[Hermione]
« non si è mai tolto dalla testa che tu voglia portarmi via da lui» quelle parole erano uscite così naturali dalle mie labbra che neanche me ne rendevo conto. Ma era vero. Non potevo mentire a lui. ero davvero stanca. Esausta. Avevo solo bisogno di qualcuno che sapesse amarmi. Che mi completasse. Che ascoltando i miei silenzi, parlando ai miei occhi, percepire i miei gesti, lui sapesse conoscermi. Mi accorgo tropo tardi delle sue dita sul mio viso. Dei suoi occhi verdi che non si staccano da me e del suo viso che si avvicina. Socchiudo le labbra, trattengo il respiro. Non faccio altro che rimanere immobile. Non reagisco. Passivamente decido di aspettare. Più colta di sorpresa che altro. ma chi voglio davvero prendere in giro? Chi davvero mi sta dicendo che il mio è solo stupore. Starei mentendo a me stessa. e la cosa non rientra nei miei iter caratteriali. Si è creata una sorta di attesa dunque. quella vicinanza avvertita ma non ancora consumata che crea aspettative per i minuti successivi. Ed il cuore in gola non smette di palpitare. Come un cavallo chiuso ancora nei box in attesa che possa correre dopo lo sparo. E lo sparo non si fa attendere. Perché lui decide di annullare completamente questa distanza che ci agonizza. Chiudo gli occhi e lì, in quel preciso istante, lascio che i sensi prendano il sopravvento. Le sue labbra sono morbide. Dolci. Delicate. E mi accorgo che le ha scostate dalle mie, solo perché avverto la sua voce. riapro dunque gli occhi per leggere quello che mi sta trasmettendo. « Harry noi …» come faccio a dirti che – per quanto mi sia piaciuto, per quanto lo volessi davvero – mi sento in colpa? «lo sai che era sbagliato vero?» e un lampo indecifrabile attraversa gli occhi di lui. mi mordo le labbra. mi accorgo di non aver detto quello che volevo esprimere nel modo corretto. Sento la sua distanza aumentare. Si è allontanato. « Harry non fraintendere. Lo volevo anche io ma … Lui è il nostro migliore amico! Come facciamo con lui» mi sta dando le spalle. Ma vedo distintamente i suoi pugni chiudersi in una morsa su se stesse. Faccio per riaprire bocca per continuare, ma le sue parole sono un’esplosione di rabbia e frustrazione. Tanto da farmi sobbalzare di paura.
«Ed io? IO? Non pensi a me? A ME? IO che ho sempre dovuto nascondermi nell’ombra per lasciare posto a lui! IO mi sono comportato da migliore amico! Ma sai una cosa hermione? LUI NON TI M E R I T A» sapevo che doveva solo sfogarsi. Buttare fuori tutto quello che davvero aveva bisogno di dirmi. E quando me lo urlò in faccia, ebbi quello strano senso di benessere che non avevo mai provato con Ron. Lui mi faceva davvero stare bene. lui . non Ron. Lui. ma ormai Harry aveva preso il via. nessuno l’avrebbe più fermato ormai. « Ed Ora che LUI ha avuto la sua possibilità e l’ha sprecata, non mi tirerò indietro. No! da oggi è guerra!» rimango ancora li. Allibita ed incapace di poter parlare. sento addirittura la secchezza delle fauci. Mi si avvicina e il tocco delle sue mani sulle mie spalle, l’impatto con il suo petto, il suo odore che – prepotente – mi entra nelle narici e successivamente in testa. Li forse, capisco tante cose. Troppe di queste contrastanti con la mia morale. La sua voce si abbatte sul mio capo dolce, eppure si sente la leggera sfumatura di possessione e rabbia. « Ora è il mio turno. Lui ha fallito. Questo è il mio di anno. Combatterò per averti! E questo dillo pure a Ron! Ti ho desiderata così a lungo che adesso che ho la possibilità di conquistarti definitivamente … non me la lascerà sfuggire» quelle ultime parole portarono un lungo brivido lungo la mia schiena. E quando le sue dita si appoggiarono sotto il mio mento e sollevarono il mio capo, potrei rimanere ammirata dalla bellezza del suo semplice viso. Ogni suo pregio, ogni suo difetto. Ogni cosa in quel viso mi piaceva. A partire dallo sguardo determinato nello sguardo. e ad un tratto mi trovai io stessa a desiderare che ancora mi baciasse. Mi lesse ancora una volta nel pensiero. Si