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Autore: giulina    11/02/2012    10 recensioni
Missing Moments della storia "La parete di plexiglass". (Fatto accaduto prima degli eventi narrati nella storia).
"
Lei si chiamava Rebecca ed a Edoardo piaceva, molto o poco non ci è dato saperlo.
Era troppo magra, capelli troppo rossi ed aveva troppi tatuaggi, per i suoi gusti.
I suoi occhi però, erano attratti da lei, e la studiavano quasi con indifferenza, con un pizzico di fastidio verso se stesso per quell'interesse che non riusciva proprio a concepire.
Quello era il loro quinto appuntamento, forse sesto. Ed erano già stati a letto insieme, parecchie volte, a dire la verità."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A voi, sperando che questo Edoardo 'fuori dagli schemi' possa piacere.

Alle voci da pensieri impuri.

Agli uomini purtroppo non di ciccia che ci fanno sognare troppo.

A Rò, che è la vera protagonista di questa One-shot poVno ed è a lei che la dedico.

Buona lettura,

Giulia.

 

 

 

 

                                           

 

 

Fare sesso nascosti in un cesso

fumarsi una Marlboro dopo l'amplesso

oppure farlo in macchina di fianco alla strada

buscarsi un raffreddore male che vada

sentirsi un po' animali, un po' primitivi

sentire che respiri, sentire che vivi..

 

 

 

 

 

 

 

Edoardo seguiva con lo sguardo sfuocato quella figura troppo magra che si aggirava per il suo monolocale camminando buffamente sulle punte dei piedi, mentre beveva del succo di frutta da un bicchiere di plastica ed osservava i quadri attaccati alle anonime pareti dipinte di bianco.

I quadri fatti da lui, ma che la ragazza credeva fossero di qualche importante autore dal nome incomprensibile.

Lei si chiamava Rebecca ed a Edoardo piaceva, molto o poco non ci è dato saperlo.

Era troppo magra, capelli troppo rossi ed aveva troppi tatuaggi, per i suoi gusti.

I suoi occhi però, erano attratti da lei, e la studiavano quasi con indifferenza, con un pizzico di fastidio verso se stesso per quell'interesse che non riusciva proprio a concepire.

Quello era il loro quinto appuntamento, forse sesto. Ed erano già stati a letto insieme, parecchie volte, a dire la verità.

Finita la perlustrazione della casa, che aveva innervosito il ragazzo, lo raggiunse sul divano e si sedette con le gambe strette al petto, mostrando le cosce sottili ed un paio di slip neri, coperti miseramente da una maglietta a maniche lunghe.

Aveva una rosa nera tatuata sulla caviglia destra ed al ragazzo, stranamente, piacque.

-Perché non hai una televisione?-

-La trovo inutile-

-Ah, capisco..-

-Che cosa capisci?- Le chiese senza guardarla, prendendo una sigaretta dal pacchetto posato sul tavolino davanti a lui.

-Sei un ribelle, uno fuori dagli schemi della società, un anticonformista convinto!-

-Mi stai prendendo in giro?- Le aveva chiesto retorico, gettandole un'occhiata di sbieco.

Lei aveva sorriso ed aveva scosso la testa vigorosamente.

-No, davvero. Hai anche la faccia da ribelle, forse più da scazzato, devo dire-

Lui aveva sbuffato, facendo uscire del fumo grigio dalla bocca socchiusa.

-E soprattutto sei di molte parole-

Una specie di grugnito era uscito dalle sue labbra e Rebecca si era messa a ridere.

-Tranquillo, nemmeno a me va molto di parlare-

-Eppure mi sembra che stiano uscendo delle parole dalla tua bocca-

La ragazza era rimasta in silenzio, osservando il profilo di quel ragazzo che conosceva da così poco tempo. Le piaceva quando aggrottava la fronte in quel modo. Le piacevano i capelli neri come la pece.

Le piaceva lui.

-Non trovo niente di meglio da fare..- Aveva sussurrato, allungando le gambe e poggiando i piedi sul basso tavolino davanti a lei, muovendo le dita buffamente.

Metà del suo corpo era nudo, ed Edoardo aveva smesso di pensare che fosse troppo spigolosa per i suoi gusti.

