Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: _camus_    11/02/2012    4 recensioni
Lacrime amare scorrono sul viso di Shura di Capricorn, mentre raccoglie da terra ciò che è rimasto del Figlio del Cielo: il rosario, ereditato dal grande Asmita di Virgo, con i suoi grani che aspettano di annerirsi.
E un piccolo amuleto di legno, col laccio un poco consumato.

Quattro brevi capitoli per descrivere l'evoluzione morale e spirituale di Shaka come cavaliere, ma anche – e soprattutto – come uomo.
Prima classificata al Contest "Profumo di stelle" indetto da Violet Acquarius e vincitrice del Premio della critica.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
III


Capitolo III




Shaka di Virgo aveva passato gli ultimi tredici anni con gli occhi chiusi, cercando di acquistare la saggezza e la lungimiranza che il Figlio del Cielo avrebbe dovuto possedere.

Tuttavia, nonostante li avesse allenati duramente attraverso ore e ore di meditazione, gli altri sensi non l'avevano avvertito dell'inganno; quegli occhi era stato costretto ad aprirli di colpo da cinque ragazzini e dalla loro Dea – divenuta d'un tratto anche sua.

Lasciò cadere il corpo martoriato sui gradini esterni di ciò che un tempo era stato il Sesto Tempio, le ferite e le ustioni annerite in netto contrasto con la pelle candida.

«Messaggero tra la terra e il cielo sarò, nel corso della mia vita».

Shaka non era più un bambino, eppure mai si era sentito così impotente – nemmeno quando, fanciullo, aveva avuto a che fare con la cruda realtà delle strade di Varanasi.

Si sentiva impotente perché, dopo tanto, di nuovo riscopriva l'amara natura del dubbio e la frustrazione data dall'incertezza.

Si sentiva impotente perché, in fin dei conti, era conscio di non aver compreso assolutamente nulla: troppe cose aveva dimenticato – e tra queste spiccava, bruciante, il giuramento mancato.

«Giuro dinanzi ad Atena che io, Shaka di Virgo, mi impegno solennemente a consacrare la mia persona e il mio cuore alla causa della Giustizia, e a combattere per essa fino alla fine dei miei giorni».

Non per, ma contro di essa aveva combattuto.

Il suo enorme, altero potere aveva tentato di sbarrare il passo di Ikki di Phoenix, credendolo un nemico, mentre i veri avversari erano da ricercarsi solo in lui stesso e nell'uomo che aveva erroneamente identificato nella Giustizia.

Prima di allora Shaka non aveva mai avuto paura della morte.

Quel giorno, però, pur di non cadere nel buio dell'Ade si era prostrato ai piedi della Fenice come le donne di Varanasi facevano ai suoi – anche se il Gautama aveva detto che la morte non è la fine di tutto, ma solo un cambiamento.

«Io capirò! Fermati! Così ci oscureremo in un mondo di luce!»

Prima di allora, Shaka non aveva mai temuto la morte, né gli spettri –  da quel giorno in poi, invece, avrebbe imparato a farlo.

L’ordine precostituito aveva preteso cinque vite per far tornare sulla retta via i suoi protettori smarriti: cinque cavalieri – cinque compagni.

Virgo sapeva che avrebbe rivisto i volti di Death Mask, Shura, Camus, Aphrodite e Saga fra le ombre agitate e inquiete dei suoi sogni.

Ma stavolta non sarebbe bastato tenere le palpebre abbassate.

Nel tentativo di soffocare il palpitare impazzito del proprio cuore fece volare una mano al petto e, per un attimo, cercò l'amuleto di cui anni prima si era disfatto, convinto di essere immune da ogni timore.

Ricordava di averlo sepolto nel giardino dei Salici Gemelli, durante una specie di personale rito col quale si era ripromesso di rinunciare ai sentimenti – simbolo, ai suoi occhi chiusi, di tutte le debolezze umane.

Dopo che si fu recato sul posto e l'ebbe dissotterrato se lo legò al collo, incurante del laccio sporco di terra, e provò la sensazione di essersi ricongiunto con una parte di sé.

Non appena risollevò la testa, vide aprirsi alcune gemme. Sorrise: era tanto che su quegli alberi non sbocciavano fiori.





 

Note dell’autore

Qualche ora dopo la battaglia delle Dodici Case, Shaka tenta di raccogliere e rimettere insieme i pezzi della sua esistenza.

É ferito nell'orgoglio e arrabbiato con se stesso per non aver saputo riconoscere la causa della Giustizia – la stessa Giustizia che anni prima aveva giurato di proteggere.

Sull'anima pesano le morti dei compagni e il fatto di aver supplicato Ikki di risparmiarlo – proprio lui che, più degli altri, non avrebbe dovuto temere la morte.

Ringrazio tutti quelli che stanno seguendo e recensendo – o semplicemente leggendo – questa storia!











 
 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: _camus_