chinò su di me, e lo lasciai catturare le mie labbra. glie le lasciai baciare, accarezzare, Assaporare. Come feci con le sue. E come un serpente strisciante, la mia mano si riscoprì scivolare sul suo petto e posizionarsi tra i capelli, in un groviglio di dita e capelli corvini e ribelli. Ma lui chiedeva qualcosa di più di prima. Sentivo la sua lingua spingere delicata, come a bussare per chiedere permesso. Un permesso che gli concessi semplicemente schiudendo appena le labbra e lasciando che – timida ma sicura di se – la sua lingua si incontrasse con la mia. Che giocasse con essa a rincorrersi e a perdersi. Come mi stavo perdendo io . non riuscivo a capire più niente. gli occhi chiusi. il cuore che mi batteva troppo forte per essere ancora intero. E lui … lui che continuava quei tocci decisi ma per nulla prepotenti. E con infinita lentezza che si staccò da me. Leggevo nel suo sorriso e nei suoi occhi la consapevolezza che aveva una speranza. No. una consapevolezza. Quella di essere un passo avanti a Ron. « ora va a dormire …» un soffio che mi dedicò sulle labbra. «domani si comincia» e non sapevo se si riferisse alla scuola o alla sua battaglia contro Ron. Si allontanò da me dandomi un’ultima occhiata. Io annuii seguendo con lo sguardo la sua figura, prima di vederla scomparire dietro la scalinata. Le ginocchia mi cedettero senza riserve alcune. Crollai sul divano davanti al camino, passandomi un dito sulle labbra.stavo sorridendo. Si. perché l’idea di essere conquistata mi piaceva. Nessuno aveva mai provato a conquistarmi. Nessuno che mi interessasse. E si. Harry mi interessava. Ma è anche vero che non volevo ferire troppo i sentimenti di Ron. Anche lui è mio amico. Ma nulla più. questo era il problema. Come è potuto succedere?
[Harry]
« che modi sono questi giovanotto? Non si fa più accomodare una signora?»
Subito scatto in piedi come appena svegliato da un sogno « Oh .. Oh certo mi – mi scusi! Prego entri pure!» la lascio accomodare anche se non vi è tanto bisogno. « io » comincia a parlare. la sua voce è altezzosa e graffiante ma piacevole. « sono la dama di velluto. Albergo qui, e sono il fantasma dei prefetti.» mi siedo sul ciglio del letto « molto piacere. Io sono Harry. Harry potter.» a quelle parole sembra quasi emozionarsi perché la vedo fare un saltino sul posto e l’espressione tipica della sorpresa le si dipinge in volto. « Harry potter? Non ci credo. Il vero e in carne ossa?» mi infastidisce appena ma non faccio storie più di tanto. « allora sicuramente a te interesseranno le mie parole!» era tutta compiaciuta. Ma non dissi ancora nulla di che. Attesi solamente che lei continuasse. « io – caro il mio signor potter – sono la custode di un antico manufatto che sono sicura ti aiuterà. Senza volerlo ho ascoltato la chiaccherata coin la fanciulla di la, non ti dispiace vero?» che personaggio. Era autoritaria e al tempo stesso serena.
« emm.. certo che no!
ma di che manufatto si parla?» la
donna sorrise quasi agghiacciante. « Di un antico
medaglione che rivela
le sue proprietà eterne sminuzzate al suo interno, solo
quando esse si manifestano.» ma
ancora non si decide a dirmi che cosa è «in cosa
consiste questo medaglio?» il
fantasma si stava avviando velocemente alla porta quando si
fermò alla mia domanda.
« inizia con il portarmi il primo pezzo essenziale. Serve un
po’ di sangue di
unicorno.» non la feci più e tra un misto di
incredulità e scombussolamento,
qualcosa in me si fa sentire. « no! no mi spiace sono specie
protette ed non è
nella mia natura farlo …» no. non ammazzo animali
così per un manufatto antico.
« lo so … ma magari hagrid .. »
suggerisce.
Ma continua. « appena mi porterai il sangue di
unicorno, ti svelerò
parte di questa impresa.» e così come
arrivò, se ne andò, costringendomi prima a
fissare la porta dietro cui era sparita, e poi a buttarmi esausto sul
letto che è troppo comodo per
doversi obbligatoriamente stendersi. Ed è li sopra che mi
adagio e lentamente
mi trovo a scivolare per le mani di morfeo.