Gli piaceva.

Aveva posato le braccia sulle ginocchia coperte da un paio di pantaloni della tuta, ed aveva spento la sigaretta fumata a metà, nel posacenere che altro non era che un bicchiere di vetro.

L'aveva presa alla sprovvista dalle caviglie e si era portato le sue gambe sopra le cosce, facendola sdraiare sullo scomodo divano. Nel mentre, la risata di lei continuava a squillare nella stanza.

-Ti ho avvertito, non mi piace il sesso violento- Gli aveva detto sorridendo.

-Niente sadomaso quindi?-

-No, mi spiace-

-Peccato- Aveva risposto con un sorriso impertinente lui. Uno dei rari sorrisi che lei gli aveva visto deformare la bocca da quando lo conosceva.

Edoardo aveva incominciato ad accarezzarle i piccoli piedi, uno scarso trentasette, poi le caviglie sottili, continuando per il polpaccio liscio fino alle cosce, che sembrava volesse quasi modellare.

Rebecca aveva smesso di parlare e ad occhi chiusi, con un mezzo sorriso sulle labbra, ascoltava il movimento di quelle dita delicate sulla sua pelle che stava letteralmente tremando.

Non riusciva a capire quale fosse il potere di Edoardo. Riusciva a sconvolgerle il corpo e la mente, soprattutto quella.

Le mani di Edoardo erano arrivate sui suoi fianchi, passando senza fretta sotto l'elastico delle mutande che indossava, per sfiorare la pelle del ventre nascosta dalla maglia. Era tesa e calda.

Rebecca lo guardava curiosa dritto negli occhi. Le era sempre piaciuto osservare le espressioni delle persone in momenti particolari, e le espressioni del viso di quel ragazzo la lasciavano senza parole.

-Edoardo tu sei strano-

-Lo so-

-E mi piaci anche per questo-

Non le aveva risposto o sorriso, si era semplicemente inginocchiato tra le sue gambe per posare un bacio sul tatuaggio che aveva poco sotto l'ombelico, seguendo quelle linee di pelle rialzata con la lingua, facendole desiderare di sentirla percorrere altri punti del suo corpo.

Passava le labbra socchiuse inseguendo i brividi che correvano sul suo corpo quasi inconsciamente.

Si era fermato al bordo dell' intimo, seguendo con la bocca ed il naso quel confine di pelle che lui avrebbe sicuramente superato.

Le mani, intanto, le stavano accarezzando il retro delle cosce, fino all'attaccatura del sedere, facendola sospirare piano.

La ragazza si era alzata con il busto ed aveva preso il suo volto tra le mani per baciarlo, infilando le dita tra i capelli che gli erano da subito piaciuti.

Avevano approfondito il bacio, le lingue che sembravano non voler smettere di assaporarsi, non si lasciavano nemmeno per riprendere fiato. Non c'era delicatezza o dolcezza ma solo desiderio.

Lei gli aveva morso un labbro e ci aveva subito dopo posato un bacio. Le labbra si erano spostate poi sulla sua mascella, sulla sua gola, sul petto, mentre le mani scorrevano sui muscoli appena in rilievo della schiena nuda.

-Sei bello, bello, bello...- Cantilenava, vicino al suo orecchio, mentre Edoardo le toglieva la maglia e la baciava ripetutamente dietro l'orecchio facendola sospirare e ridere insieme. Le parole uscivano dalla sua bocca come se lui gliele stesse tirando fuori esercitando un potere sconosciuto.

Si erano sdraiati di nuovo sul divano troppo duro ed il contatto delle loro pelli nude li aveva fatti rabbrividire.

La mano di Edoardo si era posata sulla sua clavicola troppo sporgente, era passata leggera sullo sterno fino a posarsi su un seno piccolo, che aveva incominciato ad accarezzare mentre lei sospirava vicino al suo orecchio.

-Mi piaci-

-Tu no-

-Ah si? Mi sembra di non essere io quella con un'erezione..- Aveva sussurrato al suo orecchio, sorridendo apertamente mentre il palmo della mano del ragazzo si riempiva della sua carne morbida come non sembrava poter essere ad un occhio esterno.

