vedi, ho fatto anche la rima. La adoro quando si arrabbia.

Mi avvicino di più a lei. Il rossore sulle sue guance è inconfondibile anche al buio.

- Io sono malato. - le dico a pochi centimetri dal suo volto.

- Ugh… - mugola.

- Ieri mi hai riscaldato dolcemente… - le dico avvicinandomi ancora di più.

- Non avevo altra scelta… - si giustifica lei. Brutta bugiarda. - Aah! Hai i piedi ghiacciati!

Mi stringo a lei, mentre si agita come una matta sotto le coperte. Spero che nessuno stia vedendo questa scena da fuori, altrimenti penserebbe moooolto male.

- Visto? Sono sull'orlo della morte per assideramento!

- Argh! - esclama.

Riesco finalmente ad abbracciarla e attirarla a me. Stringo forte, non voglio che riesca a fuggire. Ho freddo, è vero, ma non è solo per quel motivo che adesso la sto stringendo a me. Anche perché mi sono appena accorto di aver iniziato a fare le fusa.

- Pfah… - faccio. - Che calduccio… Prometto che non ti farò nulla e me ne andrò subito.

Vorrei tanto non essere immischiato in questa situazione con la Easter. In questo modo potrei restarle accanto senza problemi. Ma non posso.

- Oh insomma… - mormora d'un tratto. - Perché ti sei così affezionato a me?

Mi chiede. Io la guardo un attimo prima di risponderle una scusa buttata lì, giusto per non dirle quello che davvero provo.

- Sarà che i bambini hanno la temperatura corporea alta… - le dico. - Ma sembri una borsa d'acqua calda umana.

Lei sembra offendersi alla mia affermazione.

- Smettila di trattarmi come una bambina! - esclama. - Dalla prossima primavera frequenterò le medie!

Dice con una nota di fierezza nella voce.

- Ah, sì? - le chiedo, nonostante come situazione sia buffa. - Comunque, tra le medie e il liceo c'è una grande differenza.

Commento. Dopotutto io sono all'ultimo anno e lei neanche ha iniziato il primo di medie. Magari sto facendo un grande sbaglio, è ancora una bambina. Anche se…

- Sei un liceale, Ikuto? - mi chiede improvvisamente attenta.

- Ho diciassette anni e questa primavera andrò in terza. - le rispondo. Diciassette anni, già. Lei ne ha ancora undici, come ho fatto a provare un sentimento così grande per una marmocchia?

- Cavoli… - commenta, nel suo tono ci sono sfumature di tristezza. Non ne capisco il motivo, e non credo che lo capirò visto che si è fatta improvvisamente silenziosa. La osservo mentre ha lo sguardo perso, chi sa a cosa sta pensando? Le gote non sono più rosse, sembra che stia riflettendo su qualcosa. Vorrei tanto poter entrare in quella testolina rosa per sapere a cosa stia pensando. Per un secondo mi passa nella mente il fatto che le sia venuto in mente Tadase. Se così fosse… - Quel violino…

- Mh? - al diavolo i miei stupidi sospetti, mi sembra di essere geloso.

- È importante per te? - mi domanda.

- Mah, no è solo un ricordo di mio padre. - le rispondo con noncuranza. Non vorrei affrontare questo argomento.

Lei però continua a farmi delle domande. Mentre le rispondo noto che mi fa bene liberarmi di questo peso, di dirlo a qualcuno. Ma allo stesso tempo mi rendo conto che se lo avessi detto a qualcun altro non avrebbe avuto lo stesso effetto.

- Sembri un ragazzino nel suo periodo ribelle…

- Eh? - faccio. Mi volto di nuovo verso di lei e la guardo mentre mi rivolge un'espressione di rimprovero. Mi chiedo chi di noi due è il più grande in questo momento.

- Non fai che trattarmi come una bambina, ma tu non sei certo da meno! - esclama, con la faccia di una che la sa lunga.

Bene, bene. Senza preavviso mi aggrappo di nuovo a lei, stringendola forte per la vita. Sono sicuro che stia arrossendo.

- Uah! Ehi, che diavolo fai?! - mi chiede con stupore.

Mi accoccolo ancora di più su di lei.

- Mi sto affezionando a te! - le dico, riducendo di gran lunga quello che in realtà provo. - Visto che sono un bambino… Allora coccolami!

Cerca di sottrarsi alla mia presa inutilmente.

- Non sei per niente carino! - esclama. Ma come e a me che sembrava di essere tanto 'coccoloso'. - Lasciami!

- Sono contrario ai maltrattamenti! - le dico. Sento la sua mano che mi carezza dolcemente i capelli. In questo momento sto davvero bene. Eppure, una parte di me mi ricorda che non sono l'unico a provare questo per Amu. - Tadase… - Dico d'un tratto, facendole andare il viso in fiamme. - Ti vuole molto bene.

- C-cosa? E questo che c'entra? - dice. Sento il suo cuore andare a mille e vorrei tanto che sia per lo spazio nullo tra i nostri corpi. - M-ma anche tu, visto che sei una di terza liceo… ehm… avrai qualche ragazza che ti piace, no?

Questa si che è una bella domanda. Non penso molto prima di risponderle.

- Certo! - esclamo convinto. - Sei tu.

Ricevo un colpo sulla testa all'istante. Lo sapevo che non mi avrebbe creduto, perché diavolo l'ho detto?

- I bugiardi non sono ben accetti, qui! - esclama continuando a darmi dei colpetti.

- Ahiaa… - mi lamento. - Smettila di maltrattarmi! Perché non vuoi credermi?

Nonostante tutto sono stato sincero, non mi sembra di averglielo detto scherzando. Sono proprio curioso di sapere il motivo della sua reazione poco adeguata.

- È ovvio, no?! Non fai altro che prendermi in giro… - mi risponde. Ah, per questo? Beh, in effetti mi sono preso abbastanza gioco di lei in questi tempi. Ora capisco. Che stupido, eppure in questo momento vorrei davvero che capisse che non sto scherzando.

- Vuoi dire che sono come quel ragazzo che gridava sempre 'al lupo! Al lupo!' ?

Alzo un poco il viso, il necessario per guardarla negli occhi.

- Ascolta…

- Che c'è? - mi chiede, le guance cremisi.

Si capisce benissimo che ne è rimasta confusa da quello che le ho detto, nonostante non abbia voluto credermi. E allora capisco. Lei ancora non capisce. Ha i sentimenti confusi e non sa cosa vuole come non sa chi è. Affondo il volto nel suo petto di bambina, mentre decido cosa dirle.

- Ci ho ripensato. Lasciamo perdere! Sbrigati a diventare grande.

  
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