Anche a lui piaceva Rebecca ma non glielo disse. Gli sembrava così scontato che non c'era bisogno di sprecare fiato e parole inutili.

La sua mano aveva continuato il suo percorso ed era sparita sotto quel pezzo di stoffa nera, facendo sorridere apertamente la ragazza.

Era la sua punizione per aver parlato troppo.

La rossa sospirava vicino al suo orecchio, lasciandogli baci quasi impalpabili quando le dita del ragazzo raggiungevano i punti giusti che le facevano schiudere ancora di più gambe e desiderare che quel piacere che bruciava non finisse mai.

Avevano rincominciato a baciarsi, a far impigliare i capelli in dita umide senza riuscire a provare dolore.

Rebecca l'aveva fatto allontanare di poco da sé, per poter respirare a pieni polmoni, ma fallendo nel suo intento quando l'aveva visto chinarsi con le labbra sul suo seno.

-Basta..-

-Basta cosa?-

Lei l'aveva fatto cadere dal divano e stendersi di schiena sul pavimento coperto da un grande tappeto che sembrava quasi essere più comodo del divano stesso.

Aveva riso osservando la faccia contrariata di Edoardo e si era chinata a lasciargli un bacio, che non venne approfondito, sulle labbra.

Anche lei esplorò il suo corpo come se negli incontri precedenti non l'avesse già fatto. Al ragazzo piacevano le sue attenzioni, gli piaceva che osservasse alcune sue cicatrici, contasse i nei sulla sua pelle, che gli avesse chiesto della sua bruciatura sul fianco. Non erano domande indiscrete o sguardi che lo infastidivano.

Gli piaceva come volesse conoscerlo.

L'aveva liberato dei pantaloni della tuta e delle mutande rosse per cui l'aveva preso in giro quando l'aveva visto la sera prima, affermando che Capodanno era già passato da un pezzo.

Si baciarono di nuovo mentre la mano di Rebecca toccava, esplorava senza inibizioni una parte precisa di lui.

Al limite, si era tirato a sedere ed aveva sfilato con poca grazia le mutande alla ragazza, facendo arrossare la pelle delle cosce per lo sfregamento con la stoffa.

Non si era scusato ma l'aveva baciata premendo la bocca sulla sua, affinché tra di loro non vi fosse aria.

Consapevole di quello che stava per succedere, aveva cercato con la mano una protezione sopra al tavolino di fianco a loro, senza smettere di baciarla.

Avevano ripreso per un attimo fiato e dopo averla guardata negli occhi arrossati, le era rotolato addosso, sostenendosi sui gomiti mentre il contatto dei loro corpi li rendeva entrambi deboli.

Rebecca aveva posato le sue mani sulle sue spalle e la fronte sulla sua, sospirando tremante quando lui era entrato dentro di lei.

-Ci...sei?-Le aveva sussurrato lui e lei aveva annuito con gli occhi strettamente chiusi e le gambe che strusciavano sui suoi fianchi.

-Presente- Gli aveva risposto, sorridendo.

Tremare sembrava impossibile per Rebecca, così come prendere fiato.

Edoardo amava con il corpo ma non con la mente, questo lei l'aveva capito da subito, dal loro primo incontro, dal loro primo bacio dato troppo velocemente.

Si lasciò guidare dalle sue spinte lente e rise quando il piacere arrivò all'improvviso.

Lui appoggiò la fronte alla sua spalla e sorrise con lei, gli occhi ancora chiusi per percepire meglio l'appagamento del suo corpo e le dita di lei sul suo petto.

-Domani avrò il mal di schiena- Disse, muovendosi appena sotto di lui.

-Pensa se avessimo fatto del sesso violento..-

-Sono troppo delicata-

-E chiacchieri anche troppo-

Rebecca si era messa a ridere e si era alzata in piedi aiutata da Edoardo.

Gli aveva dato un pizzicotto su una guancia ed era corsa in bagno continuando a ridere.

Era fresca, Rebecca, e completamente diversa da lui.

Sì, gli piaceva quella ragazza, era quello che gli serviva.

Peccato che qualche ora dopo, all'alba del mattino di quel 20 marzo, il telefono di casa squillò.

Rebecca ed Edoardo non fecero più l'amore.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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